Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.ó.2.7
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
C Prolago dellibro inntolaro Efrudi
della lingua comporto da frate Dome
nico caualcha da Vico pifano dellor/
dine de predicatori-
Oi che per Iadiuina gra/
tia habbiamo compiuto
locradaco de peccaci del
la lingua- Refta hora di .
far come allulcimo della prededa ope i
ra promifTì illibro 6C tradato de frudi
SC beni/che con lingua 6C per lingua fi
fanno: liquali pognamo che molti fie
no: pollano nientedimeno riducere a
tre pncipali- do uoglio dire che alcu
ni frutti può fare lhuomo co 1 ilingua
per rifpedo didio:alcuni per rifpedo
del proximo: alcuni per rifpedo di fe
medefimo- Verfo di dio per rifpedo
didio fa lalingua frudo lui orandolo
4 dando :ringratiando poche pognamo
che dicio no habbia bifogno pur li cor
na agrande honore che noi nconofeé/
do lanoftra infermitade 6C miferia : ri
corriamo allui come a mifericordiofo
SC potente fignore pregando che ciper
doni SC aiuti SC riconoscendo lifuoi be
neficii: SC la fua bontade rendiamogli
laude SC gratietriconofeendoci allui o
li fuoi molti beneficii debitori - Con
quàto alproximo facciamo frudo lui
per charica configliando: amaeflràdo
SC riprendédo quando e/bifogno:SC J>
rifpedo dinoi facciamo frudo di lin/
gua raffrenadola dalparlare difutile SC
rio SC accufandoci per humilita de no
ftri difedi:fiche pcerco e/uero che co
me dice neprouerbi ciafeuno può ari/
chire cioè defentiméti delfrudo della
fua ligua: SC pero diquefti frudi SC be
ni perfingulo diftindamenre ueggia,
mo fecondo lordine prepofto quanto
meglio polliamo ordinataméte:ccme
fidiftigue SC moftra per li infraferipti
capitoli :ÒC imprima cominciando del
frudo della oratione per loquale adio
ricorriamo nenoftn bifogni che uiene
adire oratione:SC come fidifhnifce-
Capitolo- p nmo .
Dello errore diqgli equali dicono che
debbono fempre orare SC non lauora/
re- Capitolo- j j.
Delle molti SC gradi cómendationi SC
lode delloratione- Capili.
Anche dimolti effedi SC comendatio
ni della oratione- Cap- ini.
Della debita SCneceiTanapreparance
della oratione- Cap- y
Pelli impedimeci della oratióe- G vi.
Come dobbiamo orare- Cap- vii.
Diquelloche orado dobbiamo doma
dare SC quatro ragioni perche dobbia
mo domàdare beni téporali- Ca- viii-
Cóe nó dobiamo domàdare fanita ne
belleza ne altri doni fpirituali ficee fa
rebbe i fare miracoli SCpphetare SC al
tri fimili : ma pur charita- Cap. viii.
Diquatro cófrderationi per lequali fi
monftra che lacharita excede ogni al/
trobene- Cap«x-
D eltempo SC luoguo che dobbiamo e
leggere per orare. Capxi.
Dimolte fpetie dorationi SC buone SC
Capali.
Come dobbiamo lodare idio in rude
lefue operacioni- Cap. xrii.
Come dobbiamo lodare idio SC li fan
di perche in loro fingularmence fimo
(Ira lafua bontade. Cap-xiiii-
Come dobbiamo lodare idioòCifan/
eli perche cegliha dati g padri ÒC mae
ftn ÒC frategii ÒC gli fancti l lui perche
lamano- Cap-xv-
Come dobbiamo lodare idio ÒC li an/
geli ÒC fanéti- Capi-xvi-
Come dobbiamo lodare idio e/opera
di grande nobilitadeòC giocondità ÒC
uaiitade- Cap-xvii-
Come dobbiamo idio ringraziare de
f uoi benefici : ÒC fuggire denere lodati
ÒC ringratiati- Cap«xviii«
Come dobbiamo ringratiare idio de
benefici generali/fpetiali ÒCparticula.
ri òC imprima de generali- Ca- xxiiii*
De benefici fpetiali ÒC fingulari ÒC im
prima dello beneficio della expefta/
rione* Cap-xx»
Dello beneficio della iuftificatione-
Capitolo- -xxi-
Dello beneficio della conferuatione-
Caprtolo- -xxii-
Di quelle cofe che cicommendano la
uita contemplatiua- Cap xxiii-
Didodici cofelequali cidifpongono:
SC Grichieggono afalireauicaconté/
platiua Capxxiiii-
Delfru&o delpredicaf come e/nobile
$C utile- Cap-xxv-
Come fono ripréfibili quegli che pof
fono òC no uoghono pdicare- C-xxvi*
Come lappetito del maefterio ÒC delp
dicaree/reprenGbile per molte cagio
ni ÒC prima g lamala uita ÒC g la igno/
randa- Capi- xxviu
Comeadègnamete predicare Grichie
de diritta intentione SC grande difere/
none* Cap-xxyiu*
Pelfru&o del riprendere K del correg
gere gli peccatori ÒC imprima come e/
commendabile ÒC de f uoi impedimcti
Capitolo- xxyiiii-
Diqu^lle cofe che Grichieggono apo/
tere bene correggere ÒC riprédere:& co
me prima Gde fare per chanta ÒC g co
patfiore- Cap-xxx-
Anche come aben correggere Grichie
de grade diferetione ÒC modeftia ÒC Te
lo ordinato- Capixxxi.
Delfru&o della confezione depeccari
ÒC imprima di due fpetic di cóteflione
nprenfibile. Cap-xxxii-
Delle cinqsfperiediconfefTione ripré
Cibile- Capxxxiii.
Come fingularmente aben confeZsuv
G Grichiede gràde uergogna ÒC contri
none- Op-xxxim-
Come laconfefTione Gdebbe frequéta
re fpeflfo ÒC tolto ÒC interamente fa&a-
Capitolo- .xxxv-
Della commendatione ÒC efficacia del
la confezione- Cap-xxxyi-
Dimoiti exempli che cidimoftrano il
prede&o fru&o cioè della confezione
Capitolo xxxvii
Finita lacauola delle rubriche decapi/
coli*
ilo j - no-lu^D lonorryi uiorn ioui £i
v iul ofb uiì orn&rojà 01 tiixotdU oilup
m
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
CTn nomine omniporentf s dei patria
8C filli & fpiricus fancli Amen-
Incomincia Ellibro di frate Domeni»
cho Caualcha de Vico pifano dellor/
dine de predicatori intitolato Efrucli
della llgua- Et imprima fidichiara nel
primo capitolo che Uiene adire orano
ne:6C chome GcUffinifce Capitolo Pri
mo-
Ouédo adun
qs parlare del
laoratione ue
giamo impri
ma che cofa e
oratione ÒCco
me fidiffini /
fce« Hor dico
cfi quefto uo
cabolo orario
ne fidiffinifce fiprende SCintende in di
uerfi modi che alcuna uolta fichiama
orarione ogni buona opera :5Caquefto
modo fi intende quella parola di fan/
&o Paulo g laquale fidice-Orate fan/
za intermiffione : doue dice lachiofa-
Sempre ora chi fempre fa bene:SC una
altra chiofa dice Jlgiufto non ceffa do
rare mentre no certa deffere giufto « Et
quefto c/perho che la buona uita 5C la
buona uolonta dellhuomo dinanzi a
dio e/in luogho doratione come uuo
le moftrare lancio Paulo in quella pa
rola per laquale dice ad Hebreos/cioe
che Iefu intro in cielo per apparire di
nanzi aluolto di dio g noi- Onde quel
la cotale prefentia della fua humanita
pallonata per noi quafi e/una aduoca
rione per noi che priega che dio ciper
doni per lofuo amore che già no e/da
credere che Chnfto in parole pricghi
dio padre per noi : ma bafta pur dimo
ftrargli k fua fancla humanita per la
quale fimoftra lafua fàcla charita uer
fo noi» Et per quefto modo debbiamo
intendere leparole di fanclo Paulo 5C
di fan ciò Giouàni per lequali dicono
che Chnfto cAn ciclo aduocatop noi
dinanzi alpadre:6C cofi mipare che uo
glia intendere fanclo Bernardo quan/
do dice che ficuramete polliamo ccm
parire dinanzi adio doue riabbiamo il
figluolo dinanzi alpadre 5C inanzi alfi
gluolo lamadre:& ìlfigluolo monftra
al padre le ferite che per noi portce:ÒC
lamadre moftra al figluolo ìlpeclo cf>
lolaclce-Et go ccnchiude che non pof
fiamo efTcrc diacciati a furorerdoue fi
monftra per noi fegni ditanto amore.
Hora afimile dico che lafanclita ÒC la
giuftitia dellhuomo dinanzi a Dio lo
inchina 5C induce a far bene a molti in
degni pelfuo amorercome pure apref
fo li fignori modani ueggiamo che no
folamente laprefentia : ma folamente
lamemoria de buoni parenri linchina
a perdonare alli mali figluoli-Et per q
fio rifpcclo dice fanclo Bernardo che
lacharita indificientee/continua ora/
rione: peroche una continua bontà di
mete 5C animo bene compofto 6C alpa
dre idio indel figliuolo di dio una ex/
pretta fimiglianza della diuina bontà-
Per uno altro modo oratione uiene a
dire domadito dalcuno bere/o da dio
o/daghangeh/o da fancli lhucmo do
manda grana come fono leletame: in
ani
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
nelle qli hchiefa domada certe grane
SC da dio SC da fanctì cioè o che rimuo
ua SC perdoni li mali/o che conceda SC
dia delle grane SC debeni per quefto ri
fpeclo dice fando Giouanni damafee
no che oratione £ie afeendimenco din
telleclo in dio : cioè uuol dire che inté
df do SC conofeendo lhuomo lafua mi
feria SCiifuo pericolo leua lointellefto
SC ildeGderio a dio credendo SC fperan
do che glipoffa SC uoglia {occorrere al
fuo difeélo SC pericolo • Et per quefto
Cimoftra che chi uuole fauiaméte ora
re imprima debbe ripenfare ìlfuo bifo
gnio SC poi porgere a dio ilpriego che
glifoccorra-Et quefto moftro Salomo
ne quando hebbe hedificato eltempio
pregho idio SC diile-Prieghoti meffere
che chiconofee lapiagha delcuore fuo
SC iftende lemani a te i quefto tempio
tu lodebba exaudire:5C dicho dunque
che innanzi che lhuomo uada a orare
debbe ripéfare ilfuo bifognio JC ìlfuo
male: & per quefto formare loratione
preghando che idio laiuti • Anche ora
rione fidiffìnifce chofi-Oratione e/un
diuoto affecto inuerfo idio- Onde una
chiofa dice fopra lapredefta parola di
fanfto Paulo:cioe orare fanza inter/
mifTione-Locontinuo defiderio e /con
tinua oratione < Et fanéto Auguftino
fcriuendo della oratione a una donna
che hebbe nome Proba dice cofiJn fe
de fperanza O/in charita per continua
to defiderio fempre oriamo«Et g que/
fto ficonchiude che ildeGderio SC laffe
tì:o diuoto e/quafi un meflb che entra
fiC (ale a dio da parte dellhuomo*On5
fopra quella parola del Pfalmifta per
laquale dice Jntret orario mea in con^
fpedhi tuordice una chiofa- Qui fino
ta SC manifcfta lagram uirtu della ora
rione pura: laquale chome uno fedele
mefTo entra a dio SC porgie laimbafeia
ci quiui nulla carne entrare puote- Vn
altro fanfto dice : che oratione e/una
conuerfione di mente in dio per pio SC
humile affedo- Et fandto Gregorio di
ce che uera mente orare e/afare amari
pianti di compuntione dinanzi da dio
SC non rifonare parole compofte- Et u
no grande maeftro diiTe: che oratione
e/moftrare per alcuno fegno lauolon
ta noftra a choluitdal quale aediamo
potere impetrare quello che deGderia
mo«Ma perche laoratioe ha molte fpc
rie come moftra fando Paulo dicédo
che dobbiamo fare orationi/obferua/
rioni/peritioni:8Cringratiamenti-Por
remo difotto nelfuo luogho lediflini/
rioni delle fpetie SC pani dorarioi- Per
le predefte cofe Gchonchiude che prò
pnamente parlando lorarione no con
lifte in parole: ma in defiderio « Siche
eoe anche dice fàfto Gregorio :app(To
gli fandi orecchi di dio no gridano le
noftre parole: ma li noftri defiden:&C
pone cxemplo di Moyfe alquale dilTe
idio « Perche gridi a me conciofiacofa
che allhora tace(Te con lingua: ma per
che idio guardo aldefiderio accefo fi/
glidiffe che gridaua • Onde fopra quel
la parola del pfalmifta per laquale di/
ce- Quoniam tacui inueterauerùt offa
mcatdum clamarem totadie«Dice fan
fto Gregorio :lecterna uita £e conlalin
gua domandiamo: ma con cuore non
dcfideriamo: gridando taciamo:SC co
fi dicuore oraua qlla fan#a Anna del
la quale fidice i nel primo libro de Re
che con animo amaro parlaua nel cuo
re fuo : SC lefue labra no fimoueuano •
CDcllo errore diquegli iquali dicono
che debbono Tempre orare SC no lauo
rare- Capitolo fecondo-
Er lepredefte turre cofe fi
mamfcfta che ftolti ancB
heretici fono quegli poue
ri che comuneméte fichia
mano appoftoli : SCuan/
no cantando per hauere damagiarcrin
ciò che dicono che non debbono fare
nulla fe non mangiare SC orare :concio
fiacofa che come de&o e/ogni buona
opera fare SC ogni buono desiderio ap
prefTo idio fia orationeContra quefìi
corah molto parlo fanfto Paulo dice
do eh dobbiamo lauorare manualmé
te SC darne helemofma SC fare pregare
idio per noi: SC cofi trouiamo che face
ua egli lauorando manualméterSC pre
dicando & uifitando infermi» Contro
aquefti tali parla fanfto Bernardo nel
la fua regola « CafTiano nelli ftaniti SC
nelle collatiòni de fà&i padri - San&o
Ieronymo in uita patrum: SC in moiri
altri luoghi - Et fanfto Auguftino nel
libro eh fece dellorare de monaci SC ge
neralmente lauita ditutti ifanéh" padri
accio cótradice incioche trouiamo che
lauorauano: SC comandano nelle loro
regole che lauorare fidouetfc & riputa
uanopeffimi 6£maladeéti quelli che
lauorare non uoleuanotSC chiamauan
gli monaci girouaghi 8C poltroni • On
de filegge in uita patrum: che andàdo
due diquefti tali una uolta auifitare la
bate Siluano SC trouandolo teffere cer
te fportelle co fuoi difeepoh Clio mot
reggiano: SC difTonOvO perche operate
cibo che perifee. AUhora labbate udé*
do dalloro che eglino non faceuano fc
non orare rfigli fece rinchiudere indue
celle SC non ghfèce chiamare amangia
re » Et hauendo poi quegh fame:8C pie
chiando che fufle loro aperto: labbate
glifece ufeire fuora: SC denudando ql
li pche no gliaueuono chiamati aman
giarerdifle labbate perche uoi dite che
non douete fe non orare : ma io fono
peccatore: SC ho bifognio dimangiarc
SC pero lauoro per non grauare altrui:
SC anche del mio lauoro do helemofiV
na: fiche fia pregato idiométre che io
mangio SCdormo fiche per quefto mo
do io oro più continuamente diuoi:SC
moftrando loro fiper lefcripture SC p
gli exempli de fanfti loloro errore gli
fece conofeenn Onde quefti tali no in
rendono lapredeéta parola di Chrifto
per laquale difTe:non operateobo che
perifee : ma quello che permane i uita
eterna rpoche Chrifto intefe che lhuo
mo in nelfuo lauoro non habbia rifpe
do pure aguadagnare uita eterna che
fe quella parola fi intendere che lhuo
mo no douefTe lauorare : nullo ha che
mangiare : ne che ueftire fiche elli me
defimi no trouerrebbono chi defTe lo/
io magiare;5C cofi cederebbe ogni opc
sàia
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
la dipieta SC direligione diurna fe n on
fu.ììno i\ibri SC artefici che faceflìno ca
l.c\ uba & iparaméci 2C tépli accio ne/
melari He le egliuogliono dire che que
fìe opere pure fono lecite : ma eglino
uogiino SCeleggono come più perfeéìi
lauia più pertecla difempre orare :mo
fìrafi die quefto e/ falfo incio che fan
&o Paulo SC glialtri fandti perfedlidl/
mi come dedo e/ lauororono SC coma
doronodie filauorafle : fappiendo5C
dicerminando che lanoftra mente e/
tanta debole che non folamente non
può fempre orare SC di dio péfare : ma
piccola parte di tempo può ftare fer/
ma SC attenta l oratione: SC pero fideb
be akhuna parte ditempo occupale in
lauorare SC in feruire SC i fare altre ope
re-dipieta per potere meglio SC più in/
ternamente uachare alla oratione- Et q
fio chiaramente fimonftra per quello
exemplo diuita patrum:per loquale fi
dice che effendo fan&o Antonio nel
diferto SC uolédo pure orare fentendo
fi pero molta accidia SC angofeia SC di
ftra&ione dimente :pregho idio SC dif
fe- Signore dio uogliomi faluare SC no
fo come : SC pero tipiaccia dimonftrar
mi lauia che io tener debba : SC ecco fu
bi taméte gliaparue quiui apprefTo lan
gelo di dio in forma SC fpetie duno he
remico: clquale per alcuno fpatio dite
po fedeua teflèndo fportelle SC poi file
mua SC andaua aorare : SC cofi poi che
haueua orato per alcuna hora tornaua
allauorare : SC marauigliàdofi dicio fa
&o Antonio:5C no fappiendo chi egli
fufle quello angelo glidifle • Antonio
fa cofi comio tho moftrato fe uuoi ca
pare:SC incontanéte difparue-Et allho
rafà&o Antonio intefe che egliera lo
angelo che idio glimàdo per infegniar
gli lama SClauita che egli douefìì tene *
re « Accio fa anche molto lo exemplo
die in decflo hbro fileggie dello abba/
te Giouanni dipiccola ftatura:cioe cf>
uenendogli uno feruore indifcreto: SC
unodefiderio dipure orare SCcontem
piare SC non fare nulla:Gfifpoglioe:SC
latfoe uno fuo fratello maggiore co lo
quale era in uno certo romitorio SC an
dofTene aldiferto credendoli pure con
templare idio chome gliangeli- Et poi
die fu flato alquanti di incominciado
afentire fame SC freddo SC grande mo/
lcftia dicogitationi SC daccidia: ritor/
no dinode ucrgognofamente alla cel/
la del fratello :SC picchiaua chegli fuifi
aperrorma ilfratello Gnfingeua dinon
udirlo SC taceua: SC perfeuerando quel
lo nelpichiarenlfratello ditfe chi ù tu
che pur picchi : SC rifpodcndoegli che
era ilfuo fratello Giouanni: filo mot/
teggio SC diffe no può efTere che tu fia
Giouanni: peroche Giouanni e/fa<9:o
angelo- Allhora Giouanni humiliado
fi dicendo fua colpa :lofratello gliaper
fe SC diffegli :fe tu fe huomo SC non an
gelo thor ua SC lauora SC uiui della fati
cha tua : SC p quefto modo lahumilio
SC correiTe- Anzi intanto haueuano gli
fanfti padri 1 orrore lotiofita: cheetia
dio fe non intendeflìno diuendere lilo
ro lauoh fe pure lauorauano cerca par
te del tempo: per potere champare lac
cidia 5C raccogliere lamcnte allorano
ne poi meglio altépo fuo - Voleuano
anche uiuere della loro faticha per no
grauare altrui : 6C per no riccuere hele
mofine per lequali fiobrigafTino a pre
gare per altrui : pogniamo che per cha
rita cioè uolentien ÒC fpeflb faceffino -
Onde de grandi uanti che Gdiede uno
fanfto abbate G fu che difTe che no ha
ueua mai mangiato pane fe non difua
faticha: laquale cofa folamente e/leci
tacomefan&o Paulo dice aminifìri
dello altare ÒC predicatori quando fo/
no fioccupati in nededli offici: cioè di
ftudiare & diprcdicare JC diuifitare SC
dudire ccfeflioni che allauori manua/
li non poiTcno intédere : auergha che
molti perfccliflìmi chcme fu fardo
Paulo & fancìo Bencdt ciò & altri af/
fai' etiamdio predicando cele brado: SC
lauorando manualméte tanto pareua
loro dura cofa manggiare il bocchene
della helcmofina:laquale per lafcrip/
tura fichiama pane di dolcre-Onde fa
&o Bernardo uedendo alquanti mo/
naci ghodere di hauere lericcheze ftC le
uiuande grafTe date loro perle helcmo
fine fidice chcfi- Cimc/oime in dono
pare hauere aquefìi frati qllo che ma/
giano :ma fappiamo per uerita efi egli
no fimanggiano gli peccati del popò/
lo:cioe le helemofine date loro per gli
peccati altrui :per gli quali Ù debbono
preghare SC piangnere amaramente- Et
pero noi fappiamoche algiudicio fi/
naie udiranno contro afe Ioduro la/
mento depopoli licui bocchoni man/
giano : ài li cui peccati non pianfon o«
Per laquale paiola uuole dire che que
gli equah fiuiuono dello bene altrui :
debbono eflere fibuoni SC pcrfctìi &fi
in grana delle eremo dio che eglino fi
poflìno impetrare gratia &C mifencor/
dia a coloro che fanno loro bene SC he
lemcfine delle quale uiuono-Er £0 an
che parlando contro a quegli : equali
uoglicno uiuere di helcmofme SC non
hanno uita ne fandhta alcuna iC cagio
re- Dice cofi Guai a figluoh delia ira:
pei cche r cn effendo a die per fe riccn
ciliari pigiano officio JC falano dipre
ghare idio per altrui < Molto adunque
muerita fcnofupeibi quefìicctahin
cioche firiputano migliori che gli fan
ài apeftoh fiC decori &C ucglicno che
ogni huemo lauori per loro: ma egli/
no no uogliono foportare alcuna fari
cha/O difagio ■« Cnde io ho udito già
dalloro alchunauoltachefeghno tro
uaflfino Icmulo chaduto con lafcma :
nonlaiurerebbonoarileuare SCfo per
che io ne indufli uno di loro aferiuere
alchuna fanfta &C buona opera fillo
chafTorono della loro fraternità « Hor
quello fia qui dttìo briem mente:ccn
tro alla prefumprione diquefti corali
apoftoli quah no effendo mimftri del
la fanfta chiefa ne intefi & adi alluf/
ficio delpredicare:uoghcno uiuere in
Orio SC in pigriria alle fpefe altrui • Et
molte altre chofe affai racchontare fiC
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
corremo contro a quefto errore riceuere:5C maggiore uoglia ha egli di
rando ilpericolo diquefto uiuerc farci mifericordia :che noi defferc hbc
xO 5C in liberta : ÒC difeorrere tuto ri dalla miferia-Et Giouanni bocca do
aogho in luogho :ma perche inten ro dice-Piu tardi pare a dio diperdona
pure diparlare principalméte pure re alpeccatore che allui diriceuerc ilg /
della oratione fopracio più non proce dono :6C cofi faffre&a dabfoluerc ilreo
do : ma lafciandogli algiudicio di dio dallo tormento della confeicntia fua :
torniamo alla noftra materia della 0/ come fegli ncfentiffe più dolore g co/
rationc • pafhone che non fente ìlpeccatore del
C Delle mola 5C gradi commendano la propria paflione- Hor cofi in più al
ni SC lode della fenda oratione ■ Capi tri luoghi dello euagelio dice Chrifto
tolo terzo* Vigilate fiC orate :fiche non intriate in
temptatione- Sanilo Paulo accio an/
HOra poi che habbiamo moftrato che cinduce K dice-State perfeuerante
che cofa e/oratione : feguita diue mente in orationetSC orate fanza inter
, i / dere delle fue molte comendationi K miflìone :5C altre molte fimilc parole :
* ^J*^ laude accioche in quefta opera uolctie ÒC fanfto Iacopo dice:chi ha bifognio
+KÙ*hù 0t ) ri ftudiamo :ÒC dico imprima che lora difenno filodimàdi a dio ■ Et anche di
tione fimoftra molto commendabile ce fe alcuno diuoi fifentc triftitia dia/
SC excellente:peroche lafcriptura fan/ fi alla oratione « Et fanóto Pietro dice-
fta molto adadorare cinduce ÒC cofor Verghiate in oratione- Lafeconda cofa
ta-Onde fidice nello ecclcfiaftico- No che cicommenda la oratione fifono li
fia impedito difemprc orare- Et per le exempli ÒC fpetialmente li exempli di
remia propheta dice idio-Grida a me: Chrifto tloquale auenga che egli non
ÒC io te cxaudiro - Et ncllibro de Mac/ haueifi bifognio doratione perciò che
chabei fi dicc-Gridiamo a dio in cielo egliera fignor ÒC datore delle grane no
SC egli citerà mifericordia- Et chofi in dimeno uolle per noftro exéplo fpef/
molti altri luoghi neluecchio teftamé fo orare-Onde leggiamo inpiu luoghi
to fiamo accio amoniti - Ma fingular/ neuangeli : che partendofi dalla turba
mente Chrifto ÒC gliapoftoli nelnuo/ andaua nelmonte ÒC nel diferto :ÒC che
no teftamento accio cinducono-Onde quiui pernoftaua in oratione didio Et
come ferme fanfto luca dille Chrifto cofi cB fpeffo ueniua altempio adado
Domandate/cercate /picchiate» Sopra rare ma fingularmente ciamoniròC die
laquale parola dice fàclo Auguftmo • exemplo dipreghare per gli inimici di
Non ciconforterebbe idio tanto ado/ cendo quando egliera in fullegnio del
madaretfe egli no ciuoleffe dare- Ver/ la fandta croce • Padre perdona a que/
gognifi adunque lahumana pigritia : fti mia crocififlbri- Sopra laquale pa/
perciò che più uuole egli dare che noi rgla dice el deuotO & (àndto Ber/
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
nardo» O amore ifmifurato/o charita
exceflìua che gridando igiudei crucifi
gi clirifto gridaua padre perdona - Co
£ì fopra quella parola che diiTe orate g
gliuoftri perfecuton SC calumniatori:
accioche fiate figliuoli del uoftro pa^
dre celeftiale- Dice fando Auguftino
Hor che grande grana e^quefìa che g
noi non fiamo degni defiere fcrui : SC
per pregare per gli inimici diuétiamo
figluoli SC hercdi di dio SC anche dice-
Q uelli fa molto ualcre ifuoi prieghi :
loquale gliporge SC fa per gli fuoi mix
mici- Et pero infra laltre pennone che
Chrifto ci infcgnoe fare nel pater no^
ftro fie quella dimitte nobis debita no
fìra ficut SC nos dimittimus debitori/
bus noftris-Siche chi nó perdona fem
pre priegha Chrifto che non perdoni
allui'Cofi anche fàdo Stephano pre/
gho idio per glifuoi lapidatori più effi
caceméte che per femedefimo : perciò
che per fe preghando ftette ritto : ma
pregando pcrgli inimici finginochioe
laqualcoratione dice fando Augufti
no fu ditata efficacia che ciguadagnoe
Paulo tloqualeera capitano a firlola
pidare « Ma tornado aparlare della ora
tione comuneméte dico che etiamdio
doppo lo exemplo di Chrifto molti e
xcmpli daltri fandi cinducono adado
rare: SC fra glialtri Gè Icexemplo di ql
la fanda Anna propheteffardella qua
le dice fando Luca : che non fipartiua
del tempio feruendo a dio di SC node
in digiuni SC orationi. Cofi anche oda
no exemplo gliapoftoli: de quali dice
fando Luca negkad; de gli apoftoli:
cherano perfeucranti in orationi con
lauergine Maria SC co laltre fande do
ne : expedando SC ademandido Jagra
tia dello fpirito fando:SC laduenimé/
to di dedo fpirito fando.Et di far do
Martino anche filegge che etiàdio ilo
rendofi non allcuiaua ìluigcie della o
ratione-Et di fando Paulo primo he/
remito dice fando Ieronymochefan
dio Antonio lotrouo morto ftaregi/
nocchione con Icmani giunte ucrfo il
cielo eoe fc orafle SC allhora diife: hor
beneficare come arduamente oraua
uiuendorpoi che etiamdio morto pa/
re che ori - Di fàdo Iacopo n:ir ore an
che filegge: che per lomolto ingirxc/
chiarfi orando haueua calh alleginoc
chia cerne di chammello- Et di fando
Bartholomeo fidice : che céro uolte fi
inginocchiaua lidie SC cento la node -
Hora cofi potremo porre exemplo di
molti fàdi lauita dequali tutta fu ora
rione- Laterza cofa che ciccmenda lao
ratione fie penfare che Chrifto aquey
fta opera infegnarci pare che fingular
mente in tédeffe- Onde chi bene riguar
da iuàgeli egli cinfegnioe che dobbià
mo orare SC come SC quando SC perche
comedifottofidira didimamente ne
fuoi luoghi- Grande adunque uergho
gnia torna a fuoi difeepoh non fapere
fare quello che cotale maefìro cofi diV
Iigenteméte infegnare ciuolle-Laquar
ta cofa che cicommenda la oratione :
fie penfare liangeli liquali fono di tan
ta degnita SC excellentia:Gdegnano di
offerire le noftre orationi dinanzi alla
maiefta di Dio : chome fimonftra in
Thobia alquak difTe kngclo:quando
tu oraui con lachrymerio offerii lacua
oratione dinanzi a dio : ÒC non folamé
te langelo: ma etiamdio Chrifto leno
lire orationi dinanzi adio padre rapre
fenta- Non può adunque effere difpre
giara quella oratione che tanto meza*
no a dio porge:ÒC pero ueggiamo chel
lachiefa ogni oratione conchiude per
Chriftum dominum noftrum: qui te
cum uiuit SC regnar in unitate fpintus
fantti deus per omnia fecula feculorù
Amen- Quafi dica a dio padre:lono/
ftro priegho a te per noi piacere non
può: ma piacciati ÒC Già accepto per lo
tuo figluolo noftro fignore Iefu Chri
fto-Laquinta cofa che cicómenda lao
ratione fie la excellétia che lhae per ri
fpetto delle altre opere :onde che lora
rione excede dalla lettione noftrafan
fto Ifidero quando dice perlalettione
Clamo amaeftrati: per la oratione fia/
mo mondati :ciafcuno e/buono fe far
fi può: ma fe luno non puo/O no fafa
re luno ÒC laltro:meglio e/orare che le
gere:anche excede ildigiuno òC le hele
mofine: peroche come dice anche fan
tìo Ieronymo- Loratione e/facrificio
métale : ilquale a dio lanima offerifee
delle fue uifcera:lodigiuno 6C la hele/
mofina fono cofe più difuori: ÒC fono
due cofe che quafi fanno due alie alla
oratióe uolare più tofto alcielo: come
anche dice fantto IfidorotòC cofi mo/
ftra Thobia quando dicerbuona e/ la
oratione col digiuno ÒC con la helemo
fina- Lafexta cofa che cicomeda laora
rione fie lafua leggereza : peroche niu
no fenepuo excufare:ne p pouerta:ne
per infirmita:ne per altra cagione co/
me può excufarfi dinon dare helemo/
£ìne ÒC dinon digiunare ÒC dicaminare
poche quefta opera fipuo fare dogni
tempo: ÒC in ogni luogho : ÒC da ogni
perfona : peroche come detto e/confi
fte principalmente nel buono defide/
rio:pogniamo etiamdio: che Ihuomo
con lingua orare non poteffe: onde fo
pra quella parola delpfalmifta- Iuftus
miferetur ÒC comodat-Dice una chio/
fa ilgiufto fempre hache dare almeno
laoratioe - Lafeptima cofa che cicomé
da laoratione/fic penfare che orare fie
cofa nobile : ÒC da gentile cuore uiene
orare ÒC riconofeere ÒC lodare ìlfuo ere
atore:fiche niuno fenedebbe excufare
per uergogna come fanno molti fuper
bi dello lauorare ÒCdeluifitare infermi
ÒC fare altre opere feruili-Onde orare e
cofa nobiliflima : peroche quado Oria
mo parliamo con dio:ÒC dilettiamoci
in lui:laquale cofa no e/piccola disni
ta«Onde pero dice fan&o Ifidero Ùhi
uualeeffere fpe(To con dio : fpeffo ori
ÒC leghi : peroche quando oriamo par
liamo co dio :ÒC quando leggiamo dio
parla con noi-Laottaua cofa che cicó/
mènda laoratione fie lofmifurato gua
dagnio che per effa fifa : ÒC quello fi/
moftra incio che uale aogni cofa: cioè
adipedire imali delle pene ÒC delle col
pe:ÒC adimpetrare li beni temporali ÒC
fpirituali :ÒC come detto e/ per eifa fi/
può guadagnare dogni tempo ÒC in o
gni luogho • La nona cofa : laquale fi
«commenda la oratione : ÒC Cicimon/
I
r
i
e
i
i
2
1
t
3
a
>
►e
)I
o
fi
u
ftra neceffaria :fic a penfare limolti pe
ricoli : nequali fiamo continuamente
corporali SC fpirituali per li quali fem
pre fiamo conftreóh dicorrere a Dio
oràdo SCgridando col pfalmifta-Deus
in adiutorium meum intende domine
ad adiuuadum me fedina- Che fe noi
ueggiamo corporalméte che pericolo
difuoco/O dacqua/O dinimici figrida
per hauere foccorfo SC adiuto « Molto
più e/ dagridare a dio oràdo che ciaiu
ti nelli picoli fpirituali delle battaglie
de maligni fpiriti :che fono potenriffi
mi SC maligniffimi SC aftutiflimi cotra
noitSC iquali non ceffano ditemptarci
cotinuaméte:acciochc come dice fan/
&o Gregorio almeno g tedio ciuinchi
no : fiche come idifcepoh pofti nella
tempefta del mare gridando a chnfto
Domine falua nos perimus<Cofi mol 1
to più dobbiamo orando allui ricorre
re nelle tempeftadi SC pericoli fpiritua
lirinfine che uictoriofi guegnamo al/
la ficurta della eterna patria doue eoe '
dice fan&o Auguftino-Non fia nulla
tempratile che uifia bifogno dorano
ne: poche non ue expeclatione del be
ne promeffo:magodiméto del bene ri
ceuuto:con ficurta dimai più non per
derlo-
CAncora dimolti effetti SC comenda
rioni della oratione» Capitolo quarto-
J^Ella decima parte dico che lorario
' ne e^commcdabile per lifuoi mol
ti buoni effetti. Onde dobbiamo fape
re che laorarione ualc adimpetrate fa
nita corporale come moftra fanfto la
copo quando dice che laoratiore fede
le fana lonfermo- Cofi leggiamo in li
bro regù :che dice Ifaia da parte didio
adezechia Re ifermo che temea dmo
morire - Ecco dice idio/ho udita latua
oratione SC uedute le tue lachryme SC
pero fappi che io tho prolungato laui
ta anni quidici: SC hbcrrotti del Re di
Syria: hora cofi potremo porre excm
pio di Sarra come finarrain Thobia
SCdi Sufanna come finarra ì Daniello
SCdifancTo Pietro come finarra nelli
acìti degliapoftolitSC di Iona SC daltri
molti ìquali p le orationi/o loro/O al
trui furono liberati da grandi pericoli
rhaximamente loratione uale adimpe
dire SC fpegnere epeccati ronde pero di
ce fancìo Ieronymo per li digiuni fifa
nano lepeftilétie del corpo:SC g le ora
rioni lepeftilentie della mente . Per le
orationi anche hebbono SC hano mol
ta uidoria nelle battaglie corporali co
me fimoftra nello exododoue fidice
che orando Moyfe uinceua Moyfe ci
popolo- Onde pero quella fanfta ludi
th cófortando ìlfuo popolo affediato 1
diffe-Rkordiui di Moyfe feruo didio
ilquale uinfe Amalech non p uirtu di
ferro : ma per gli fanéh prieghi : fiche
p uerita lauicToria no confitte in mol
ntudine di exercito:ma nello aiuto di
uino-Onde diquefta cotale efficacia et
uirtu doratione affai fiparla nellibro
de Re SC in quello de macchabei SC in
naltri moiri rdoue fitruoua che per gli
fancli prieghi de fuoi amici idio daua
fpeffo uittorù a pochi conerà a mola*
ilo &bflxta HTOCa>! 2 oria^olulq
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
Onde pero dice uno fanfto che più ua
le uno fan&o orando che mola pecca
tori cobattédo: fiche percerto dobbia
mo cenere che più acgita da cielo una
fan&a uechierella brieue tempo oran
do che molti caualierinó acquiftano
terra in lungo tépo combattevo • Hor
cofi come trouiamo quafi per tutte le
fancte fcripture per le deuote orationi
ifedeli mfonoledemonia ÒC le tempta
tioni ÒC ipeccad-Et go dice fan&o i'fi/
derO'Quefto e/folo ÒC fórno rimedio
dicolui che e/cóbattuto dalle téptatio
ni che incontinente Grechi aorare ÒC ri
chiedere lo aiuto diuino:percio che la
freqnte òC humile oratione uince ogni
temptatione:6C tormenta ledemoni^i
come fitruoua per laleggéda di fan<flo
Bartholomeo ÒC di fanéto Iacopo ma
giore ÒC altri fanéh cotra liquali grida
uano ledemonia che leloro oratiói gli
cédeuano- Anche laoratione illumina,
lemente:ÒC impetra fapiétia ÒC fcientia
fiche eoe dice fandto Augufhno mol
to meglio fifoluono idubi ÒClequiftio
ni per le fandte oratiom che per fottilì
difputationi-Che cociofiacofa che fa
piena fia fingular dono didio: meglio
lacquifta g humilita dorarioni che g
iftudio dile&ioni- Onde ueggiamo òC
leggiamo dimolti che per lapunta del
la oratione hebbono ÒC hàno maggio
re lume diuera fcientia ÒC difanéta co/
fcientia :che molti litterati con loro in
gegno-Come leggiamo maximaméte
difan&o Antonio primo romito loq
le no fappiendo leggere uéne nientedi
meno in tanto lume di dio che muno
philofapho gbpoteua refiiftere-Ec coù
leggiamo difan&o Bernardo che ora/
do una uolta con femore gliparue ue/
derfi inanzi tutta lafandta fcriptura di
fpofta 6C dichiarata » Onde go foleua
dire giocofamente che lequerce ÒC fag
gi glierono ftati macftri : cice uoleua
dire che orando ÒC meditando nedefer
ri haueua acquiftata tanta fcientia- Ec
cofi leggiamo di fandto Thomafo da ^
quino che quando haueua adifputare
ÒC fcriuere difottiie cofe ricorreua lem
pre alla oratione :ÒC quiui ìdio glireue
laua quello che per humano ingegno
fapere non poteua-Per laoratione an^
che funeri ta femore ÒC amore rlaquale
cofa fu figurata:! cioche alla oratione
de Helia lo fuocho difeefe da cielo fo
pra lofuo facrificio:ma più fimoftra ì '
cioche orando gliapoftoli uéne fopra
loro lo fpirito fan&o 1 ifpetie di lìgue
di fuoco- Et pero fàfto Bernardo dice
che lamore di dio in noi laoratione co
forta ÒC illumina:òC generalmente pof
fiamo dire che grandiflime cófolatio^
ni ÒC reuelationi firiceuano dalli ami/
ci didio i oratione :come fimoftra ma
ximamente in cioche falendo chrifto
nelmonte aorare tranffiguroe ÒC rifplé
dette lafaccia fua eoe fole:ÒC cofi oran
do riceuuto ilbaptifmo:licieli faperfo
no fopra lui:òC lofpirito fanfto difeex
fe fopra lui infpetie dicolomba :ÒC co/
fi fancto Pietro orando infu una tory
raccia fu rapito 1 exceffo dimente-Leg
giamo anche che g lorationede Helia
licieli fichiufono a non piouere- Legx
giamo anche in Thobia che oràdo in
lachrime uinfe lonimico- Sopra laqua
le parola dice una chiofa ; laoratioe le
KV
di
ua
" a g
ua
fcr
Et
ire
>m
ue
no
IV
de
me
fa
ai
)ra
;ue
ice
co
)of
0/
li/
TU
lo
P«
an
rfo
:cs
0/
)r/
in
[ua
nifce 5C mitigha idio:lalachryma lof/
forza: quella lunge fiC quefta lopunge
SC pero parlando fando Bernardo del
le humilelachryme della orarione de
uota dice . O humile lachryma tua e^
laporéria tua e^loregnio: tu uinci lo in
uincibile :tu leghi lo omnipotente «Et
ciò fimoftra in ciò che fando Iacopo
orando &C piangncdo come dice Ofea
propheta: uinle langelo» Cofileggia/
mo di Moyfe che orando teneua Idio
che non percoteiTe ilpopolo- Onde gli
diceua idio lafciami che io mipolTa uc
dicare di quefto popolo: quafi dica di
ce fando Gregorio - Penfa quàto uali
apreffo dune SCcognofci che puoi otte
nere cioche domàdaui perqucfìotuo
popolo- Onde pero filamentaua Ifaia
SCdiceua a dio:nó e/chi aquefti tempi
gridi a te:SCtengari che no pcrcuoti-Et
a Ieremia diceua idio no micontrifla/
re con letue orationi» Anche loratione
diuota quafi dileda idio tC tutta lacor
te celeftiale: come mofìra fando Gio
uanni nello apocahpfi dicendo che ui
de certe fiale doro piene dicofe odori/
fere lequali erano SC fignificauano le o
rationi defandi- Er generalmente g la
oratione lifandi impetrano da dio ciò
che uogliono: fecodo che egli promif
fe diccelo: quiquid orantes petitisrere
dite quia accipietis òefiet uobis-Lequa
li tutte predede cofe comprendédo in
fomma portiamo dire che la oratione
uince idio: uince ledemonia : uince li
huomini:uince lanatura : uice hpecca
ti:uice ÒC caccia le ifermitadi 6C lamor
te:acquifta benefici et gratie chiude li
ferno :SC apre ilparadifò : 5C ogni male
dipena 5C dicolpa fiC etema morte ipe/
difce:6C ogni bene dinatura :difortuna
digratia SC digloria ciacquifìa come g
lafanda fcriptura chiaraméte fimani/
fcfta.
C Della debita 8C neceffaria prepara/
rione della orarione- Capitolo quarto-
1 Ora feguita diuedere come cidob
biamo difporre bi apparechiare a
potere ftare in oratione :alla quale co/ lWptfA&**e-
Liciamaeftra lo ecclefiaftico quando
dice- Inanzi alla oratione apparecchia
lanima tua : 5C non uolere eflere come
huomo che tempta idio:che peruerita
pare che laoratione tempri idio : quan
do no defidera SC fpera dipetrare qual
che gratia che domada:fiche pure mo
uendo lelabra &C non dej&derando col
cuore : pare che lhuomo fifaccia beffe
dilui-Debbafi adunque lhuomo appa
recchiare ÒC difporre degniaméte man
zi che porgila lifuoi prieghi a dio« Co
me ueggiamo che i figura cbciotlopre
te fipara inizi che uada allaltare:6C pe
ro dice lopfalmifta-Preparationes cor
dis eorumaudiuit auris tua«Che gran
de certo derifione òCinreuerentia e^gri
dare 5C dire- Deus in adiutorium meu
intende :&C lhuomo non intenda ne fe
ne idio-Et qui dobbiamo fapere:che a
degniamente orare firichiede alchuna
preparatione generale KlonginquarftC
alcuna più fpetiale &Cdapreffo- Lagene ^ ±
rale confitte nella buona uita cioè che
quello che degniaméte uuole orare fia
di fanda uita 6C maximamente fanza
peccato mortale: pcioche come fidice
neluangelio:idio hpeccatori no exau/
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
difceranzi come dice fan&o Gregorio
quando quello che difpiaceua per pre
gare idio per fe/o per altrui :logiudice
adio irato fiturba dipiu :fe no fuffe già
che lhuomo quanttìque peccatore pre
gaffe idio che lorecaffe a penitétia- Co
me adunque dice lo ecclefiaftico- Chi
tura le orecchie che non oda laleggie:
lafua oratione e/execrabile- Sopra la/
quale parola dice fandio IGdero-Non
Ha /x può hauere certa fidanza difuoi prie /
ghi:chi non uuole lietamente obferua
re icomàdaméti di dio: 6C dileftafi nel
la memoria depeccati: maximamente
qfto conchiude fando Giouannieuà
gelifta quando dice-Se ilcuore noftro
non ciriprende dipeccato habbiamo fi
danza dipretare da dio quello che glia
domandiamo: perche obferuiamo gli
fuoi comandamenti-Et po fanfto Gre
gorio dice che altépo deSangofciamo
ode idio lopriegho dicolui loquale in
tépo ditranquillitatnó ubidifee hfuoi
comandamenti. Et fando Auguftino
dice che più torto e/da Dio udita una
oratione dellhuomo ubidì ite che die/
cimila dello contennétercioe dello dif
pregiatore . Et p quefto fiuirifica quel
lo che dice fanfto Ifidero :cioe che lao
ratipne ficonforma per lopera 5C lope
ra per laoratione. Onde go fopra quel
la parola de lexodo che diceLeuemus
corda noftra cug mambus-Dice anche
* Cnakbivu fan&o Ifidero :locuore con lemani he
ua chi la oratione co labuona opera in
alto follieua- Ma fpetialméte a quefta
Ptjuixc stifirt^ pr^pararionetfaparuene fiC fono necef
lane:digiuno &lahelemofina:lequali
come difopra c/dedo fono due alie :
che laoratione leuano SCraprefentarò
dinanzi a dio : conofeendo lafua mife
riapuocauerfo feladiuina mifericor
dia : 5C cofi molto più quello che fa al
pouero mifericordia maxi'mamcte cf>
per mifericordia alloinimico perdona
obliga idio che jglifaccia mifericordia
pcroche egli dille. Beati mifericordes:
quoniam ipfi mifericordia cófequcn/
tur-Et cofi dello contrario dice fanclo
Iacopo :che giudicio fanza mifericor/
dia riceuerarchi mifericordia non farà
Quefto moftra anche Ifaya quado di
ce» Rompi allo afamato lotuo pane SC
riceui nella tua cafa li poucri abàdona
ti :6C allhora idio ririfpóctera a ruoi do
mandi : iC gridado ridirae-Ecco che io
tifono preferite a fouenirerpero che io
fono mifericordiofo idio fignore tuo*
Et pero anche dice loeccleGaftico- Co
chiudi lahelemofina nello feno delpo
uero:5C ella per te pregherra:maxima
mente accio uale lahumile cofeffioner
peroche cociofiacofa : che a dio fingu
larméte piaccia lahumihta dopo ilpec
cato : molto uolétieri toghe lamiferia
dacoluiulquale humilmente laricono
fce:K pero dice lopfalmifta.Rcfpexic
in orationem humihum ÉC c - Nella fe
conda parte dice che apotere degnarne
te orare firichiede una ppararione più
propinqua : & quefta confifte in reno
care ilcuore da ogni fpargimcto-Et ciò
moftra Chrifto quando dice- Tu auté
cum oraueris intra icubiculum tuum
fiC claufo hoftio ora patrem 8C & Perle
quali parole no uuole dare adint&lerc
altro :fe non che lhuomo quando uuo
le orare Gdefcbe ricogliere alcuore fiC ri
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
filmare lifpargimenti de (entimemi :
<he gcerto ftolta cofa e/chiamare idio
che uengha a fe: ÒC Ihuomo non fia fe
co - Onde pero fancìo Bernardo dice.
Molti filamentano che lagratia no uie
r>e alloro: ma più tofto lagratia fipuo
lamétare: che molti ladefiderano ÒC la
fpeébmo- Come adunque dice fan&o
IGdcro- Imprima fidcbbe purgare lani
mo:ÒC partirfi datumulti delle cogita^
rioni :Gche puro laffedo del cuore fi/
poiTa dirizare uerfo dio-Et pero anche
dice che quella e/pura oratione: cótro
alla quale non preuagliono lefollecitu
dmi ÒC lccogitationi delmondo- Et cer
to e/che lungi e/da dio quello animo
ilqualc in tempo della orati ore e/occu
pato dicuore ÒC foilecitudme fecolari:
ÒC generalmente aquefta preparatione
fapartiene che Ihuomo :che uuole ora
rerripenfi ÒC precogiti 4 attentamente ql
lo diche uuole preghareròC penfi ilmo
do come porta idio più lufingare«On/
de fe Ihuomo uuole pregare per haue
re mifericordia de fuoi peccati: debbe
prima incitarfi apenfire laloro graue/
za ÒC prouocarfi apianto-Et quefto cin
fegna fanfto IGdero dicendo» Quàdo
andiamo dinanzi a dio aorare :dobbia
mo piangnere ÒC urlare péfando come
fono acerbi itormenti che netemiamo
Siche in quefto punto dobbiamo im
prendere da truffatori ÒC da ghaglioffi
jquah per prouochare gli huomini ad
hauere compartitone di fe:fimoftrano
più trifti òC più miferi ÒC infermi che
non fono : òC chofi uuole dire che noi
per quefto modo: prouocare Umiferi
cordia di dio uerfo noi cidobbiair o ri
conofcere:ÒC humiliarc ÒC afaperci di/
nanzi dadio lamentare^Onde come di
ce quello diuoco Vgo da fanfto uifto
re- Se mpre lameditatione debbe prece
dere laorarionc ÒC fermarla - Et quefto
moftraperpruouaperlopfalmifta ÒC
dice che a qfto modo fece tutto lopfal
terio:cioe che penfando della graueza
delfuturo giudico fece quello pfalmo
Domine ne in furore tuo arguars me :
neque in ira tua cornpias me:ÒC c« Pre
àdolo per quella parola che diqua lo
atterte òCcorreggeiTe pure che dila gli
perdonalTe-CoCt quello pfalmo pclan
do della excellentia della diuina mife
ricordia fece quello pfàlmo-Eeati quo
tua remirte funt iniquitates: ÒC quorum
teda funt peccata ÒC once beati quelli
leiniquita dequah fono perdonare : ÒC
ipeccati dequah fono coperti- Volcdo
per quefto incitare idio a fargli miferi
cordia:ÒC fe adhauere degna contntio
ne- Hora cof: dico che ripéfando mol
to bene glimoltiplici benefici uerfo di
fe cominciollo anngratiare co allegre
zeòCdire- Diligam te domine fortitu
do mea dominus firmamentum meug
ÒC refugium meum-ÒC c-Et in quello al
tro pfalmo Benedic anima mea domi
no:ÒC cNel quale uuole moftrare che
riconofeendo h grandi ÒC molti herefi
ci di dio nelo nngratiaua CoG potre*
mo dire dimolti altri pfalmi-Sicfcuuo
le dire che fecondo lameditatione pre
cedente fide formare laora rione ÒCdilc
étione ÒCafleélioreCce uerbigratia al
la meditatione della diurna ìuftitia fc
guita effe£o dicfmorc- A quella della
mifericordia feguica fperanza SC fidati
za« Cofi per lameditatione della fapié
ria diurna che ogni cofa occulta uede:
feguica effedto diuergogna de noftri
mali quàtunque occulti « Lamedicatio
ne della diuina excellenria genera effe
éto direuerentia Kdhonore. Lamedica
rione della charita diuina uerfo noi ge
nera effe&o dicharita SC diconofcenria
SC cofi potremo dire di moire altre me
ditationi:Gche come dice loccclcfiafti
co come fecódo lelegne della felua fac
cende SC nutrica ilfuoco: cofi fecondo
diuerfe medicationi finfiàmano SC ge/
neranfi diuerfe affezioni nel cuore :SC
fecondo qucfte poi fiformano diuerfe
fpetie dorationi:hor per dolorethor g
amore:hor per timore:5C cofi per altri
aflé&iralferuore dequali idioguardan
do exaudifce lenoftre orarioni SCli no
ftri defideri«Et pero dice fanfto Augu
ftinotche tanto feguita più degno affé
fto da parte di diorquàto procede più
feruente affetto dalla parte noftra • In
fomma adunque chi uuole fauiamen
te orare debba ripéfare come dice fan
fto Bernardo lofuo (lato òC lofuo pe/
ricolo :per ìncitarfi aldolore SC timore
& poi incontanente per non difperare
debbepenfarelaexcellentia della diui
na mifericordia : laquale excede ogni
humana miferia per poterfi cofortare
SC con fidanza orare- Hora quefto ba/
fta hauere de&o della ppararione che
debba precedere dìneceffica lanoftra o
ratione»
CDegli impedimenti della orarione %
Capitolo fexto*
HOra feguita diuedere degli impe*
dimenti della oratione: che auen
ga che per leparole dello precedete cax
pitolo aiTai chiaraméte fimamfeftì SC
conchiuda :che lamala tuta SC lofpargi
mento degli fentimenti SC lefollecitu/
dine del fecolo impedifeono lenoftre
orationitiperoche per contrario e/mo
(Irato che abene orare firichiede necef
faria mente buona uita SC ricogliméto
dicuore: nientedimeno perche quefta
materia e molto necefTaria SCutilcrpar
mi SC piacemi diparlare in quefto capi
tolo più diftintaméte dimolte cofetle
quali impedifeono cfS lanoftra orario
ne exaudita no fia:SC truouo che in fó
ma cinque fono quelle cofe che cimpe
difeono che exauditi non damo- Et la
primate come già imparte e/toccato
laria SC peruerfa uita:SCqueftomoftra
idio per Ifaia quàdo dice-Quàdo uoi
multiplicherete leuoftre orationi non
exaucbro:peroche leuoftre mani fono
piene difanguercioe dipeccari:SC que/
fto moftra anche ìlpfalmifta quando
dice Jniquitaté fi afpexi in corde meo
non exaudiet dominu*Et anche Ifaia
dice-Lipeccati noftri hàno nafeofta la
faccia di dio da uoi che non uiexaudix
fca- Hor cofi moiri propheti SC fandi
in molti luoghi nella fcriptua in diuer
fe parole moftrano che idio per lipec/
cari lenoftre orarioni non exaudifce»
Lafccóda cofa Ùc dubicca SC poca fède
laprocede maximamete dalla mala tu
tatcome detto e/difopra:poche come
dicefantto Giouàm fe ìlcuore noftro
nonciriprendehabbiamo fidàzadirn
petrare-Et diquefta dubieta parla fan/
tto Iacopo quàdo dicerche chi dubita
non puoprefumeredefTere exaudito<
Et pero dice che lhuomo debba doma
dare in fede:cioe fedelméterma dique
fta materia: cioè come SC perche dob/
biamo hauere fidanza nellenoftre ora
rioni diremo difotto più pienamente
nelfuo ruogo-Lateraa cofa perche noi
non fiamo exauditi:£ie lanoftra ftolti
tia:jxioche non domandiamo quello
che ce utile 6C necelTariotmailcótrario
SC pero dice fantto Iacopo- Voi doma
date àC non riceuete imperoche male a
domandate- Diqfta materia parla mol
to fantto Auguftino fopra quella pa/
rola della epiftola difantto Giouanni
per laquale dice che obferuiamo lieo/
mandamenti di dio habbiamo fidala
che riceueremo cioche glidimandere/
mo- Et dice che quefto fidebba intéde
re no dogni petitione:ma pure diquel
le chofe che afono necelTane a falute «
Onde dice ecco che lodiauolo trouia/
mo fu exaudito che domando ditemp
tare Iob:6C fugli ecceduto- Domàdoe
dentrare neporci SCfugli coceduto-Do
màdano efigluoli di Zebedeo delTere
con lui:5C furonne riprefi : 6C fu detto
loro da Chrifto- Voi no fapete quello
che domandate - Et cofi fantto Paulo
domando che dio alitoglielfe loftimo
lo della carne :ÒC non fu exaudito * ma
fugli detto fufficit- tibi gratia mea > Et
Chrifto inquanto huomo pregoe ilpa
dre che cefTaiTe ilcalf ce della fua paffi'o
ne ÒC non celToe : ma màdogli langelo
che locofortaffe- Per lequali tutte cofe
uuole conchiudere fantto Auguftino
che no e/migliore chi e /exaudito che
chi non e/exaudito: SC che ìdio riama
tanto che non ciuuole cocedere quello
che fia impedimento dinoftra falute •
Et cofi moftra fantto Gregorio dieen
do :che fpelTe uolte e/ira di dio quello
che cipare grana: fpe(Te uolte e /grana
quello che cipare ira-Et fantto Ifidero
dice- Molti priegano 6C non fono exaii
ditinmperoche non farebbe illoro me
gliotcome loinfermo quando doman
da lecofe cótrarie ÒC ìlfàciullo che prie
ga che non fia battuto : ÒC ìlladro ÒC il
malfattore che priegano idio che non
fieno prefitlaqual cofa fe dio concede
e/piu tofto ira che grana • Hor qui fi/
potrebbono dire molte cofe : aparlare
diquello diche pregare dobbiamo :ma
lafciallo perche difotto nefaremo fin/
gulare capitolo- Laquarta cofa che im
pedifce lanoftra oratione : fie quando
preghiamo per perfone indegne digra
tiatficB pogniamo che chi priega hab
bia mento dellabuona uolonta che lo
muoue nientedimeno non e/exaudito
per laindegnia uita dicolui j> cui fiprie
gha- Et quefto moftra idio quando di
ce a Ieremia propheta quando pregha
ua per lopopolo indegno no miprega
re per quefto popolo imperoche io no
tiexaudiro: che fappi che fe Moyfe SC
Samuel mene preghaffono nonme in
cuore daiutare qfto popolo « Hor cofi
polliamo dire che j)che fono tropo g
fe neghgcti dio non exaudifce loratio
bù
ni fatte per loro (Juanrunque feruenti.
alla quale chofa prouare fidice in uica
patrum :che uno giouane temprato da
laide temptationi :andaua? fpeffo a rac
comodarli auno fantto padre:che pre
gaffe idio chegli toglefTe quella tépta/
tione:SC pregandolo dicio qllo fantto
padre dio molto fpeifo:5C quello pure
lamétandofi che latéptione no ceiTaua
marauigliandofi dicio qllo fantto pa
dre:prego idio che gliriucla'fe perche
no era exaudito:6C radia quefta oratio
ne:fu rapito infpirito:5C Uidde lofpiri
co della fornicatione giacere dinanzi a
qllo frate ÒC in metergli diuerfe forme
SC fantafie difemine difonefte:ÒC quel
lo frate glipareua che fidilettaffe in q
fte cofe:ÒC nò li cotraftaua SC no locac
ciaua da fe«Onde tornado poi qllo fra
re allui SC pure lamétàdofi che latépta
rione no ce(Taua;egk" indegnato gliri/
ueloe lauifionercR haueua hauuta del
la fua negligctia:SC ditegli ueggo che
tua colpa e/che latéptatione non celta
|>che io tiuidi giacere colodiauolo che
titemptaua: SC go fappi che fe tu no ti
aiutime dio taiutera ne io:per lequali
parole copunto 6C nconofeendo lafua
colpa ficomincio aiutare co digiuni bC
con uigilie SC co orationi : fiche uinfe
ilnimico 6C lafua temptatione-Laquin
ta cofa e/molto^pria & fingulare che
impedifce che lenoftre orationi no fie
no exaudite fie laduritia òClaimpieta^
de :ÒC quefta e/doppia cioè apoueri di
no fouenire loro debeni temporali: 5C
ainimici dino perdonare leingiurieri/
ceuute- Quàto allaprima fidice nepro
uerbi'Chi tura glifuoi orecchi algrido
delpouero: griderra egli a dio 5C no fa
ra exaudito*Q uanto allafeconda dice
loecclefiaftico- Perdona alpximo tuo
che tha ofFefo: 6C allhora pregando tu
j> li tuoi peccati tifieno gdonati - Hor
diquefto afTai e detto difopra :5C pero
hora menepaflero fe no che 1 fóma co
chiudo: che cóciofiacofa che ilfme de
noftri prieghi cofifta principalmente
in quefte due cofe : cioè che idio cidia
defuoi beni 5C perdonici linoftri mali»
Conuienfi che chi uuole da dio nelle
predette cofe effer exaudito:filefaccia
alpximo fuo:cioe che glidoni defuoi
beni:5C perdoni dibuo cuore le ingiù/-
rie riceuute-Onde anche cótro a quelli
che rengono odio dice lo ecclefiaftico
Huomo che tiene ira come adio adun
que domanda medicina-Et in qllo che
e/Gmile a fe no ha mifericordia: SC co
me adunq$ latrouerra « Quafi dica im
po(Tibilee/che latruoui chi non lafae-
Hor qfto maximaméte moftro Chiù
fto quando diflè:quàdo ftate aorare g
donate imprima ogni ingiuria fattaui
bC allhora ìluoftro padre celeftiale per
donerà a uoi le igiurie da uoi riceuute
Et cofi fe no perdonate: no perdonerà
a uoi gliuoftri peccati-Et de predetti I
pedimenti dice fantto Ifidero per due
modi ÒC cagioni laoratioe dellhuomo
e/impedita : cioè fe egli anche alcuno
peccato comette/o fe ilmale cotro a fc
commefTo dibuono cuore no dimerte
cioè perdona» Et anchor dice come nul
la medicina può fanare laferita fe ilfer
ro prima no ficauarcofi laoratione no
gioua a colui nelcui cuor odio dimora
Lipredetti 2C altri mola impedimenti
lonimico ciprocura corinuamentet co
me g lefcripture trouiamo: ÒC per laco
rinua experiéria prouiamo:j>oche egli
conofce $C uede che nella oratione pri
cipàlméte cofifte lanoftra perfedione
peroche effa come dice fando Grego/
riordiamo a dio locuore in facrificio :
loquale egli accepta più cfi nullo altro
che fare ghpoffiamo diquefta materia
cioè che lodemonio ftudi dimpedire:
tutto illibro diuita patrù ne pieno nel
quale finarrano moire 6C diuerfe ìllu/
fìoni 5C terribili apparitioni:che lede/
monia faccuano a fandi padri j> impe
dirgli dalla oratione-In figura dicio fi
dice anche nelgenefi-Che faccendo A
braam ajdio facrificio dicei ti uccelli ÒC
animali rgliuce^i ueniuano ÒC faceuo
gli moleftia:g laqual cofa (mtéde che
ledemonia lequali g loeuàgelio fichia
Ulano ghuccegli delcielo: ìmpedifco/
nolofacrificio delle noftre orarioni :
ma cerne gui fifogiugnie che Abraa3
cacciaua qgli uccegli : cofi dobbiamo
noi co grande follecitudinc:rcfifterc a
mah penfieri ÒC alle fanrafie ÒC alle ua
gationi diméte che lonimico ciprocu/
ra atempo dorarione:fiche dobbiamo
perfeueràtemete infiftere nello ftudio
della oratione come cicofigha fando
Paulo òCcóe dice fando Lucatchegha
portoli erano pfeueranti nella orario/
nerfappiédo anche come dice uno fan
do padre tnon fiamo eridicatori delle
male cogitationi: ma fiamo cóbattito
ri cotro aefle: ÒC pero noftra e/lacolpa
fecilafciamo ulcere poche come dice
fando Ieronymo-Debole e/lonimico
che no può ulcere fe no chi uuole effe
re uinto ÒC che lonimico anche fingu*
larméte ftudia dimpedire lcnofire ora
rione pruouafi pquello exéplo che po
ne fàdo Gregono nel dialago :cioe cB
uno monacello giouane in una Badia
di fàdo Benededo : effendo accufato
a fàdo Benededo dal fuo abbate :che
no pfeueraua in oraticr.e coghalm de
do lufficio : ma ufciua dichoro incóta
nente: fandoJBcnedcdo uenne ÒC cor
reflelo ÒC riprcfelo molto:ma pei qllo
ricadédo nella deda colpa: far.do fio
nededo anche uenne ÒC uidde uifibile
mente che lodiauolo ì forma duno fa
racino nero loriraua p lacocolla fuori
dichoro :5C allhora lobatte co ur o ba/
ftone:fiche parue che lonimico fiucr/
gogniaffe dipiu tornami- Hor qflo fia
dedo in brieue dimolti ipcdiméri che
ilnimico ciprocura altcmpo della ora
rione-
CCome debbiamo orare Cap< yii.
J~-/ Orafeguitadiuederechcmcdcb
* * biamo orare « Onde repetédo in q
fto capitulo ordinatamele alcune cofe
toccate difopra in diuerft luoghi dicio
che dobbiamo orare fauiaméte: Inani
lcmcnte:affeduofaméte:fiducialrrcn
te: ÒC perfeuerantemente « Dobbiamo
adunque orare buiamente - Et qtxfto
confili e nella debita prepara ri or e idei
la quale difopra e/dedo : cioè in pcn/
fare quello diche uogliairo preghare
SC ordinare lepetitioni difcretair ente •
Dobbiamo orare humilemére: geche
eoe dice ilpfalmifìa:dio raguarda alla
oratione degli humili : ÒC c.utfìa hiu
milta dtbbe cflfcr nello ìtellcdo ÒC nel
hi
lo affetto SC negli atti SC fegni difuora
debba dicio imprima effere lahumili/
ca nello intelletto :doe che lhuomo in
uerira riconofca lagraueza del fuo ma
le SC delfuo pericolo :5C paiagli hauere
dibifogno difoccorfo diuinorSC fi ma
ximamente che dimandi ilfoccorfo g
grada SC per mifericordia : cófefTando
fe indegnio dibene p fuo merito fiche
lhuomo no Cùigàm difemedefimo co
me faceua uno uefeouo : alquale diffe
chrifto nellapocalipfi Tu di che fe rie
co SC uirtuofo SC ha bifognio dinulla:
SC non tiauedi che tu fe pouero SCignu
do:cieco SC mifero SCmiferabile-Hora
atroppi credo fipotrebbe dire ilfimi/
ghante:peroche pochi fono che inue/
rita firiconofehino fiche come dice fa
tto Auguftino pero no uogliamo mi
gliorarerperche cipare effere optimi fi
che pochi fono che feguitino lahumi
Lta delpublicano ct> fiacufauatSC trop
pi che Seguitano lafupbia delphanfeo
che figiuftificaua • Conféquétemente
debba efTere lahumihra nello affetto :
cioè che lhuomo no folamente ficono
fca rio ma che fidifpiacda SCuoglia in
quanto dispiacere SC efiere conosciuto
SC pero fugga glihonori SC lelode SC la
gloria uana SC affhgafi SCtrattifi come
peccatore - Che gràde percerto pazia e
dirfi peccatore: SC poi cercare honore-
Onde generale regola e come dice fan
tto Gregorio : che tanto lhuomo più
piace a dio quanto per amore della ue
rita più difpiace a femedefimo:6C cofi
per corrano tanto più glidifpiace:quà
to fipiace maximamente debba effere
lahumilita quàto che lhuomo non cer
chi uanagloriarhe fama difanttita: co
me faceuanoipharifei/hquah chrifto
riprende che fiponeuano aorare neluo
ghi delle piaze-Er go ciamumfee dora
re in fecreto: SC quefto fintéde delle fe
crete orationi SC non delle uocali SC co
muni-Nella terza parte debba effere la
humilita negh atti SC fegni difuori: Ci
come dinginochiarCi SC dileuarfi dica
po SC difare altri fegni diriuerentia uer
fo idio SC uerfo ghfantti SC uerfo glial
tri buoni huomini aghquah ilpeccato
re Gdebba racomàdare SC come antica
mente foleùano fare igiudei in cafo di
tribulatione SC dipenitéria difedere in
terra i cenere SC in cilicio: come leggia
mo deniniuati SC <Ji Dauid SC di molti
alm-Hordiqueftanjateria comelora
rione uinca idio SC inchinilo a fare gra
tia SC mifericordia: affai excpli potrei
mo porre nella fcriptura fantta come
deniniuati SC di Dauid SC del Re Ezec
chia SC diPietro SC delpublicano: SC di
altri molti liquali perhauere humili ta
furono da dio exauditi nelle loro ora ✓
rioni SC riceuerono lamifericordia Scia
gratia didib neloro bifognirma no mi
ci exftendo adirne per fmgulo: per no
effere troppo prohxotma cóchiudo in
fomma che fe uogliamo grana SCmife
ricordia dobbiamola domàdare humi
lemente:fecondo lapredetta diffmitio
ne della humilita cioè cl5 forno humi
li qnàto allo itelletto che conofeiamo
quato allo affetto che cidifpiacciamo
SC quanto allo atto che riafflighiamo
in penitétia SC ubidiétia SC a dio SC a o
gni fuo feruo facciào debita riuerétia «
Nella terza pane dicio che dobbiamo
orare affeduofamente: SC di qfto affai
e dcdo difopra nelprimo capitolo:do
ne e/moftrato che lauera oratione co/
fifte pricipalméte nel defiderio: fiche
come dice fando Gregorio apreffo gli
£andiffimi orechi di dio non gridano
lenoftre uoci ma inoftri defideri-Etpe
ro anche fando Auguftino parlando
fopra quelle parole dello euangeliog
lequali dice Chrifto cf> no dobbiamo
molto parlare l oratione :come faceua
no molti ftoltnche credeuano effere e
xauditi nelmolto loqo: dice cofi-Mol
to orare quando poniamo no e ripren
Cibile ne in utile : peroche qfto non e/
orare in molto loquio ma e/orare con
molto cuore :fiche altro e/lùgo fermo
ne:SC altro lodiijdurno cioè continuo
affedo«Onde etiamdio di Chrifto leg
giamo che pnodaua i oratione: fiche
uuoldire Chrifto che nella oratione
non fieno molte paroletma fia molto
SC grande laffedot&Cquefto fifa più fo
fpirando SC piangendo :che molte pa/
role dicendo-Et quefto era idio quàdo
dice nel deuteronomio quando cerche
raiidio con tutto ilcuore tuofillotro
uerrai«Et per Teremia dice-Quàdo mi
cercherete có tutto ilcuore fimitrouer
rete- Et quefta e/lacagione chome dice
fando Auguftino che idio indugia a
daretc'ioe perexercitare SCgreuocare
linoftri defideri ode dice-Quàdo idio
t^rdi exaudifce caregia lifuoi doni no
gliniegaXechofe tofto date SC trouate
pare che lhuomo non lereputi care: fiC
lecofe lùgo tempo defiderate più fica
reggiano quàdo firiceuano:K po idio
tiferba quello che no tiuuolc tofto da
reraccioche tu imprendi legrandi cofe
grandeméte defiderare - Et cofi fando
Gregorio exponendo quello pfalmo:
deus meus clamabo p die$ SC no exau
dies- Dice per alto Sciando configho
fiuuole idio indugiare dexaudire Imo
ftri prieghitaccioche per lo idugio ere
fca ilnoftro defiderio:6C p lodefiderio
dilatata lamma diuenti più capace 6C
più degnia delle gratie lequali doman
da • Nella quana parte:dicioche dob/
biamo orare molto fedelmcte penfan
do che come e dedo maggiore uoglia
ha idio difarci gratia che noi diriceuer
la«Onde dice fando Jeronymo«Dima
da o/huomo gratia a dio che uuole ef
fere domàdato : & ifdegniafi conao a
chi non ghdomanda- A quefta fidaza
molto fa penfare che egli cifiproferi/
fee per padre rfiche come egli dice per
lo euangelio difando Luca:fe noi che
fiamo mali fappiamo SC uoghamo SC
ftredi per amore naturale dare buone
chofe a noftri figluoh : molto più egli
checepradrefpirituale cidara fpinto
buono :cioe grane SC doni fpirituali fe
ghdomanderemo«Onde SCpero doma
datodadifcepoliche infegnaffe loro
orare diffe • Quando orate ditetPater
nofter : della quale parola dice fando
Bernardo a me e/dittata una orarione
locui dolce principio paternofter m&
da fidanza dimpetrare le fequenri peti
tioni:che già no può negare nulla aifi
gluoli poi che p gratia e/fado noftro
padre:uiuiamo adunqs figluoh di dio
SC ficuramente ricorriamo allui neno/
ftri bifogni:per quefta tale fidaza pre
gaua fido Paulo per lifuoi difcepoli :
& diceua Jo mTginocchio alpadre del
noftro fignore lefu Chrifto dal quale
ogni paternità in cielo òC in terra e/no
minata che uidia fecódo lancheza del
la fua gloria uir tu diforteza nellhuo/
mo dentro * Onde cociofiacofache co
me dice Boetio : ogni effedo dato hu
mano confitta nel potere òC nel uolere
dcllhuomo fiche felhuomo diquéfti
manca lopete no polla uenire aeffedo
cioè £e hae lhuomo lopotere ÒC no uo
lere:ma e/louolere K no lopotere con
grande fidanza polliamo porgere lino
ftri prieghi a dio alqualc no manca il
potere rper oche^/fignore omnipoten
te ne iluolere gche e/padre mifericor/
diofo- Onde go fando Paulo lochia/
ma padre dimifericordia ÒC dio diruta
ta cófolatione- Cofi fando Giouanni
per quella cófideratione aconforta di
cedo- Vedete che charita ciha dato dio
che fiamo chiamati figliuoli di dio ÒC
Clamo pogniamo che anche nofipaia
alla uifta mentre che fiamo in quefto
exilio : ma quàdo egli uerra per noi al
lhora fiparra lanoftra dignità :jxhe lo
uederemo come egli e/apotere aduqj
orare co fidanza qfto padre firichiede
che uiuiamo come fuoi figluoh ÒC no
come cani: poche come dilfe Chrifto
alla Cananeamon e/bene ÒC giufta co
fa dare ìlpane defigluoli a cani • Nella
quita ÒC ultima parte dico che dobbia
mo orare perfeuerantemente pcioche
come dice Chrifto folo laperteueràza
fa faluo :ÒC come già e dedo egli indù
già adare per prouare lonoftro defide
rio:K po dice fando Gregorio :glifan
&i defideri g indugio ÒC g cótafto ere
feonor ÒC fe per quefto uenne meno fe
gnio e/che fandi defideri non furono
òC perche Chrifto uoglia eiTere prega/
to co importuna pfeueranza aflai chia
raméte moftra neluangeho ponédo |>
cxemplo lauedoua:che domando gm
ftitia dal giudice iniquo : dello amico:
che dioieza node domàdo del pane al
lo amico : ìquali furono exauditi p la
molta importunità ÒC pcrfeueranza:òC
per qfto uuole cochiudere che molto
dobbiamo noi più domàdaie : cercare
ÒC picchiare :fi che egli e/piu pronte ÒC
uolontario adare : ÒC fiche ghbeni che
domàdare dobbiamo fono molto mi
gliori ÒC più nece(Tari: che qualunqs al
tro bene modano : grande in uerita es
quefta ftoltitia ÒC negligenza noftra :
che ueggiamo molti perhaucre alcuni
offici ibenefici ÒC doni da fignori mon
dani lungo tempo p diuerfi modi pie
gargli: cercare : picchiare p fe ÒC per in
terpofite perfone co tanto infacciamé
to ÒC co tanta uolonta che no lafciano
ne per uergogna ne per fatica ne g fpe
fa anzi come cani affamati effendo cac
cmti ÒC rifiutati anche pure riformano
ÒCpoighauere lagratia ÒClagloria di
dio non perfeueriamo ne noÀri domi
di anzi incontanente allétiano òC ìfde
gmamo fe tofto cxauditi non fiamo :
che come dedo e dio ha maggiore uo
glia difarci bene cB noi diriceuerlo:6C
non indugia aexaudirci fe non per far
cene diuentare più degni perfeueràdo-
Diquefta tale humile perfeueranza ci
pone egli exemplo della Cananea :lax
quale quantunqs cacciata : rifiutata ÒC
ifuillaneggiata no ceffo pero dandauv
gli drieto SC didomandargli mifericor
dia per lafigluola inuafata: fiche Chri
fto quaG uinto per lafua humile perfe
ueranza SC fede difTe-O femma grande
e/latua fede: fifa fatto come hai doma
dato-Hor fopra ciò molto potremo di
re ariprendere lanoftra negligétia:che
g uerita chi bene guarda poca uoglia
habbiamo dimigliorare: bC molto ma
giore cura habbiamo delcorpo ÒCdelle
cofe corporali : che dcllanima &C delle
cofe fpintuali-
<T Diquello che orado dobbiamo do/
mandare SC quattro ragioni perche no
dobbiamo domandare beni tempora/
li* Capitolo- yiii-
¥ lOi che habbiamo monftrato che
Jbr cofa e oratione:6C come e/utile 6C
neceflaria: &C habbiamo ucduto come
idio uolentieri cxaudifce ìnoftn prie/
ghi-Refta hora dimoftrare che orado
dobbiamo domandare daqucfto beni
gno padrerdella quale cofa chnfto be
nedetto chi ben nfguarda aiTai chiara
mente cidimoftra quàdo dice: quelite
regnum dei 6C iuftitias eiusrSC hec oia
addicientur uobis-Per lequali parole 1
fomma uuoldire che no dobbiamo al
lui domandare quefte cofe temporali
pncipalméte:percio che egli fa quello
che cibifogna:5C prouederacci a punti
necdTari. Ma dobbiamo domàdar pri
cipalméte 8C follecitamente lagratia ÒC
lagloria fuamelle quali folo quelle co
fe confitte lanoftra fufficientia SC pfe/
«ione in quefto modo &C nellaltro- A
Cimile intendiméto mipare che dicefle
anche quella parola che ferme fantto
Giouanm trioe Vfque mòdo no peti/
ftis quicquà«cioe dice lachiofa-N5 mi*
hauete anche adomadato cofa che Ga
uera &C perfetto bene-Onde go fuguì/
gne-Querite utgaudium ueftrum pie
num Gt- Condofia adunque cofa che
ogni bene diquefta ulta Ga uanoGper
che poco dura :fiche oche non fatia 4C
cotcnta ìlcuore humano loqualenon
può contétaré ne empiere fe no idio lo
quale hauere e fommo ÒC uero gaudio
& fomma beatitudine - Vuole cóchiu
dcre che queftì beni temporah doma/
dare non dobbiamo :fe non quanto ce
bifogno per lufo diquefta uita SC diq/
fto camino- Et pero dice fatto Bernar
do che percerto quello e folo uero gau
dio loquale ficocepe di creatore &C nò
di creatura :alloquale gaudio aguaglia
ta ogni altra allegreza e/triftitia: ogni
dòlceza e/amaritudine:ogni diletto e
tormcto - Et che noi queftì beni dallui
principalmente domodare no dobbia
mo poffiamone affegnar quano ragio
ni rlaprima fie glaloro indegnità SC uil
ta peroche adanima rationale inuifibi
le ÒC inmortale no ficóuiene haucf ftu
dio &a ppetito dicofe brutale JCcorrup
tibih Onde go dice uno fatto che heb
be nome Helinàdo parlando della di/
gnita SCexellétiadellaia-Moftruofa co
fae/lhuomoche halanima imortale
porre cofi efficace amore 8C hauere co
fi ardete dcfiderio dicofe SC i cofe mor
tali- Onde go fantto Gregorio parlan
do fopra quella parola del pfalmifìa :
ciee-Dormierut fcmpnu fuù:5C nihil
inuenemt emés uin diuitiarum in ma
nibus fuis-Dice conueneuole cofa fa/
rebbechelericcheze fu/Uno cleglihuo
mini ÒC no glihuomini delle riccheze:
fiche glihuomini come (ignori ghdif
penfafiino fedelmente: ÒC non fuiXxno
conftreéfr come ferui della auaritia di
conferualle iniquaméce: ÒC pero fugiu
gne lungo tempo co quefte cofe dura/
re non portiamo: peroche leperdendo
fi cilafciano trifti/o noi morédo tnfti
lelafciamo«Hora cofi potremo di r del
li honori ÒC dogni altro bene modano
che non fono dadimandare nedadefi
derare :peroche fono uani ÒC tranfitori
Onde pero quefto appetito ÒC qfto do
mando riprende ilpfalmifta quàdo di
ce filli hominum ufquequo graui cor
detut quid diligicis uanitatem ÒC que/
ritis mendacius- Et chiama qui uanita
òC mendacio quefti beni uifibili pche
fono uani ÒC fallaci . Et cofi moftra an
che Salomone quàdo dice ■ Come chi
feguita lombra:òCuuole pigliare iluen
to cofi e/quello che attende a beni me
daci 8C uifibili :cioe uuole dire aquefti
beni temporali liquah come dice fan/
€to Gregorio pero fono médaciòcfal
laci perche no riempiono lonoftro de
fiderio come crediamo ÒC eoe pare che
gli promettano alla uifta anzi ciacref
cano lafete ÒC generano nuoue necelTi
tadi ÒC pcfieri^Et quefto uolle dare ain
tendere Chrifto quado diffe alla fama
ritana che chi beeffe diquellacqua che
ghdomandaua per laquale intefe labo
danza debeni temporah anche hareb/
be fete:ma chi beeiTe dellacq fua:cioe
della gratia non harebbe più fete- So/
pra laquale parola dice fando Augu/
ftino che chi bee delfmme delparadi/
fo/tina gocciola delquale c/maggiore
che limare occeano-Refta chegh fpe/
gni lafete diquefta uita:pla quale pa/
rola ficóclude chechi ha fete diqftì be
ni tranfitori certo fegno e/come dice
fancto Auguftino chegli non hae dio
drento a fe: peroche eglie fi grande ÒC
uero bene: che fofficien temete ÒC folo
bafta adempiere locuore humano ■ Et
anche glidice - O fignore idio tu cihai
creati ÒC fadi per darci te:ÒC pero I que
fio e/malcontento ìlcuore noftro infi
no che no firipofa in te« Et pero anche
dice fancì:o Bernardo che cofi male fi
può fatiare ìlcuore noftro doro come
ìlcorpo daria:cioe diuentoteioe uuole
dire che come ileorpo uuole cibo cor/
porale:cofi ilcuor uuole cibo digratia
fpirituale: ÒC altrimenti non e^mai co
renio-Come Chrifto cinuita g lo eua
gelio ÒC per Ifaia - Chnìque ha fete ua
da allui ÒC bea ÒC non cerchi ÒC creda fa
tiarfi diquefta acqua lotofa ÒC torbida r
ÒC falfa delmare diquefto mòdo- Lafe a*
conda ragione e/molto più principale tintiti
peroche non dobbiamo domandare q ètoW™*
fti beni fie:perche no folamente fono
uani : ma fono gicolofi ÒC noceuoli ÒC
dànofi bilama òC alcorpo lepiu uolte-
Onde go feoo Bernardo dice: hor uo
lefle idio che quefti beni cogregati pe
ri(Tono:ÒC no periiTe quello che gheon
grega poche molto più tollerabile ma
le farebbe afaticarfi nebeni perituri cB
nebeni che fanno perire- Et qfto e quel
lo male che lo ecclefiaftico dice che ui
de fotto ilfole:cioe riccheze coferuate
in male delfignore fuo:ÒC go Chrifto
lechiama fpine:goche come dice fan/
re
>
i
il
e
i
e
i
i
t
u
&o Gregorio pungono 6C lacerano la/
mente di molte pene SC dimolte colpe
fiche eoe dice lo ecclefiaftico nulla co
fa più fcelerata cf> loauaro-Hora afTai
cote potremo dire abiafimo dellamo/
re delle riccheze lequali parto per non
eiTere troppo prolixo:& perche nó uo
glio conchiudere altro fe non che non
ledobbiamo domàdare dadio : poche
non fono ne ueri ne propri noftn beni
6C qfto uolle dimoftrare Chrifto qua
do dirte a gliapoftoli-Se nelbene abe/
no non fiate fedeli qllo che uoftro chi
lodarae. Quafi dica fe ilbene tranfi to
rio che fuori diuoi nó difpenfate fedcl
mente :lcbcne uoftro cioè lobene eter
no &C lobene fuperno chi lodarac: qua
fi dica no io: fiche uuole dire come di
ce fantfo Teronymo che difficile anefi
impofTibile coLae/che lhuomogoda
hbeni prefen ti 6C futuri: &C peto anche
di(Te Chrifto che cofi imponibile era
che loriche entri in paradifo:come il/
camello per lacruna dago - Onde pero
anche di(Te:guai auoi nchi che hauete
in quefto mondo leuoftre cófolationi
quafi dica diquelle dellaltro farete pri
uati-Et pero dice fatto Auguftino niu
no può effere confolato in quefto mo
do & nellaltro :&C dibifogno e/che per
da luna chi laltra uuole-Et fanclo Ber
nardo dice- Dilicata e/ladiuina confo
latione:5C non fida a chi cerca qlla del
mondo- Et tutto quefto fimoftra chia
ramence per quella parola che diffe A
braam alnccho dànato che domanda/
ua acqua daLazero mendico-Ricorda
ti di(Te che riceueftì beni in uita tua:6C
Lazero male-Ma, hora egli e/cófolato
K tu farai fempre tormentato Poffia*
mo nientedimeno pregare co Salerno
ne che ìdio no cidia tanta pouerca che
no lapoffiamo portare: fiche nó cagù
mo in furto/O i altro peccato rtuttauia
fe egli pure lamàda fia labene uenuta»
Hor chofi porremo dire delli honoris
che fono fi pericolofi che etiamdio co
medicefantto Gregorio qglicheera
no buoni come Saul 6C dauid uipegio
rorono: ÒC qfto uuol conchiudere che
fe ghhonon guaftano ebuoni: non c /
dacredere che uimeghorino lirei- Et j>
ciò fatto Ieronymo dice- Fuggi o huo
mo ghhonori liquali fanza peccato te
nere non puoi: che percerto lalteza de
glilionon e^gràdeza difcelerate opere
Et cofi fanclo Gregorio dice che la ex
cellentia della dignità e/grandiffima
tempefta dimcnte: 6C ogni fuperbo re
ttore tante uolte e/fimile ì colpa òcfia
poi in pena adlangelo apoftata quàte
uolte procura SC domanda prelatione
6C che mumei are nó fipofTono limali
che ficómettono per hauere fignoria •
Et cofi fopra quella parola delpf almo
Tunc emundabor a delitto maximo •
Dice una chiofa che maximo òCdiabo
lieo peccato e/amore difignoriatfkhe
uero e/quello che dice loecclefiaftico
cioè che fpeffó fignoregia lhucmolal
tro huomo I fuo dànaEt quefto fimo
ftra anche per quella fcriptura cB dice
che giudico durilfimo fia fopra li prc
lati 6C che glipotenti riceueranno potè
ti tormenti : : 6C pero dice fantto Augu
ftino: che quanto lhuomo e /in più al
to ftato :tanto e/in maggiore pencolo
per lequali rune cofe uoglio ccxhiude
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
re che lottato dello honore non fideb
be apinre ne cercare ma fugire- Hor di
quella materia abiaGmare lo appetito
degli honori aitai dire Gpotreobe per
moftrare eoe e/ftolro ÒC pefTimo : ma
pur per dire brieue loexemplo di
Chriilo : loquale fuggi quando uolfe
e fere fado Re: ÒC fecefi inàzi alla tur
ba che locercaua per crucifiggere-Et co
me già e/dedo rifpo£e a figluoli di ze
bedeo che domàdauano deiTere co lui
ÒC cofi tutti gliapoftoli quando conce
deuano quale diloro fuHe ìlmaggiore
fiC gridando dille che fe non Gconuer/
riffono da quella fuperbia no enrerreb
bono nel regno del cielo-In qfte adun
que cofe temporali fimplicemence ci/
dobbiamo a dio comettere ÒC non effe
re importuni domandatone Er pero di
ce fando Augurino- Q uando doma
date qllo che idio uirichiede ÒC coman
da domandate Scuramente che con la
fua gratia loriceuerete- Ma quando do
mandate cofe corporali ÒC téporah do
mandate con modo ÒC con conditione
glicomettete: cioè che fe e/ilmeglio fi
ledia:ÒC fe no feneftia: peroche egli fa
qllo che cibifogna meglio che noi me
defimi : come lomedico fa meglio ql/
lo che fa bifogno allo infermo :che no
fa lo ifermo medefimo-Et diquefte co
fe fintende quello che c/dedo diquel
lo fando padre che diflfe che non afa
bifogno dire molte parole adio ma ex
t édere pure lemani a dio ÒC dire-Signo
te come ripiace cofi cifouieni-Et qui G
formi laterza ragione cioè che fàza no
ftro domando idio a fuoi ferui proue
de delle coli nccelTarie-Er go difle hec
omnia addicientur uobis rcioe aquelli
che feruano alla giuftitiatche cóciofia
cofa che lagiuftia chefta in obferuare
licomandamenti cifaccia fuoi figluoli
non dobbiamo dubitare cS egli come
padre ciprouedera ne noftri bifogni -
Et go dice ilpfalmifta- Adiutor i opor
tunitatibus:6C c« Et anche dice no uidi
iuftum derelidum-Siche fe pure auie
ne che idio a fuoi ferui lafci patire al/
cuna nccefhca non e/peroche fi abàdo
ni altuttorma per prouare laloro fede
ÒC charita ÒC per purgargli dalcuno di/
fedo ÒC per exercitargli nella uirtu del
la patientia-Et imjX) poi chcgliha prò
uati miracolofaméte ghfouiene come
fece aHelia che lofece pafeere alcoruo
ÒC cofi come firruoua dimolti altri fan
di padri indiuerfe leggende ÒC libri di
fandi a quah idio fouéne aibifogni/o
per angeli/O/per uccegli/O/per beftic-
Ma ilnoftro errore e in queflo che noi
no fiamo contéti delle cofe necelTane
anzi troppo uoghamo lofogchio- Co
me adunai egli ciconfiglia nello euan
gelio no fiamo folleciti diqueftì beni
cioè cibi ÒC ueftimenti come li pagani
che no hanno fede* Ma come dice fan/
do Pietro: Ogni follecitudine noflra
gì ttiamo fopra lui » Et cofi ciconGglia
ilpfalmifta dicendo - Iada cogitatum
tuum i dno ÒC ipfe te enutriet- Laquar
ta cogitatione fie penfare la excellétia
ÒC riccheza diuina:alqualeno ficouie^
nr didare pocorma come riccho JC gra
de fignore uuole dare pure grande co/
fe-Onde come già e dedo Lhrifto dif
fe a gliapoftoli che anche non glihaue
uano domandato nulla rcioe ahfpedo
'li demaggiori beni che egli dare uoleuà. ni cemporalirliquali cóftfiderati cideb
ia Leggiamo dalexandro impadore che bono ritrarre damargli ÒC domandarli
re ' 5 dette àuno pouero gentile huomo che dequali per non effere troppo prolixo
,lì glidomandaua helymofina uno bello più non procedo :fe non che conchiu/
ic cartello della quale cofa riprendédolo dendo quefto capitolo pongho alchu
i , alquàti fuoi baroni 6C dicédo che glia ne autorità di fantti ì lequali quefto
>r ueu a dato più che allui no ficoueniua chiaramente cidirnoftrano.Et luna fie
li diriceuere tnfpofe loro ÒC diffe Jo non di fantto Gregorio loquale exponédo
ie guardai qllo efi GcouenifTe allui dirice qlk parola dlpfalmifta :cioe una peni
br uere:ma qllo che ficonuenifTe a me di a drio hàc requira ÒCcDice gràde ficur
0 dare- Cociofia adiiq$ cofa che idio fia ta diméte fie non hauere a dominio al
[ e maggiore dalexandro :anzi come dice cuna cócupifcen tia fecolare : poche ql
v feo Paulo fia riccho p chiunqs ilchia/ lo che queftì beni cercha ÒCdefidera:fi
:1 ma no ficonuiene didomàdargli cofe curo ÒC tràquillo mai efTere no puorpe
piccole ÒC uile:ma pure cofe gradi ÒC p roche temédo diperdere qllo che ha^o
Fette : che pure fecódo ìlmódo ueggia appetendo qllo che no ha fempre Giri*
mo che agrande uergogna firiputereb tiolta in tépeftofi marofi ÒC uanafi tur
n be alcuno fignore gride :cB alcuno gli to di ÒC mutafi fecódo li diuerfi accidé
lì andafTe adimàdare uno lupino O/altf a ti che gli occorrono/o pofTono occor^
0 cofa uile- Hor molto più idio loquale rere- Et poi fugiugne: ma quando lani
». e/di infinita bota ÒC riccheza no firipu mo limette 6C fóda I folo appetito del
>f ta ahonore cf5 noi equali egli uuole ÒC la ettertta patria no fiperturoa p nullo
e riputa p figluoli no uuole che noi gli accidente ne fortuna che uéga anzi dif
0 dimàdiamo quefte cofe uile ÒC nociue pregia ogni cofa infima p diletto ÒC g
^ Onde egli poche e/buono padre ÒC fa defidcrio debeni difopra : ÒC tutte le co
gj uio fe gTeledimandiamo no cele coce/ fe chegli no appete foprafta co mirabi
( j de pche non uicidefcendiamo-Et pefTi le liberta : fiche uuole dire che ciò che
u mo fegno e p noi quando egli códifcé lhuomo ama in quefto mondo lolega
a de a noftri ftolti defideri : fiche eoe di che I uerfo di dio correre non pofTa :ÒC
a ce fantto Gregorio fpefTe uolte e ira di affliggelo didiuerfe pene òC paure-Si/
^ dio quello che cipare gratia : ÒC fpefTe che fimoftra uero quello :che dice Ifa
r uolte e/gratia quello che cipare ira- Et ia :cioe che lo cuore dello ìpio e/come
pero anche dice :che continuo fucefTo mare che tempefta loquale no può po
diprofperita temporale e/ certo fegno fare - Lafeconda auttorita e/di fantto
di ettema reprobatione- Et pero anche Bernardo ÒCdice Ecco che lomerchato
fantto Auguftino dice che niffuna co ÒC per lafiera diqfto mondo molti uan
fa e/cofi feiagurata come e/ la felicita no cercando chi diuitie ÒC chi honori t
de peccatori. Hor molti fono gli mali ma chi bene guarda qfte riccheze non
6C pericholi che confegnano queftì be fono buone gche con fatica 5C con pec
c
a
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
caro facquiftano co amore fipofTeggo
no SC con dolore fiperdono - Et cofi di
ce che non può eflère lhuomo 1 hono
re fanza dolore in prelatione fanza tri
bulacione I alteza fanza pericolo-Et pe
ro dice che ilfauio fpirituale mercatan
teognicofadifpregia 6C fugge SCdice
a Chrifto co fan&o Piero-Ecce nos re
liquimus ola 6C fecuti fumus te -Et pe
ro conchiude SC dice- Beato quello che
no ua cercàdo quelle cofe lequali ama
te e/loro danno :po(Tedute grauano SC
follecitano:SC perdute affliggono SCi
fommaallaetterna dannatione mena
notSC della etterna confolatione priua
no-Hor quefto badi per moftrare che
non dobbiamo pregare idio che cidia
quefti beni corporali-
CCome no dobbiamo domandare fa
nita ne belleza ne etiadio altre dote SC
doni fpirituali come prophetare SC fa/
re miracoh mafolamentc conofcimen
to 6C charita* Capitolo- viiii*
eT no folaméte no dobbiamo do/
mandare beni temporali ma etià/
dio ne fanitacne bellezame gratia difa
re miracoli ne diprophetare: ma fola/
mente charita SC conofcimento diueri
ta:5C quelle cofe lequali accio cinduco
no :SC quàto della fanita dico gche noi
no fappiamo quale cifia meglio:dob/
biamo fempliceméte a dio connetterlo
Et dicio cida exemplo fà&o Augufti/
no ilqualé in una fua otatione dice- Si
gnore mio idio della fanita del corpo
mio a te cfi conofci ilmegho fimplice
méte comet co- Exemplo ancor habbia
mo dicio i fan&a Martha SCnella mag
dalena:lequali eflcdo Lazero inférmo
a morte no furono ardite dimandare a
dire a xpo che louenifle aguarire : ma
di(Tono fignore ecco lamico tuo e/in/
fermo:come fe diceffino fanne quello
che tipare ilmegho- Leggefi ancora di
fanfto Thomato di cóturbia che uno
infermo che era ftato molto fuo fami
Lare uedédo che alfuo fepulchro gua/
riuano molti infermi fiuiando 6C pgol
lo che ghrendeiTe lafanita • Et riceuuta
che hebbe lafanita incomindando ate
mere cB forfè no era ilmegho torno al
munimento delfanfto ÒC dilTe-Priego
ti martyre beato che fe no e^ilmeglio
che io Lia fano fimiritorni lainfèrmita
&C incotanéce torno infermo come era
5C fu contento- Leggefi ancor nella de/
<fta leggéda che una donna uana andò
alfuo fepulchro pregando che lederti
più belli occhi :ma incontanéte diuéto
ciecha tonde riconofeendo lafua colpa
pregollo che gliréderte quelh diprima
egli p gratia lirédette- Per lequali cofe
ficochiude che p molti e/meglio lain
fermita 6C lalaideza che lafanita/O bel
leza 6C po qfto fipruoua maximamen
te p la hyftoria difandla Petronilla :la
quale feo Piero fuo padre uedendola
bella ÒC fana SC che g ciò era amata ua
namente temédo chella non ne pdeffe
lanima prego idio che lafaCeiTe diuéta
reattraàaSCchofifu- Horafopracio
molto fipotrebbe dire amoftrar ilperi
colo della forteza SC belleza corporale
SC chofi potremo dire delle gratie: che
molti domandono comee/haucrefi/
gluoli SC altre confolarioni corporali :
lequali fpefTe uolte fono in loro dàno
Ma perche farebbe troppo$rolixa ma
teria ma bafti qllo deéto e » Pognarno
adunque che in ogni noftra neceifita/
de quantùqs piccola : dobbiamo ricor
rere a dio eoe a fignore che ciaiuri: no
gli dobbiamo pero pon e legge che fac
eia quello che pare a noi rma pure qllo
che pare allui- Seguitando dicio loexé
pio di Chtifto ilquale altépo dellapaf
ììonepreghoilpadre inquàtohuomo
che celTafTe ilchalice della paflìone dal
lui ma fugiufe ma no come uoglio io
ma pure come uuogli tu« Exemplo an
che dicometterci a dio 1 quefte cofe té
porali cida lauergine Maria indo che
uedendo ilmancaméto del uino nel co
Ulto delle noze no lopregho imprima
méte che neprouedeuerma diffetuimì
non habét:quafi dica fanne hoggimai
come tipare 6C piace-Et quefto tale mo
do dipregare chiama Vgho de fando
ui&ore ìfinuare cioè manifeftare adio
ilnoftro bifogno p Gmplice parole :5C
cometterfi alla fua prouidentia-Que/
fto adunq^ e/laforma ÒCilmodochei
quefti cafi debeni ÒC demali tempora /
li tenere dobbiamo: cice dicometterci
pure a dio che ! dia infermita/O morte
O/uita quando/O eoe uuole» Onde del
la uita parlando fanfto Auguftino di
cerche nifTuno fa fe lunga uita glie uti
le^o danofo*Et anche Seneca dicetche
non e/pofto lo bene dellhuomo nello
fpatio della uita ma nellufo fiche non
e/dapregare per luga uita maperbuo
na che come fanfto Paulo dobbiamo
pregare più p lafanita dellhuomo den
trornon diquello difuora come e/bifo
gno alla falute noftra :SC non folamen
te per quefli beni eorf orali no dobbia
mo pregare idio che cenedia fe no fot
to condì rione fegli pare ilmeglio : ma
etiadio per cene gratie fpirituali ÒCpiu
excellenti come infare miracoli : pphe
tare :hauere uifioni : parlare in diuerfe
lingue teiTere gratiofo predichatore:5C
altre fimileleqli grane pognarno che
fieno fopra natura & dallo fpirito fan
fto-Poflono niétedimeno eflere fanza
fpirito fand:o:fiche come dice fanfto
Gregorio cofifene può lhuomodàna
re come faluare: come delle richeze fiC
delle altre profperitadi temporali: go
che comunemente trouiamo che mol
ti defiderano quefti doni SC quefte bo
tadipiuperuanagloria ÒCghauere la
graria dellegéti che per chanta 5C p ha
uere lagratia didio«Et quefto monftra
fan&o Paulo chiaramente nella pifto
la ad corinthios doue parlàdo delle di
uifioni delle gratie lequali idio conce
de aifuoi fedeli come prophetare:mi/
racoli fare:SC altre fimili SC conofeenx
do che molti nedefiderauano dhauere
P hauere honore o/ guadagno tempo
ralc poi che lhebbe diftke 6C diferipte
ÒCdeftoche fidauono dallo fpo fan/
do fugiungne SC dice loro:ma habbia
te uoglia dimigliori charifmati : cioè
doni ÒCgratie SC io uimofterro una uia
più excelléte-Laquale uiauolédo mo/
ftrare che confifte in fola charita fu^
gingne-Si linguis hominumloquarSC
angelorum charitatem autem non ha
buero fa<fhis fum uelud es fonàs SC c •
Et procede acommédare lacharita uo/
lendo moftrare SC cochiudere che nep
phecare ne bene predicare ne fecreti co
cu
nofcere ne miracoli fare ne altre (jualu
quegratie afono utile a fallite fàza la
charita niente uagliono:fiche come di
ce fanfto Auguftino: Tanto lhuomo
merita nelle altre gratie SC opere quan
to ha charita SC non più- Siche charita
ha ogni bene o/in fe o/in altrui :SC chi
non lha indarno O/con damno ha lai/
tre uirtu SC gratie • Et po anche fanfto
Gregorio dice: che loramo della ope/
ra non ha uerdura ne frufto fe no per/
mane in radice dicharita» Et pero Cui/
fto Paulo ciamunifce SC dice- In chari
tate radicati SC fundati-Et anche dique
fta fola priega idio che celaconceda SC
dice- Oro ut charitas ueftra crefcat SC c
SC altre fimili prego-Hor cofi Chrifto
nello euangelio fola lacharita puofe p
certo fegno che lhuomo ficonofcha ef
fere de fuoi difcepoh quàdo diffe :a q/
fto conofceranno glihuomini che fia/
re miei difcepoh fe harete carità inde/
me- A fegni adùque di habiti ne dipa
role no ficonofce chi e/di Chrifto- Et
in quello e/ilgrande inganno dimolti
che fono riputati fanfti per li fegni di
fuori auenga che drento fieno lupi ra/
paci come dilTe Chrifto depharifei-Et
per quefto rifpefto difTe loecclefiafti/
co-Io uidi impi SC fepulti : cioè danari
in inferno ìquali mentre uiueuano era
no in luogho fanfto : cioè dirijigione
O/daltro ftato fpirituali:SC erano lau/
dari p lacipta quafi come fanfti dimoi
te buone opere- Per lequali parole tut
te fimoftra efi etiamdio copredetti do
ni può lhuomo etffere rio SC damnato »
Et quefto moftra chrifto maximamé
te-Moiri uerranno a me neldi delgiu/
dicio 5C dirano Ggnore fignore hor no
prophetamo noi nelnome tuo &C chac
ciamo ledemonia:SC facemo molti mi
racoh:ÒC io diro partiteui da me opera
tori di iniquità che io non uiconofeo •
Hor cofi neluechio SC nuouo teftamé
to affai fitruoua che molti furono fai/
fi ppheti SC predicatori:SC ferono mol
ri mirachoh SC hebbono molte gratie
con utilità daltrui SC con fuo damno «
Come adunque dicono fanfto Grego
rio neldialogho SC fanfto Antonio in
uita patrum- Alla uita SC non afegni fi
debba guardare SC uita SC non fegni fo
no dadefiderare- Et cofi perche noi do
biamo fecondo la regola della charita
amare hnoftri proximi come noi me/
defimi- Cofi dobbiamo pregare per lo
ro come per noi pure che idio dia loro
lagratia SC lagloria fua:8C cofi che glia
iuti neUi pericoli SC nelle temptationi
Siche in fomma SC per noi SC per li no
ftri proximi non dobbiamo preghare
idio checidia fenon lume diueritatfer
uore dicharita SC pace fanfta I ogni ad
uerfita come cida exemplo fàfto Pau
10 rilquale mai per fe ne per altrui pre/
gho daltro-
CDiquattro confiderationi per lequa
11 fimoftra che lacharita excede ogni
altro bene- Capitolo decimo-
eT che fola quefta uirtu SC gratia
della charita fia folo SC uero SC £/
fefto bene polliamo moftrare per qua
tro confiderationi: cioè p rifpefto del
lo datore :per rifpefto dello riceuitore
g lorifpeftodelluogodouefipone SC
confifte: g rifpefto del frufto SC bene
cheuifta- Dico imprima clic cjuefta
grana fimoftra commendabile ÒC miV
gliore che laltrc per rifpetto del daKV
re cioè perche e/fi grande bene che ne
lauirgine Maria ne angelo ne fatto ne
altra creatura lopuo dare ma folo idio
Et qfto moftra fantto Iacopo quando
dice:Che ogni dato ompnmo ÒC ogni
donogfetto e/ÒC procede difopradal
padre de lumi:cice da Dio loquale c/
detto padre de lumi cioè de fandfa liq
li fono lume delmondo:ÒC pero anche
dice chi ha bifogno difapientia per la
quale intende lagratia perfetta: filado
mandi dadionlquale da ÒC cócede-Co
meadunqs ueggiamo fecondo ilmon
do che pognamo che allo imperadore
O/alpapa fi appartéga didare cerri uffi
ci ÒC benefici niétedimeno dire che gli
ha cómefTo alla natura ÒC a glihuomi/
ni didare ÒC potere dare richeze ÒC altri
beni : ma pur grana dibuona uolonta
no uuole che lapofTa dare fe no egli fi
cf> pognamo che fia utile apregare gli
fantti ct> ciaiutino.pure dobbiamo ere
dere che eglino no pofTono ne uoglio
no aiutare fe dio nó'lomette loro i cuo
re«Et pero principalmente e/daricorre
re pure a dio-Et quello moftra lachie/
fa in quella oratione laquale diciamo
Tnbue qfumus domine fanttos tuos
iugirer prò nobis orare ÒC eos cleméter
exaudire digneris - Cioè uiene adire fi
gnore preghiamoti che ciconceda che
^glituoi fatti prieghino pet noitòC tu ti
degna di exaudirgli- Hor ecco adunq?
che a dio folo dobbiamo ricorrere pri
cipalmente - Nella feconda parte dico
che lagratia della charita fimoftra ex/
celiente per rifpetto delriceuitore cioè
che come diiTe fatto Auguftino ogni
altro bene e/comune ÒC dalli etiamdio
a reprobi ÒC peifimi huomini: ma que
fto e/proprio bene degli eletti- Et que
fto affai fipruoua nelli apoftoh ìqua^
li furono fingulan figluoli ÒC amici di
Chnfto: niétedimeno Chnfto dique
fti beni temporali glipriuo ÒC diede ÒC
promifTe loro pure aduerfi tadi in que
fto modo t ma nftorogli incio che die
de òC mando loro lagratia dellofpirito
fantto-Onde per quefto rifpetto con^
fortando fantto Auguftinoh huomi
ni giufti afflitti nel mondo dice cofi .
Nouifdegnatefeghmali huomini fo
no in fiore diprofperita:ÒCuoi fiate op
preffrrperoche non e/dichriftiana relt
gione ÒC perfettione habódare dibeni
temporali Irma più tofto efTere decerto
ÒC afflitto-Onde li mali no hanno par
te in cielo :ÒC cofi libuoni no debbono
hauere parte de beni di terra«Et pero g
rifpetto diqllo bene uero alquale cor/
reteteioe male che uincontra per lauia
patienteméte foftenere douete-Come
dice adùque fantto Paulo teerchiamo
ÒC domàdiamo pure libeni difopra no
quelli difotto-Et pero come propheto
Ifaia di Chnfto e/detto padre delfu/
turo feculoramoftrare che defuoi legi
ttimi figluoli ÒC herede procede ÒC da
pure diueri beni celeftialiròC a peccato
ri come no legiptimi da diquefti beni
temporali - Nella terza parte dico che
qfto dono dellacharita fimoftra excel
lete p loluogo doue dio lomette ÒC po
ne cioè nelcuore delqle ne acq ne uéto
ne nimico uifibile ne muifibile lopuo
cg
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
togliere fe lhuomo per fua colpa non
lo getti: fiche in quefto Guirifica quel
lo dedo di fandto Giouanni bocca do
ro cioè che niffuno può eflere offefo fe
no da femedeGmo * Se adunq$ ueggia
mo fecondo ìlmódo che quella poffef
Gone SC bene che lhuomo ha pfo afuo
agio SC godimento più ha chara- Cofi
SC molto più lagracia laquale ha dren/
to a fe e/dhauere cara più che altro be
ne loquale lhuomo porta hauere fuori
di fe«Et pero etiadio Senecha dice- Ri
puta beato quello non ilquale e/richo
SC honorato difuori: ma qllo che ogni
fuo bene ha drento - Et pone exemplo
duno ilquale e/prefo SC rubato dauno
tyramno domàdollo quello fe egli ha
ueua perduto nulla rifpofe che no : pe
roche ogni fuo bene haueua feco inté
dendo che era quefto bene ilfemno 2C
uirtu eh haueua 1 cuore-Et a quefto in
rendimento dice Boetiotmai lafortu/
na non potrà fare tuo qllo bene loqua
le per fua natura da te e/alieno: cioè il
bene modano-Nella quarta parte dico
che quefto bene fimoftra excellentiflfi
mo per loexcellétif&mo affe&o SC fru/
do che fa nel cuoreteioe che glida lu/
me diuerita quanto alla potentia con/
cupifcipibile:5C dagli foma pace SC tra
quillita: quanto alla potentia irafcibi
le : Da dico lume diuerita come dice fa
(to Giouanni :cioe chi ama e/in lume
SC chi non ama e in tenebre-Et pero an
che dicetluntione di dio : cioè ladolce
charita infegna ogni cofa teioe necefTa
ria a falute-Et cofi fintende quella pa/
rola per laquale diHe Chrifto a gliapo
ftoli cioè che lofpirito £an£to della ue
ri ta infegrerebbe loro ogni uerita cioè
dibene uiuere SC diconofeere fe SC idio
loquale e/lopiu utile SC necefTario co*
nofeimento che fia « Fc quefto mcftra
fan&o Auguftino incio che i una fua
oratione quefto fingularmente doma
da SC dice- Signore idio bene incomu/
tabiledamiaconofeerete- Onde pero
anche dice qllo folo bene conofee ciò
che e/chiaro SC ciò che e/obfcuro nel/
le fcripture fandle: ilquale obferua la/
charita ne fuoi coftumi- Et anche dice
fe non uuacarcioe no attédi/O huomo
ariuoltare SC ftudiare ogni fcriptura ti
enti alla charitamella quale péde SC fi
imprende tutto-Lacharita adunque fo
la infegna lauerita non diphilofophia
ne diftrologia ma dibene uiuer rlaqua
le e/fomma theologia « Siche chi e/in
charita non permette idio errare derro
re pericolofo-Et quefto moftra ilpfal/
mifta quado dice • A mandatis tuis in
tellexi-Et anche- Super fenes intellexi
quia mandata tua queGui SC e Et pero
loeccleGaftico dice-Màdatum lucerna
eft SC lex luxrcioe uuoldire che p lob/
feruanza delcomandamento della cha
rita uiene lhuomo alluce di uerita: Si/
che fimoftra uero quello che promifTe
Chrifto cioè efi fe obferueremo lofuo
fermone conofeeremo lauerita :SClaue
rita ciliberera- Quefto monftra anche
loeccleGaftico quando dice: che come
gliucegli ficongiugono SCragunano in
Geme fecondo loro fpetie:cofi laueri/
ta uola SC entra nel cuore dicoloro che
lado pano- Hora aiTai potremo puarc
qfto g molte fcripture:ma fanza fcrip
cure kcoanua cxgicntìa ilmoftra icio
che turco di ueggiamo molti gradi lit/
cerati efiere più ciechi della anima che
lebeftieSiche come difle idio per Ma
lachia propheta:lidotti dellalegge no
lacóofcono: SC g corrano molti idioti
SCfemplicieffere molto alluminati di
buono cofiglio: fiche uero e/ilprouer
bio che dice che impoflibile e/ dicarte
dipecore trarre fenno- Et -pero dice Sa
lomone che lanima dello huomo fan
tto uede più SC meglio lauerita cB fep
te dottori che feggono in alto chome
maeftri. Siche coligha Ifaac più torto
debba lhuomo comettere ìfuoi confi/
gli cioè dellanima auno fantto idiota
che auno litterato rio-Hor diqfta ma/
teria aitai potremo dire SCprouarla per
gli exempli di fantto Antonio ÒC dal/
tri moki fantti padri aiquah Idio per
lapun ta SC per lacharita del cuore riue
loe hfuoi fecretirma per no e/Tere trop
po prolixo bafti qfto che detto ne ma
ximamente gche fopra quàdo comen
damo lorationc nelquarto capitolo'an
che alcuna cofa ne detto- Nella fecon
da parre dico lacharita riempie SC con
tenta lapotentia concupifcibile- Siche
chi ha Idio: ilquale e/charita fuori di
lui non può altro defiderare • Siche co
me difopra e/detto nello ottauo capi
tolo biafimando lappetito de beni té/
porali :fegno e/che non ha idio dren/
to chi altro cerca fuori dilui-Onde del
la excellentia diquefta uirtu parlando
fantto Bernardo fopra quella parola:
che dice fantto Giouanni:dice « Deus
charitas eft : SC qui manet in charitate
in deo manet SC deus 1 eo :SC c-Dice co
fi idio e/charita-Et qual colà e più pre
tiofaEt chi (la in charita (la in dio- Ec
qual cofa e/piu ficura-Et idio fta i lui*
Et qual cofa e/piu gioconda:: quafii di
ca^Chi ha idio ha ogni bene SC ogni fi
curta SC ogni giocondità ■ Quefto an/
che fimoftra nellibro della fapientia :
doue quello fauio hauendo detto che
orando SC inuocàdo uenne in lui lofpi
rito della fapientia : fogiugne poi che
tanto bene glifece SC tato diletto SCgio
códita SC riccheza glidiede : che ne pie
tra pretiofa ne oro ne arcato SC ciò che
fipuo defiderare a qfto bene non fipo
teua aguagliaretfiche diqfto bene con
tento ogni altro bene difpregiaua : ipe
roche ogni bene con efTa SC per ella gli
era uenuto • Siche uuol dire che per la
charita lhuomo e/ripieno dogni nche
za SC dpgni dolceza SC dogni gentileza
Onde pero fantto Paulo lodàdo quel
li di conto dice- Voi fiate f^i fi richi
della diuina gratia che nulla uimàcha
Siche bene dice uero fantto Augufti
no che troppo e/auaro acuì idio no ba
fta- Et pero anche dice faccendo agua/
glio dalla riccheza drento a quella di/
fuori- Ecco quefto ha loro nella archa
SC dice o/ huomo come e/riccho que/
fto< Quefto altro ha idio nella cofcié/
tia come non e/piu riccho : quafi dica
in infinito e/piu riccho chi ha idio cB
chi ha oro « Et pero fogiugne SC dice :a
guaglia infieme SC penfa quale e/mag
giore theforo fra idio SC lhuomo loro
SC quale e/migliore SC più ficuro ferra
me fra larcha O/lacofcictia- Siche uuo
le conchiudere che maggiore theforo
e/Idio che lo oro:8C migliore ferrame
la cofeientia : che larcha « Hor quan/
ciiii
to fia hoggi lapouerta diquefto thcfo
ro chi bene guarda affai cedapiàgnere:
peroche in uerica quafi ogni gente do
gni (rondinone ÒC ftato ha fi grà fame
didanari che bene fimoftra che dio no
ciha ripieni ranzi loro fiadora per idio
6C come dice uno prouerbio«Ogni co/
fa SC ogni huomo ubbidifce alla pecu
nia - Et go diqfta materia mipare più
dapiàgnere che altro dirne-Nellaterza
parte dico che lagratia della charita ri
empie ìlcuore dipace peroche lachari/
ta ama tanto idio che non fipuo turba
re dicofa chegli permetta : anzi dogni
cofa loringratia dicendo come Iob tri
bulato- Sicut domino placuit factum
cft:fit nome domini benedi<fìu$-Et di
quefta tale perfezione parla ilpfalmi
fta quando dice a dio«Pax multa dili/
gentibus legem tuam : ÒC nottqft illis
Lcandalum- Et chiama qui legge letter
na prouidétia ÒC uolonta diurna laqua
le errare ÒC fallare no può- Et cofi aque
fto intendiméto 'dice fandìo ;Augufti
no- Che pace dellanima con dio lie or
dinata 1 fede fotto letterna legge ubbi
dientia-Pognamo adunque che glifan
&i huomini fieno afflici ÒCingiuriati
non fifcandalezano pero contro a dio
poche fono certi che idio nulla perme
fte loro fe non per lomeglio- Siche co
me dice fàdto Paulo -a quegli che ama
no idio ogni cofa ficouerte i bene- Per
lequali tutte cofe ficóchiude che quel
li che fono perfedh in charita fono già
beati dibeatitudine diuina tlaquale co
me dice fandlo Ambrofio confifte in
alteza difapierttia ÒC in fuauita dicofei
cnaa-Siche come dice loecclefiaftico-
Lagrariadidio e/quafiuno paradifo
nelcuore g lemolte benedi&ioni ÒCdol
ceze cB uiporge 6C fa fenrire-Et pero di
quefti cofi perfedh fintende quella pa
rola che dille chrifto:cioe-Regnù dei
intra uos eft -Cioè uuoldire diffe Caf
fiano nelle collazioni defandh padri
che in cioche hanno pace òCcotentamé
to ÒC pace dibuona cofeientia fono già
quafi nelregno delcielo :ÒC loregno del
cielo e/in lororperoche nelle predette
cofe confifte lagloria del detto regno*
Come moftra lantto Paulo quàdo di
ce-Rcgnum dei non eft efea ÒC potus :
fed iuftitia ÒC pax ÒC gaudiù in lpùjfco
Hor ecco adunque che no lecofe uane
ÒC tranfitorie ÒC uili dobbiamo doma/
dare orando: ma pure quefta giuftitia
della charita :ÒC quefto gaudio pieno:
ilquale qui ficonricia g caparra : ÒC ter
mina fanza termine in etterno in quel
la beata uita-Per lequali tutte cofe pof
fiamo'eochiudere che cupidità debeni
terreni ÒC charita ÒCdefiderio de beni
fpirituali ÒC celefti come fono con tra/
rie- Cofi hanno cotrari effetti teioe cB
lacupidita accieca ÒC lacharita allumi/
narlacupidita lega lhuomo ÒC fallo fer
uo rlacharita lolibera òcfallo nobile an
zi figluolo didio* Lacupidita ingenera
infermità òC corruptione- Lacharita da
fanita SC neteza- Lacupidita genera fa/
me ÒC pouerta-Lacharita genera fatie/
ta ÒC fa riccho- Lacupidita tiene lhuo/
mo òC in guerra ÒC in odio co dio òC col
proximo- Lacharita tiene ÒC in pace ÒC
in lentia- Lacupidita riempie dimolte
amaritudine-Lacharira riepie dimolta
dolceza figche coglie Staccia ogni rio
timore tdolore 8C rancore- Et fi perche
riépie ìlcuore dicelefte dolceze- lacupi
dira allulnmo màda ifuoi ferui alla er
terna dànatióe-Lacharita màda alla et
terna gloria « Lequali tutte cofe proua
re perfingulo farebbe troppo prolixa :
materia 5C po lafcio maximamente co
fiderando che chi quefto bene pruoua
per fperientia no glibifogna altro tefti
mone- Et chi ilbene della charita non
pruoua:ma e/cieco 6C oftinato in pec/
cato etiàdio alle teftimonia della fcrip
tura no crederrebbe:pero che dice fan
dio Paulo- Lhuomo animale ÒC bruto
no percipe lecofe didio- Lafciàdo adii
que didime altra pruoua tconchiudia^
mo quefto capitolo &C quefta materia
g quella autorità difandlo Augu ftiV
no loqle dice cofi-Duoi amori hanno
fadlo due dptadircioe che amore di fe
infino aldifpregio di dio fifa & hedifi
ca lababyloniatcioe loinfèrno«Et g co
trarìo amore perfedlo di dio infino al
difpregio difemedefimo fifa bi hedifi
ca laierufalem celefte alla quale cipdu
ca Chrifto datore delle gratiequieft
benedidlus I fecula feculorum Àmé-
CDeltempo 5C delluogo che dobbia/
mo eleggere per orare- Capitolo-xi-
BEguita hora diuedere del tépo *C
delluogo che dobbiamo eleggere
per meglio orare- Et quàto alprimo di
coche cociofiacofache dogni tempo
fiamo in pericolo SC 1 battaglia &C fem
pre riceuiamo da Dio diucrfi benefici
fempre dobbiamo ftudiare dorare/O/
domandando aiuto/O ringrariàdo del
lo aiuto fiC beneficio riceuuto- fiche tu
dio iltempo della uita noftra i quelle
due parti dorationi dobbiamo fpende
re • Onde dello ringratiare dice fandlo
Gregorio- Dobbiamo fempre idio rin
granare perche elli fempre no ceffo di
noi aiutare- Et per quefto fempre orar
ci induce chrifto quàdo dice- Éifogno
ce difempre orare 5C mai no ceffare- Ec
àche dice ueghiate dogni tempo fiche
fiate degni difuggire lira uétura- Et co
fi fandlo Paulo quando dice-Sanza in
termirtione orate ÒC 1 ogni cofa idio ri
granate- Ma jxhe quefto cotinuo orar
attualméte SCuocalmente fempre fare
non portiamo :perche cipedifcono lai
tre follccitudini & neceilita corporali
ÒC anche fpirituali quàto alla uita adi
ua:5C per noi 6C per gliproximi- Siche
come difopra nel prio capitolo c/mo/
ftratolededreaudloritadino fi debbo
no intendere litteralméterintédefi che
locontinuo defiderio 6C lacotinua buo
na uita e>continua oratione-Et po più
didimamente parlàdo dico che altem
po digraue temptatione ÒC tnbulatióe
dobbiamo più ìnftantemcnte orare g
impetrare foccorforcome diceexéplo
ilpfalmifta quando dice- Ad domimi
cum tnbularer clamaui-Et anche 1 die
tri buia tionis mee deu3 exquifiui: tC c-
Maximamente dicio habbiamo exem
pio i Chrifto ìlquale altcpo della paf
fione più perfeueran temete oro- Onde
dice fandlo Luca- Fadhis 1 agonia prò
lixius orabat :ÒC c- Et a qfto amoni gli
apoftoli dicendo- Vigilate fiC orate ut
no intretis in tcptationé. Et qui poflia
mo notabilmente confiderarc che no
diffe che dobbiamo preghare Iddio
che non cilafci temptare:ma che no la
fci entrare :cióe cadere nella temptatio
ne:percheeiTeretempcatoe/unle : go
chelhuomo nemerita combattédo: SC
feumiliaG conofcendo lafua fragilità:
SC exercitafi aoiye SC uiene ì amore di
Dio riconofcendo ilfoccorfo SC laiuto
fuo- Ec g quefto mfpecio cinfegno adi
r£ helpacer noftro- Ec ne nos inducas 1
téptationé-Sed libera nos a malo:cioe
della colpa che no uicaggiamo : come
intéde lo temptatore- Et quefto chiara
mente cimanifefta ilpfalmifta quàdo
dice- Inuoca me 1 die tnbulatiois erua
re:SC hononficabi3 me- Sopra lequali
parole dice fan#x> Bernardo- Lanatu/
ra humana fufifauiamente ordinata:
che ha biCogno continuamele p prote
dorè colui chehebbe per códitore-La
qualcofa accio che lhuomo no dimen
uchi SC atmbuifca a fe laguardia laqle
e/pure di dio:SC uuole ÒC fiordina elfo
idio che egli fia temptato SC tribulato:
accioche uedendofi uenire meno SC pe
rire gridi orando a dio SC poi riceuédo
ilfoccorfo fillo ami SC rigrati « Siche g
quefto modo auiene che lhuomo loq
le no amaua fe non fefteffo : almeno g
quefto modo incornici amare idio co
me fuohenefa(3:ore:ma poi occorrer
dogli fpeiTo letrìbulationi SC letempta
rioni g lequali fpertb glifia bifogno di
gridare aliai $C diprouare lafua gratia :
e^bifo^no fegli haueflfe quafi cuore di
pietra fijffamolli adamarlo damore pu
ro dichartraiafciando loamore dogni
altra cofa SC Creatura fe no per lui- Co/
fi ùai&oGxQftèno parlando di quefta
materia dice:che g diuinadifpenfario
ne permette Idio che fpeftb fiamo tèp
tati SCafflicìi accioche ciriconofeiamo
SC allui ricorriamo fiche poi che per la
tnbularione lahumilita crefce:urile ce
quefta aduerfita laquale da fugbia cu
guarda- Hor g harebbe copiofa mate/
ria apiare della utilità delle tribulatio
niSCtétatioi ma tropo farebe plixa ma
teria SC no appartiene a qfta noftra ma
teria fe no in quefto tanto che nella tri
bulatione SC téptatione dobbiamo più
intentamente orare:SCgo dice che cifo
no utili- Et generalmcte dico che inàzì
a ogni noftra opera dobbiamo ricorre
a'dio orando che cianiti SC guardi* On
de dice feo Ieronimo a Paula :nelpricì
pio diciafeuna opera tifa bifogno del/
la croce SC della oratione del fignore ci
oe ilpater nofter- Siche fempre e/tépo
SC cagione dorare o /pregando g riceue
re gratie/o ringratiàdo delle riceuute :
poche come dice fanfto Gregorio: to
fto fiperde ilbene feno loguarda colui
che lodie- Et diquefto cida exemplo il
faluatorerilquale riceuuto ilbaptifmo
incotanente fidiede aorare :amaeftran
do noi efi riceuutalabfolutione depec
cati'/O lafàda comunione/o ghaltri fa
craméti SC gratie dobbiamo orare che
dio ciconferui legratie riceuute- Come
faceua ilpfalmifta dicendo tConferua
me dne quonià fperaui in te- Et anche
dice : Confirma hoc deus quod opera
tus es in nobis- Et generalmente quan
do habbiamo acominciare alcuna gra
de opera dobbiamo orare come cidet/
te exemplo Chrifto : ilquale uolendo
fare alcuno miraculo fempre orauale
) frodi ' uando gliocchi alcielo- Ma per uno al
^* Irtfr >ftro modo più fperialmcte parlàdo fan
^We ' &° Bernardo del tempo della orarióe
dice che tre hore fingularmente fono
più cóueneuoli aorare cioè laurora: la
Jt*L fera:6C almatutinorgcioche in qfte tre
horc lhomo e più digefto SCfobrio dal
le follecitudini fecolari-Et ditutto que
fto oda exéplo Chnfto ilquale come
trouiamo per gli euangeli rlafera anda
ua a diferti luoghi SC pernodaua l ora
rione:SC poi anche lamatrinaper tépo
ueniua nel tempio aorarc SC predicare.
Della mattina anche parla ìlpfalmifta
dicédo-Mane aftabo tibi SC c-Et anche
dice- Deus deus meus a te de luce uigi
lo- Della fera dice: dirigat orario mea
ficut incéfum in confpetfu tuo : eleua
rio manuu mearum facrificium uefjy
rinum- Della notfe dice» Media nofte
furgebam ad confitendù tibi-Et anche
in maturinis domine meditabor in te.
Et Ifaia dice - Anima mea defiderauit
te 1 nofte.Hor cofi molti altri prophe
ti SC fandh diqfte hore parlando SC exé
pio cidàno dorare- Sogliono àche mol
ti fare una adaptatione delle fepte ho
4 re fopra qlla parola delpfalmifta rcioe
Septies in die laudem dixi ubi SC c Et
if dire che 1 nelle dede fepte hore debba
0 k lhuomo meditare fepte gradi SC graue
*e della padrone di Chnfto cioè che a
compieta debba lhuomo péfare della
battaglia che hebbe in oratione : SC co
me fu prefo SC tradito» Nel mattutino
debba péfare come fu fputachiato: pe
lato:SC examinato. Nella prima come
fu prefentato dinàzi a Pilato con furo
te SC come fu battuto crudelméte- Nel
la terza eoe fu battuto SC illufo SC man
dato atomo a Pilato a herode SC da he
rode a Pilato-Nella fexta come fu giù
dicato SCingiuftaméte condempnato
a morte-Nella nona come fu abeuera/
to difiele SC daceto SC rendere lofpiri
to a diO'Neluefpro eoe fu fepulto«Per
uno altro modo più fingulare dico cf>
tempo daorare fie ìluenerdi fanfto :in
ciò che allhora firaprefenta quello be
neficio fmifurato quando ilfignore fu
fi largho die diede tutto fe SC fparfe il
fuo fàgue p noftra falute - Et p qfto ri
fpefto lacniefa in quello di pnega per
tutti li giudei:paganf:fcifmatici:SC he
retici come fe diceiTe:oggi e/fi largho
SC cortefe ilfignore noftro che no cipo
tra negare qualunqs gratia gli domàde
remo. Anche tépp atto aorare fie iker
po che precede allafcenfione quàdo ra
prefentiamo che xpo fali con tata glo
ria allacelefte corte- Et po in quel di fi
•leggono quelli euangeli ne quali Chri
ftoirinuita SC prouoca più aorare:SC £
métte dilargamente dare che cerne ue
giamo módanaméteche glifignoriSC
fpofi nouelli SC quegli che tornano co
grà uiftoria fogliono ì que punti dare
molti SC a molti grandi doni SC molte
hclymofine SC liberare prigioni SC per
donare debiti* Cofi p una fimile confi
derarione portiamo in qllo tempo che
Chnfto entro uindtore nel regno dèi
cielo SC lhumanita noftra meno come
fpofaalcielotprefumerechegli cidara
grarie SC farà mifericordia fegliele fa/
premo domandare- Cofi tempo dora/
rione e/infra quello mezo tra lafcéfio
ne SC lapétecofte: eoe cidàno exemplo
gliapoftoli che I quello mezo Grichiu fanfto Auguftinoraltro non Ùdebba
fono aorare exfpeftando lofpirito fan fare fe no come fuona ìlfuo uocabolo
ft o SC oràdo lonccuercono- Et cof i pof cioè oratorio- Et qfto cimonftro Chri
fiamo dire che tempo doratione fie in fto quando caccio del tempio qlli mer
ogni follenita SC memoria della dona catanti SC uenditori con leloro mercan
noftra SC deglialtri fanfti quàdo rapre tie SC di (Te- Scripto e/che lacafa mia e/
fentiamo la loro gloria SC la gratia che cafa dorationi ^ÒC uoi lauete fafta fpù
dio fece loro-Et pero dobbiamo SC pof lonca diIadroni-Et cofi leggiamo nel/
fiamo pregare có fidàza che come egli lo euangelio 1 più luoghi che egli fpef
no lariceuettono cofi per noi prieghi fo uifitaua ìltempio :SC cofi dalla ma^
no cofi lodando idio dedoni che dette dre fu nel tempio trouato SC dilTe che
C&C* Ut r ivftfc ^ 0r ° dobbiamo orando prouocare a gliconueniua eiTere SC ftare i quelle co
a darne a noi- Hor quefto fia defto qua fe 6C luoghi : che erano del fuo padre .
to altempo- Quàto alluogo brieuemé Onde exponédo fanfto Giouanni bo
te dobbiamo fapere che come in ogni cha doro quella parola che fcriue fan/
luogo trouiamo pericolo cofi come fa fto Giouani euàgelifta :cioe che Chri
fto Paulo cinfegna in ogni luogo dob fto uenendo in Hierufalem imprima
biamo a dio ricorrere orando SC maxi entro neltempio dice cofi proprio era
maméte i luogo dipiu tenipefta SC pe dibuono figliuolo cf5 imprima entraf •
ricolo come in mare SC in altri luoghi fe in cafa delfuo padre- Tu adunque o
più pericolofi:fiche andando SC uden huomo feguitando Chrifto quàdo ad
do le creature lequali ciprouocano ao uiene che tu entri 1 alcuna cipta impri
dio/O adamore:fi che come fidice nel ma uifita lachiefa che altro luogho SC
libro della fapiétia lecreature di dio ci quiui imprima ora SC poi attendi affa/
fono come lacciuoli a piedi I ogni luo re glialtri tuoi fafti-Ma oime tutto il/
gho dobbiamo orare almeno quàto al cotrario fifa tcioe che prima fiuifita la
defideriO'Ma j> uno modo più Cingu/ tauerna che lachiefa:8C fe pure alcuni
lare dico che come Chrifto ci infegna uiuanno no uiperfeuerano per infino
4C amaeftra p fuo exemplo dobbiamo che fia finito lufficio : ma fuggonne co
per orare cercare luogho più folitario me dalfuoco-Et che peggio e/molti ui
SCfecreto nelquale pofhamo meglio ri tengono hoggi tauerne SCgiuochi : SC
cogliere lamente dalli fpargimenti del fanno canti SC balli lafciui SC brutture
li fentimétircome anche ridanno exé/ SC peccati affai-Siche inquello luogho
pio molti fanfti padri rliquali per me/ nelquale idio debba eltere più honora
glio orare SC a dio uachare firidufTono to rhoggi e/piu uitugato-Onde neflu/
pure nelli diferti- Per uno altro modo no dubiti cfi ogni peccato fafto 1 chie
più particulare luogo di orarione fie il fa SC luogho a dio deputato e/dimag/
tempio SC lachiefa materiale : laquale gior pefo tcome ueggiamo fecondo il
accio ficonfacra nella quale come dice mondo che Ihuomo fiiripuca amaggio
reuergogna che altri Iouada aoffende
re in cafa fua che inoltro luogho«Hor
qui harebbe copiofa materia aparlare
della riuerentia che fìconuiene hauere
alli luoghi fandi maximamente alle
chiefe cofecrate a dio nelle quali fimi
niftrano ÒC contiene afandiflìmi facra
menti maximamente del pretiofo cor
po SC fangue di Chriftodoqualc mini
ftrare ÒC pigliarlo in malo ftato e/gra
uiflimo peccato :ma dicio mipaffo bre
uemente g non dire troppo : Ma pure
quefto dico che dice fido Auguftino
cioè che più peccano qlh che ficomu/
nicano in peccato mortale che qlli che
crocifixono Chnfto: poche quegh lo
feciono per ignorantia ÒC qftì ciò fan/
tio con certa feientia- Quelli locrocifi
xono in forma dhuomo patibile ÒC ui
le: ÒC quelli louituperano regnante in
ciclo nlquale ÒC credono ÒC proteftano
che e/idio che debbe uenire agiudica/
re euiui ÒC morti - Voglio adunque in
Comma cochiudere eh nella chiefa no
fidebbono fare fe no fide operationi
SC non uidebbono habitare fe non fan
èie perfone : fiche come dice effo idio
nelleuitico lifuoi miniftri debbono el
fere fandi come e/fando lui: che con
ciofiacofa cfc gli cherici ÒC altri rehgio
fi habbino ufficio angelico inquanto
hàno afiftere a dio lodare ÒC anche Iha
no maggiore inquanto hanno adare ÒC
riceuere efandiftimi facramenti ÒC ma
ximarnéte ileorpo di Chnfto ÒC abfol
uere ipeccatidaquale audorita no ha/
no gliangeli:conuienfiche alpoftutto
fieno puri ÒC nedi come ageli altrimé
ti fono peggio quali che diauoli* On/
de po dice fando Ieronymo che ipro
felli lacaualleria di Chnfto o fono an
geli/o fono diauoli- Et qfto affai chia
raméte moftro Chnfto quàdodelbap
tifta difle che era angelorcioe per lapu
rita della uita^Et di giuda diffe che era
diauolo:cioe p laexcertiua malitia- In
quato anche lepfone ecclefiaftice han
no apregare idio g li peccatori daqua/-
li o pequali riceucttono lehelemofinc
conuienfi che fieno tah che idio per li
loro prieghi gdoni alh peccatori: ficf>
fe fono rei gratie paltrui impetrare no
po(Tono:che come dice fando Bernar
do :clii no piace a dio non può placare
idio « Siche lehelemof yne che emàgia
no tornano loro agiudicio«Et cofi an/
che pche hanno a cófigliare altrui deb
bono efTere puri poche come dice fan
do Gregorio :lochio maculato laltrui
macchia no uede: ÒC lamano lorda no
può laltrui lordeza nettare» Certa cofa
e/adunque che ipeccati demali cherici
fono maggiori cB quegli dcfecolarirfi
pche fiportano male 1 luogho ÒC infta
to fando: ÒC fimilmente perche pecca
no con più malitia ÒCfcientia ÒC co più
fcandolo ÒC malo exemplo deghaltri:
fiche come dice fando gregorio era lo
romeno male che fidànaiTino in habi
to òC ftato fecolare che in iftato direli
gione: perche peccàdo ÒC dando malo
exemplo netirono molti co feco-Et pe
ro dice àche fando Auguftino:i}o tro
uai mai imigliori huomini che quegli
che fiportano bene nello ftato di reli/
gione :ne peggiori che quelli che uifiV
portano male- Et po diquello che pecv
ca in luogho fando dice idio per Ifaia
In terra fan&a ha fatte cofe inique :SC
pero no uedra lagloria di dio « Ma per
qfto trouiamo molte fcripture cB dio
ha mandaci fpeffe uolce gradi giudici
fopra quegli che indegnamente tratta
no glifuoi facraméri.come fantto Gre
gono SC fantto Ieronymo narrano de
quali hora mitacio per dire più brieue
Et cofi leggiamo dimoiti tyramni che
feciono inreuerencia altépio didio che
idio negh>iudico duramente :come fu
*l T ^^ ^ /À ^Pompeo poi cB fece ftalla del tempio
didio Tempre fu poi fconfitto* Leggia
mo dunalcro che perche fece inmondi
ria neuafelli ecclefiaftici :fépre poi fe/
ce luffiao difotto per bocca- Acómen
datione anche SC reuerétia deluoghi SC
templi ecclafiaftici:fu lhonorc SC reue
rencia che idio fempre fece SC comàdo
che fifacefTe altempio di Salomone SC
altabernacolo di Moyfe in luogho de
quali fono hoggi le chiefe- Onde dice
nelquarto libro de Re Jo ho fanttifi/
cato quefto luogho SC locchio mio SC
ìlcuore mio fia fépre fopra efTo» Et nel
libro paralipomeno dice ghochi miei
fono aperti ÒC gliorechi miei intenti al
la oratione dichiuque mipregherra in
quefto luogho rgoche io lho eletto SC
fanttificato qfto luogho che uifia me
moria del nome mio in fempiterno SC
gliochi SCilcuore mio fieno fempre fo
pra efTo-anche fidice neldetto libro cB
compiuta che hebbe Salomone la ora
rione fua che fece hedificato iltempio
nella qle prego dio che exaudifTe chiù
que louenifTe apregare nel detto tépio
fe egli conofcefTe lapiaga delcuore fuo
In fegno che idio acceptaua lafua ora
rione difeefe fuoco da cielo SCdiuoro
ilfacrificio fuo: SC lamaefta diuina rie
piette tutto iltempio :SCcofi dice nello
exodo che copiuto iltabernacolo che
era in luogho doratione una bella nu^
be ìlcoperfe SC lagloria di dio uaparue
con grande chiarita- Et che idio uoglia
che nella chiefa ftieno SC fieno perfo/
ne fantte SC monde moftra figuralmé
te nella legge della purificatione nella
quale comàdo che lafemina doppo il
parto per loquale contraiTe certa imo'
dina corporale no entraffe nel tempio
fe non doppo quaranta di nequali era
ceffata qlla ìmonditia-Hor molto più
dobbiamo credere che egli uoglia che
niuno uentri con imonditia fpirituale
dipeccato- Et che egli del cotrario mol
to fifdegni moftra fatto Gregorio nel
dialogo:8C dice che douendofi confe/
crare una chiefa a rodi: quello che do
faceua fare inuito molta gente alla de
tta facra:SC infra laltre fu inuitata una
giouanelaqualelanotte precedente il
didellafacranoficuro diguardare di
ftare col marito difoneftamente SC la
mattina quantunque lacofcientia- lari
prendefTe dicio pur temédo che no pa
refTe male fe ella no uiandaife andoui
fanza confefTarfi altrimenti :ma incon
tanente che ella fu nella chiefa giunte
che uifurono lerelicje difantto Baftia
no ìldiauolo lentro adolfo tormentan
dola forteméte-Et uolehdo ilprete per
cacciare ildiauolo dire certi exordfmi
SC orationi SC pigliando laftola per dir
gli ildiauolo ancor uenne adoilo allui
Et gli parenti diquella donna credtdo
acerti malefici che #metteuano digua
(fa
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Central
rilla Glia menano alfiume«Et incomin
ciando quelli malefici afFaie ceree incà
j , ragioni fopra quella inuafara qllo dia
*jt*>u nolo nufci ÒC entro in lei una legione :
£ cioè femila fecento fefTanta fei demo/
niarma pur poi ìlfanéhfTimo uefeouo
dedlo Fortunato lalibero- Hor ecco g
queftouolleidio moftrare che molto
glidifpiace che perfona immóda entri
ÒC dia in fuo tempio-Narra anche du/
no gentile huomo delle contrade diua
leria che réne abaptefmo una gionane
M i fabbato fanfto : ÒC poi lanofte fegué
^ìUxìk te lafuergogno :della quale cofa lamat
dna feguente della pafqua riprehende
dolo laeofeientia incomincio atemere
dentrare in chiefa alla meffa temendo
cheldiauolo no glientraffe adotto: ma
poi pure temédo lauergogna humana
le l tale di lafciatfe lamella pure uàdo :
2>C ftaua Tempre pauroforma perche in
quel di niuno impedimento glincoti o
fece cuore duro ÒC poi ogni di aildaua
alla chiefa immaginàdofi che idio ql/
Io peccato non curaiTe: ma poi lofepti
mo di fubitaméte cadde morto :òC poi
fendo fepolto fu uifibilmente ueduta
ufeire lafiàma delfuo fepolchro: fiche
per qfto giudicio fimoftraiTe che gra/
ue pena lafua anima fofteneua nello 1
fernotlocui corpo morto nelfipolchro
ardeua- Anche amoftrare che per lafa
era lachiefa diuenta luogo didiotòC lo
V-* % ■ demonio neperde lafignoria. Narra ÒC
dice nelpredeéto hbro che confecràdo
egli in Roma una chiefa che era ftata
di heretici rilpopolo nefenti ufeir lode
monio ftridendo come porco 8C potè/
uafi fentire ÒC non fiuedeua « Et poi an
che lanose feguece ÒC laltra fece fi gra
deromorefuperloteétocfS parueche
tutta lachiefa rouinaiTe« Siche per que
fto uolle moftrare cf5 maluolétieri nu
feiua : ÒC ceiTata lapredefta tépefta del
inimico fubitaméte una mattina difee
fe fopra laltare una nuuola da cielo co
tanto odore che neffuno uipote ftare a
fare Iutificio ÒC tutte lelampane faccefo
no g lume celefte- Per lequali cofe uol
le idio moftrare che quello luogo era
tranflatato dipuza ÒC di tenebre a ftato
di fan&i ta ÒC di lume» Hor qfte poche
cofe fiano decSe delle molte efi dire fi
potrebbono amoftrare lariuerétia che
fidebbe hauere allechiefe perche fono
luogho doratione*
CCDimolte fpetie dorationi buone ÒC
ree. pCapitolo-:xii«
r Efta hora allultimo del tradato
della oratione diparlare dimolte
fpetie dorationi ÒC buone ÒC rie : della
quale materia brieuemente parlàdo di
co che alcuna oratione e/ria ÒCinfru/
<3uofa:ÒC alchuna e/buona òC fruftuo
fa òC ciafchuna di quefte ha molte fpe
ueEt quanto alla prima dico che alcu
na oratione fimplicemente e/ altutto
ria :fie quando lhuomo priega per ué/
defta tcioe che idio pericoli ÒC affligga
ìlfuo inimico- Quefta altutto e/cotra
ria alla carità di dio ÒC del proximo :in
ciò che dio padre pietofo uuolfare bar
gelloòCafTafTìno furiofoche facciale
fue uendefte:diquale materia parlàdo
fanfto auguftino dice che quefto tale
molto uitupera idio: incio che fipone
infuoluogho;ÒCdiluipare che faccia
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
chaftaldo SC ufficiale incioche gli dice
che punifca SC pericoli chi lha offefo :
come ueggiamo modanamence che il
podefta O/re&ore della terra fa parla/
meco SC da lafencencia che illadro SC lo
malfattore fiaguafto:SCcomàdapoi
a foldaci ÒC metti cB lafua fencécia mec
tino aexecucione-Hor cofi dice fan&o
Auguftino chi priegha idio che faccia
male adalcrui pare che di fe faccia po^
tefta 5C fignore SC idio faccia metto SC
ufficiale diguaftare huomini- Siche in
uerica gràde uergogna gli fa dandogli
tale ufficio- Cofi anche quefta orario ✓
ne e/concro alla charica del proximo:
loquale dobbiamo amare eoe noi me/
defimi SC ^donargli come noi uoglia^
mo che idio perdoni a noi- Seguicàdo
ilconfiglio SC comandamenco di Chri
fto ilquale dice: pregace p gliuoftri ca
luniacori SC pfecucori- Oiide quefta ca
le oracione e/quella della quale dice il
pfalmifta* Orario eius fiat in peccami
Onde pognamo che ilpfalmifta SC aL
tri moiri ppheci paia che quafi biafte
miando prieghino idio che mandi pia
ghe SC faccia uendefta : nó fidebba pe
ro incendere che quefto dichino p ani
mo fecondo che fando Gregorio dice
ma per rifpedo diprophecia preueden
do SC predicàdo limali SC li giudici che
debbono foprauenire alli huomini pe
loro peccaci ÒC p zelo fanfto indegnan
dofi conerò alli inimici didiorfiche in
foma e^darenere che nittuno che hab/
bia fede ÒC lume didio può ne debba p
gare idio che faccia male adalcri fe no
inrédeffe già p correzione & utilica di
quella tale perfona g cui priegha • Co
me fà&o Piero che pregho idio che la
fua figluola Pecronilla diuécatte infet
ma cernendo che p labelleza delcorpo
no perdette qlla della anima-E unalcra
oracioe ftolca laquale fichiama feima
cica : cioè di quelli che pure muouono
lelabra eoe lafcimia:8C no incedono ql
lo che dicQno: &C credono chome diffe^ ^
Chrifto :ettere exaudici pur per lemol
ce parole come aduiene hoggi dimoia
che cucco ildi pare che mSftichino pfal
mi SC pacer noftri SC no ighioccino nul
la:cioe nullo habbino incendimenco «
Siche diloro fipuo incedere quella pa
rola che ditte idio per Ifaia cioè - Quc
fto popolo madorano co lelabra ma il
cuore loro e/dilungi da me « Conerò a
queftiTali anche dice fandlo Paulo-Io
uoglio inàzi dire cinq* parole che idio
le inceda che dieci milia fanza incelle/
étotSC go come difopra e/defto- lhuo
mo che uuole orare debba I prima pé<
fare la fua necettica : SC poi formare la
fua oracione SC porgerla a dio incenca^
mence- Onde pero incende fanfto Au
guftino-Come uoce fanza modulario
ne e/quafi uoce di picha - Cofi oracio
ne fanza diuocione e/quafi mugico di
bue-Ec pero anche dice- che gioua que
fto ftrepico dilabra fe locuore e/muco
lo- Onde quella diferencia e fra lorario
netche cofifte pure nel mouiméco del
le labra SC quelle delcuore: quale e/fra
ilgrano SC lapaglia : SC fra lafemola SC
lafarina SC fra ilgufcio SC lamidolla SC
fra lapelle dello animale SC lacarre:an
zi quale e/fra lafigura SC lacofa figura
ta- E unalcra oracione che fichiama tù
dicolofa cioè che ne daffare beffe;anzi
et
>o
ra
ta
o
i
d
a
«
il
a
✓
pare che faccia beffe di dio ? SC quella
dimoici ipocriti SC fuperbi : liquali
non parendo loro eiTere peccatori nié/
tedimeno pur priegono g li peccatori:
8C dicono fiate peccatori dinanzi adal
trui per efTere tenuti humili O/uero cB
rigratiano idio de benefici dequali ha
uere credono ÒC no hanno p uerita: co
no uno diquefti tali dice Chrifto nel
lo apocalypfi' Tu di che fe riccho & a
bondante ÒC nulla timanchatòC tu non
ri auedi che tu fe pouero ignudo cieco
mifero &C miferabile- Hora a troppi g
^ certo tocca quefto ingàno che pare lo
s y~ ro elTere migliori che non fono- Nella
quarta parte che una oratione ineonfi
derata 5C impatiente come fu quella di
Helya quàdo atrediato per laperfecu^
rione efi glifaceua lareina Iezabel: pre
gho idio che glideffe lamorte:ma non
fu exaudito gche no era ilmeglio « On
de quefta tale oratione non e/pero da
fare: anzi dobbiamo fimpliceméte co
mettere a dio 6C della morte 5C della ui
ta:come difopra e/dedo: fe non fufle
già quando quefto defiderio dimorire
uiene da perfeéfrffima charita ÒC diper
fediffimo defiderio d^ndare a uedere
ìdio come fu in fcÓ Paulo ìlquale dice
ua-Cupio dilTolui ÒC effe cu* Chrifto-
Et cofi daltri molto gfech dequali ftv
no oggi pochi : ma quàdo iluolere mo
rire uiene da impatientia ÒC tedio diui
uere molto e/reprehéfibile ÒC ftolta co
fa domàdare lamorte: fiche molti che
ficrederrebbono per morte ufeire dipe
naandrebbono morédoforfeamorte
ctterna O/a più graue pena in purgato
rio-Come filegge duno infermo eh in
crefcendogli lainfermita J pregho idio
che glideife lamorte :ÒC aparédogli lan
gelo ÒC dicendogli che glicoueniua fta
re infermo uno anno per purgatonoòC
poi nandrebbe a paradifo/O fe quefto
non gli piaceua fteffe tre di 1 purgano
quello eleffe pure diftare tre di in pur
gatorio inanzi che ftare in quello fpe/
nméco uno anno- Onde morendo poi
lanocle fu lanima menata alpurghato
rio-Lacui pena come dice fcó Augufti
no excede ogni pena di quefta uita- Et
apparédogli langelo poi lamattina ina
zi chelcorpo fuffe foteerrato : ÒC doma
dandolo come gli pareua ftare :quello
nfpofe che ftaua male ÒC lamentauafi
chegli lhaueua inganato incio che egli
glihaueua impromeifo ditenerlo pure
tre di SCegli uera ftato bene uenti anni
alquale langelo dicendo che no era an
cor fepolto ÒC che non era anche hora
diterza nelmondotqllo lopregho chel
lo nfufcitaffe accioche dicédo nelmon
do lagraueza diqlla pena ognuno fuiTi
contento defTere purgato nelmondo j>
infermitadi ÒC per altre aduerfitadi- Ec
cofi nauenne che langelo lorimeno al
corpo:ÒC egli difle poi quefte nouelle.
Hor per quefto ÒC altri exempli mola
fipuo cochiudere che ftolta cofae/cr>
lhuomo chieggha lamorte peroche in
quefta uita o/nellaltra e pure bifogno
che noi fiamo purghati delle opere no
ftre » Hora chofi potremo dire di mol
te altre fpetie dorationi reprehenfibili
cioè quando fidomanda honori come
feciono glifigluoli di Zebedeo-O qua
lunque altra cofa temporale òC conerà
ria allanoftra faluce ; Ma di quefta
tv*
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
materia affai e/dedo difopra quando
r h habbiamo moftrato cF> dobbiamo do
màdare oràdo SC cóe>Ma quanto e/del
, lòratione comédabile SC fruduofa- Po
tremo anche dire SC porre molte fpetie
SC diuifioni tcioe che alcuna fifa co hu
mile affedo-come qlla del publicano :
SC alcuna co puro affedo come fu qlla
di Sufanna:laqualeefTendo falfaméte
giudicata adardere come fidice 1 Dani
eilo:chiamo dio per teftimonio della
fua innocétia« Alcuna con larghiamo
affedo come fu qlla diMoyfe quando
pregho idi o che perdonale alpopolo:
le non fillo caffaiTe delhbro della ui ta-
Et cofi daltri molti dequali no pcedo:
perche mipare che baftì quello che ne
dedo difopra moftrado come dobbia
mo orare : SC pero lafciàdo laltre parlo
i /te*Uìn*W purdiquacrol^nedorationKlequali
* lco Paulo moltra lcnuendo a I rumo
teo quando dice* Voglio chefifaccino
orationi rpetitioni tobfecrationi : SC rin
gratiaméti- Alle quali quatro fpetie tu
die laltre fipoflbno riducere-Diquefte
quattro fpetie dorationi parlando fco
Bernardo fille difFinifce cofi : cice co/
puntione SC domàdo p impetrare alcu
no bene téporale O/ fuggire male nella
quale cofi idio accepta lhumilta dichi
glielporge : poche fireca a honore che
ìhuomo folo allui ricorra ne fuoi bifo
gnirma tutta uia eghpur nefa lafua uo
lonta come glipare ilmeglio « Et go co
me difopra e dedo in qfte poche paro
le cifono bifogno ficfS bafti pure dido
mandargli lanoftra neceffita:SC poi co
mettergli humilmente- Onde qfta ora
rione chiamar Vgho de fando uidore
infinuare tcioe uno dimoftrare a dio il
noftro bifogno tSCpoi lattare fare allui
come fece lauergine Maria nelle nozc
chegli manifefto pure ildifedo del ui
no SC no diffe altro :8C come Martha SC
Maria che ghirlandarono adire che La
zero loro amico era infermo SC non lo
pregauano po che loguariffe«Dice poi
fando Bernardo cB oratiore e/una fa
ticofa ftanza SC gfeueranza negli exer
citi delle battaglie SC de picoli Ipiritua
li- Siche uuole dire in qlto fide fare tu
do ilcótrario che nella peti none: cice
che 1 qftì cafi dee lagfona orare pichia
re piangnere SC mai non reftare infino
che ìdio laiuti come fece lacananea:la
quale domàdaua gratia p lafigluola in
demoniata:p laquale (intende lanima
daldimonio tribolata dimale téptatio
ne:che leggiamo che quàtunqg xpo la
nfiutafTe SC ìfuillanegiafTe chiamando
la cagna niétedimeno pure gfeuero ne
prieghi ifino che fu exaudita fiefc xpo
come uinto lediffe- O femina gràde cs
lafede tua :fia fado come tu hai dema
dato* Cofi anche gliapoftoli pofu nel
la tempefta del mare gridorono a xpo
SC ìfuegliorono dicédo « Signore falua
ci che noi periamo-Pcr laquale cofa ci
da aintéderc che idio per prouare lano
ftra fede cimette a pencoli :SC quafi pa
re che dorma no foccorrédoci tofto g
farci più gridarerSC più gfeuerateméte
lofuo foccorfo domàdare-Et diquefto
anche difopra affai e/dedo SC moftra
to che idio indugia adare p prouare SC
fare crefeere lonoftro defiderio SCfarci
conofeere lanoftra uilta SC lafua bota.
Horgharebbeàche affai copiofa ma
rena amoftrare lanoftra cechira bC pa/
zia:incioche molto più fiamo folled/
ri apregare idio bC g&huomini pche ci
foccorrano nebifogni corporali cB no
fiamo nelli fpirituali: fiche come dice
fco Auguftino tnulla cofa e/allhuox
mo più uile che fe medefimo incio cf>
no i olamente locorpo uogliono netto
bC fano:ma etiàdio lecalze SC fcarpette
èC ogni altra malferma 6C animali :Si/
che p racotagli SC guarigili no guardia
mo ne faticha ne pena-Et lanima infer
ma guarire SC aiutare che no perifca ci
increfce dipure un poco affaticare ora
do 5C ueghiando: Siche aitai e/giufta
cofa che periamo poi che aiutarci gri/
dando SC orando no uogliamo : ma di
ciò più no mipare bifogno didire :per
che troppo Ciuede quefta noftra trifti
ria g cotinua experienaa« Voglio adii
que dire che oblecratione fie una labo
riofa mftantia SC perfeuerantia agrida
re a dio quàdo fiamo 1 pencolo dibat
taglie fpirituali- Et aquefta fpetie dora
tione pofliamo ppriamente referire lo
ratione di xpo quando come dice fan
éto Lucarcombattendo contro allo a/
more naturale della carne perloquale
no uoleua monre : fudo SC trangofcio
quafi gocciole difangue SC pofto I ago
nia prolixaméte oraua-Onde amoftra
re che idio foccorre aqlli che cofi com
battonotfogiùgne fco Luca che lange
lo gliapparue SC confortollo-Onde cer
tono fono excufati quelli che leggier
méte caggiono SC perdono nelle batta
glie fpirituali rpcioche da loro nigligé
tia uiene incioche no farmano SCgnda
no a dio :ne afpedtano ilfuo aiuto pfe
uerantemcte:che per uerita fe noi cofi
gridaffimo in qfti gicoli fpirituali:co
me facciamo necorporali dacqua O/di
fuocho o/dinimici:nó periremo mai:
poche idio uolentieri aiuta chi faiuta:
SC grida allui * Onde egli dice nelpfal/
mo Jnuoca me 1 die tribulatióis :eruà
te SC honorificabis me 6C c«Onde di q/
fta nigligétia mi pare che uoglia ripre
hédere fco Paulo alquàri che leggieri
mente cadeuano quàdo dice-Nó haue
te anche cóbattuto cotra ìlpeccato mfi
no alfangue:cioe come xpo cóbatten^
do orando tràgofcio difangue fiche g
certo e/uero qllo che dice fco Giouan
ni bocca doro: cioè che nifTuno ha ma
le fe no da feftelTo:goche come anche
dice fco Hieronymo-Debole e/loini/
mico che no può uincere feno chi uuo
le efTere uinto- Aquefta fperie doratio
ne fapartiene quella pane delleletanie
quàdo fcongiuriamo idio SC diciamo-
Per miftenii fcé incarnationis tue libe
ra nos drie*Et cofi g paflioné SC cruce$
tuamrSC c-Nelle quali parole gliducia
mo amemoria glibenefid che ciha fa/
&i SC fcongiuriallo che pur riama qua
tunque indegni p lafua antica SC ufata
bontà- Dice poi fco Bernardo che ora
tione Gè una dolce afflizione danima
che facofta a dio SC una familiar SCdol
ce cólocutione- Et diquefta mipare cf>
intendere xpo quàdo diiTe alla famari
tana che idio era fpirito SC pero richie
de adoratori che ladorino in fpirito ÓC
uerita :cioe in uerita leuando lointelle
fto apenfare diluì ÒC in fpirito cioè pu
rificando lo affefto 6C infiammarfi ad
dile&arfi in folo lui» Et a quefto flato
dii
(appartiene SC e/bifogno che lama fia
purirtima SC habbia ulte lebaccaglie SC
lepartìoni carnali :fiche l folo idio fidi
ledi- Et i quefto ftato ilpfalmifta qua
do diflfe » Renuit anima mea cófolari :
memor fui dei SCdelettatus fum-Et co
Ù conforta SC dice- Deiettare in dno SC
dabit tibi petitiones cordis tui:cioe da
rattifi auedere SC aguftare poche 1 que
fto ftato lanima no può altro doman
dare:anzi ogni altra chofa glie pena SC
pare amara come leggiamo di fco Au
guftino delquale contiamo che glidif
piaceua ogni opera 5C bene fecolare p
ladolceza che fenriua di dio cótemplà
do labelleza della cafa di dio laquale a
maua- In quefto ftato era àche Dauid
quàdo dilTe- Deus deus meus ad te de
luce uigilo-Sitiuit i te anima mea qua
multipliciter tibi SC caro mea- Et ancor
in quello altro pfalmo-Q.ua diletta ta
bernacula tua dne uirtutu : cocupifcit
6C deficit anima mea in atria drìi - Cor
meu SC caro mea exultauerùt in deum
uiuù-Et I quello altro pfalmo-Defecit
caro mea SC cor meu$ deus cordis mei
SC pars mea deus in eternu$«.Nelle qua
li tutte parole no uuole altro dire feno
che fi era abforto in diledlofi penfieri
che no fecondo ileorpo : ma fecodo la
nima in quefto modo altro che lui no
poteua defiderare-Onde fopra leprede
de parole* Cocupifcit ÒCdeficit anima
mea i atria dni- Dice fan#o Gregorio
che fono alquàti giufti che pognamo
che defiderino idio no fono pero in tu
&o morti almodo:ma purequefteco
fe auenga che meno che idio: ma alcu
ni altri tono fi perfetti chelforte defi/
derio di dio altutto fpegne 6C mortifi/
ca in loro ogni defiderio dimondo- Et
quefti cofi perfetti dice fantto Paulo-
Voi fiate morti SC lauita uoftra e/na^
feofta con Chrifto in dio:cioe uuoldi
re- Voi fiate morti almondo SC alli fen
timéti carnali: SC hauete uoftra uita SC
diletto pure debeni fpirituali-Chomc
ueggiamo g corrano che fono fi bruta
li che quafi come beftie nulla fentono
di dio: fiche come dice fantto Paulo:
lhuomo animale no percipe lecofe di
dio: ma paiongli ftoltitia:ma lofpiri/
ruale giudica SC difeerne ogni cofa - Si
che in fomma uoglio dire che in moh
ti lanima e/diuentata carnale:SC 1 mol
ti altri lacharne e/diuentata fpintuale
SC fecondo lafentétia di Chrifto quiuì
e/illoro cuore doue e/illoro theforo :
cioè in ciclo- Quefti tali fpefle uolte o
rando fono rapiti in exceffo diméte SC
perdono ìfentiméti- Et dimolti anche
fitruouache perloforte rapimctodel
cuore etiamdio locorpo era leuato ftv
pra laterra-Come fitruoua difeo Tho
mafo daquino SC difantto anfelmo SC
della magdalena SC daltri molti- Truo
uafi anche di fantto Antonio che po/
nendofi una fera I oratione fu fatto in
excelTo dimente : SC ftette ginocchioni
con la faccia uerfo ìlcielo uolta infino
alla mattina feguente che non fifenri:
SC allhora fifenti quando leuàdofi ilfo
le SC ilrazo fuo ghriuerbero ne gliochi
onde tornando in fe filamento delfole
SC diife:oime fole: perche tilieui i mia
noia che mai leuato SC impedito diue/
dere lachiarita deluero fole- Hor ueg/
gho che troppo farei prohxo diproce/
dere in qfta materia tanti fono gli exé
ph SC lauttoriudi che ci dimonftrano
i.
t'
laexcellétia diquefta uera oratione i Si
pero bafti qfto poco che dedo ne brie
ueméte:cioeche oracione perfedafie
uno dolce acoftaméto amorofo della/
nima co dio nel quale nulla lidomàda
co Kgua ma dice col pfalmifta col cuo
re<Mihi adherere deo bonù eft rponer
in dno dco fpem meà-Et anche una pe
tri a dno hàc requirà :uc inhabiré ì do/
mo dni omibus diebus uite meetut ui
deam uolutaté dni 6C uifitem templu*
eius SC é« Laquarta fpctie della oratióe
dicemo che e/ringratiamento- Ec qfto
dice fando Bernardo che e/ in memo
ria de benefici di dio una indifiaete ÒC
inrefletfa inrcntione quafi uno nfolui
mento dicuore SC tràfformaméco 1 dio
fiche qui fiuirifica quello che dice fan
do Paulo:cioe che chi faccofta codio
e/uno fpirico con lui-Et a qfto cinuica
fando Paulo quado dice- Orationi fta
te uigilantes in ea I gratiarum adione
6C o Et diquefta mipare & parh ilpfal
mifta quando dice- Adiutor meus ubi
pfallà:quia deus fufeeptor meus es de
us meus mifericordia mea« Ec anche a
pud me orario deo uite mee dica$ deo
fufeeptor meus es 6C o Nelle quali pa/
re no uuole altro dire fe non che oran
do longratia defuoi benefici- Hor qui
altro no dico diquefto ringratiare:per
ciò che come promeili nefaro fingula
re tradato ne fcquenti capitoli fiche p
hora bafti qui quefto tanto hauere de
do della orarione SC delle fue fpetie 6C
qualità - Puoffi anche diuidere loratio
ne i oratione che lhuomo fa p fe &C in
oratione che lhuomo fa p altrui- Del/
la prima no dico alcro«Ma della fecon
da quefto fugiughoicioc che molto li
conuiene edere pfedo p fe quello che
piglia ufficio dipregare per altrui :ficB
preghiamo che lhuomo per charita &C
con uergogna debba preghare p hfuoi
proximi uiui ÒC defundi maximamen
te p quelli da quali/O per quali riceuia
no helymofina pure no fidebba haue
re rifpedo aguadagno come fàno mol - 1 >
ti liquali no baftando apregare p fe tu
do di uanno cercàdo danari promette
do difarne orationi gradi- Siche p que
fto modo uédono lemeffe 6C lorationi
iniquamcte-Hor diquefti troppo fipo
trebbe dire dimolti insani che fanno r
maalultimo eglino ingioiano pure lo
ro medefimi poche pognamo che egli
non faccino qllo che promettino/o ue
ro che leloro orationi a dio non piacci
no pure quelli eh fafidano alloro non
hanno dano poche idio giufto rifpon
de alla loro buona intétionetSC quefti
tali paga poi della loro negligenti^ 6C
ingàno- Come fitruoua duno prete cf>- Coj/i .
riceuette una fchiauina da uno pelle/
grino pche nedicefle mefTe dopo lafua
morte laqual cofa pche no fece folleci
tamente fu poi 1 uifione menato algiu
dicio bi quella fchiauina calda bollita
gli fu gittata neluifo : fiche tornado in
fe trouodi tutto iluifo arficciato- Hor
Ùmili altri exempli aitai fitruouano p
gliquali fimoftrano che grande giudi
ciò torna a quelli che pigliano falano
per preghare idio per altrui SCno ne fo
no folledti ÒC no fono difufficiéte uita
CCome dobbiamo laudare idio in tu
de lefue opere* Capitolo-xiii-
diù
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
Firenze.
Pai. E.6.2.7
eT pche come difopra e/de£to par
te ÒC fpetie doraciooe fie dile&arGi
in dio SC lui lodare ÒC ringratiare:ueg/
giamo hora più diftintaméte come ÒC
perche dobbiamo idio lodare ÒC rigra
tiare- Et imprima ueggiamo della diui
na laude laquale glirendiamo òC faccia
mo Hymni ÒC Pfalmi ÒC Canrici fpiri
ruali-Et dico che aquefta opa ÒC adro 1
prima cinuira ÒC induce lafan&a fcrip
tura :laquale in molti luoghi accio cin
* W duce : ÒC maximaméte Dauid loquale
in molti p£almi a queflo ciprouoca òC
r induce dicendo : laudate ÒC benedicite
O/iubilatermagnificate o exultate dio
Nelle dede tutte parole nonuuoleal
no dire fe non che Tempre dobbiamo
idio lodare riprefentando lafua bontà
Ma de molti fuoi defti nepognamo al
quanti come e/ quello p loquale dice •
Immola deo facrificium laudis 8C c-Et
laudate pueri dominus ÒC e- Et cofi po
tremo ricordare molti altri pfalmi co/
me e/Lauda anima mea dnm « Et Lau
date dnm:quomà bonus eft pfalmus*
Ec Lauda Hierufalem dnm- Et Lauda
te dnm omés gétes-Liquali tutti inco/
minciano da quefto uocabolo laudate
O/cantate o/daltri fimili- A quefto an
che ciamunifce lo ecclefiaftico quàdo
dicetcon tutto ilcuore laudate ÒC bene
dite ilnome didio-Et fandto Paulo nel
la epiftola ad hebreos dice: offeriamo
facrificio ÒC laude fempre a dio-Et fan
dolouanni nello apocalipfi diceche
udi una uoce che dille- Dite ÒCdate lau
de a dio noftro tutti uoi fan<fh fuoi ÒC
che temete idio piccoli ÒC grandi-Et co
Ù potremo dire allegare molte altre
fcripture lequali allaudare idio cinui/
tano ÒC confortano- Nella feconda par
te dico che allaudare dio cinduce ogni
creatura rperoche i eiTe ÒC per effe cono
feiamo ÒC prouiamo lafua bontà: cioè
uoglio dire che pchelecreature lodeb
bino laudare come fommo artefice efi
lefèce ÒC come fignore cortefe che per
noi lefece ÒC a noi ledona-Et quanto al
prio rifpefto lodobbiamo laudare fe/
condo'quello prouerbio che dice lope
ra loda ilmaeftro teioe uuole dire labo
ta del maeftro ficonofee allopera: che
fa come ueggiamo che uedendo label
la dipintura laudiamo ildipintore ÒC g
lafcriptura lofcriptore:ÒCcofi dellaltre
opere ÒC operatori- Et per quefto rifpe
&o fu fadto quello cantico di Daniel/
lo cioè- Benedicite omnia opera domi
ni domino melquale quafi tutte lecrea
ture fono inuit^te alaudare ÒC benedir
re idio :cioe che glihuomini per effe lo
debbono laudare uedendo lafapientia
ÒC bontà -ÒC laomnipotentia delcreator
per quefte ÒC in quefte uifibih creatuf
Et cofi per quefto rifpedo fu fado ql
lo pfalmo - Domine drls nofter quam
amirabile eft nomen tuum:6C c- Quo
niamuidebo celos tuos opera digito/
rum tuoni lunam ÒC-ftellas que tu fun
daftitòC c-Et quellaltro laudate domi/
num de celis tlaudate eù 1 excelfis :lau
date eu fol ÒC lunatòC c-Et cofi molti al
tri Hymni ÒC Pfalmi ÒC Cantici :per li
quali fiamo amoniti dilodare ÒC ama/
re ìlfadore ÒC lefaéture ÒClopere fue co
me dicio cida anche exemplo ilpfalmi
fta quando dice-Deledtafti me domi/
ne in fa&ura tua:6C I operibus manuu
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
tuaru exultabo- Siche per quello mo/
do come fidice nellibro della fapiecia
per quefte belle ÒC gradi opere uifibile
portiamo òC dobbiamo uenire in cono
fcimenro delfignore ÒC amore ÒC del fa
dorè ÒC fommo artefice idio inuifibi/
le- Siche come dice qllo diuoto Vgho
de fando uidore:quefte cofe i fe ama
re no fidebbonotma in dio ÒC per idio
che lefece : ÒC pero ciamunifce fcó Au
guftino ÒC dice- Se lecreature tipiaccia
no idio in loro lauda fiche quello che
a te piace tu allui non difpiaccia-Et pe
ro anche dice cóciofiacofa che ogni co
fa fami inquàto cipare utile ÒC buono:
uergogna citorna dinon amare molto
più colui che £ noi lefece utile ÒC buo/
ne. Et qui fimoftraòC tocca lofecondo
rifpedo ÒC la feconda ragione ÒC cagio
ne dilaudare idio nelle creature cice g
che celedona ÒC fece p noi come poffia
conftxeda didarci femedefima-Et cofi
dice anche fando Gregorio che gride
marauigha e che Ihuomo fempre non
lauda idio : perche ogni creatura allui
laudare ci inuitatma hoime come dice
fando Gregorio cioche riceuiamo da
dio aufo diuita guertiamo aufo dicol
pa ufandolo : fiche facciamo come chi
ferifTe altrui con quello coltello che ql
10 ghhaueife donato- Et eòe dice ugho
de feo uidore-amodo dimeretrice più
amiamo lodono che lodonatore:ÒC pe
ro e/che giufta fententia di dio che in
quefte òC co quefte creature idio dper
cuora ÒC tnbuh co lequah ÒC per lequa
11 più che lui amandole tutto dioffen
diamo*
CChome dobbiamo laudare idio ne
fandi per 1 loro dimoftro fingularmc
te lafua bontà* Capitolo- xnii-
A auengha che in tutte lecreaturc
mo dire p exemplo chio poiTo ÒC deb/ 111
bo laudare uno dipkoreduna fuabel^**-idiofia laudabile ÒCcomendabile
la dipitura per dua nfpedi:cioe perla per li prededi rifpeditpur molto più
bontà inquanto lafece ÒC per lafua cor
tefia fe meladona-Hor chofi dico dob
biamo laudare idio nellecreature iquà
to lefece perche I ciò fimoftra lafua fa
pientia ÒC bontà: ma molto più che ce
ledona ÒC fecele a noftro ufo-nella qua
le cofa lafua carità uerfo noi conofeia
mo-Come trouiamo p lafcriptura che
poi che hebbefade tutte lecreature fe
ce Ihuomo fignore di tutte:ÒC diffe fa/
ciamus hominé ad imaginem ÒC fimi/
litudiné noftram:òC prefit uolatilibus
celi bi pifcibus maris ÒC e Et pero dice
fando Auguftino che gràde fegno de
la bontà diuina fie che ogni creawra e
Ctmoftra laudabile ÒC comendabile ne
fuoi fandi:liquali giuftificho òC doto
ditanri ÒC tah" benefici che in loro prò/ *
priamente più che I altra cofa riluce la iMtdfitt tei)
imagine della fandirtìma trinità :cioe ^
potentia:fapientia : ÒC bota:ÒCimpero Jc^hh Vuji'
allaudarlo diquefta opera cinuita ÒC in
duce ilpfalmifta dicendo- Laudate do
minum i fandis eius- laudate eii in fir
maméto uirtutis eius « laudate eum in
uirtutibus eius «laudate eum fecunduj
multitudinem magnitudis eius«Et di/
cho che idio moftra laXua potentia ne
fuoi fandi più che in altra cofa: incio
che huomini debili x carne humana fc
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
celi poteri che uinfono ledemonia : fu
fcicorono morti :mutorono glieleméti
fiC patirono crudeli ÒC infiniti tormeti:
SC feciofi beffe della morte 6C dogni pe
na<Onde go dice fando Bernardo«Ni
una cofa cimoftra cofi chiaramente la
omnipotentia deluerbo incharnato co
me quefta :cioe che fa diuentare omni
potenti quelli che in lui fperano-Que
fta omnipotétia conofceua fà&o Pau
lo da Chrifto quando diceua»Ogni co
fa poflo in colui ÒC per colui che mico
forta cioè Chrifto:ÒC pero diceua òC af
fermaua che dalla fua charita no lopo
trebbe partir ne penarne morte :nequa
lunque creatura-Et fan&o Auguftino
parlando del tormento ÒC martyrio di
fando Vincentio dice: eh marauiglia
fe in colui uinfe Vincétio rloquale uin
fe ilmondo«Et fugiugne:Se in quello
martyre penfiamo lahumana fragilità
no e/credibile:ma fe cipenfiamo lauir
tu diuina no cidebba parere impofììbi
le<Onde pero niffuno difua uirtu pre/
fummarpoche fè noi contro agliherex
tici rispondiamo fauiamente da dio e/
non noftra fapientiaròC che noi gli tor
menti portiamo da dio e no noftra pa
rientia- Et cofi ilpfalmifta li riconosce
dicédorFortitudo mea ÒC laus mea do
minusròCdiligaste domine fortitudo
mea< Et 1 domino confido- Et deus me
us patientia mea òC altre fimile parole
Onde che diquefto dono 6C diqfta gra
tia folo idio fia da laudare moftra qua
do anche dice-Mirabihs deus I fanftis
fuistdeus ifrael ipfe dabit uirtutem ÒC
fortitudine plebi fue benedi&us deus.
Et di quefta opera mirabile intefe egli
quando difTe« Mirabilia opa tua ÒC ani
ma mea cognofeet nimis-Laquale pus
rola exponédo labbate Erremone co/
me narra CaiTiano nelle collationi de
fanfti padri dice cofi :bene pcerto miV }^ ^ ' '
rabile opera di di o huomo carnale po
fto in charne fragile hauerfi fi fpoglia
to ogni affeéto carnale che infra tati ac
adenti didiuerfe fortune chegli occor
rono tengha uno fermo ftato dimente
immobile ÒC inuariabile:quefti per ue
rita moftra I fe expreffa imagle di dio
loquale mai no fimuta* Siche ben fiue
nfica quello che dice fando Gregorio
che lamifuetudine ferua in noi ladiui
na imagine- Onde per quefto rifpefto No^
difTe ilpredefto abbate Eriemone che
lamente delgiufto e/come uno fugel/ U fto<
lo didiamàte òComi cofa che gli occor O*^ 1
re e/come cera: fiche in ogni cofa ipri *
ma lafua imagine ÒC mai non laperde:
ÒC per contrario laméte dellhuomo r car
naie e/come cera ÒC ogni accidéte 6C co
fa glie come uno fugello alla cui ima/
gine Sconferma :fiche fiuaria fecondo
uari accidenti dhonori ÒC diflionori ÒC
diprofperita O/dauerfita < Hor diqfta
materia cioè diforteza che dio dette ÒC
da a fuoi fri affai altre fcripture ÒC exé
pli potremo qui porre come di fanfta
Lucia : laquale diceua che era tépio di
dio: moftrollo icio che per niffuno in
gcgno ne forza quello Pafcafio tyram
no lapote uincere ne mutare « Siche in
lei fiuinfico quella parola del pfalmo-
Deus in medio eius no comouebitur-
Et quellaltra- Qui confidunt in domi
no ficut mons fyon non comouebitur
in eternimi' Ma perche farebbe troppa
prolixa cofa non miextendotmabafti
pur quefto tato che dedo ne/amoftra
re che idio e/ da laudare per lapo te tia
8? ^ SC forteza che dette a fandi fuoi- Cofi
" portiamo dire che e/da laudare p lafa
pientia che cocedette loro:fiche come
elli promiffe neluàgelio dette loro fen
no SC fapientia alla quale no poterono
refiflere ne contradire tutti gliauerfari
loro-Onde pero dice fando Augufti/
no che de maggiori miracoli che cofer
mo lanoftra fede fie quefto che co po
chi ydioti 6C féplici huomini idio mu
to SC allumino della fua fanda fede li
phvlofophi SC faui modani: K atterro
SC rece ualere niente ogni aftutia mon
dana SC phylofophia cohme fimoftra
in fando Stephano SC in fanda Cha/
thenna 6C in altri fandi liquali difpu/
tando colli hej^wci SCcon giudei SC co
faui mondani glifedono ualere niente
Bene adunque e/da benedire SC da lau
v dare tale maeftro: ilquale di huomini
grofli fece cofi fornii SC aftuti difputa
tori SC discepoli- Onde fàdo Hierony
mo parlando diquefta parola che dice
fando Giouanni cioè- In pricipio erac
uerbumrdice Giouàni ruftico pefeato
re indotto ronde qlla uoce certo fu dal
fommo maeftro- Et po come elfo xpo
diifc- Vno e/ilmaeftro uoftro idio- Si
che come dice fando Auguftino-Po/
gnamo che leparole SCghamunimenti
degli huomini fieno certo aiuto pure
principale maeftro e/quello che tiene
lacathedra in cielo-Et pero fando Gre
gorio dice che in uano fafFaticha lalin
gua delpredicatore fe lofpirito fando
non lauora détro nelcuore- Come adù
>
i
c
r
?
E
)
»
>
ì
> No^
C f (Vip*
r
i
que fidice neUibro dellafapietia-Ogni
fapiétia e/da dio- Et po come dice fan
do Iacopo chi nha bifogno dallui la/
dimandi ilquale laconcede uolentieri:
SC no nmpruouera-Grande adunque e
percerto quefta cortefia didio che huo Y
mini femplici follieua a conofeer leco
fe interne fuperne SC etterne SC preterì
te SC occulte SCfu ture- Siche come diffe
chrifto a gliapoftoli ciò chegli udi dal
padre riuelo loro- Quefta reuelatione
SC fapientia humileméte cófeffaua fan
do Paulo da Chrifto quàdo parlado
debeni inuifibili SC dicendo mai cuore
dhuomo glicomprefe ne orecchie udi
ne lingua potè explicare fubgiungne-
ma idio a noi gliha riuelati SC lofpiri ✓
to fando fuo • Et cofi dice ad Galatas
che ladodrina delleuangeko non heb
be dallhuomo:ma p reuelatione di le
fu chrifto- Hor dico affai potremo di
retma paffomene per no effere rroppo
prolixo : SC perche anche difopra i par
te ne/dedo quando laoratione comen
dando diffi che per e(Ta lanima e/allti
minata della diuina fapientia SC feien
tia-Nella terza parte dico che cifimon 3 j aXfr
ftra idio laudabile SC comendabile per
lagratia SC mifericordia fua per laqua
le molti peccatori immondi SC pefìimi
giuftifico SC mondo SC fecegli fuo tem
pio SC fuo habitacoloto ueraméte mu
tatione della man diritta di dio- Leuia
ci adunq$ dimeza node allaudare dio
come faceua ilpfalmifta fopra ligiudi
ci della fua giuftificauone che chi no
fimarauigli SC marauigliando non fin
folua in giubilo SC in laude quando in
fe o/in altrui uede fi nobile mucamen
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
to t cioè che lhuomoluxuriofo cimerà
corinéte 6C puro come angelo» Et lhuo
y $ mo iracundo diuéti agnello ÒC màfue
to Jlrapace 6C auaro diuenti largho- Il
fuperbo diuenti humile:6C quello che
era figluolo dira diuenti uafello digra
tia- Per gratia pcerto e/qfto mutarne/
co eoe moftra ianfto Paulo in fe 6C al
tri molti peccatori dicendo- Doue abo
do ìlpeccato fopra abondo lagratia :SC
cofi anche diceua-Gratia dei fum id-cp
fum- Et anche :nó ex openbus iuftitie
que fecimus nos: fed fecundum fuam
mifericordià faluos nos fccit 5Cc-Et an
che:no eft uolentis neqs currentis fed
miferentis dei- Diqfta tale materia an
che aliai potremo dire : ma parmi che
debba baftare quello che ne de&o ma
ximamente gche diquefta gratia &Cmi
fericordia cioè che idio uolentieri fa a
peccatori l parte difopra e/deéto SC an
che nedireno allultimo parlàdo della
humile confezione per laquale idio fi
prouoca affare mifericordia alpeccato
-re cofi àche fipotrebbe ancor affai par
lare della giuftificationemoftràdole
, richeze delle gratie che idio da apecca
tori SC fana liquali giuftificatma p no
dire troppo parmi che debba baftar ql
che brieueméte difopra e/deélo nel-x-
r- A . QfiJifa capitolo doue moftràdo come ilbene
della gratia della charita excede ogni
altro bene dimondo- Nella quarta par
te dico che idio e/dafommaméte loda
re nella glorificatione defanfti icio cf>
non folamente nellaltra uita:ma pure
in quefta fa ÒC farà loro tanto honore
che come ueggiamo maggiore teucre/
àa fifa auna piccola reliquia duno fan
&o che auno imperadore- Onde parla
do feo Auguftino dello honore che Ù
fa allegno della croce:5C udendo argo
métare che molto maggiore lo farà al
fuo feruo eleéto dice cofi-Lacroce che
era fupplicio de ladroni e/ditanta riue
rentia che ella fifa in fronte allimpera
dori - Et fe tanto honore fa Chnfto al Wofc
tormento fuo: hor quàto maggiore lo
farà allo ele&o ÒC diledlo fuo :cio uuo
le dire che ìllegno che non intende il/
qaul fu in tormento diChrifto tato e,
honorato: molto più uuol fare 5C uuo
le che Sfaccia honore al feruo 8C dile/
£to fuoalquale ilporta in cuore in per
charita SCnelcorpo per purità 6C fandti
ta-Onde per ilpfalmifta péfando ilgrà
de honore che idio fa a fandli fuoi di/
ce- Nimis honorati flit amici tui deus
nimis cófortatus eft principatus eorù
Che perche egli parue che Ihonore el
premio excedeflè ilmerito dice che gli
pareua troppo-Et cofi e/percertofe no
che allo fmifurato buono idio no gli
pare troppo ogni honor efr fare cipuo
auengha chep uerita malcambiato ne
fiat cioè che mai no e/tàto amato qua
to egli ama : ne tanto honorato quàto
egli honora :ma ohimè che quefto no
penfano molti feonofeéti cani ÒC nbal
dirperoche più torto uogliono feruire
con pena SC co dif honore almondo ct>
con dileéìo & honore a dio • Onde po
contra quefto errore indegnàdofi Un
ciò Gregorio dice- CelTatione da fati/
che comanda idiotma lanoftra mente
paza più tofto uuole feguitare le cofe
delmondo con pena SC con faticha che
fotto meteerfi algiogho didio foaue 5C
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
lieue- Siche come fpeffe uolce dico più
fono glimartyri deidiauolo che quelli
di dio-Onde a qfti tali dice idio g Ifa/
ia propheta: hauete lafciaco me figno
re benigno feruirete a (ignori crudeli:
iquali non uidaranno reeje ne di ne no
de«Hor fopracio aiTai dire fipotrebbe
a moftrare come grande e/ diferétia SC
difguaglio fra feruire a dio SCferuire al
peccato : ma baftì hora qfto poco che
dedo ne/maximamente gche difopra
comendando lacharita in parte ne toc
catormoftràdo come fono cotrari glie
fedi della charita a quegli della cupi /
dica:ritornando adunqs a qllo che pri
cipalmente propuofi: dico SC conchiu
do che dobbiamo laudare idio nefan/
di fuoinncioche in loro moftra lafua
excellentia SC bontà cocedendo loro la
fua potentia SC lafua fapienna SC lafua
^ratia SC lafua gloria: fiche bene fimo
ìtra forno SC buono artefice in coCl bel
la SCfomma opera*
CCome dobbiamo laudare dio ne fa
di perche ceglihadari p padri SC mae/
ftri SC frategli. Capitolo- xv<
€T\ Aperunaltro nfpcdopiu dolce
^ I 6C più utile :dico che perdebito di
giuftmaSC di charita debbiamo Idio
laudare ne fuoi fandi incio SC gcio cB
per noi glifece tali SC dacegli per pafto
ri SC per padri SC p auocati SC per mae/
ftri SC per fratelli- Siche adùque fiamo
tenuti idio laudare pe beni che afa: SC
da quanto alcorpo:quanto molto più
certo di quefto cofi cxcelléte dono del
quale ciprouede per falute dellanime*
Hor g harebbe copiofa materia apar/
lare della charita de fandi uerfo dinoi
SC della molta utilità che nericeuiamo
Et pero abreuiandola dico per fomma
charita dette a fandi patiétia che cipo
tedino foccorrere ne noftn bifogni SC
pericoli come tutto di ueggiamo SCleg
giamo che feciono SC fanno quàdo da
noi fedelmente fono ìnuocatirSC pero
fu dedo a Job tribulato: chiama fe e/
chi nfponda SC cóuertiti apregare alcu
no fando che taiuti- Et qfto aliai mo/
ftra chiaro ne miracoh che feciono SC
fanno li fandi SC giufti huomini l aiu
to delle noftre anime SC de noftn cor/
pi :ma fra glialtn SC fopra tuta ftàlici/
pale SCcapitale e/lauergic maria laqua
le come madre piatofa SC fingulare ad
uocata depeccatori SC auerte lira didio
da noi :SC ipetraci lafua gratia SC lafua
mifericordiatcome tuttodì prouiamo
ma non mi extendo a laudarla qui per
cioche farebbe troppa lunga materia «
Detteci anche dio certi fan di SC pafto
ri per prelati concedendo loro alidori
ta di abfoluere noi da peccati SC dimi/
mftrarci glialtri facraméti maximamé
te del corpo SC del fangue fuo :p li qua
li ciringeneradìno in nuoua uita:SC di
uentauino figluoh di dio«Nella quale
cofa ìlnoftro benignifTimo fignor dio
molto moftra la fua charita uerfo noi
incio che partendoti diquefto mondo
alpadre lafcio SC ordino g fe iuichari a
procurare lanoftra falute preuedendo
lenoftre future ifermitadi- Onde SC pe
ro qfti tali redori SC medici noftri fpi
rituali douiamo hauere in reuerétia co
me Chrifto rperoche in fuo luogho ci
fono dati come egli moftra dicendo al
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
li apoftolichi ode uoi ode me«Hor co
fi polliamo dire che dette loro fapien
ria per laquale cipoteiTonoamaeftrare
Onde come dice fcó Piero: dallo fpiri
to fancìo fpirati parlano ìfandi huo/
mini di dio: ÒC cofi fcripfono 5C fecio/
no libri in nequali dopo laloro morte
quafi come in uno fpechio uedeitìmo
quello che haueltimo affare ÒC che te/
nere 2£ che fperare òC che credere : fico
me dice fandto Paulo : ciò che e^fcrip
to e/fcripto anoftra docìria ÒC anoftra
correzione» Nella terza parte dico che
idio ciha dati ìfandh per noftro exem
pio ÒC guidatori ficome difle Chrifto
di fe cofi dico deglialtri che cihàno da
to exemplo difar come feciono eglino
cioè dinfiurare ìlmódo cólefue delitie
5C portare lepene in patientia- Onde g
che diquefto maximaméte cidette exé
pio xjxkòC glialtri fandi fancto Pau/
lo poi che hebbe decto nella epiftola
ad hebreos:che lifandh per fede uinfo
no iregm rcioe difpregiàdogli ÒC porto
rono I pace defTere fegati ÒC uccifi afFer
ro fugiungne: noi adunque hauédo tà
ta nube diteftimoni cioè uuoldire tan
ta multicudme di exempli per patien/
tia corriamo alla battaglia ppofta nf
guardando principalméte allo adore
della fede di Chrifto Icfurilquale prò
ponendoti lettemo gaudio fofténe la
croce ÒC difpregio ogni uergogna ÒC di
fhonore-Perche adunq$ come dice fan
do GregoVio* Viua elezione e^lauita
de buoni òC più muouono gli exempli
che leparole. Inexcufabili fiamo tutti
amatori delnìodo poi che conofcendo
laueritadelleTcripture ÒC hauendo tan
ti exempli òCaduocati no torniamo a
penitétia-Onde pero diffe Chrifto nel
lo euàgelio a giudei che fe egli no fuf
fe uenuto ÒC no hauefle parlato no ha
rebbono peccato a nfpedo che pecca/
no difpregiandolo:ÒC pero fugiungne
ma hora niuna excufatione hanno del
peccato loro :imperoche eglihanno in
odio me ÒC ilpadre-Et cofi anchor dice
che ìlferuo che fa lauolonta delfuo fi/
gnore ÒC no lafa fia molto battuto :ma
quello che non lafa perche no lafa fia
battuto poco«Hor fopra ciò molte al/
tre cofe dire fipotrebbono amoftrar la
graueza diquefto peccato indo che ta
to beneficio difpregiamo : ma per non
multiplichare tante parole conchiudo
brieueméte ÒCdico che dobbiamo idio
laudare ÒC ringradare ne fuoi fandi co
mendàdolo dicofi nobile opera ÒC fi g
che egli ciha dati per redon ÒC aducca
ti ÒC maeftn ÒC guidatori-Et per quefte
confiderationi fordino difare fcfta de
fandi cioè e/g laudare idio che glifan
difico ÒC glorifico. Et g uedere perche
uia nàdorono alcielo: ÒC defiderareda
dare afta re con loro ÒC inuocare ìlloro
aiuto ne noftri bifogni«Che ficoe dice
fando Hieronymo lifandi ftando in
terra quàdo di fe anche erano I dubio
potcuano aiutare li peccatori ÒC idio g
loro tante gratie fece almondo:molto
più certo dobbiamo credere che hora
che fono I più charita ÒC in fecurita ÒC
meglio conofcono gli noftri pericoli:
ÒC fono uniti allo omnipotéte ciuorrà
no òC potràno aiutare feglifapremo di
uotamente pregare ÒC honorare:ma co
me chi bn guarda affai può uedere che
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
pare che faccino beffcdi dio SC diloro t
indo che nelle loro fefte non incendia
mo allaudargli SC penfare laloro uita:
ma agiuchare SC aUuxuriare SC affare o
gni male: fiche più peccati fifanno co
muneméte inundi di fefta che in rutta
laltra feptimana:fìche più tofto fipuo
dire che prouochiamo Chrifto SC gli
fandi contro a noi che noi gliprouo/
chiamo auocati per noi peroche come
dice fando giouanni bocca doro nelli
bro della compunzione- Si altucto ue
gniamo alcotrario diquello che fece SC
comàda Chrifto tche chi bene penfaf
fe daluno lato lanoftra proferitone SC
fede SC dallaltro la noftra uita chiara/
mente uedrebbe che imaggiori nimici
che habbia xpo fono lifuoi fedeli ma
ximaméte certi cherici 5C prelati liqua
li debbono effere in terra in luogho di
Chrifto ? Onde diquefti tali parla fan
do Bernardo SC dice-O buon Iefu tu/
do ilmondo par che habbia fado con
giuratione contro a te per perfeguiqre
te SC ituoi fedeli SC quelli in quefta per
fecutione fono primi SC capitani hqua
li tu hai coftituti per te uicari fopra la
chiefa laquale ricomperafti colfangue
tuo- Quefti tali chiama fan Paulo ini
mici della croce di Chrifto epoche del
pouero SC nudo Chrifto cercano riche
zetdellapenato uiuono I dehtie:del ui
tuperato cercano SC uogliono honore-
Onde pero diloro dice fando Bernar
do< Honorati procedono delbene del
fignore loro alqualfignore fi maluiuo
no che fanno poco honore-Et quinci e
quel che fiuede corinuamete cioè affa/
ramento dimeretrici habito digiullari
6C fornimento diRc SC di Baioni- Hor
ueggho che troppo andrei inanxi apav
lare de difedi di quefti tali:5C pero la/
fciandogli al giudicio di dio che dob/
biamo feguitare lauita defandi laqua
le riha data per maeftro SCperexéplo
che chi uolefTe feguitare lauita SClauia
dimolti che tengono luogho defandi
male capiterebbe ; peroche ueggiamo
che in luogho defandi patriarci fono
hoggi certi prelati SC paftori iquali le/
pecorelle di dio non pafcono:ma feor
ridiano SC come dice fando bernardo
fono più acconci auotare leborfe che a
corregere hloro uiti SCpiu affare conia
ti a richi ÒC aueftire giullari che apafee
re SC ueftire ipouen di Chrifto- Cofi i
luogho de fandi pr opheti didio fono
hoggi alquanti fpigoh ftri SC ypocriti :
che ìifanno propheti SC ingannano le/
gente femplice dicendo lor fegni SC ui
{ioni falfe-In luogho defandi apofto
li SC antichi religiofi SC monaci fono
hoggi alquanti incappucciati goditori
malcótenti deuoti della pouerta SC del
la caftita aiquali obligati fono- In luo
gho de martyri SC feruenti fono hoggi
alquanti accidiofi SC otiofi SC fpigholi
ftri SC che non uogliono fare fe no ma
giare- In luogho degli fandi heremiti
deldiferto degypto fono hogi certi fra
ticegli SC ferabati iquali ingànano lefe
minelle SC ifemplici co loro falfi fegni
SC fermoni ipocriti- In luogo delle bea
te uerginc uergognofe SC rinchiufe fo/
no hoggiterte donne molto aperte SC
coppo dimeftiche piuefc no ficouienc
lequali fono fi pocho diuote àiàio cfr
non poffono ftare fanza diuotione ÒC
dimefticheza dhuomini-Siche pogna
mo che incomincino per fpinco comu
nemence terminano in lordura dichar
ne O/per opera O/per intétione - Onde
ueggho che un pocho fono ufcito fuo
ci della materia cominciata: ma non al
tutto ne fanza cagione Jmgoche aco^
mendatione defandi preteriti torna la
mala uita diquegli liquah hoggi fono
in lorluogho<Ecgo terminando qfta
materia dico ct> dobbiamo laudar dio
nefuoi fandti òC feguitargli ÒC non dire
eoe dicono mola llolti/liquali udédo
predicare le excellenti uirtu de fandli:
cioè come furono chafti ÒCdifpregiato
tori dipecunia 6C dhonori ÒC forti nelle
pene dicono quegli furono fandh :hor
chi potrebbe cofi fare cf5 percerto dob
biamo tenere che chino feguifcelalo
ro uia ÒC uita non goderà con loro nel
laltrauita- g uno altro rifpefto poflia
mo dire che dobbiamo laudare li fan^
&i per dio perche lamorono ÒC feruiro
no finceramente ÒC forteméte come di
fopra e/ded:o: che fe noi fecodo ilmo
do lodiamo glihuomini ualenti ÒC ui/
éloriofi molto più dobbiamo laudare
glihuomini uirtudiofi liquali uifono
ilmondo òCledemonia g forteza dicha
rita - Et go fono fcripte òC leggiamo le
loro leggende òC martyri per laudargli
delle loro uirtudi- Et pero ne fa ÒC càta
lafcà chiefa Hymni ÒC Cantici ÒC Pfal
mi laudando ÒC moftrando al mondo
loro melone -Inquanto come declo e/
fono noftri padri ÒC auocati negli dob
biamo laudare ÒCringratiare-Et go per
quelli rifpefti alaudargli ÒC honbragli
einduce lo ecdefiaftico quando dice •
Laudemus uiros gloriofos ÒCparentes
noftros in generatione fua - Inquanto
glichiama uiri glonofi tloquale uoca/
bolo importa uighore ÒC ualentia:mo
ftra che fono dakudare per lopere uir
tuofe:per lequali cifono l exemplo:ÒC
fono nominati òC famofi almondoJn
quanto dice parenti noftri moftra lafc
coda cagione: cioè perche damano co
me padri fpirituali:ÒC procurano lano
ftra falute più che no farebbe padre ÒC
madre carnale :incioche dice«ln gene^
ratione fua : moftra che ciafeuno feco
do lordine fuoe/dalaudare« Et quefto
Ha dedto in bneue amoftrare che idio
e^ne fan&i ÒC fci m dio òC per dio lau/
dare ÒC honorare dobbiamo^
CCome ÒC perche dobbiamo laudare
idio negliangeli fandh* Capitolo*xvi«.
f I Onfequentemente dico che pegli
V^A.irifped:i medefimi predccli òC con
jQderationi dobbiamo ÒC portiamo lau
dare dio debeati angeli cioè perche co
fi excellenti ÒC nobili glicreo ÒC perche
a noi ÒC per noi dimanda- Et go ilpfal
mifta poi cT5 hebbe defto- Laudate do
minù in £anftis eiusfugiungne-lauda
te eum omés 1 uirtutibus eius: cioè ne
ghangeli-Et pero anche inuita gliange
li a Dio laudare òC dice « Laudate eum
omnes angeli eius : laudate eum om/
nes uirtutes eius ÒC c- Et Daniello dice
Benedicite àgeli domini domino ÒC o
Et Dauid dice- Benedicite domìo om
nes angeli eius potentes uirtute ÒC cec
Hor g harebbe copiofa SC cLuota ma/
teria aparlare de ghangeli quanto alla
diftinéfaone degli ordini SC degli uffi/
ci loro-Ma perche lamateria e/fottile:
SC fonne diuerfe opinioni di fanéh:8C
io come femplice neparlo in uolghare
per huomini femplici SC ydiotimo mi
exrendofopraciofenonche pongho
femplicemence quello che nedice fan/
tìo Gregorio 1 quella omelia fopra lo
euangelio della fella degliangeli doue
gliordini SCgliuffici loro diftingue per
tale modo SC dice cofi « Neue fono gli
ordini degliangeli fecondo che per di
uerfi luoghi della fanfta fcriptura fi/
truoua SCpruoua cioè Angeli: Archan
. geli:Virtu:Poteftadi:Prmcipaa: Do
minationi : Troni : Cherubyni :6CSera
phyni- Deprimi duoi ordini quafi tue
ta lafcriptura parla cioè che Ceno An
geli SC Archangeli - De Cherubyni SC
Seraphyni parlano molti ppheti ma/
ximamente Ifaia-Onde diiTe* Volauit
a me unus de feraphym-SC c«Et Dauid
dice di Chrifto- Afcendit fuper Che/
rubym SC uolauit-De Principati SC Po
teftati Virtudi SC Dominationi parla
SC fcriue fanfto Paulo apoftolo nella
epiftola ad effefios SCnella epiftola ad
colofenfes anche gliricorda SCagiugne
ui li Troni«Siche in fomrna conchiu/
dendo rioue fono come é/defto ghor
dini degliangeli-Et quefto pruoua per
quella parola di Ifaia per laquale par/
landò alprimo angelo che cadde ripro
ueràdo laprima dignità dice: tu cheru
bym fignaculu fimilitudihis : ciò uuo
le dire che haueuapiuexpreffa Cimili
tudine di diotPlenus fapientia SC gfe/
éhis decore«Et poi numera noue nomi
dipietre pretiofe SC dice cfS nera coper Kob^
to SC ornato: per lequali intende noue
ordini degliageli a quali lucifero eflen
do prelato mera quafi ornato SC hóno
rato* Et poi fugiùgnefeo Gregorio SC
dice cofi'Dobbiamo fapere cf5 quefto
uocabolo Angelo e/nome dufficio SC
non dinatura fiche allhora folamente
libeati fpiriti fipoiTono dire àgeli qua
do alcuna cofa ciannuntianO" Onde g
Angelo uiene adire meflaggio SCannu
tiatore-Et pero quelli che annuntiano
lecofe minori fono de&i angeli:SCqlli
che annutiano lemaggiori fono defti
archangeli«Cofi anche per gliloro effe
difono alcuni chiamati g diuerfi no
mi come Michael:Gabriel: Raphael-
Onde Michael uiene adire gs ut deus.
Et quefto e/quello Angelo che cobac
te co lucifero che uolle efTere eoe idio t fJob^
SC cofi ucciderà àntichrifto:perchc fi/
chiamerà SC uorra ejOfere riputato idio
SC cofi ogni ado digram uirtu allui fa
tribuifee: come fu madare lepiaghe in
Egypto:diuider ilmare roffo SC fomer
gere quelli di Egypto SC altre molte co
le- Ec cofi alla uòce fua rifufeiteranno
limorci SC egli raprefentera algiudicio
lacroce SCchiauelh di Chrifto-Hor co
fiperlogràdezelòche ha dello hono
refdidio fiche moftra che nullo può fa
re :ne debba prefumere quello efi idio
e/de&o Michael :cioe gs ut deus- qua
fi dica niuno prefumma difarfi iddio» Hie^t
Quefto fu principe della fynagoga SC
éobatte coldemonio ilquale uoleuà re
eii
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
uelare ilcorpo diMoyfe SC no uolle cf>
fimanifeftaflfe acioche ilpopolo degiii
deinonloadoraiTeperidio- Queftoe
hora principe SC guardiano della chie/
fa :5C introduce lanime fan&e in para
difo : SC go uulgarméte fidice che egli
pefa lanime cioè difeerne imeriti-Ga/
briel e/de&o quello angelo ilquale an
nuncio alla uergine Maria la incarna/
rione di Chrifto- Onde Gabriel uiene
adire forteza di diò « Che gche egli ué
ne alla femina forte in uircu SC annun/
tiare ilforte idio ilquale incharno per
uincere SC diacciare ilforte inimicho e
chiamato gabriello:cioe forteza didio
Et coG quello angelo ilquale annùtio
Thubia ciecho e /detto Raphaello :il
quale e/interpretato medicina di dio-
Siche come generalmente e/detto per
certi effetti fono chiamati glifpiriti an
gelici per certi SC diftinfti nomi - Dice
poi fantto Gregorio distinguendo ilo
to uffici che Virtudi fono chiamati ql
li fpiriti per liquali fifanno leuirtu de
miracholi-Poteftadi fono de Ai quelli
iquali fingularméte rafrenano ledemo
nia che non cipofTono temprare SC uin
cere come uorrebbono- Principati fo/
no quegli fpiriti che fono pricipi SC re
ttori dicerti altri fpiriri minori: SC im
ponghono loro quello che habbino a
fare- Dominationi fono anche magio
ri che principati go effere principe uie
ne adire effere primo fra molti :ma do
minare :cioe fignoreggiare fie pofTede
re5C reggere altri fottofua iuridittio/
ne SC fignoria- Troni fono dette queh
le fchiere difpiriti neguali dio quali fi
ripofa SC bagli per fuoi aflefTori a com
piere lifuoi giudici in terra-Onde Tro
no uiene adire fedia«Et di quefti parla
ilpfalmifta quàdo dice a dio-Sedes fu
per tronum qui iudicas iuftiriag- Che
rubin uiene adire plenitudine difeien/
ria :SC quefti fono quegli fpiriri ✓hqua
licomepiuuicini a dio piti chiaramé
re locotemplano-Seraphyn fono quel
li liquali per più fingulare propinqui/
tade di dio delfuo amore più fono ac/
cefi 6C più noi accendono-Onde Sera*
phyn uiene adire ardente incenderne •
Hor ecco come fantto Gregorio dilli
gue gliuffici SC gliordini degli angeli •
Et quefti noue ordini firiducono acre
gerarchie :cioe facri Pricipati:cioe ma
giore mezana SC minima- Lamaggiore
contiene Seraphyn Cherubyn SC Tro
ni- Lamezana contiene Dominationi
Poteftadi SC Principati-Laterza corie*
ne Virtudi: Archangeli:8C Angeli- Ec
ponfi dicio fimiglianza dello impera ✓
dorè ilquale ha alcuni miniftri aflìftc
ri pure (eco come fono certi configlie
ri SC affelTori-Et aqfti fono fimili ghor
dini della prima Gerarchia- Alquanti
altri nha areggimento del Reame i co
munecome fono giuftitieri SC pricipi
della militia SC alrri fimili ufficiali « Ec
aquefti fono fimili gliordini della fez
coda Gerarchia- Alcuni altri fono uffi
ciah* come certi caualieri SC ufFiciali di
cerri luoghi diftinéh- Et a quefti fono
fimili gliordini della terza Gerarchia
aduengha che per uerita in quefto fa /
fto nulla fimigliazaSCcoparationee/
propria SC gfeéfcuimgoche gli fatti SC
gliordini della chorte delcielo fa per/
fedamente colui folo che gliordino
Et pero fu dedo a Job da dio :nùquìd
nofti ordinem celi:ÒC pones rarioncm
eius in terra^ Quafi dicha quefto non
puoi tu fapere come io«Diquefti bea/
ti angeli dice Iob che fono innumera/
bili-Et pero anche dice fando Dioni/
gio che lcmente diuine; cioè gliangeli
fono fopra tutte lecofe exiftenti ÒC ui*
uono fopra ogni cofa uiuente:elfom/
mo ài bello idio più chiaramente con
reirplano SC più uegghono«Et g lapre
deda diftintione non e/dacredere che
eili fieno propri gliufFici SC legratie lo
ro che glialtn nò leccmunichino:anzi
^ c m<k tutti participano ifieme legra rie : fiche
in tutti ardono diperfedo amore :ò(tu
di contemplano ìdio ÒC tutti rafrena/
no ledcmonia :5C hàno laltre gratie pa
gnamo che più & meno fecondo che a
dio piace- Et poi dopo lepredede cofe
fugiungre fando Gregorio SC dice cB
tanti huomini fidebbono faluare qua
ti beati {piriti fono rimafi in cielo • Et
pero cifa bifogno che cidobbiamo afi
migliare alloro nelle uirtu ÒC nelle gra
tie:feuogliamoefTere loro compagni
5C conforti in gloria-Et fanne tale ada/
datione 5C dice - Sono alchuni liquali
pocho intendono di dio : ma nientedi
meno diquello pocho uolenrieri gcha
^ rita a proximi lonfegnano- Q uefti fa
ranno compagni delli angeli- Alchuni
altri fono molto uirtuofi 6C efficaci in
fare miracholi:ma indo no guardano
fe non alla charita di dio SC alla falute
de proximi- Quefti faranno con li or/
clini delle Virtù- Alcuni altri fono che
hanno grande fignoria contro alle de/
monia:& chacciogli per uirtu dihumi
litade SC doratione- Quefti fono 6C fie
no fimili alle potefìadi-Et fono alcuni
iqualiexcedono glialtri indegnitade
& fanditade: quefti fono Ùmili a Pri
cipati- Alcuni altri fono che per fingu
lare priuilegio àCmcdo fignoreggiano
tlltt§! 5C uinchono lacarne SC rimondo
Et quefti fieno có le Dcminationi- AI
cuni altri fono che poi che per folleci/
ta cura fanno fignoreggiare SC uincere
femedefimi fono fadi degni da dio di
fapere SC potere giudicare SC riprehen/
dere con feruente SC fando zelo glial/
tri difedi- Et quefti fono come Troni
SC fedie di dio ne quali SC ccquali idio
giudicha SC giudicherà rimondo- Alcu
ni altri fono difingulare feruore SCqua
fi ardono dichanta di dio 6C del proxi
mo- Et qftì fono come Cherubini che
perche come dice lapoftolo plenitudi
ne della legge e^lamore: SC quefti hall
no uera fcientia come Cherubini iqua
li p charita aproximi infegnano SC ftu
diano diconuertigli « Et fono alquanti
fpiriti liquali accefi SC intefi aldefide/
rio della uita contemplatiua diledan/
dofi difolo idio SC in lui contemplare
firipofano:SC diquello fuoco accefi co
loro parlare glialtri accendono-Et que
fti tali fipoffono afTimigliare a Sera/
phyni :incio che l fe ardono SC glialtri
accédono:dequali pare die parli ilpfal
mifta quando dice^Qui facit angelos
fuos fpiritustSC miniftros fuos ignem
urentem-Et Ifaia quando dice che uo/
eiii
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Ice allui uno Seraphyno & tocchogli
lelabra con uno charbonc difuocho 6C
cornandogli che andaiTe a predichare
Come poi adiique dice fandlo Grego
rio quelle cofe udendo pcnfiamo fe ci
trouiamo in alcuni diquefti ftati 8C be
ni tonde prefummere portiamo deffer
compagni de gliangeli 1 gloria- Che g
cerco guai fìa allanima che in fe niffu/
no diquefti beni rrouerra : SC uiapegio
e/fe non rrouandofene no piangne 5C
duole fiche almeno piangncndo ìlfuo
damno SC male tiftudiafle diriparar la
fua uita per degna penitériatdella qua
le come diflè Òirifto nello euangelio
glianeeli delcielo ghodono sfanno fe
fta expe&andoci dhauere per compa/
gni inquella uita beata- Per lepredefte
tutte cofe contiderate moftrafi die co
me proponemo molto eAàio dalauda
re I coti 6C dicofi nobili creature come
fono ghageh nequali più riluce SC più
fimoftra laexcellentia 5C bontà diuina
che in altra creatura» Siche in quefta o
pera e da laudare tale maefWMa per
uno altro rifpeéto a noi più dolce dob
biamo laudare idio nelli angeli percB
come dicemo de fanéhndio g fomma
charita gliha dati a noi per guardiani
8C miniftri 5C auocati 6C ^curatori del
la noftra falute come moftra fcó Pau
lo quando dice - Omnes funt admmi/
ftratores fpiritus in minifterium miiTi
propter eos qui hereditatem capiùt fa
lutis.Grande adùque e/lanoftra digni
ta poi cB ti nobili miniftri habbiamo-
Et pero fan&o Hieronymo dice- Tan
ta e/ladignita dellanime che ciafeuna
incontanente che e creata ha uno ange
lo afua guardia ÒC cópagnia chella fol
leciti alluo bene AC ritieni dalmale*On
de fopra quella parola delpfalmo* An
gelisfuisdeus màdauitdete uteufto
diant te in omnibus uiis tuis-Dice fan
6;o Bernardo: quefta ndebbe O/huO'
mo quefta parola fare hauere reuercn
ria 6C conciperedeuonone 5C dare fida
za reuemia debbi hauere per laprefcn
tia: diuotione per laloro beniuolentia
fidanza g lacuftodia- Et pero anche di
ce come temi tu hauendo tali guardia
niFedeli fono tpotenti fonocne mgan
nati poflfono efTere ne uinti:pure fegui
tiamogli &C uinceremo ogni noftro ad
uerfano- Anche fopra quella parola di
Ifaia per lequali dice idio: fug muros
tuos Hieru£alem coftituicuftodes:di
ce coti- Benigno fe fignore noftro idio
che non fe contento de muri delle«no/
ftre guardie : ma fopra elfi poni lacu/
ftodia detuoi angeli- Et certo quefìo e
molto necelfario go che fe libuoni fpi
riti da noi tidilunghaf&no niiTuno po
trebbe foftenere hmpeto derei - Et per
chefempre cifono prefenti amumfee
ciafeuno ÒCdice in quale tu uuoi canto
ne ÒC diuerticulo obfcuro habbi 1 hue
rétia langelo tuo: cioè che tiguardi cS
non facci i fua prefentia quello che tu
non farefti in mia: ciò uuoldire che fe
noi ciraffreniamo dal male per uergo>
gna delli occhi humani molto più ce
nedobbiamo guardare per uérghogna
della prefentia delli angeli: che ueggo
no ciò che noi facciamo :6C odono ciò
che noi diciamo 5C operiamo femprc «
Come anche moftra fan&o bemardo
exponédo quella parola della cantica-
que habitas 1 horris amici afculràt te •
Doue dice che quefti amici fono glia/
geli iquali folleciti cófiderano ciò che
Facciamo SC diciamo :SC pero eglino fa
ranno noftri teftimoni SCaccufatori al
giudicioSC lodatori fecódo lenoftreo
pere buone SC ree. Grande adunque e/
certo inreuerétia SC impudentia pecca
re i pfentia dicati SC tali amici :SC offen
dere ìlfignore loro-Onde marauiglia e
che egli no ciuccidono incontanente :
ma lapiata didio gliraffrena:8C àche ci
fofpingono SC inducono a penitentia:
per quefto rifpeéìo medefimo pofTia^
mo anche dire che gràde ardiméto e*
offendere ilproximo I prefentia dellan
gelo che loguarda SC grande dif honof
gli torna « Veggiamo fecondo ilmodo
che quàdo alcuno e/offefo effendo ac
copagnato O/i guardia dunaltro quel
lo riputa la ingiuria facTa a fe SC piglia
laguerra p qllo offefo- Et di qft o affai
chiaramente ciamunifee Chrifto qua
do dice- Vedete no dispregiate uno di
quefti miei pufilli:aoe quantunqs mi
nimi SC uih fecondo ilmodo tgoche io
uidico che gliangeli loro cioè guardia
ni fempre ueggono la faccia del padre
mio in cielo- Quafi dica gliangeli che
liguardano feneriputano offefi:SC pof
fonnefareuendefta perche fono potè
ti SC in cielo :SC qui anche monftra che
quantùque gliangeli a noi p qualunqs
modo difeendono fempre niétedime,
no fono gloriofi in cielo-Et in fomma
conchiudedo quefta materia dico che
molto dobbiamo laudare idiotperche
ti ha dati angeli g guardiani SC amici-
et leffedo della loro guardia SC amifta
de a noi fie cheglino cimpedifcono da
mah delle colpe o rafrenando ledemo
nia che no cinuochino in téptarci qua
to uorrebbono come difopra e/ dcdlo
O/cofortando laeofeientia p memoria
della paltone di Chrifto come fimo/
ftra nello apocalipfi doue fidice cf5 fu
detto a quegli angeli aiquali era dato
potefta dimàdare cerre piaghe nelmo
do che nó lemandaihno inhno che no
fegnaiTino hferui di dio nelle loro fro
ti-Ec cofi dice in Zacheria £>phera che
langelo fe fare lofegno della croce nel
le fronti dicerci tribolaci- AncfS cimpe
difeono che no pecchiamo raffrenado
laconcupifcétia O/p infermità O/altro
modo come fimoftra l quello angelo
eh tocco ilnerbo della cofeia di Iacob
SC fecelo infracidare SCdiuento fcmnc^L
to come fidice nelgenefi-Et cofi pmol
ri modi dandoci impediméto come fi
moftra nell'bro de numeri dellangelo
che impedì Balaham che no andaile a
maladire ilpopolo didio SC per altri di
uerfi modi- Et cofi cicófotano nelletcp
tationicomefimoftra nellangelo che
apparue a Chrifto che era nella batta
glia della morte SC confortollo« Et mo
ftrano allegreza della noftra uicìoria:
come fimoftra incio che poi che Chri
fto hebbe ulto ilnimico nel difeno ue
nono gliàgeli a feruillo SC fargli hono
re- Anche gliangeli ciaiutono a tornar
a penitentia fe caduti fiamo<Et quefto
fanno in tre modi : cioè inducendoci a
cotritione aiutàdoci afare lacófeflìone
SC godono della fanffatione SC dadoci
eiiii
aiuto aperfeuerare in penitenti! • Upri
mo fimoftra nellibro iudicu: doue fi/
dice che lo angelo riprefe lopopolo di
dio dicerca tranfgreiìione onde qlli co
punti pianfono ÒC hebbono mifericor
dia* Ec cofi in Thobia doue fidice che
langelo Raphaello pofe ilfiele i fu gli
occhi di Thobia cieco ÒC alluminollo
per laqualcofa fintéde che langelo po
ne lamaritudine della cotritione in fu
gliocchi delcuore ÒC fanalo- Ilfecondo
fimoftra I quello angelo che purgo le
labra di Ifaia che erano Ìmonde-Ilter/
20 fimoftra i quello angelo che appar
ue a Helya fianco ÒC accidiofo ÒC fue/
gliollo cB dormiua p tedio :ÒC moftro
gli uno pane codio fotto lacenere ÒC u
ffvir^- no uafello dacqua ÒC fecelo mangiare-
per loquale cibo conforcato continuo
lafua andata infino almote didio oreb
per laquale cofa fincende che egli cico
forca nella uia della penicencia* Ec cofi
godono della fadiffach'one comermo
ftra Chrifto quando dice che gaudio
e/a gliangeli didio duno peccatore cf5
faccia penicécia-Ne mali delle pene an
che ciconforcano ÒC impedifcono mol
ti noftri mali ÒCgiudici come fimoftra
in Daniello doue fidice che langelo di
fcefe co lui ÒC co glialcri nella fornace
ÒC ifpéfe ilfuoco- Ec cofi per moke leg
gende ÒC hy ftorie per lequali ficruoua
che elianeeli hanno dato uidloria a fe
od _ _
deli contro apagani. Et come fimoftra
negli angeli che menoro Lotho di fo/
N doma che no penfle con glialtri come
fidice nelgenefi :ÒC come fidice etiàdio
nelleuagelio che ficruoua che langelo
amoni Iofeph che fuggifle con Maria
SC co Tefu in Egyptotpche Herode cer
caua duccidere Chrifto- Cofortano an
che etnbolati a patiencia come moftra
Zacheria quando dice che langelo gli
parlaua parole buone ÒC confolatorie:
ÒC come già e/dedto che langelo cófor
to xpo nella paura della morce-Quan
to e/abeni delle gratie trouiamo che li
angeli ciaiutano o/excitando lanoftra
pigricia come moftra Zacheria quàdo
dice làgelo di dio mi exdco efi ero gra
uato digraue fomno cioè dipigritia o/
alluminando lo intelletto o/purgàdo
ÒC infirmando lafFedto come dice fan/
dio DioniGo cioè efi ufficio e/delli an
geli illuminare: purgare: ÒC ìnfiarr ma
re* Tolgono anche glimpedimenti co
me fimoftra nello angelo che percofTe
loprimo genito degypto:ilquale fu fa
dio Michele come difopra e/dedlo : t>
che impedmano ifigluoli difrael difu
gire degypto ÒC poi diuife limar ÒC me
nogli peldiferco:come fimoftra p qlla
parola che diflè idio nello exodo a Ie^
fue- Langelo mio tiprecedera ÒC guar/
deratei ÒC introduceratti nella terra laq
le promilti a padri uoftri- Allultimo a
copiméto ÒC accerteza dogni loro cha
rita dico che eglino uolentieri ne por/
tano lanime delli eledli a paradifo: co
me fimoftra nelleuangelio g lahyfto/
ria di Lazero mendico lacui anima gli
angeh porcorono nelfeno diHabraag :
cioè in quella requie doue era Habraa
Maximamente quanto gliangeli ami/
no ÒC percurino larioftra falute fimo/
ftra p lo feo euangelio per loquale tro
uiamo che nelle opere della icarnatio
ne di Chrifto: ilquale uenne g noi fai
uare't gliangelì furono molto follecia tolo dico che fe dobbiamo godere con
procuratori :doe cfS langelo annuncio gliangelì dobbiamogli feguicare i pu*
laincarnatione di Chnfto alla uergine nca ÒC humilita òC charira rmaximamé
Maria:ÒC indutfela aconfentire-Lange te quelli che fono miniftn della cine/
lo poi conforco Iofeph che non temef fa ÒC facerdoci : liquali come hàno ufFi
fe dipigliare Maria perche era grauida ciò dangeli dafTiftere a dio ÒC amunire
dicendogli che ella era grauida difpiri ilpopolo : cofi debbano hauere lauica
to fco ÒCche partorirebbe uno figluolo alcrimenti come dice fancìo Hierony
alquale ponefTe nome lefu: cioè falua mo fono demonia-Onde dice a profef
tore : perche egli doueua faluare ìlpo/ fi lacauallena di Chnfto no ha mezo
polo fuo da peccaci loro- Langelo poi cioè che hor fono angeli : hor fono de
naco Chnfto lannuncio con aJJegreza monia-Et quello chiaraftiére fimoftra
a paftori ÒC poi infieme co lui glialcri per lidedti di Chriftonlquale di Gios
angeli cancano : Gloria in excelfis deo uàni bapcifta di (Te che era angelo cioè
ÒC in terra pax hominibus bone uolun per lapurita della uica ÒC di giuda difle
taas-Cofi poi come declo e/langelo a che era diauolorcioe glaperuerfica del
muni Iofeph difuggire I egypco ÒCpoi la uica- Cofi dallaltro laco dico cioè g
delritornare- Et alla réptatióe ÒC paflio che amano:feruono dio come fe:fcco
ne di Chnfto lacopagnorono òC cófor do carne ueggiamo che amiamo òC lo
torono : 6C poi alla refurredhore cófor diamo chi ferue noi ÒC linodrì amici»
torono lemarie apparendo I uefte can Cofi ÒC molto più dobbiamo amar ÒC
dide ifegno dallegreza : ÒC poi alla fcé lodare gliangelì ÒC lifanch :gche feruo
fione cofortorono gliapoftoli predice no ÒC laudano ìdiocilqtiale dobbiamo
do loro che quello iefu che fallita l eie amale fopra ogni cofa«
lo doueua ritornare gloriofo a giudica
re rimondo- Per lequali tutte cofe fico CCome laudare e/Opera digrande no
chiude che gràde e/laloro humilita 6C bilica giocondità ÒC utilità- Cap.xvii-
charitainciochenófiifdegnanodefle Hf) Er Iepredecìe tutte cofecifidimo
re noftri miniftri ÒC no ìfchifano ne le ft*a òC cochiude che pef debito di
brofo ne pecca tore ÒC efTendo cofi no/ giuftì eia dobbiamo Idio laudar come
bili ÒC gloriofi fanno fefta dhauerci g fommo artefice ÒC benefattore p lope
compagni in gloria locui contrario ue re fue cofi mirabili ÒC utili come difo/
giamo tutro di in noi indo che tanca e pra e/decìo-Ma accioche da qfta ope/
lanoftra fuperbia ÒC luidia che habbia ra niftuno fipofTa excufare ne dire che
mo afehifoipoueri ÒCpeccarori ÒC fia/ fia chofa uile o/penofa/Oxdifucile uo
mo dolenti delbene de pfoximi noftri glio hora in quefto capitolo moftrare
diqfto va rio troppo potremo dire : ma che quefta opera cioè dilaudarc idio e
tato gridano lopere che leparole mira digràde nobilita ÒC giocódita ÒC digrà/
cio-Et pero cóchiudendo quefto capi/ de utilità- Dico prima che e/digrande
nobilita tpercioche da cuore nobiieSC
■hi* Mowk conofcentc uiene 6C procede laudare il
bene ÒC riconofeer ilbenefadtore:òC no
c/Opera manuale ne mie che cofifta in
tutto manuale ne in materia uile : ma
cófifteòC procede da cuore grato ÒC co
nofeente ÒC da cuore nobile procede in
lingua- Onde che quefto facrificio dio
accepti 5C riputi : fimoftra quàdo dice
nelpfalmo « Sacri ficum laudi s honori
ficabic me-Et anche ìmola facrificium
laudis< Et anefi ciò moflra ilpfalrnifta
quando dice- Laudabo nome dei cum
cantico magnificabo eii cum laude:ÒC
placebit deo fuper uitulum nouellum
cornua producenté ÒC ungulas«Et pero
fugiungne taudent illù celi ÒC terra ma
re ÒC omnia reptilia in eis. Nelle quali
parole anche moftra che quefta opera
8C a&o e/molto utile ÒC meritorio :poi
che idio cofi fpetialméte lonchiede ÒC
domanda-Quefto anche moftra 1 ciò
che poi che hebbe de&o facrificiu lau
dis honori ficabit me fugiugne ÒC ìllic
iter ubi oftendam illi falutare dei cioè
tiuole dire come dice fanfto Gregorio
che quando Ihuomo intentaméte lau/
da idio nep£almi ÒC cantici fpirituali
,Yc fappafecchia ÒC di fpone una uia per la
quale idio uéga alcuore* Q uefto chia
raméte confetta fanfto Auguftino di
cendo ché nelprincipio della fua con/
uerfione molto gligiouo auenire a cev
puntione ÒC-deuotione udire ÒC dire cà
tici òc Hymni ÒC pfalmi fpuali-Er Caf
fiano nellccollationi defandi padri ÒC
altri fanéft molti dicono che infra lai/
tre cofe che lèumo lamente a dio Ce il
diuoto canto Ejpmaule i Lafua utilità
anche fimoftra incio che ella caccia il
demonio come fimoftra p quella hy/
ftoria del primo libro de Re: doue di
ce che fonàdo Dauid lacythera caccia
ua ìlmaligno fpirito dal re Saul ìlqua
le iltorn:entaua*Et go dice feo Effrem
che come iluento caccia lanebbiatcofi foto.
ileanto diuoto caccia ledemonia-Et ge
rcralméte cóciofiacofa come dice fan
Pauloridio ama ìldatore allegro: tato
più merita Ihuomo quanto con più al
legreza di cuore 2C di uoce intéde allui
laudare ÒCfcruire- Anche l quefto a#o
Ihuomo fingularméte menti diucnire
a gratia ÒC a umu moftra lo ecclefiafti
co quàdo dice laudàdo idio exaltatclo
quanto potete gcio che egli e/maggio
re dogni laude :cioe uuoldire che nilTu
no lopuo tanto laudare che più degno
non fia-Et poi fugiugne ÒC cofi exalta
dolo òC laudandolo farete dallui ripie
ni diuirtu ciòe digratie ÒC doni fpùali«
Lutilita di quefta oga moftra fcó Au
guftino ÒC dice cofi» Dio auengha che
dilui non portiamo dire laude fufficié
te acceptarniétedimeno ha perbene lo
facrificio della noftra laude ÒC ileanto
ÒC ilferuigio della noftra uoce:ÒC dile/
dafi diuederci godere ÒC lui Laudare ÒC
dilui càtare- Et po fando Paulo fpeffe
uolte ciamunifee diluì laudar in hym
ri 5C pfalmi ÒC cantici fpirituali ÒC con
lui ÒC in lui fempre godere- Onde dice»
Sempre godete fariza intermifTione o
rate in ogni cofa idio ringratiatetpero
che quefta e lauolóta didio-Onde etià
dio gliantichi giudei ufauano per lau
dare idio orghani ÒCcymbali ÒC altri di
uerC ftormena come moftra ìlpfalmi
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
fta quando dice: laudare eum 1 timpa
no SC choro laudate eù in cordis 6C or/
gano SC o Cofi fantto Jacopo ciamu/
nifee SC dice«Se fra uoi e/alcuno mani
conico SC trifto ori SC canti » Nella qua
le parola uuole moftrarechelaletitia
SC ìlcanto fpirituale molto uale auince
le laccidia fiche uuol dire efi per ladol
ceza della falmodia fidebbe cacciar la
nocitiua trifhtia*Et caftano dice ladol
ceza della pfalmodia confola SC cófor
ra icuori tnftì SC nigiigéti: SC fa Audio
fc méti excita 8C diletta :ipeccaton cru
di induce a compii ttione« Anche dice
lapfalmodia e/cófolatione detnfh :cu
ra dcdolenti:fanita degli infermi:SC ri
medio dellama: SC fuffragio dogni mi
fena-Et go lafantta chiefa ordino licà
ti 5C Hymni per confortare ìfedeli co/
tro alle baptaglie de gli tyramni SC del
le demoniatperoche come dice fantto
Antonio :umcha SC fingulare ragione
dauicere ilnimico fie laletitia 6C lìcito
fpiriruale.Et quefto affai chiaramente
moftra iJpfalmifta quando dice* tatti
dans inuocabo domimi SC ab mimicis
mcis faluus erorp laquale parola mo/
ftra chiaraméte che idio più aiuta chi
più illauda SC laudando lochiama nel
le battaglie fpirituali* Onde go anche
raccontando certe fue temptationi le/
quali ilnimico lóduceua quafi adifpe
rare dice- Ego auté femg fperabo SC ad
diciàfugomnélaudemtuam osmeu
annùtibit iuftitiam tua» Per lequali pa
role uuoldire che per fommo rimedio
contro alla difperatione pigliaua alau
dare idio SC comendare lafua giuftitia
Et qui fimoftra che auenghache fem
pre in ogni cofa fia utile SC giufta cofa
laudar dio:molto più ìninfinito allau
darlo ne fuoi giudici SC ne flagelli con
fefTando col pfalmifta SC laudando li
fuoi giudici giufhficaq i femedefimo
dicendo :cognoui dne quia equitas iu
dicia tua SC c- Et aquefto modo intéde
SC ìfpone fantto Gregorio quella paro
la delpfalmifta cioè. Exultauerùt fili*
ìude propter ìudicia tua domme-Kel/
la quale parola non uuole dire altro fe
no che lamine giufte confefTano SC lau
dano idio ne fuoi giudici :SC pero fan/
dio Gregorio exponédo quella parola
delpfalmo- Confitebit tibi cum bene
fecehs ei-Dice che defpetta uox dico/
fefljoneSCdiIaudefie quella che fi for
ma SC fonda per giocódita diprofperi
ta :ma fòla quella confeflione e/digra
pefo Semento: laquale dalla uerita del
la rettitudine no fiparte per qualunqg
dolore- Et coli fatto Auguftino fopra
quella parola del pfalmo* Gloriamini
omnes retti corde dice - Chi nò uuole
laudare idio neltranfito diquefto fcco
10 diuentera mutolo quando uerra in
fcculù feculi-Et go fugiungne SC dice:
loda adilque O/huomo idio in nefuoi
benefici SC ne fuoi flagelli: peroche la
laude del flagellate e/medicina dclfla
gellato ■ Et pero anche dice che diritto
cuore ha quello alquale 1 ciò che ogni
bene che fa folo idio ghpiace cioè che
no guarda apiacere humano:SC ne ma
11 che patifee idio no gli difpiace: cice
che no ne mormora :ma fempre lo lau
da fiche anche egli dice fempre io lau
do folo qllo piace a Dio alquale ogni
cofa piace SC lauda idio come cianumi
Gre ilpfalmifta dicédo< Benedicam ciò
mimi in 01 tempore femper laus eius
in ore meo-Et Thobia quando diffe al
figluoloJn omni tempore benedic do
mino ÒC c«Et ilpfalmifta quando dice-
Lingua mea medirabic ìuftitiam tua-
tota die laudem tuam - Ec anche dice-
Lauada anima mea dominum : lauda
bo dominum I uica mea:pfallam deo
meo quandiu fuero- Sopra laquale pa
rola dice facto Auguftino hor chi po
trebbe tutto di laudare ÒC cantare con
lingua lolungo fermone ÒC faticha : fa
tutto cioche Fai allaude di dio òC fia co
tinua latua laude: poche quelli che ui
uono male idio no laudano:anzi lobe
ftemiano quantunque co linqua in uo
ce cantino ÒC laudino-Et fopra quellal
tro pfalmo:deo noftro iocùda fit lau/
datio:dice no cotradire alla buona ca>
zona SClaude con mala uita: poche no
e gratiofa lalaude in bocca delpeccato
re- Et po dice lafcriptura-Redlos decer
collaudano: perche aduque facciamo
in terra lufficio che fanno gliangeli in
cielo :cioe laudare idio conuiene haue
re uita angelica confideràdo maxima
mente come dicono fan&o Bernardo
ÒC Cagiano: gliangeli fandi fono pre
fenti afcoltarci: ÒC càtano infieme con
noi come moftra ilpfalmifta quando
dice-Preuenerunt principes coniundi
pfallentibus- Adunque co labuona ui
ta procuriamo di dio fempre laudare :
poche niuno fia degno ÒC idonio idio
laudare nellaltra uita Ce no incornicia
in quefta-Et chofifando Hieronymo
fopra quella parola di Ifaia-Gaudium
SC lecitia inuenietur in ea : cioè in uita
etterna gratiaru adio ÒC uox Iaudis di
ce quello che debbono fare li fandi in
cielo: co gliangeh incominciano hora
affare l tetra per lequali anche tutte pa
role ficonchiude che come anche difo
pra proponemo quefta opera e/digra
de giocondità: imperoche già incorni
damo aefTere in paradifo per qfta fan
dia lentia ÒC laude- Onde pero dice fan
do Bernardo che nifluna cofa cofi ra
prefenta in terra loftato della beata ui
ta come lallegreza diquelli che lauda/
no idio«Et fando Auguftino dice or/
dinato concepto 5C temperato didiuer
fe uoci fimiraprcfenta la càzona della
btà uita« dellutilita ÒC àche della gioco
dita diquefta opa parla fando Bernar
do ÒC dice- Poi che lamente e/purgata
da ogni mondana affezione gliocchi
delcuore leua a contemplare loratione
moda ÒC ilgiubilo della laude ÒC Iarde
te defiderio I dio :del qual giubilo par
landò fando gregorio fopra quel pfal
mo Beatus populus qui feit iubilatio
nem-Dice che giubilo fie quando fi in
effabile gaudio ficocepe che co lingua
non fipuo exprimere ma tacere non fi
puote ÒC pero fimanifefta per certi fe^
gni ÒC adi giocondi difuori : auengha
che p nulla propriatade fipoffa expri/
mere-Et pero dice che ilpfalmifta non
diffe beato ripopolo cf5 dice iubilatio
ne: ma che fa giubilatione:peroche fa
pere ÒCfentire fipuo ma no bene expri
mere in quefta uita • Onde che quefto
giubilare apartenga ppriamente aliai
tra uita moftrafi per quella parola che
diffe alob idio cioè doue eri quàdo mi
laudauano leftelle mattutine ÒC giubi
lauafto tutti lifigluoli didio cioè glian
geli SC fandi onde SC pero dice fando
Bernardo* Semiuiuo cioè mezo uiuo
I terra relidormezo laudare ripoffo fi
gnore mio: ma quando rurto techo ui
uero tatto tilodero in quella beata tua
cafa celefte: doue come ilpfalmifta di
ce li fandi beari fempre rilaudano» Et
pognamo che lhuomo fempre fufle te
mito dilaudare idio pur molto più ne
tenuto SC obligato poi che idio inchar
norconfiderando lofmifurato benefit
u , ciò Scfrudo che neconfeguitiamo-On
Aé leggiamo che gliangeli nato ChnV
fto necantorono g noftro amore :Glo
ria in excelfis deo SC c« Come dunque
dice fcó Gregorio fe diquefta inefFabi
le opera dipieta tato nemoftrano gau
dio lafublimita degliangeli molto cer
to più nede moftrare lhumilita de gli
* huomini liquali g erta fono coCi exal/
tari- Et diquefta oga pare che inrédefle
ilpfalmifta quàdoinuitàdolegéci alau
dare idio difTe-Confiteant ahi ppfr de
us cófireantur ubi populi ois terrra de
dit frudù fuum Jntendédo glaterra la
uergine Maria : laquale ciporto ilbene
dedo frudo Chriftoet cofi Ifaia prò
phetando della incarnatane di Chri/
fto difle- Gaudete fimul deferta hieru
falem quia cófolatus eft dns populu?
fuu redemit Hierufales-Et cofi ilpfal/
mifta prenutiàdo ladueniméto di xpo
dice SC fece SC caro quello pfalmo- Cau
tate dno canticum nouu - Et fugiugne
lacagione notti fecic dns falutare fuu:
& c-Per lequali tutee cofe ficonchiude
fi che quegli che hanno fede delladueni
TOentQ dixpo fingularmente g quello
beneficio lodebbono Iauclare-In figu/
ra dicio portiamo dire: che folamcnre
fece due Cherubyni fcolpiti allato al/
larca che ftauauo copiedi SC adi amo
do dichi balla- g larca fintende xpo in
charnato nelquale e/lauerga della po/
tentia:lerauole della leggie della fapie
ria :SC lamanna della diuina clementia
Perqueftidua Cherubyni fintédono
lordine del chericato SC lordine de réti
giofi: iquah cótemplàdo idio incarna
to ne debbong fare canti SC letitia fpi/
rituale- Altre molte cofe dire fipotreb
bono delle cagioni del modo SC dello
effedo dellaudare poche come dice lo
ecclefiaftico egli e/magiore dogni lau
de<Et anche delgicolo della uanita del
canto peroche come dice Vgho de feo
uidore del canto SC defuoni adiuiene
come de facramenti cioè che e^bwono
a buoni SC reo a rei SC mah vtifùdiffól*
uono SC ibuoni ÒC diuori uicrefeono in
compuntionc & diuotionetma per no
fare troppo prolixa oga bafti quefto
poco che dedo ne cioè che quefta ope
ra e/didebito digiuftitia g labonta di
dio che fimoftra nellopere SC e/digrà/
de -nobilita SC giocodita SC digràde uti
lita-Et pero come dice ilpfalmifta deb
bafi fare fauiamente cioè che intendia
mo quello che cantiamo SCallo intelle
do agiungnamo leffedo come faceua
fando Paulo ilquale dice. Pfalla$ fpu
pfallam SC mente-Et pero dice feo Ifi/
doro:che poco uale cantare I uoce fan
2a itétione dicuore :fic!Ì> eoe dice Vgo
defeo uidore che e meglio orare 1 file
rio co diuotione dicuore che gridare i
canto diuoce fanza affedo diroenre*
il.
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
CCome dobbiamo idio rigratiare de
Cuoi benefici SC fuggire defltre laudati
SC ringratiati. Capitolo-xyiii*
Oi che habbiamo moftrato come
SC perche dobbiamo idio laudare
nelle opere fue:feguita diuedere come
lodobiamo rigratiare debenefici fuoì
che auenga che quafi una cofa paia SC
Ga laudare SC ringratiare puofTì niente
dimeno dire che laudare idio confitte
nellopere SC per lopere fue come già e
deéto:che Ioga loda ilmaeftro:ma il/
ringratiare e/per rifpefto defuoibene
ficitdequali dobiamo eifer grati SC no
ingrati- Anche comunemente laudare
fintende in uoci SC canti SC fuoni « Et il
ringratiare fie per qualunque parole o
pure col defiderio auenga che general
mente quefti uocaboli laudare :ringra
tiare:magnificare: exaltare:SC fanéhfi
care:SC glorificare idio aunofine linfe
rifeono cioè direndergli laude SChono
re delle fue oge SC defuoi benefici :che
già realmente SC p uerita lacreatura no
può fare idio ne più alto ne più fanéto
nepiu gloriofo cB Ga-Ma intédefi qua
do diciamo qfte parole che noi locon
feftiamo SC uogliamo p magiore SC g
fignore SC che egli e/degno dogni ho/
nore SC dogni riuerentia SC dogni lau/
de come moftra fan Paulo quando di
ce-Regi feculorum imortali inuifibi/
li foli deo honor SC gloria - Et cofi nel
lo apocalypG fidice che ifandi lauda/
do idio:diceuano«beneditio SCclaritas
SC fapientia SC granarti a&io SC honor
SC foracudo deo noftro SC o Per lequa
lùutte parole ficonchiude che perche
folo idio e ueramente buono folo egli
e/degno defTere laudato SChonorato:
fiche ficonchiude che quelli iquali uo
ghono i quella uita eflere laudati SC ri
putati fri fono fuori della diuina glo/
ria:come dice fanfto Bernardo - Et pe
ro fono fuoi principali inimici : come
moftro Chnfto nepharifei iquali per
cotanto odio SC male difle pur che era
no uani SC fuperbi:SC dogni loro ope/
ra cercauano lauda humana«8C po eiTo
Chrifto per dare exemplo dihumilita
fempre fuggiua la gloria : intanto che
etiadio de benefici che faceua aglinfer
mi non expedaua defTere ringratiatia
to:anzi fipartiua dalloro chome fimo
ftra nello euangelio delcieco nato :che
poi che lhebbe mandato allauarfi gli
echi alla fonte di filoe fiparti SC non a
fpefto defTere ringratiato dallui-Et co
Ù fece diquello infermo che guari alla
pefcinatanzieriamdiocomàdaua ale/
brofi SC altri infermi : liquali guariua
che non landaiTìno dicédo:cofi anche
per humilita comàdo aghapoftoh che
non diceffono lauifione della tràffigii
ratione infino che fuiTe in quefta uita*
SCetiamdioledemoniaufcédo dicerti
inuafati gridauano che egh era Chri/
fio ripresegli SC fecegli tacere-Et chofi
anche perche uno lochiamo SCdiiTegli
maeftro buòno fillo riprefe SC diiTe:j>
che midi buono-niuno e/buono fe no
folo idiO' Perche dunque quello no lo
riputaua idiornouolle che lochiamaf
fe buono- Fidia adunque a gliocchi di
quelli che fitengono SC uogliono effer
tenuti buoni SC lodanfi SC uogliono ef
fere laudatnChrifto dunque come ue
ro humile no ccrcaua lagloria fua ima
quella del padre dicendo • Non quero
gloriam meà fed gloria eius qui mific
me- Et anche fi ego glorifico me ìpfu :
gloria mea nihl eli Et altre fimile pa/
role g lequale diceua SCconfefTaua che
egli da fe nulla faceua ma ìlpadre i lui
5C g lui opaua \ Hor qui hajrebbe affai
copiofa materia aparlare della fupbia
diquelli che uoghono eifere laudati èC
ringratiati dcloio beni ÒC in quefta ui
ta come difTe chnfto nericeuono lime
rito cioè diquelle laude poi che perdo
noilmerito 6C premio etterno- Ma per
che farebbe prolixa materia & ufcire/
mo un poco della materiappofta cioè
delfruélo clic dobbiamo fare conlalm
gua ringratiando idio fimipailo :6C ba
ftiquelto poco che detto ne/cioe che
folo idio e/dalaudare &C daringratiaro
percioche egli folo e buono 5C da lui a
ogni bota- Siche fe etiàdio dobbiamo
laudare glihuomini galcuno bene che
cifanno pur più principalméte nedob
biamo laudare idio che cegli fa fare co
me pur fecodo ìlmondo più nngratia
mo quello che cimanda ìlprefente che
quello che lorecha-Et come degno fa/
rebbe dogni difonore ìlfante legli uo
leffeefTer laudato delprefente che por
ta più che ilfignore fuo chel màda-Co
fi ÒC molto più fon degni dimale quel
li liquali debeni che idio concede difa
re aproximi neuogbono effere laudati
eghno più che idio- Ma come dice fan
£to Auguftino chi uuoleetfcre lauda
codcldono didioda glihuommi idio
uitugàdonofiadifefo daglihuomini
reprobandolo idio-Diciamo adunque
colpfalmifta no nobis dne non nobis
fed nomini tuo da gloriam - Diquefta
humilita maximaméte cida exemplo
landò Paulo ìlquale udendo che quel
li dicorintho riputauano SClaudauano
più lui che glialtri apoftoli Kalcuni al
tri laudauano più fan piero fifeneifde
gno molto SCdifTe loro-hora hauete di
uifo xpo hor chi e^Paulo O/hor chi e
piero liamo miniftri delfignore alqua
le dobbiamo credere-Et poi fugiùgne*
hor fu Paulo ciocifixo g uoi:quafi di
ca amate pur & laudate Chrifto ilqua
le per noi mori che da me niuno bene
ho ne uoi hauete fe no per lui- Cofi ari
che filegge negliadti degliapoftoli ct>
predicando egli 6C Barnaba in liftris:
ueggendo quelle genti barbare gliloro
miracoli 5C udendo la loro fapiétia an
dorono per adoragli ÒCfare loro facrifi
ciò dicerti animah dicedo che egliera/
no idii difcefi in terra da cielo- Della q
le cofa gliapoftoli indegnati ufeirono
incontro SC per ira fiftracciauano leue
ftimenta gridando ÒCdicendo che non
erano idii :ma huomi peccatori iCmor
tali che uerono iti annuntiare ÒC predi
care loro iluero dio- Et cofi per quefto
modo fuggirono iluano honore-Cofi
leggiamo anche qui che fan Piero no
filafcio adorare da Cornelio centuno
ne loquale langelo gli mandaua abap
tezarlo :ma dille fta fu non miadorare
perciocB io fono huomo come tu hor
cofi generalméte feciono & fanno liue
ri fahdfr- Siche no fanfti ma quafi dia
uoli fono quelli liquali in quefta uita
cercano 5C uoghono quelli uani hono
ri come leggiamo nello euangelio che
egli cerco deflère adorato per Chriflo
SC cofi come dice fando Paulo fpeflb
fitranffigura 1 angelo diluce per haue
re honore SCp inganarci-Hor cofi hog
gi fanno moiri fuoi feguaci che cerca/
no rroppi honori-Come dice feo Au/
guftino moki fono ufurpàti degli ho
nori diuini cf> fifanno aghhuomimVo
perche glirichieggono come fuperbi o
perche molti lusinghieri peftilenu gli
fanno loro g compiacere fiche fe egli/
no no fono ben forti SC humili glirice
uono-Ec qui fimoftra come dice fàdo
Gregorio che pognamo che paia legie
ri cofa non cercare lagloria quando ce
negata tmolto percerto e/difficile afu/
girla quando ce proferta-Et pero ghlu
finghieri SC glilodatori fono dacaccia
re come inimici danno exemplo Chri
fto SC glialtri fanch :ma lafciando que
fti tali agiudicar a dio: torniamo apar
lare diquello che proponemo cioè del
ringratiare idio- Et dico che quatro co
(e principalmente aquefta cofa nobile
cinducono« Et laprima fie lamunitióe
SC exemplo diChrifto delquale Ieggia
mocheifpefToringratiaua idio padre
dicendo Pater grarias ago tibi quonia
audifti me<Cofi quàdo fece ilmiraco/
lo del pane dice iluàgeho cumgratias
egiffet diftribuit difcùbentibus - Et co
fi in molti altri luoghi fece SC ditfe<Sà
Paulo anche quafi in tutte lefue pifto
le ringratia idiO/O induce noi a ringra
tiare<Onde dice ad corinthios* Gratias
ago deo meo femper-Et in altro luogo
Deo gratias fug dono eius: Et cofi ad
colocenfes dice omnia quecunqg faci/
tis in uerbo aut i opere ou in nomine
ini dei noftri facite gratias agetes deo
SC patri'Et anche dice oràtioni inftan/
tes uigilantes in ea in gratiarum aého
ne>Et in altra epiftola- Sempre godete
fanza inrermiflìone orare in ogni-cofa
idio ringrariate-Et pero fanfto Bernar
do dice impara O/huomo aréderegra
tie:non eflere rardi SC pigro:: impara a
ringratiare idio dogni beneficio fiche
niuno beneficio paffii delquale tu non
réda debite gratie-Er fanéto Gregorio
dice-Dobbiamo fempre idio ringratia
re:perche egli mai non ceffa diben fa/
re-Hor cofi I molti luoghi lafcriptura
fanfta cinuita:cinduce a ringratiare SC
laudare SCfalutare SC magnificare SC
glorificare idio come difopra e/defto
Et cofi idoétori SC glialtri fanftì nelo/
ro libri aquefto principalmente cindu
cono dererminando percerro che que
fta e/lapiu nobile SC urile opera che fk
tepoiTiamO'queftomaximaméte mo
ftra fanfto Auguftino loquale fcriué
do a fanfto Aurelio dice- Qual chofa
in cuore meglio portiamo iniingusL di
damo ì penna fcriuiamo che adio gra
ria-diquefta parola nulla piubrieuea
diremulla più dolce audire :nulla più
grande aintendere :nulla più frudhio/
fa afFare:maximamente e utile in tem
po dipena SCdifirmita-Onde narra feo ^ ^
Gregorio duno paralitico che haueua
nome Seruulo:che era tutto fi perdu/
to che etiamdio lamano non fipoteua
porre abocca«Et pero non potendo al/
oro fare ftudiaua nefuoi dolori SC idio
ringratiare SC laudare :SC in quefto SC j>
quello fan&ifico ficome gliridifle poi
uno fuo monaco che fu prefente in fu
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Central
i
Ihora clclla morte u3i ieanri eeleftiali:
& fofpefofi come poreua p udire qlix
canti qlla ania fcà nando con efli alla
eterna glia-Et m fegno & teftimonàza
diqfta icitade difle quel monacho che
fu allauarloSCfeppellirloche tanto o
dorè rendette che chiunqs lotocco: no
potè poi p grà tempo p nulla lauatura
rimuoucre qllo odore delle fue mani.
Qucfto dune? pche i qfìa uita feppe
(empie idio rigratiare andò arigratiar
lo nellaltra uita i eterno:6C cofi poffia
tno dire p cótrario diquelli che in qfta
uita fono mormoratori andràno ccn e
dice fcó 11 hadco apio allóferno afem
pre mormorare ÒC beftemiare ■ Lafecó
da cofa che einduce aringratiare fie la
creatura ma diqfto badi quello che ne
detto difopra cice che p lutilita laqua
le riceuiamo dalle creature dobbiamo
laudare bi ringratiare ilcreatore- AncS
in quàto ogni creatura p lofuo modo
lauda & rmgratia idio induce noi aco
fi fempre fare-Laterza cofa fie che que
(la opa e/ncbile bC ecktte: pche in eie
lo come difopra e^detto fempre fi lau
da 5C ringratia idio-Et po diceua ilpfal
miftarmifericordias dni in etternu cà
tabo-Et feo Augufìino dice-Quiui e/
cioè I qlla beata uita : uacheremorudi
remo:8C ameremo:5C laudetemo: & ri
gratieremo:5C cofi in eterni! beati fare
rO'Duncs come già e/detto buona co
fa e^imparare 5C incominciare afare di
cua quello ufficio che dobbiamo fare
in paradifo- Lacuarta e/penfare ìldan
no 6C limale delfuo cótrario cice della
feonofeenzarche fe ueggiamo che pur
feccdoilmódo kcofeienria riprehede
ciafeuno della feonofeeza :&Ogni Imo
mo feonofeéte comuneméte e/odiofo
tC ìlconofcétc e/amabile • Cofi molto
più fpiritualmcte auiene diquelli che
fono feonofeenti 6C ingrati de benefici
didio Et fono molti imali che lafcono
feenza fa alUiuomo-Uprimo fie che fa
perdere ìlbn già riceuuto- Onde fopra
qlla parola che dice fan Paolo ad Ro
manos degli àtichi phylofaphi cioè g
CU cognouifTcnt deù :nó fic deù glori/
ficauerut aut gratias egerunt: dice feo
Augufìino guuole dire lapoftolocf?
quello che dio dette digraua tolfe agli
altri ignari race fconolcenu-Et perho
fugiungne obfcuratu eft infipiens cor
eorum- Laltro male fie che pnua lhuo
mo de beni che riceuerébbe fe fuffe co
nofecntercome ueggiamo pure feconi
do ìlmondo : che quando lhuomo ha
fatto bene adalchuno fe egli non e/di
poi conofeente fi fuole dire : Queflo
mho perduto: non rcuoglio più per/
dere» Et per queftorifpetto dice fan/
tto Gregorio:non e^degno dipiu nce
uere quello chee'fconofcéte delbene
riceuuto- Et fan Bernardo dice che la 1
gratitudine e/uento méte che fecca la
fontana dellapieta rlarugiada della mi
fericordia:5C ìfiumi delle grane- Anzi
non folamente la ingratitudine pnua
debeni: ma fa meritare molti ma!i:co
me fimonftra in Ezccchia Renlquale
per non ringratiare idiorceme SCcuari
do doueua di quello beneficio : Cice
che lo Angelo uccife in una nette cen
to ottanclque migliaia dhuomi dello
exercito di Senacanb che lo ffaediaua
& no ne fece Canaco:diche idio ilpcf
coffe digraue infermità come raccota ne: ma gcio che ciò che detto e/iifor
Ifaia ppheta :onde ufanza fu degli an pra della laude chitina cioè che utile SC
richi propheti SC fantti che quando ri gioconda SC nòbileiipuo riferire ancS
ceueflino alcuno gràde beneficio fi ne a quefto ringratiare SC gcio che ringra
faceuaiio certo càtico g laudarne SC rin tiare &C laudare fono quafi una chofa :
granarne idio- Cóe leggiamo cfc Moy no mi extendo qui più fopra cio-Et pe
fe paffato limare roffo fece quel Canti ro quefto badi hauere detto in comii
co- Audite celi que loquqr- Et lafua fo ne del ringratia re idio : SC procediamo
rella Maria fece quellaltro- Cantemus aparlare più di ftintaméte defuoi bene
dno gloriofe eni hononficatus eft- Et fici dequali fempre co tutto ìlcuore ri
cofi altri molti come fu quella Anna granare dobbiamo*
madre di Samuel che fece quello Can
rico-Exultauit cor meù in dno- Et cofi CCome dobbiamo rigratiare idio de
nel nuouo téftaméto lauergine Maria benefici generali SC principali SCprima
fece- Magnificat anima mea dominù « de generali cioè dicreauone redéptioc
Et Zacheria» Benedittus dns deus ifra SC glorificatione- Capitolo-xviiù-
el«Et Symeone- Nucdimitris feruum 7~*\ Ico adùque udendo diftinguere
tuii dne iecundu uerbiì tuù in pace-Et li diuerfi benefici di dio cf> lodob
certo in uerita giufta cofta es che lhuo biamo ringratiare de benefici generali
mo ingrato fia odiofo SC a Dio SC alle de gli fperiali SC de particulari- Ligene
genti códofiacofa che etiàdio lebeftie rali fono quatro comuneméte:cioe cB q
inrationah SC gliuccelli conofeono ilo cicreorche dnunicarche ciricompero:
ro benefattori come moftra idio g Ifa che cipromette SC uuole dare uita etter
ia quando dice per ragrauare lafcono/ na«Et diqfti parla fan Bernardo SC dù
feenza de giudei corra lui- Conofce il ce<Ringratiamo frati lofaftore noftro
bue ilfuo poffeffore SC laGno ilpfepio lobenefattore noftro:loredéptore no/
delfuo fignore SC ilpopolo mio no mi ftro tloremuneratore noftro- Et anche
riconofee ditanti benefici* Hor qui ha dice : fece te lo idio tuo :fece tante cofe
rebbe affai copiofa materia aparlare di g te : SC c/fatto teco una carne per fare
molti exépli che lafcriptura pone del/ poi te feco uno fpirito cioè i gfia- Cóe
la conofeenza dicerti animali come di lodobbiarno amare SCriconofcere g lo
lioni SC di cani SC daltre fiere che Gfo/ bnfiao della creatione moftra fan ber
no dimefticate g li benefici SC metton nardo SC dice Jnefcufabile e/ogni infc
fi poi alla morte g liloro benefattori : dele fe no ama co tutto fe colui dalqle
ma perche farebbe oga troppa j)lixa t conofce hauer tutto fe«Che fe naturai
fimene paffo maximaméte gche tutto mete ama ilfigluolo ilpadre dalquale
di per certa experientia quefto prouia pcede g uile generatile quato magior
WO- Altre molte cofe dire fipotrebbo méte de amare idio ilqle gliformo
no a comendatione diqtèfta gratitudi ileorpo SC dono lau alla imagine fua •
r m
Et pero dice fan&o Auguftinor amar
fidcbba logeneratore ma molto più lo
creatol e ÒC diqft o ciamunifce lo cede/
fomite ÒCdice<Con tutta lamina tua a
ma colui che rifece « Diqfto beneficio
anche parla fan Bernardo ÒC dice- Pen
fa huomo quello rifece lo ìdio ruo ccr
to iecodo ilcorpo nobile crearura : ma
molto piti fccódo la ni ma alla ymagi/
re fua:participédiragice ÒC capace de
tìcrna benedizione ài beatitudine- Et
qfte due parti cioè corpo 6C anima uni
re inficme con incopre henfibile artifi
cio:có inueftigabile fapientia-Et no Ci
può dire che lhuomo ciò meritaffe pò*
che non potè meritare manzi che fuife
ne hebbe idio rifpccìo a bn che da noi
porelTe riceuere: perciò che egli no ha
^ bifogno«Er qfto eiTere che aderte egli
^<xu*f p cr g ram ceferua: peroche come dice
fcó Gregorio lacrearura che dinulla fu
fatta i nulla temere bbe fe Limano cB
lafece no laconferuafTc- Ilqualc benefi
ciò no e/piccolo pefando maximamé
re che peccando tutto di mentiamo di
perdere lauira ÒC lettere. ricuefto he/
reficio conofeedo fan Bernardo diee/
ua-Molto certo ho amare òC rin^ratiar
colui g loquale fono uiuo òC conofco<
Lafigura ctiamdio ÒC laforma del coiv
po ri tto che idio dette allhuomo ancB
fingularmente londuce amare lui- On
de dicio parla fantto Auguftino SC di
ce cofi:lebeftie idio fece profìrate ater
ra per pigliare ìlloro parto diterra :ma
te O/huomo fece ritto in due piedi co
la ftatura uerfo ilcielo : perche péfi pu
re delbcn delcielomo difcordi adunq$
locuore tuo dalla ftatura rua-Er go ha
bi locuore infu come tamunifee ilpre
te allalrare dicédo- Surfum corda ÒC o
Siche guarda che no quando rifpondi
abemus ad dn m>Et cofi anche ramuni
fee fan Paulo dicédo-Que furfum fùc
quelite no que fuper terram:ma amol
ti i uerita fipotrcbbe rimprouerare ql
lo che Chrifto riprouero agiudei cioè
Voi fiate digùi ÒC io difu ÒC c - Et pero
fantto Bernardo dice eh fra tutte leco
fc moftruofe glipare quefta lamaggio
re cioè che in corpo diritto fia lamino
curuo ÒC in corpo humano beftiale fia
lanima beftiale. Hor diquefìa materia
troppo fiporrebbe dire: peroche l uerf
ra chi bene nfguarda neldiferto dique
fio modo tropo ha più beftie che huo
mini:ma pur quefto uoglio cóchiude
re che lhuomo inquàto e/ dadio fatto
debba come dice fantto Gregorio co/
nofeere ÒC amare ÒC ringratiare ìlfuo fa
clore ÒC effergli ubidiente: ma auenga
che ciafcuno diqueftì fot gràde molto
più ilbeneficio della redemptione glo
quale ciricompero da morte ctterna ÒC
mehtocci ui ta etterna ÒC infegnocci g
oemplo lauita della fua fancla huma
narra ÒC più dolce aripcfare : ÒC obligati
più allui ringratiare-Et quefto moftra
anche fan Bernardo ÒC dice cofi- Auen
ga che g molti benefici io tifìà obliga
ro fignor mio pure fopra tutti mitiren
do amabile ilealiee della pafhce ìlqua
le p me beeftì fiche qfta opera locuor
noftro uendico tutto a fe- Quefta ope
ra òC quefto beneficio lo cuore noftro
più giuftamente richiede più dokemé
te alletta più forteméte ftringne ÒCpiu
ualenremente accende-Et poi uolendo
fa
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
moflraredifferentia daqueflo benefi
ciò aquello della creatione fugiungne
ÒC dice cofj'Nella prima opera midie/
de me nella feconda midiede fe:6Cdan
domi fe mirendecce me che ero perito
ÒC obligato aldiauolo- Darò adunq$ 6C
renduco me per me dare due uolte me
glidebborche adunqs glirendero perfe
che fe mille uolce meglipotertì dar cB
fono io alluircerto no ho altro che gli
dare fe no lamore ÒC qllo Cia tutto fuo
peroche quello che g amore fida no fi
può mai ben rendere fe no per amore-
Simili quafi parole dice fco AuguftiV
no dicendo Jo ero perito ÒC aldiauolo
uenduto:òC Re a me feruodifcendefti
SC mia humanita pigliafti 6C lituo fan
gue g me prezo detti- Tutto ero 1 mor
te 5C tutto mhai réduto a uita tutta tua
adùque fia lamia uita. ÒC uiua a te uita
mia laquale fe no moriflì non uiuerei-
Et go anche dice-uenduto cihai ricom
peratimituperato cihai honorati:mor
to cihai dato uita • Cofi fanélo Grego
rio parlando a dio dice-Oh inexftima
bile dilezione dicharita che g ricope^
rare ilferuo hai dato ilfigluolo- Molte
altre fimile parole diquefto beneficio
nediceuano certi fan&i liquali chi ben
confiderà tutte fono trade de dedi di
fan Paulo ÒC daini apoftoli:onde que
fto beneficio riconofeendo fan Paulo
diceua-Dilexit me ÒC tradidit femetip
fum prò me no fu$ ingratus gratia dei
Et àche dice- Sciris cioè fappiate ÒC no
dimcticar douete lagratia delnoftro fi
gnore Iefu xpotcheper noi e/diuenta
co pouero eflendo ricco :ÒC pero fendo
(i egli pero obligato altucto fidiceua •
Viuo io già no io tma uiue in me xpo
Ciò uuoldire che 1 ogni cofa penfaua
pure allo honore di Chrifto non afua
utilità prefente ÒC futura- Et cofi cófor
ta noi ÒC dice-Ni(Tuno diuoi uiua a fe:
ma a colui che mori per lui:ÒC pero an
che dice- Se uiuiamo alfignore uiuia/
mo:ÒC fe moriamo alfignor moriamo
che fe uiuiamo o/moriamo di quello
fignore fiamo-Quefto uuole dire an^
che quando dice- Voi fiate ricompera r * *
ti digram prezo glorifichate ÒC portate
adunque idio inecorpi uoftri- Sopra le
quali parole dice fandlo Bernardo- A
cui debbo io più giuftaméte uiuere cf>
a colui loquale fe no morilTe no uiuc/>
rei ragioneuolmente: certo richiede la
uita mia colui loquale per lamia pofe
lafua- Cofi fco Giouannieuangelifta
dice- Amiamo idio:imperoche prima
egli ci ha amati ÒC dato femedefimo g
noi- Sopra laquale parola dice fco Ber
nardo- Se tincrefceua o/huomo dama
re hor tiuergogna dinon amare- Et an^
che dice degno certo e deffere riamato
fepenfiamo maximamente chi cui ÒC
quanto ama- Che certo quello/che cer
to e/fommo bene ÒC fommaméce fuffi
dente g femedefimo:ÒC di noi non ha
bifogno- Cui noi ferui inutili anzi ini
mici-Quato tanto ne uolfe morire : fi
che come dice lapoftolo eiTendo noi a
che inimici fiamo ricociliati a dio per
lamorte delfigluolo fuo- Onde diqfta
gratia conofeere ciamunifee loecclefia
ftico ÒC dice-No diméricare O/huomo
lagratia del fideiuiTorenlquale pofe g
te lauita fuarcioe uuoldire di Chrifto
loquale g te pago lodebito loquale tu
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
pagare non poteui-Et po SC fan Paulo
SC fan Piero SC fan Giouanni I più luo
ghi quefto beneficio ciramétano udc/
do SC conofcédo che niuna cofa e/che
tanto £ìa efficace affarci odiare ìlpecca
to SC difpregiare ìlmódo SC amare idio
quàto qfto come p fingulopuare fipo
trebbe:ma no micidiftendo p no mul
tiplicare parole : ma fingularmente ci
debba effere dolce lamemoria che elfo
xpo cenelafcio: cioè delfàtìiffimo cor
poSCfanguefuoloquale quotidiana ✓
mente ciraprefenta lapaffione SC lacha
trita fua uerfo dinoi « Della excellentia
anche diquefto beneficio della pallio
ne parla fan Bernardo SC dice«Laragio
ne SClagiuftitia naturale coftrigne enà
dio lófedele cB tutto debba effere obli
gato acolui dalquale ha tutto-hor qua
toadunqj maggioriate glifonotenu
toioloquale pfedeconofco SC tengo
lui nófolamentep fattore SCnutritor
SC gouernatore: ma etiàdio copiofo re
demptore:conferuatore SC glorificato
re*Et anche dice fc tutto fono obligha
to per me fatto :SC hor cf> fono per me
rifatto p quefto modo: che già no fui
cofi leggiermente rifatto come fatto :
poche non folamente dellhuomorma
dogni altra cofa difTe fia fatta SC fu fa
tta: ma in me rifare molte chofe diffe
molte marauigliofe fece SC molte dure
SC indegne cofe foftenne SC ine fuoi de
tti heHbe co traditori i efatti obferua
tori ne tormenti illufitori nella morte
exprobratori.Perche adiiqs O/huomo
dormirahzi e/morta latua affettione:
laquale atanto benefmo no rifponde.
Diquefti benefica anche parlando fan
tto Anfelmo dice- Ecco fignor perche
mifacefti debbomi dare altuo amore
tutto :SC pche miricompafti debbomi
ridare tutto :SCperche tanti beni midai
SC prometti debbomiti dare tutto:an/
zi tato midebbo dar più che tutto qua
to tu uali più dime che tidefti g me tu
tto- Onde della feonofeenza diquefto
beneficio mdegnandofi fan Bernardo
dice-O duri SC indurati SC cbftinati è/
gluoli da damo:hquali nó amolla tan
ta benignità: tanta fiamma damore lo
quale per noi uiliffimi lofuo fangue p
nofo fparfe « Per lepredette tutte cofe
ficonchiude che come dice fcó Gioua
ni bocca doro no fu : ne fia mai padre
O/madre ne amico che tato dami qua
to colui che cifece-Hor qfto poco ba^
ftihauere detto amoftraie che molto
fiamo tenuti SC obligati p lobcneficio
della creatioe SC della redéptione SC co
fi potremo dire della glonfi catione la
quale ciproftiette per uiliflìmi feruigi
nó etiamdio a noi bifogno:laquale re
muneratione SC gloria excede come di
ce fatto Paulo ogni pena SC mento cB
patire o/fare l quefta uita poffiamo li
quali benefici come difopra prepone^
mo fono benifici generali peroche atu
tti che non cicontradicono idioglico
cede- j
CDebenefici fpiriruali SC fingulari SC
prima delbeneficio della expettatiO/
ne- Capitolo«xx«
HOrfeguitadiuederedelh benefici
fpirituali SCfingulari dequali dob
biamo idio ringrariare- Dice adunque
benefici fpeuah fono tre - Ilprimo fie <Uu
ilbeneficio della expettarione : per
tiri
loquale idio {peccatori patientemente
afpe&a apenirentia Jlfecondo e/della
giuftificatione p laquale ipeccacori ex
pelati p diuerfi modi conuerce ÒC giù
ftifica perdonando lacolpa infondédo
lagratia- Ilcerzo fie della cóferuatione
per laquale ipeccatori couertiti confer
magli 6C conferirgli che no ncaggino
nelpeccato- Et uomo aciafeheduno di
qfti benefici polliamo confiderare cin
que cofe c fScifimoftrano molto excel
lenti. Quato e/alprimo dobbiamo co
fiderare che ilpeccatore più ÒC più uol
te peccando merita che iltépo della pe
nirétia no glifia dato ÒC muoia nefuoi
peccati c5e difTe Chrifto a giudei che
morrebbono ne loro peccati: gche no
conobbono iltépo della fua uifitatio/
ne-Laquale morte e/morte pefTima co
me dice ilpfalmifta peroche manda al
la morte feconda cioè della etterna dà
natione- Nella feconda parte de penfa
re che fpeflfe uolte fu prertb aldefto pe
ricolo/O per infermità ✓oper altro mo
do ne go ficorrefTe:anzi irritando idio
perfeuero nel peccato: no lafciando p
infermità ne per altro pericolo - Onde
chi ben penfa tanto ilbeneficio e/mag
giore quàto lopericolo delquale filibe
ra e/piu propinquo :come fe uno fuffe
liberato dalle forche effendo già colca
peftro alcollo-Hor cofi dico che effen
do ilpeccatore quafi in fulla porta del
lo inferno grande e/ ilbeneficio didio:
ilquale illibera cheldiauolo non uelo/
tiri conciofiacofa cheldiauolo nefia af
fai uolonterofo:òC ilpeccatore per fe a
lutare non fipofTa - Et diquefto benefi
do parla ilpfalmifta ringratiàdo idio:
ÒC dicedo. Mifericordia tua domie ma
gna eft fuper me ÒC eruifti anima mei
de inferno inferiori: cioè uuoldire aiu
taftimi daldiauolo che non miuitupc
rafTe come io era degno come ueggia/
mo che quello che fuiTe aiutato da un
fignore che non fuffe impiccato fifuo
le dire riconofeendo ilbeneficio: tu mi
liberarti dalle forche po io riconofeo
lauita g te fiche pognamo che egli no
fuife ancora impiccato pur dice che ne
fu fpiccato inquàto quello lolibero SC
aiuto che impiccato non fuife « Dique
fto beneficio ringratia molto feo Au/
guftino idio ÒC dice- O fignore mio di
quanti pericoli mhai liberato per ma/
re ÒC per terra difuoco :dacqua ÒC dico!
tello ÒC digraui infermitadi nelle quali
fe io furti morto effendo peccatore ine
terno farei dannato:ma tu fignore ma
fpe&aui ÒC ferbaui a te che io allhora
non perifTi- Et go ciamoni poi ÒC dilTe
<:he molto e/iftolta cofa uiuere 1 quel
lo ftato nelquale lhuomo non uolefle
morire g lopericolo della incertitudie
della morte-Et pero anche dice che no
debbono curare gli huomini ne per ni
cifta che muoiano come quando muo
iono ma morendo doue neuanno-Nel
la terza parte de péfare lapretiofitadel
tempo che idio gliha cóceffo expedta
do ÒC chiamandolo a penitentia* Et co
me fia pretiofa cofa iltempo moftrafi
indo che I piccolo tépo lhuomo può
guadagnare cofi nobile cofa come ilre
gno delcielo ÒC fcampare lonferno co/
me fimoftra inelladrone della croce ÒC
in altri afTai peccatori fubitamente co
uerti* Et pero filamenti fan Bernardo
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
deltemjpo che non e/reputato caro co
me fidouerrebbe SCdice-Oime che niu
na cofa e/piu cara cheltempo:ma hog
gi niuna cofa e reputata più uile-Et an
che pero dice- Ognitempo nelquale di
dio non péfi riputa dhauerlo perduto
imperoche ogni altro bene e/da noi a
heno:mailtempo e/proprio noftro :
cioè uuole dire che deglialtri beni ben
può eifere che ha luno più che laltro :
ma ilrempo e/un bene che tato nha il
pouero quanto ilricho SCcotanto SC co
fi nepuo guadagnare- Et pero fan Pau
10 dice» Ecce nunc tempus acceptabile
ecce nùc dies faluris 5C c*Et anche dice
Redimétes tempus 6C ocioe uuoldire
Rifpiarmatelo &C no lofpendete in co
fe uane-Et qfto e/contro amolti liqua
11 otiofi 6C uani dicono paliamo tépo
& aftudio perdono iltempo in cofe ua
ne-Quefti douerrebbono penfare che
dila no e/tcmpo dimifericordia ne di
guadagno :che chi diqua non porta di
la no truoua :Onde pero amunifce Sa
lomone ÒC dice- Ciò che può latua ma
no fare inftantemente adopera poche
apreflb diquelli difotto doue taproxi/
mi no aopera ne ragione ne tempo di
guadagno-Onde certa cofa e/che fegli
danari hauefTono pur tempo duna ho
ra apoterfi penare :piu lharebbono ca
io che tutto ilmódo doro- Hor qui ha
rebbe affai copiofa materia amoftrare
quefta pazia diperdere iltépo 6C amo/
ftrare come SC in che fidebba fpender
Et accadrebboci molti exempli dimoi
ti iquali peccando afperanza dhauere
più tempo o/dhauer buona finetfono
poi tofto mora i malo ftato;: fiche be
ne fiuirifica 1 loro quella parola dello
ecclefiaftico che dice cB lanequiflìma
repromifTìone molti neperde • Et pero
anche dice malediftionis qui peccat 1
fpetma pche no fipotrebbe fare co po
che parole bafti per hora quefto tanto
che detto e/ Et in fomma conchiudia
mo che ìltempo ce dato g meritare ui
ta etterna-Et pero dice fcó Auguftino
Non fiuiue utilmente 1 quefto tempo
fe non p guadagnare ilmerito g loqua
le meritiamo diuiuere 1 etterno fanza
tempo- Et Seneca pero anche dice che
non e/pofto ìlbene dellhuomo nellun
go fpatio deltempo ma nellufo-Et fco
Gregorio exponendo quello pfalmo :
qui no accepit in uano aiam fuam: di
ce che i uano riceue lanima fua quello
che penfa pure debeni prefenti:5C non
penfa quello che dila debba feguitare
in etterno- Ma lhuomo giufto non ha
in uano lanima poche a fua utilità ti,
ferifce ciò che in quefto tépo corporal
mente può adopare- Nella quarta par
te e/dapenfare cf> grande e/ quefto be
neficio indo che uedédofi icLio difpre
giare &C male fpendere iltempo cB eco
cede 6C anche pure afpeóla ÒCprolunga
lauita Onde diquefto beneficio ÒC del
la noftra fconofcéza dice Iob . Idio de
eie a molti tempo dipemtentia 8C egli
no lufono afuperbia-Et po dice dique
fti tali/ipà uitaputabant indigna-So
pralaqual parola dice fco Auguftino
cheilpeccatore e/indegno della uita:
Grande in uerita e/quefta graria chia
mare 5C expedare ilpeccatore ÒC nutrì
cario allefue fpefe uededofi pur difpre
giare- Siche come dice fco Gregorio:
ladiuina gratia ilpeccarore etiàdio dif
pregiata no abandona-Onde pero dice
che fe haueflìmo cuore gentile douer/
remoci almeno uergognare della beni
gnita delGgnore che cichiama pogna/
mo che lagiuftitia non uoleiTino teme
re : laquale con tanta maggiore uilla/
nia difpregia quantegli uedendofi dif
pregiare anche pure cichiama- Quelli
fono quelli come dice fanfto paulo co
culcano ìlfigluolo didio peccàdo afpe
ranza della Tua bontà ÒC fanno contu/
melia allo fpirito della gratia ricaden
do nepeccati già cofeffaa ÒC perdonati
ÒC difpregiano laricheza della benigni
ta òC della longaminita di dio laquale
gliafpedla ÒCgo fiche thefaurizano ira
in di dellira òC delgiufto iudicio didio
Nella quinta parte e/dapenfare che in
ciò Gngularmente e/grande quefto be
neficio che fappiédo idio chel peccato
re debba male ufare ìltempo i fua uer
gogna nientedimeno pure gliele coce/
detficheqfto quinto rifpe&o moftra
maggiore lagratia chelquarto difopra
de&o come pognamo exemplo corpo
talmente che pognamo che Ga grande
gratia ÒC mifericordia fare bene achi ci
ha fa&o male pur molto maggiore e/
far bene achi fappiamo che cidebba fa
re male òCdonargli cofa co laquale fap
piamo che cidebbe offendere :come fe
lhuomo donafTe auno un coltello col
quale fapeflè che lodouefTe ferire- Hor
ecco adunque moftrato che per glipre
deéti cinque rifpeéh ÒC gradi Gmoftra
gràde beneficio della expeftatione-
CDel beneficio della giuftificatione-
Capitolo- xxi.
QVato alfecodo beneficio cioè del
la giuftificatione debbe anche ÒC
può lhuomo confiderare cinque cofe«
Etlapnma fie confiderare daquàtiòC
quali uincoli idio lha liberato afoiué/
dolo dalpeccato-Come percerto graui
troppo ÒC uili fono quefti uincohli ÒC
legami che legano ilpeccatore ÒC recan
lo i miferia ÒC feruitu ficome dice xpo
chi fa ìlpeccato e/feruo del pcccato-Ec
Ifaia dice:leiniquitadi proprie predo/'
no limpio òC co lefuni depropn pecca
ri ciafeuno e/cófbecto- Et ilpfalmifta
dicetlefuni depeccati mhano legato ÒC
impaftoiato-Hordiquefto legame ÒC
diquefta feruitu afTai Gpotrebbe dire;
ma tanto quefto Gpruoua per cotinua
experientia che molte parole non cifo
no bifogno:che ueggiamo cotinuamé
te molti fi legati a cera peccati che ne
per paura ne per uergogna fene porto*
no rimaner come diuiene maximamé
te dicerti beuitori ÒC giucatori ÒC difo/
nefti amatori :liquali da loro mali uiV
ni ne per prefenti ne p paura delle fu/
ture pene GpofTòno partir fiche come
fpefTo predico più fono hmartyridel
diauolo cB quelli didio-Diqucftì lcsja
mi confèfTa fcó Auguftino che era le/
gato inàzi che idio locouertifli ÒC dice-
lo era legato no diferro altrui: ma del
la mia ferrea uolonta elmio uolere te/
neua loinimico peroche no reGftendo
alprincipio lauolonta torno in neceili
ta:Gche quafi con una cathena mirira
ua diuitio in uitio come uoleua-Per le
quali tutte parole uoglio conchiudcre
che gride beneficio e^quefto che idio
liberi lhuomo da choft mifera fermai
hth..
JW
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
8C cofi ftrefti legami 6C crudeli (ignoti
come lioni:iquali come dice idio g le
remia no danno requie alferuo loro ne
di ne nofte- Come in figura di dio leg
giamo nellexodo che ifigluoli difrael
erano oppreffi da Pharaone in egypto
diduriffima feruitu cioè difar mattoni
coglier ftipule 8C cuocere imattoni nel
le fornaci SC con tutto qfto tutto di era
no cruciati SC affligli per molti modi «
Hor cofi adiuiene a miferi peccatori :
cioè che fuggédo ildolce giogo di chri
ftofifottomettono alcrudel giogo del
demonio « Affai molte altre parole fi/
potrebbono dire amoftrare lagraueza
SC lauilta diqfta feruitu: ma g no mul
riph'care più in parole lafciolo SC dico
che gride e/molto qfto brificio deffe/
re liberato da quefti lacciuoli :8C tanto
e/maggiore quanto più SC più antichi
fono ipeccati che cilegano-Onde diq/
fto fi grande beneficio conofcente Da
uid propheta diffe - Dirupifti uinculà
mea ubi facrificabo hoftiam laudis 6C
nome dni inuocabo SC c-Et anche laq/
us contritus eft SC nos liberati fumus-
Et che qfto conofceua da Dio moftra
quando fugiùgne « Adiutoriù noftruj
in nomine dnirqui fecit celti SC terrai •
Et altre molte fimili parole g lequali
molto comcda quefto beneficio deffe
re liberato dal peccato :che fe lhuomo
e/grato SC conofcenre deffere liberato
dalla prigione duno tyramno dimon/
do tmolto più debba effere quando fi/
fente effere liberato dalla prigione del
nimico ifernale - Hor qui harebbe grà
de qftione cioè fe g niuno fegno lhuo
può conofcere guado egli c/bene affo
lutodefuoi peccati da dio imgcioche
come dice Salomone della ppitiatióe
de peccati cioè fe idio ciha perdonato
non dobbiamo ftare fanza paura* A q
fto brieueméte rifponde labbate panu
rio nelle collationi de fri padri SC dice
che allhora certamente fidebbe lhuo^
mo riputare abfoluto da peccati quan
do fifcnte fi conuertito SC mutato alco
trario che cioche male amo ha in fom
mo odio: dicedo col pfalmiftaJniqiri
tate odio habui: SC abhominatus fum
SC ciò che male odioe cioè icomanda/
menti SC flagelli didio ha in amore-Ec
pero fugiungne ilpfalmifta-Legé aure
niam dilexi-Et anche- Ecce in flagella
paratus fum- Siche per ueritade a que
fto modo pochi fono liberi pcntuti SC
ben conuertiti SCabfoIutùgoche tutto
di ueggiamo molti in qfto ftato SC ha
bito dipenitentia troppo hauereilcuo
re almodo SC poco a dio: ma diquefto
g lomeglio mitrapaffo: pereche lama
teria e/ troppo dolorofa-Et go tornia/
mo aparlare come proponemo del be
neficio della giuftificationc-Dico che
nella fecoda parte quefto beneficio fi
moftra grandiffimo penfando g lagra
ueza deldebito delpeccato ilquale dio
hberamenteSC intutto rilaxa SC perdo
na come moftra per quello euangelio
g loquale dice al feruo iniquo- Omne
debitu dimiffi tibi quonià rogafti me.
che cóciofiacofa che per ogni peccato
mortale fia lhuomo debitore dimorte
etterna:molto e/dalaudare quefto lar
go perdonatore:loquale cofi hberamé
te SC tofto ogni offefa perdona SC nfti
tuifee lhuomo alla gratia della fua (ù
limone come fimoftra g lo euangelio
die parla dclfigluolo prodigo riceuu/
co graciofamence dal padre :ÒCper altri
cxempli ÒC de Al aitai della fàdta fenp
tura ÒC de dodlon- Onde pero fan Ber
nardo cómendando quefta fua miferi
cordia glidice • Alpoftutco o/buon Te
fu per lamàfuerudine ÒC mifericordia:
laquale di re fipredica corriamo dopo
te udendo che non difpregi ipeccacori
ne hai afehifo ipouen - Che già no ha
ueftì in horrore ma riceuefti Macrheo
publicano ÒC Zicheo ÒC nó cacciarti la
Magdalena : no ladulterarnó la Cana
nea:nó ìldifcepolo che tinegornó ìlla
drone della croce: no etiamdio glituoi
crucifixori per gli quali benignamére
pregarti- Onde i odore diquefti ungue
a corriamo a te«Et anche dice fe altut/
to perdona Chnfto ogni ingiuria che
non ridàpna uendicando non lorinfac
eia rimprouerando non ama dimeno:
purché Ihuomo fiuoglia perire dicuo
re- Et quefto pruoua g dauid ÒC lamag
dalena ÒC per Paulo ÒC per Piero ÒC per
altri moiri aquah fi bene perdono che
eriadio fa loro più honore nella chiefa
che aglialtri che non peccorono- Hor
qui harebbe troppa copiofa materia a
parlare della chopiofa mifericordia di
dio come i peccatori riceue ÒC giuftifi/
catma perche farebbe plixo badi que
fto poco che dedto ne- Ma dico che di
quefto beneficio conofcéri fempre lo
dobbiamo nngra tiare :5C per fuo amo
re ÒC exéplo a noftri proximi ogni àe/
biro dingiuria uolentieri ÒC liberamen
re perdonare comfe 1 più luoghi dello
euangetótìamumfce ÒC infegna a ora
re clicédo- dimirte nobis debita noflra
ficut ÒC nos dimictimus dbitoribus no
ftris:fappiendo che fe non perdonaffi
mo eciàdio lipeccaci già perdonati ciri
chiederebbe- Come moftra per quello
euangelio che il Re parla delferuo alq
le ìlRe haueua gdonato diecimila ta
lenti che perche no perdono alconfer
uo céro talenti filio fece pigliare ÒC me
efrere in prigione ÒC adornandogli ìlde
biro perdonato- Ec pero cóchiude cofi
ilpadre mio celeftiale farà a uoi fe no
perdonerete luno alaltro di cuore- Di
cuore diffe nó pur in lingua come fan
no molti che dicono che perdonano:
ma Iodio del cuore mai non lafciano «
Contro aqfti dice lo ecclefiaftico huo
mo córro a huomo ferba lira ÒC da dio
domada medicina» Se in quello che e/
fimile a fe no ha mifericordia eoe adii
que latrouerra-Quafi dica impoffibiV
le e/che latruoui poche come dice fan
dìo Iacopo • Iudicio faza mifericordia
riceuera chi mifencordia nó fara-Hor
fopra ciò molte parole dir fipotrcbbo
no a moftrare la ftoltitia ÒC lacrudelca
diquelli che uogliono che idio perdo/
ni loro glimoln debiti ÒC molte uolrc
eglino no uogliono perdonare lepicco
le offeferpure una'uolta non confiderà
do quello che diffe Chnfto a fin Pie
ro cioè cR gdonaffe feptuagies feptics
cioè fempre- Ma perche intendiamo g
pur acómendare lamifericordia di dio
bafti quefto tato che dedo ne/cice cf>
conofeéti noi diquefto beneficio dob
biamo ogni debito perdonare a noftri
proximi per fuo amore fappiédoche
come dice fanfto Auguftino: afanarc
leferite de ficcati niuna mediana tale
Gtruoua:6C perche come egli anche di
Htk & dimagnificentiflìma bontade come
amare loinimico 6C acolui che ciuuole
male :6C faccene fepuonoiuogliamo
bene òC facciamo quanto portiamo go
che g quefto fmgularméce figluoli di
dio diuentiamo- E/adunqjda confide
rare nel fecondo grado qfto beneficio
della giuftificatióe che fimoftra mol/
to gràde incio che perdona tanti debi/
ti uolétieri: ÒC fempre auenga che que
(lo potremo extédere g più altre cof^
derationi: cioè che come fono gradi li
mali che cifa ilpeccatocofi moftra grà
de lamifericordia che gli toglie ÒC gdo
na-Onde cociofiacofa che ilpeccato ac
cicchi ÒC rechi ì feruitu: tolga lafancìi
ta ÒC ogni riccheza fpintuale ÒC tenga x
guerra ÒC dia torméto fpiìale òC morte.
Conchiudefi che quàdo idio toglie il
peccato ÒC giuftifica ìlpeccatore ficac
eia lacechita ÒC rédegli ìllume ÒC dagli
liberta :fanita ÒC riccheza fpirituale pa
ce: diletto ÒC uita fiche lunga mena fa
rebbe anominare perfmgulo lemiferi
cordie di dio: peroche excedono ogni
noftro intcndiméto- Ma lanima che q
fte cofe riceue ledebbe ÒCpuo meglio I
oratione penfare che io non fo ne uo^
glio qui raccontare :peroche troppo fa
•3 , rebbe lunga materia-Nella terza parte
debba penfare ilpeccatore giuftificato
aquanta degnita e/chiamato ÒC recato
cioè aefTere figluolo òC herede didio ÒC
copagno di Chrifto ÒC Re diuita etter
na come fitruoua perii euangeli ÒC per
lidefti di fan Paulo ÒC di fan Giouàni
marinamente. Se adunqs tanto lift u
dia lhuomo deffere eonofeente quado
e/ pmofTo auno benefido piccolo dal
cuno altro huomo intantoche nediué
ta quafi fuo feruo : ÒC molto più certo
dobbiamo riconofecre quefto benefit
ciogloquakfiamocofi exaitati ingc
tiliti ÒC arricchiti de benefici ÒC grane
fpirituali-Onde diqftì benefici ÒC gra*
ne fpirituali cioè delfcr liberati dalpec
cato ÒC giuftificati uoleua fanéto Pau
lo fare conofeenti certi fuoi difcepoli
iquali erano ftati peccatori dice lor co
fi- Ditemi che fru&o hauefti diquegli
peccati dequali hora uiuergognate qfi
dica nifluno fe non che male nhauefti
ÒC peggio nafpeftate : ÒC poi fugitigne
ma hora liberati dalpeccato ÒCfadi fer
ui didio hauete hora in prefente louo
ftro frutto in fanttificatione cioè 1 pu
rita ÒC pace dimente ÒC infine uita etter
na: fiche per quefto uuole conchiude
re che grande ÒC doppio e quefto bene
fido g loquale idio 6C libera dal pecca
to ÒC dalla pena etterna laquale neme/
ritiano: ÒC dacci in prefente caparra di
gratia ÒC poi uita etterna- Nella quarta
parte debba lhuomo penfare per uede
re bene laexcellentia diquefto benefi/
ciò 1 che ftato era egli quando ileouer
ti cioè che era fuo inimico feruo ÒC fi>
gluolo deldiauolo òC obligato aeterna
dàpnatione- Tato dùqg fimoftra mag
giore quefto beneficio quanto 1 più ui
le ÒC pencolofo ftato lhuomo era- Do
uerremo dunque anche penfare che a
dio I nulla fiamo utili fiche nogli pof
fiamo rimprouerare che grifpetto dal
cuna utilitade egli ci habbia chiamati
ÒC giuftifichati«Onde qfto uollc Chri
ftò che conofceffìno liapoftoli quado
diiTe uoi no hauece eledlo me : ma io
uoi- Ec anche quando elfendofi partici
dallui alquanti dilfe aglialtri-Hor uo/
leteui uoi anche partire . Quafi dica a
me no corna dano niuno louoftro par
ti mento ne prode iluoftro ftarc • Q ue
fto fimoftra iche per quella parolaia
quale fu decìa a Job cioè. Se ben farai
cft giouerai a dio:ÒC fe male farai chel
nocerai-Quafi dica nulla fiche pur fo
pra re tornerà ìlbene ÒCilmale che tu fa
rai- Nella quinta parte debba péfare il
peccatore conuertico quàti ÒC quali fo
no da dio lafdaci che non gli ha cofi a
fpedlari ne chiamati fiche morti ne lo
ro peccati fono in ecerno dannati-Grà
de3C occultirtimo e/qfto giudicio i ti
to che mai no fu fancìo che ne poneife
uedere ragione - Onde gho fan Paolo
penfando lareprobatione degiudei ÒC
lauocatione de pagani: ÒC no uedendo
re ragione fu conftre&o dumiliarfi SC
dire • O alcicudo diuicianì fapientie ÒC
fcientie dei qua incoprehenfibilia fùt
iudicia eius ÒC inueftigabiles uic eius-
Cofifan&o Augurino exponédoql
la parola che difTe Chrifto dee- Niu/
no uienc a me fe ilpadre mio no lotira
dice- Intendi huomo che cofi e/perccr
to che niuno ua a Chrifto fe no e/tra
fto:ma cui tiri ÒC cui no non uolere in
uefti>are fe no uuoi errare- Ec cofi fan
fto Gregorio diquefta maceria parlan
do dice-Lifecreci iudici della diuina fa
piccia pochi pofTono ceifcare ma nullo
rrouareròC perho qfti giudici fanza ue
derne ragione fonodhauere inreueré
tia« Hor fopra ciò molte cofe fipotreb
Bono dire amoftrare qflo fmifurarato
beneficio g loquale da dio fiamo qua
tunq$ peccatori ÒC Imondi chiamati ìu
ftificati ÒC ìeconciliati non precedenti
ma contraddenti li noftri mena rima
nédo ÒC morédo nelli loro peccati mol
ti altri che no fanno peggio dinoi • Di
quefta materia afTai exempli fitruouo
no nella fcriptura fanéìa:ma no micu
ro difcriuergli fi per non eflere troppo
prolixo/fi maximaméte perche tutto
di ìlueggiamo per experiétia: cioè che
uno gride ÒCpeflimo peccatore fi lun
go tempo expeftato ÒC fa buona fine*
Et unalcro minore peccatore in brieue
tempo muore re fuoi peccati ÒC e^dan
nato: fiche molci cfi furono peflfimi fo
no da dio poi fi mutati che fono falua
tiròCmolti che no furono cofi rei fono
in brieue cempo danari. Hor diqueft o
giudicio nóe^da cercare ragione come
dedo e-Et perho lafciandodipiu par/-
lame uoglio conchiudere che moico e
tenuto diringratiare idio quello ìlqua
le dopo molti peccati fiféte da dio giù
ftificato ÒC chiamato: fi péfando ilgri
de male dalquale iddio ìllibcra :ÒC fi il
gride bene alquale ìltira ÒCmena :fi de
la gratia fi della eterna gloria- Ma io g
me credo che mai niuno ne fufTe ne fia
conofcence quanto douerrebbe dique
fto beneficio chofi utile ÒC fmifurato .
Hor qui fipotrebbe parlare ÒC farebbe
bella materia didiuerfi modi g bquatì
idio ipeccatori couerte: licuali ìfancTi
comuneméce dicono che fono cre-cice p
per flagelli ÒC per paura come tutto ue 3
giamo ÒC leggiamo dimoiti che ficon T ^
uertono g le iferraitadi ÒC tribulationi
ir
- w grauiJlfecodofieglcpredicanoniCCp
Èli exempli de buoni-lirerzo fiepfu^
ita SC fingulare ifufione digraria SC
uocatione dima come fu ifan Matheo
SC i fan Paulo bi nella Magdalena 5C I
altri moiri come fitruoua \ uita patrti
iquali elTendo pelTimi fubitaméte qua
fi p forza idio gliriroe módoe ÒCiuftifi
coe:ma p qualùque modo fia tutto O'
P gratia & no per noftro merito prece
déte come fi dice nelle collationi de fa
tti padri àzi come dice fcó Auguftino
maggiore miracolo e dellipio fare pio
SC buono che no fu creare ilcielo &C la/
terra tfiche nullo pdicatore fipote uan
tare dhauer couertiro alctia perfona p
fua predicanone po che come dice fan
Gregorio iuano fafatica lalingua delp
dicatore fe lofpirito fatto no lhara nel
cuore deUuditore*Et pero àche dice ct>
e troppo maggiore miracolo òCpiu uri
le eh lhuomo rifufciti quàto allanima
chenonechelhuomonfufcici quàto
alcorpo- Et qfto può fare ppriamente
folo idio: pognamo chegli uolédo far
honore afuoi ferui ufi laloro ligua a p
dicare penitétia ÒC chiamare SCabfolue
re ipeccatori- Figura 5C exemplo dicio
habbiamo nellafufcitatiore diLazero
incio che imprima xpo lochiamoedel
fepolcro 5C fufcitollo 6C poi diiTe aglia
portoli che lofcioglieflìno p laqualco
fa fida aintédere fpiritualmcte che fe i
dio imprima no fufeita infundcdogli
lagratia dicótririoe ne frate ne prete lo
può abfoluere ne iuftificare-Et quefto
e molto contra molti ftolrilrquali ne
pentuti ne contriti & fanza intentione
dimigliorare ficonfelTano &C credono
potere efTere abfoluri-Hor fopracio
molto fipotrebbe dire manomiciften
do perche diquefta matena cade apar
lare difocìo quàdo trattereno del ftuc
to della confezione de peccari laquale
fide fare con debita contritione SC pen
timento-Et pero quefto poco balli ha
uere qui detto 5C (cripto del benificio
della ìuftificatione per loquale idio ci
gdonalacolpaSC rede lagratia fua.
([ Del beneficio della Conferuarionc
Capiculo .xxii-
HOra feguita adunque purdiuedex
re delterzo benificio cioè della co
feruatione p loquale idio ciguarda che
non richaggiamo in peccato • Incorno
alquale benificio imprima dobbiamo
cofiderare ladifficulta di pfeuerare nel
bene loquale fimoftra maximamente
itre perfee cioè nellucifero loquale ef
fendo cofi gràde ìmparadifo mete di/
meno p uno piccolo uentodifuperbia
cadde ì abiifo-Kanche i Adamo ilqua
le anche efTendo fanza con uptiore di
carne nel paradifo terreftro niétedime
no per lacohabitatioe della fcmina efr
lolufingotrapafToeilcomàdaméto di
dio 5C màgio ìlpomo uietato g laqlco
fa fu cacciato del paradifo- Onde pero
fcó Hieronimo amonédoci aguardare
delle fémine dice-Ricordati o huo del
primo huo per fémina fu del paradifo
cacciato- Et cofi poi dice che ilpiu for/
te cioè Sanfone elpiu fauio cioè Salo
mone elpiufantto cioè Dauidperfé/
mine perdettono idio fe poi per peni/
tétiari tornati non fu(Tino-Onde pero
dice fantto Gregorio che dello uato
S
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
«V-
fuo Dauid cadendo nullo prefumma-
Et cofi potremo dire difan Piero SCdal
ni moki liquali dopo molte uirtu leg
gierméte 5C laidaméte cadono- Et nella
terza parte dico che ladifficulra delper
feuerare fimoftra I Iuda ilquale effen/
do fotto cotale pallore ÒC co cofi fatti
compagni niétedimeno g cagione del
trafficare della pecùia chera difpéfato
re delfignore cadde fi laidaméte che g
pecuia tradì xpo-Hor qiuti copagni e
gli habbia hoggi liquali g pecunia mi
nore cf5 qlla chebbe Giuda tradifcono
tC riuédono xpo 6C ìfuoi facraméti tro
po farebbe lùga mena adire ma tanto
gridio dicio loge cheleparole mitacio
Nella fecoda parte dico lacótinuita 31
la battaglia nella quale fiamo po che
come dice fan Gregorio co aflidua tép
tatióe ildiauolo citépta accioche alme
no g tedio ciuica-Hor diqfto alTai exé
pli fipotrebbono qui fenuere a jpuare
che molti per lemoleftie delle cótinue
téptationi fono caduti* E no e/ maraui
glia certo fe lhuomo ì tante bavaglie
alcua uolta cade anzi più e da maraui
gliare 5C da tnbuire a fola uirtu diuina
che lhuomo fpeffo no caggia«On3 go
diffe idio alob-Meméto belli nec ultra
addas loqui<Cioe uuol dire fan Grego
rio - Tato fotto lamia uolota rirédi fu
dito quàto p te atanta battaglia titruo
ui ÒCuedi ifermo«Et po fan Paulo dice
chi fta guardi che no caggi-Leggefi in
uita patriì che uno uéne allabbate the
odoro SC diffegli che uno certo frate e/
ra tornato alfecolo: alquale rifpofe la
bare TheodoroNo timarauigliare fi
gluolo quado odi che akùo moaco ca
giatpcfandolegraui SC cotinue téptati
oni rma quàdo odi che alalo leuice;df
quello timàrauiglia SCda lode adio-Ec
unaltro fcó padre udédo dire che uno
moaco era caduto ipeccato rifpofe pia
gédo 6C dille- Egli hoggi &C io domane
Quafi dica fc idio no mitiene cofi ca^
dro io come lui- Chi qfte cofe cófide/ ^ r ^
rafie femp farebbe humileòCtemorofo
SC pietofo ÒCnon crudele contro aquex
gli che caduti fono-AlTai altri detti SC
exempli fi potrebbono qui fcriuerc fo
pra quella materia liquali lafcio p no
efTere troppo prolixo- Nella terza par *j.
te dobbiamo confiderare lacóditione
delnoftro aduer£ario cioè che fi poten
te che come dice Iob non e podefta fo
pralaterrache glifipoflfa aguagliare-
Onde come difopra e/detto fe glibuo \
ni fpiriti da noi fa lungalfrno limpeto
de rei nullo follencre potrebbe anche
e aftutilTimo in cioche tempta didiuer
fi uitii fecondo che fimoftra inulta pa ej
truum in quel diauolo loquale trouo
SC uide fan Macchario amodo 6C mfor
ma dimedico con uno ueftiméto ftrac
ciato rutto pieno dampollerSC doman
dolio fan Machario doue àdaua òCchc
uoleuono dire quelle ampolle- Rifpo
fegli che andaua a temptare imonad
della ualle 6C quelle ampolle fignifica
uano le diuerfe fue temptationi fiche
a cui non poteua uincere con luno ui/
tio temptaua co laltro- Et quello àche
chiaramente fimoftra nelle temptatio
ni diChrifto incio che poi che lhebbe
temprato del uitio dellagola uedendo
fi uintto fil tempto della Vanagloria
SC poi della fuperbia SC della auaritia.
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
ti*
14-
Hor cofi tu£to quefto fi dimoftra in/
noiiqualifpeiTouicegladuerfita del
le temptatiói che rimette maximamé
te lafua malitia fimoftra Icio cB come
dice fan Paulo fitràffigura fpeflb 1 an
gelo diluce ÒC nafcode liuiti fofto fpe
eie diuirtu-Come fpefle uolte lira ÒC il
furore fa parere humilita ÒClapreftitio
ne 5C lambitione fa parere carità- 5C per
quefti ÒC |> altri modi fpeflfo cinganna
come dice fandto Gregorio. Hor men
tédo hor lufingàdo hor pmettédo ho
ra fpauctando come p cótinua experié
tia puiamo-Ma dire diquefti fuoi ige
gni SC Iganni j> fingulo non miextédo
jxhe farebbe troppa plixa materia ÒC
perche molto pienaméce netraftai nel
trattato òCilibro chio feci della p^tictm
Nella quarta parte dico che quefto no
ftro nimico e crudeliiTimo Icio che co
me dice fan Gregorio no glipare haue
re fa#o nulla fe lanima non ritoglie*
Et po dice cB no fi cura ditorci inoftri
beni ne difarci altri dàni feno accio cB
noi per quefto prouocati gittiamo la
nima laquale egli fe noi non uogliano
torre no cipuo-Ónde di quefta fua cru
delita parla IobòC dice. Crudo ÒC fàza
mifericordia e/quefte tuéle fue male
eoditioni chiaraméte cidifcriue fa Pau
lo in qlla piftola nella quale cofortan
doci cotra lefuc temptationi dice che
non habbiamo pur battaglia co carne
t(. co fangue cioè con huomini terreni
ma cotra gli principi òC podeftadiòCret
tori 311e tenebre cioè deglihuomini te
nebrofi ÒC peccatori conno alle fpiritu
ali nequitie che habitano 1 quefto aere
caliginofo<Hor ueggo che troppo an/
dreiianziadifcriuerm&e Iemali codi
rioni ÒC igegni del nimico-Et pero ba/
fti qfto poco per cochiudere ÒCmoftra
re che gràde gratie dobbiamo rédere a
dio ilquale cidiféde dalle fue branche-
Laquita cofa che dobbiamo péfarep/
conofeere laexcelletia diquefto benefi
ciò fi e apéfare che no habbiamo acó/-
battere pur co uno demonio ma fono
inumerabili ÒC tuéh fono inconcordia
cotro a noi fiche pognamo chegli ifie
me bene no fiuogliano pur cótro anoi
fono folleciti ÒCuniti come fimoftra g
ql uangelio per loquale xpo diiTe che
lofpinto Imondo uolédo étrare nella
cafa cioè nellanima onde ufei/prende
fepte fpiriti più iniqui di fe ÒCfe può fi
uétra ÒC ritorna ÒC fa diuétare qllhuo/
mo peggiore chenprima« Lafefta cofa
che dobbiamo péfare per conofeere q
fto beneficio fie lauaneta de pericoli é
ciò che come dice fan Paulo- Pericoli
fitruouano in follecitudine ÒC kompa
gnia òC in falfi frati ÒCin ogni luogo ÒC
tempo ÒC cofa fiche come fu moftrato
i uifione afanfto Antonio tuélo ilmo
do e/ pieno dilacciuoli-Et pero diccua
fan&o Auguftino beuiamo mangia/
mo ÒC ueftiamo ÒC inogni cofa ÒC crea
tura lacciuoli trouiamo pero cB come
fidice nellibro della fapicntia-Lecrea/
ture didio fono create ÒC pofte chome
trappole ÒClacciuoli apiedi degli ftolti
fiche come ueggiamo chi penfee per/
lapfperitade ÒC chi p aduerfitade» On
de delpicolo delmaf diqfto modo par
lado fa Bernardo dice-Ilpicolo diqfto
mare fimoftra amolti cB àniegano ÒC
apochi cB càpào cB nelmar dimarfilia
V
0€*4fM iOxth
/ (tb dellequatro naui no neperifce una ma
nel mare diquefto modo delle quatro
anime no ne capa una- Hor qui hareb
be molta copiofa materia aparlare di
diuerfi pericoli SC téptationi che conti
nuaméte habbiamo della carne SC dal
mondo SC dallinimico infernale SC dal
li inimici SC amici mondani • Siche co
me diflfe Chrifto enimici deglihuomi
ni cioè quàto allanima fono ìfuoi do/
medichi. Ma fopra ciò no mi extendo
più imparticulare:pche farebbe tropx
pa lunga materia- Per leprede&e tutte
cofe uoglio cochiudere che molto fia
mo tenuti damare SCringratiare idio il
quale p fomma gratia da tanti peccati
SC pencoli preteriti SC prefenti SC fuou
ri cilibcra cótinuamente«Et quanto aq
fto che hora e defto cioè delbeneficio
della conferuatione fcó Auguftino di
in 3 *i ri ce che idio ciguarda SC cóferua che no
caggiamo in tre moditeioe o/rafrenà/
do ledemonia che no citemptino qua
to uorrebbono o /togliendoci loportu
nitadi SC lecagioni delpeccato O/per in
fermitadi o/per altro impedimento o
dandoci forteza SC fenno nelle tempta
noi fiche uogliamo SC polliamo aldia
uolo refiftere - Ma fopra ciò più no p
cedo diparlare perfingulo:phoche mi
pare che p grà parte fofficienteméte ne
fia dcfto difopra quàdo parlando del
la guardia degli angeli uerfo dinoi: fi
che in fomma uoglio dire che dobbia
mo idio ringratiare dogni male che fa
cto no habbiamorcome faceua lancio
Auguftino dicendo Jo fo fignore che
no e/peccato fatto p huomo che non
lofacefle ogni altro huomo fe non lo
guardarti tu fa&or dellhuomo:SC pho
io tiringratio dogni male che io no ho
fafto-Et quefto beneficio della confer
uatione più fingularméte e/gràde qua
do efTendo noi in alcun peccato idio |>
gratia ciguarda cB no caggiamo i uno
altro phoche in qfto fa idio córro alla
fua giuftitia laquale uuo!e:come dice
fcó Gregorio chel peccato loquale per
penitétia nó fitoglie tira incontanente
allaltro:fi percheldiauolo lambola:SC
fi perche lhuomo e/ più legato almale
Diquefli benefici mipare conofeéte SC
grato ìlpfalmifta conciofuffe cofa che
facefle quello pfalmo« Bcnedic anima
mea dno SC oia que intra me funt SC c«
Et uiene innumeràdo p grà parte liprc
decìi benefici quàdo fugiugne-Quip
pitiaturoibusiniquitatibustuis : ciò
uuoldire ilquale tiperdona tate iniqui
tadi SC afpcdati SC chiama efiendo tu
i peccato poi dice-Q m fanat oés infir
mitates tuas ciò uuoldire che ticonfer
ma che nó ricaggi fi bene riconferma
nella réduta fanita-fugiugne poi-Qui
redemit de interitu uità tua- Ciò uuol
dire hatti campato che nó fia ito a per
ditione come degno neri perfeueràdo
nelpeccato come anche dimoftra difo
pra dicendo- Liberarti anima meà de ì
ferno inferiori: cioè che nó miuilafcia
fti difcendere- Seguita poi-Qui coro/'
nat te l mifericordia SCmiferationibus
ciò uuoldir donati gra difpcfta carità
P laquale pofli meritar leterna corona
poche eoe dice fan Paolo p gra di dio
fi ha uita eterna nó p nri meriti £>pria
mente- Et perho poi fugiugne-Qui re
plet in boni* defideruì cuum;cioeche
•Aititi '
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Central
mg
<ùtK
purgato ilcuorde mali defideriSCjftec
cari lofofpende acontéplare SC defide/
rare li eterni beni- Et pòi fugiungne SC
conchiude-Renouabit ut aquile iuué
tus tua- Et qui promette lagloria della
beata refurreéìióe nella quale faremo
rinnouati SC imutati quanto allanima
6C quàto alcorpo l uita eterna ralla qua
le aperduca ilnoftro creatore SC mife/
ricordiofo benefattore idio: qui uiuit
per infinita fecula feculorù amé-Bene
nei fmgulari fono quelli equali ciafeu
no g fe fmgularmente riceue come SC
quàto alcorpo fanitatlunga uita:forte
za: belleza SC altri fimili-Et quàto alla
nima fottigleza dingegno SC buona di
fpofitione delle potétie naturali come
reggiamo che troppo e/meglio difpo
fio uno che unaltro ariceuere ladoéìri
na SC grana di dio-Et cerne SC quàcb al
lanima alcuna fingular rcuclatione SC
confolatione SC come SC quanto almo
do alcuna fingulare promotione SC al
cuno honore:lequali tutte gratie SC be
ncfici fingulari lanima detbe fingular
mente rimunerare rpéfando che come
dice il cuerbio comune acuì più e/da
to più na richiedo fiche fecódo che di
ce fanfto Paolo ciafeuno debba anda
re degnamete fecódo lauocarione neh
la quale SCp laquale e/chiamato come
ueggiamo módanamente efi altro fru
fio richiede lhuomo dellarboro piata
to in buona terra che da quello che e/
pofto nella felua-Hor cofi dico fpiri/
tualmcte che altro frufto de fare chi e
chiamato Se pofto 1 ìftato diriligione
SC druita fpirituale che chi e chiamato
SCpofto ì ìftato dimatimonio SC dipac
ci fecoIarefchi:ficK gcerto eoe grande
e/ladifferenza degli ftati SC delle uoca
rioni cofi debba effere gràde ladifferen
ria della uita- Et gho ciafeuno fecódo
che fan Bernardo dice debba follecita
mente SC ogni di liquotidiani benefìci
ripenfare SC perciafeuno diuotamentc
idio ringratiare fecódo che richiede il
fuo (tato degnamente uiuere SC co uer
fare-Et lepredecìe cofe baftino hauere
decìe del frud o che far polliamo cóla
lingua g nfpcclo di dio cioè orare laii
dare SC ringratiare «
C Diquelle cofe che cicómendano la
uita contemplatila- Capitolo-xxiii.
eT perche lepredecìe cofe che de^
fte fono per grà parte pricipalmé
te appartengono auita contemplatila
come è/lamentale oratione laquale di
a mo che fìa indilcdìarfi in dio SC ilrJ
panare SC laudare idio dellopere SC de
benefici fuoi parmihoraallulnmodi
quefto trattato delfruéto che fifa con
lalingua uerfo idio ponere SC diferiue
re laexcellentia diquefta uita SC ladiffe fa
rentia che fra ladhua SC lacontemplati iVut<W v& cCtty -
ua uita :SC g che gradi SC uie aderta me
glio per uenire poftamo-Et dico che x
prima dodici cofe fono g lequah fimo
ftra che lauita contcmplatiua e più ex
celiente che laftiua- Et laprima fie per f
chella ha più nobile SC beato nfpeélo
ciò e/idio folo: SC perho diceilpfalmi
fta- Mihi adherere deo bonum eft po
nere i domino deo fpem meam- Et an
che adhefit anla mea poft te- Et anche
Vnam perii a dno hanc requira SCc-Ec
fopra quella parola/che difle Chrifto
giù
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
a Martha cioeiunu eli ncceffariu:dice
una chiofa: a dio corinuamente cogiu
gnerfi fie in lui dileftarfi«Onde perho
dice fantto Ifìdoro • Quella e/ladifFe
renna della uita attiua alla contempla
tiua cioè che lauita attiua confifte nel
lopere della giuftitf a SC 1 procurare lu
hliia del proximo:ma la contéplatiua
uacando dalle occupationi difuori di/
kttarfi in fola meditarione del codito
re:SC anche dice-Lauita attiua fta in u
fare bene ilcorpo SC lecofe mondane g
Opere dimifericordia:SC la cotemplati
ua rinuntiando a tutto ìlmondo fidile
tta folo in dio: no fidebba gho qui in
tendere che chi c/contéplanuo debba
ftare in otio SC non fare nulla cerne di
cerno diquelli ghaglioffi iqualifichia
mano apoftoli dequali SC cotro aquali
alTai e/detto difopra nel fecondo capi
colo :anzi e/certa cofa che per meglio
potere orare SCcotemplaree/bifogno
che lhuomo alcuna uolta foccupi SC e
bercia in lauori SC opere manuali :co/
me difopra e/affai prouato:per lo exé
pio di fan Paolo SC de fantti padri an
richi : ma intendefi che lhuomo conte
platiuo in folo idio fidiletti cioè prin
ripalmente lafciando SC rifiutando gli
impacci delmondo SC glidifeorfi SC gli
dilpargimenti defentimentitliquali ri
ceue che in tede pure allopere della ui/
ta attiua< Bene e/uero che come difot
ro più pienamente diremo bifogno e/
che lauita attiua proceda SC aiuti fem
pre lauita contéplatiua* Onde Chrifto
parte del tempo predicaua uifitauaSC
(anaua infermi SCdaua SCriceueua hele
molynerlequali cofeapartengono aui
ta attiua SCparte comemplatiua oraua ^
maximamente lenotti-Lafcconda co/
fa che moftra lafua excelléria cioè che
uede ciò che intende più chiaramente
che lattiua laquale g conferuatione SC
occupatione defaétì terreni no uede co
fi chiaro-Et quefto come £an gregorio
dice ci&moftra in figura in quelle due
fpofe di Iacob: cioè Lya SC Rachel in
do che eoe dice nel Genefi Lya laqua
le fifigura alla uita attiua haueua gho
chi lipidofi SC non chiari: ma era feco Nc
da : ma Rachel laquale figura che alla
uita contemplatiua uedeua più chiaro
ma era fterik-Hor cofiper Umile dice
fantto Gregorio lamente che intende
allotio della contemplinone più uede
ma non genera figluoli a dio predicai*
do SC couertendoghproximi:ma quel
li che intendono apredicare SC aUaltre
fatiche per falute deproximi meno ue
gono SC più partorirono cioè figluoli A
fpirituali SC altri fantti meriti-Laterza .3
differenza fie che qfta uita e/piu moti
da SC più bella go che in nellopere del
la uita attiua lhuomo fpeflfo foccupa
SC macula per lo trafficare delle géti SC
della pecunia-Et qfto fimoftra incio a
che in figura delle predette fpofe di la
cob incio che fidice che Rachel era di
più bella faccia SC ftatura che Lya- La
quarta differentia e/che quefta uita e/
più ficura SC per cotrario nellopere del
la uita attiua a molti pericoli per loco
uerfare delle genti fiche moiri uifono
già caduri» Et gho fu detto a fantto ar
fenio fuggi glihuomini SC farai faluo*
Et anche unaltra uoce glidiflc fuggì ta
ci quiefce< Et qfte fono leradice da no
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
3
A-
4"
peccare ■ Et fopra quella parola de prò
uerbi • Fruftra iacitur rete ante oculos
pennatorù ■ Cioè degli uccegli che uo
lano alto : dice una chiofa leggirméte
fcampa da lacciuoli diterra quello che
ha gliochi alcielo: ficfc come anche fi
dice cofi nepuerbi-Leuie fue fono uie
belle SC tutre lefemice fue fono pacifi/
ce- Laquita cofa fie perche e/piu quie
ta dimente quiete mentale SC corpora
le. Onde leggiamo p lo euangclio che
Martha che fignificha lauita adiua:fi
turbaua p lemoltc occupationiSC Ma/
ria che fignifica lauita contemplatiua
Ciripofaua fedendo a piedi di Chrifto
diledrandofi pure dudire ilfuo fermo
ne-Et lepredede tre cofe ciò e/belleza
ficurta SC quiete prometee idio per Ifa
ia alfuo ppfo contéplatiuo quando di
ce- Sedera ilpopolo mio i belleze dipa
ce:m tabernacoli difidanza SC I requie
opuiéca-Et aquefto feguita lafexta dif
ferentia SC excellentia di qfta uita cioè
gioconditadc Onde fopra quella paro
la che dice che Martha miniftraua SC
Maria fedeua dice una chiofa .Intenta
era Maria eoe fuffe pafeiuta dalfignor
intenta era Martha come pafeefle ìlfi/
gnore- Martha apparechia ìlconuito al
Cgnore- Maria gode SCgiocondafi nel
couito che fida SCfa lofignore cioè nel
la méte- Et perho anche fanfto Grego
rio dice lauita contemplatiua ragione
uolmcte e/maggiore chelaéhua pho
cheperdile&ofo fapore in eterno già
pregufta ladolceza diuita eterna lepre
deÀe cinqj cofe che decte fono cioè fì
curtaSCpacelatengono ingiocundita
come ueggiamo g contrario che lama
la uita Sdamala confeietia tiene lhuo
mo pure in quefta uita i pena SC in tor
mento- Et perho dice feo Gregorio ct5
grande ficurta SC lentia dimente e/effe
re purgato SC fuori dogni cocupifcctia
fecolare perho chelcuore che e/ocou
pato/ficuro SC tràquillo mai eflere no
puo-Ma quando lanimo Ctfige nello a
perito della eterna patria no fipuo per
turbare per lamutabilita diquefti beni
di fe liquali no ama« Et fanfto Bernar
do dice come già difopra e/deéto che
quello e/folo SC uero gaudio :lo quale
ficoncepe non dicreatura :ma dicreato
re-cc-Et diquefìo aflai e/defto difopra
quàdo cómendamo lacharita moftrà/
do che excede ogni altro bene«Lafepti
ma cofa che cimoftralafuaexcellétia
fie Iafua pmanétia come moftro Xpo
quando diiTe.Maria optimam partem
elegit : que non auferet ab ea- Sopra la
qual parola dice una chiofa : lauita co
templatiua qui comincia SCcópiefi nel
la uita celeftialerperho chelfuocho da
more loquale qui cornicia adardere g
uenendo lhuomo auedere colui cui a
ma più faccende. Et poi fugiùgne laui
ta aftiua colcorpouien meno:phoche
in quella beata uita no ha pouero acui
fidia pane: ne infermo acuì fiferuane
altro mifero alquale fia bifogno difar
ope dimifericordia- Lodaua fielafua
fingularediuotionetphoche Chrifto
più fene dilefta«Et quefta diuotionee
figurata negli unguenti dequali Maria
che figmfica lauita contemplatiua leg
giamo & unfe Chrifto più uolte: per
laqualcofa chrifto molto lalodo SC co
mendo-Onde perho fan&o Bernardo
tifa.
va
*
dice che buono e/Iunguenro della co/
tritione loquale ficonfice della memo
ria depeccatirma molto e/migliore ql
lo della diuotione loquale fifa per me
moria debrifici- Lanona fie una fingu
lare familiaritade che ha qfta uita con
Chrifto-Ondecome dice fco Augufti
no e/figuraca g Giouanni euangehfta
loquale Chriito Gngularmentc amo •
Ladecima cofa che moftra lafua excel
lentia fie lafua pretiofita cioè gche po
chi uigiungono fie alta cofa- Onde pe
ro dice fco IfidoroLauita acìiua e/co
mune dimolti:malacontemplatiuae
dipochi : figura dicio molto propria
habbiamo nellarcha di Noe : laquale
come dice nelGenefi fu fatta larcha di
fotto doue ftauano lebeftie 2C poi fiui
ene riftringnendo fiche nelcolmo non
era più larga che un gomito ÒC in quel
la parte difopra ftauano gliuccelli-So
pra laquale parola dice fandlo Grego
rio cofi-Pcr larcha fintéde lachicfa nel
la quale habitano glhuomini beftiali
nella parte difotto in gràde latitudine
K hberta • Alcuni altri fono come nel
mezo ciochuomini fobrii uirtuofi 5C
modelli riquali dellaltrui no toggono
ma del fuo dàno g dio 5C ufano hbeni
delmondo temperatamente- Alcuni al
tri fono che amano pouertade/priego
no per li inimici: ÒC per fommo defide
rio alienati dal fecolo quafi uolano |>
uita contéplatiua- Et qfti tali come uc
celli habitano nella fomma SC ultima
parte della chiefa figurata per laprede
da archa di Noe-Lundecima cofa che
cimoftra lexcelletiaa diquefta uita fie
che le/piu proplqua 6C Cimile alla bea
ca uita celeftiale fiche e/q'uafi una bea
titudine diuina phoche come dice fco
Ambrofio beata uita confitte i altcza
difapientia fuauita dicofcientia fubli
mita diuirtu lequali tutte cofe aparte
gono auita cotemplatiua:fiche lauita
contéplatiua già gufta di^ua ilbene SC
loftato che debba poi hauere dila:.del
qual parlando fco Auguftino dice co
fi.Quiui cioè 1 uita eterna uacheremo
6C uedremo SC ameremo SC lauderemo
SC cofi fempre in eterno beati faremo»
Siche portiamo dire diquefta gratiofa
SC excellente uita fintende quella paro
la dello eccleGaftico cioè gratia dei fi
cut paradifus in beneditionibus» Che
cociofiacofa che fan Paolo dice che il
regno di dio fia giuftitia SC pace SCgau
dio in fpirito fco cochiudefi che limo
mo'cotfplatiuo/loquale ha quefte co
fi? già e/nel regno di dio: SC ilregno di
dio e/in lui fecondo quel decìo dixpo
Regnum dei intra uos eft.Laduodeci
ma cofa eh moftra lafua excellétia fie
che lefine della uita aftiua : conciofia
adunque cofa chel fine fia più nobile
che quello che ordinato alfine: dice il
phylofapho: conchiudefi chiaramece
che le più nobile SC cxcellente-Et qfto
chiaramente dice fcó IGdoro quando
dice- Quello loquale imprima crefee:
SC auanza in uita eterna:faglie poi per
quefto merito allalteza della uita con
templatiua-Et fco Gregorio dice- Chi
uuole falire allalteza della uita conte/
platiua e/bifogno cF> imprima fi exer
citi nelcampo della uita a&iua-Et que
fto fu bene figurato in quelle due fpo
fé di Iacob dellequali difopra dicemo
IL**
indo che fperando Iacob dhauere Ra
chel per ifpofa g laquale feruito haue
ua ÒC laquale più lipiaceuarilpadre La
bà glimiffe nelle&o Lya che era dipiu
tempo « Et lamétandofi egli dicio ÒC ri
purandofì dicio ingànato : Labam gli
rifpofe 6C difle • No e^ufanza i quefto
luogho dimaritare imprima leminori
che lemaggiori fiche hebbe pure quel
la g allhora:ÒC poi fcrui altri fepte ani
ÒC hebbe Rachel eoe defideraua - Hor
quefto fia dedo in fomma acomcnda
none della uica cotemplatiua-Bene e/
uero elle come dice feo Gregorio qfta
uita coCi exceliente no fa per tutti cioè
che molti o/g difefto dinfermita dica
po òC daltre graueze O/g piccolo òC ro
zo intedimento no pofTono intendere
ne uacare alla uita cótéplatiua: anzi le
giermente nefono già molti caduti in
errori quàto allanima/O i diffefto qua
to alcorpo-Et gho ciafeuno debba dif
crctamente penfare in qual uita òC uia
truoua più fua falute^Et; accio g hauer
fpone feo Gregorio quel motto ÒC prò
uerbio che diffe Chrifto cioè- Se loc/
chio tuo tifcàdaleza : fiteltrai-intéden
do per locchio loftudio dello fpecula
re ÒC contéplare lecofe celefti nellequa
li molti rozi uengono meno : ÒC come
defto e/necaggiono in pericolofi dife
fti-Et perho uuoldire che quefti tali fi
debbono cauare locchio dirittocioe la
feiare loftudio della contéplatione ÒC
attendere pure allopere più comuni di
uita attiuatperhoche come fidice neh
le collationi de fanéti padri - Meglio e
efTere buono in minore ftato che defe
ftuofo in maggiore-Et perho dice fan
Gregorio che appretto allexamine del
difereto giudice muta gli meriti degli
ordini laquahta dellopere òC pone exc
pio nelle pietre ptiofe:cioe che pogna
mo chel carbomchio fia migliore che
lofmeraldo fecondo lafua fpetic: può
nientedimeno eflère un fi buono ifme
raldo che e/migliore che un trifto car
bonchio- Et come comuneméte fidice
per prouerbio che migliore e/un buo
pedone che un malcaualiere ÒCun buo
no fecolare che uno cattiuo religiofo •
Hor cofi adunque uoglio dire che me
glio e/un buono aftiuo che un trifto
contemplatiuo«Et io per me credo che
hoggi molti fotto quefto titolo deffcr
contemplatiui fono fer tnftì ÒC fer cat
tiui ÒC otiofi ÒC ghaglioffi come molti
fer habbati de quali parla fan Benede
élo nella regola ÒC fancìo TeronymoòC
Caflìano ÒC altri molti fanali biafima
do lalor uita otiofa ÒC fingulare - Alle
quale tutte cofe meglio moftraf fegui
ta diuedere neceiTariaméte perche uia
ÒC perche gradi allalteza delia uita con
templatiua falire fidebba fiche niuno
uificreda potere fahre faltando perho
che potrebbe cadere chome a molti ÒC
fpetfo e/adiuenuto-
C Didodici cofe che ridispongono òC
che cirichieggono apotere fahre a uita
contemplatila- Capitolo - xxiiiì*
HOr dico adunque raccogliendo in
fomma diuerfi deéh ÒC autorità
di della fcriptura che dodici cofe fono
qlie lequah firichieggono a potere ha
uere cótemplatione delle cofe diurne.
Etlapria fielexcicitioSC loftudio del
u
la uica adiuatlaquale come già e/ elee
to debba precedere lauica cotemplati/
ua-Onde go come dice Caffiano nelle
collacioni gli fandi padri no lafciaua
no nullo àdare a folitudine ifino che 1
prima no fuffe exercirato SC puato ne
moafterii 1 paricela SCi obcdictiaSC nel
lalcre uirtu-Che gcerto teneuano che
mai non dilaterebbe buono infolieu/
dine che imprima no fiprouafTe nella
v<H'o in ' irx^<A ulta( i e Uac5gregacione« Onde fi narra
in uica patrum che Icrefcédo auno mo
naco lacompagnia non trouadoui pa
ce fuggi alla folitudine :SC àdando un /
giorno g lacqua alla fonre poi chebbe
atinta lacqua iluafello cadde SC uerfof
fi lacqua SC riempiédolo da capo àche
Awytàtàlll* ca dde SC uerfofli:8C cofi laterza uolta-
JcAtuLvu u Onde egli adirato fi lo perchotfe ateiv
ra SC ruppelo SC tornado poi i fe SC ue/
dédo che lapailìonedellira lhaucua ui
roàche efTcndo ifolitudine fi firicono
be SC diflfe-Hor ueggio io che dogni la
to ha lhuomo briga SC ha bifogno del
laiuto didio gche la ppria palone fe/ .
guita lhuomo dogni lato : Et cofi hu/
miliato torno alla cogregationeSCffor
zofli dubbidire SC denere patiéte fiche
purgateSCuinde lepaffioni potelTe poi
degnamete andare auita folitaria SC co
téplatiua-Onde quefti fandi padri di
ceao chelmoaco loqle no purgate&Cui
te leproprie paffioni andaua afolitudi
ne era Ùmile alferpéte et) fta allombra
<3*fc* & alfreddo che g allhora no par uele/
nofo fegli e prouocato SC rifcaldato al
lhora ben moftra ilueleno-Hor cofi a
uiene diquefti cotali che come pufilla
fiimi SC paffionati no potalo patire la
congregatione fuggono alla folitudre
fiche pognamo efi g allhora paino pa
cifici fe auiene che fieno mefli alla ps
ua icontanéte uerfano SC moftrano il
ucleno che hàno drento-Et pero come
fimoftra i dedo libro delle collarioni
Li abbati SC maeftri faceuano SC face/
uono fare aloro fuditiSCdifcepoli mol
te igiurie SC obedietie diftqrtc SCidifcr
te g far loro mortificare ilproprio fen
noSClappriauolonta-Horag qucfto
SC altri molti SC dedi SC exépli moftra
che non può eflere contemplatiuo chi
no imprima fifforza diuiccre ifuoi ui
tii I ulta comue-Et pero feguita che la ^
fecoda cofa laquale nccelTariaméte fi/ 1
richiede ad uita chontemplatiua fi e/ / A
purità cioè dicuore pero che come di/
ce fan Bernardo- Lapura uerita non fi
conofee fe no con occhio puro SC pero
diiTexpo- Beati mundo corde quomi
ipfi deum uidebùt-come dunque cor/
poralméte ueggiamo che locchio lor/ Jjfo /fX
do nopuo uedere ne guatare chiaramé
te cofi fpiritualmcnte parlàdo apotere
uedere SC contemplare idio fi richiede
puritade SC netteza dicuore- Et qfto fu
figurato nel leuitico Icioche Aron po
tefice non entraua 1 fanda fandorum
aorare rinfino che no fuffe ben lauato
SC purificato dicerta acqua dipurifica/
rione- Hor qui harebbe aliai chopiofa
materia amoftrare come gliheretici SC
religi ofi liquali nel corpo miftico del
la chiefa tengono luogo elochi perche
hàno acontemplare idio SC guidar lo/
popolo debbono eflere puri pero che
come difTc xpo-Selcieco guida ìlcieco
ambo due caggiono nella fofla.Ma g/
che farebbe troppa prolixa materia fi
mene paiToimbrieue:ponédo pure al
cune auttoritadi che qfto cimoftrano
Onde dico che fan Gregorio exponen
do qUa parola del pfalmo cioe-Obfcu
rentur oculi eorum ne uideant :ÒC dor/
fum eorù femp 1 curua-dice cofi- Hor
chi fon quegli gliquali pofti nella fac
eia degli honori ecclefiaftici hàno offi
ciò dimoftrar lauia aglialtri fiche que
gli che uàno loro'dirietro tengo luogo
del dofTo ÒC delle reni- Come adunque
corporalméte aduiene che obfcurati li
occhi lhuomo ingamba ÒC cade ÒC fiac
cafiildoffo:cofipdendo illume della
cofcientia gliocchi dellachiefa cioè gli
cherici ÒC liprelati-Laltro popolo perii
loro mali cófigli ÒC exempli cade ÒCfcà
dalezanfnfiche come egli dice poi nel
paftorale meglio era aquefti cotali di
dànarfi in habito fecolare che mal ui/
uédo in iftato direligione :dare male e
xemplo aglialtri femplici ÒC menargli
per lamala uia- Et anche dice modo in
fe da uitii efTere diquegli loquale uuol
correggere glialtri:go che locchio lor
do laltrui machia ben no uede ÒC lama
no lotofa laltrui macchia ben no netta
Cofi àche fan Bernardo parlàdo della
mìiditia che firichiede negli huomini
contemplatiui dice - Q uel bene ineffa
bile didio chi uuole ueder modi ilcuo
re:peroche p nulla fimigliàza corpora
le dal dormiéte SCg nulla corporea fpe
tie del uigilàte ÒCg nulla fottiglieza di
ragione fìpuo ueder fe no per móditia
dicuore 3llhumile amatore- Et quefto
e pero che come dice nelhbro della fa
piemia Jnmaliuola anima no entra fa
pientia ne habita in corpo fuggetto a
peccataE xemplo chiaro dicio habbia
mo neluangehftailqualeelìfendo ioz
zo ÒC idiota fecondo natura fu méte di
meno folleuato g lapurita della uita a
uedere lecofe icerne òC externe ÒCfuper
ne più che molti altri grandi philofa/
phi:come fimoftra nel uangelio ÒCnel
apocalipfi- Altre molte cofe a quefto
prouare fipotrebbono dire ma baftio
quefteper hora-Laterza cofa che fi xù
chiede acontemplare fie folitudine- ÒC
qfto moftra idio quàdo dice p Ofea p
pheta • Io menerò lanima 1 fohtudine
òC parlerolle alcuore- Onde po xpo co
megiaedettofpeiToandaua aluoghì
diferti apernottare i contemplationc*
Et cofi leggiamo che Iacob elfendo di
notte folo langelo gliapparue ÒCcom^
battette con lui ÒCtoccogli ilnerbo del
la parte generatiua ÒC fecelo infracidar
ÒCdallhora inanzi Iacob andò feiàcato
Lequali cofe fantto Gregorio expone
della uita cotemplatiua nella quale la
nima r combatte con dio ÒC quafi loui/
ce quàdo compréde ÒC intede fopra fe
lifuoi fecreti ÒC allhora idio glifa infra
cidare lonerbo della concupifeétia car
naie cioè fagli uenire indifpetto ogni
amore ÒCdefiderio carnale tperoche gu
ftato lofpirito ogni carne gli pare feio
cha ÒCuili ghpaiono ghbeni temporali
cofiderando ÒC cótemplando glieterni
Et pero aftare folo coforta fan Bernar
do lanima fantta ÒC dice- O anima fta
ÒC fia fola accioche fola ticonferui aco
lui loquale folo per amore hai eletto*
Et anche dice ilfigluolo didio e uergo
gnofo amator òCnó uuole lefue fecrete
fUi —
.3
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
cofe riuclare impublico alla fua fpofa
Et coti uolédo moftrare ache fegni fi/
conofce lanima fe le fua fpofa dice co
fi fopra lacàtica- Quellanima laquale
tu uedi rifiutàdo ogni cofa co tutto de
fiderio accoftarfi aluerbo diuino &C in
lui ÒC di lui uiuere SC per lui reggcrfi 6C
diluì concipere fantti defideri reputa
fpofa»Et poi dice attéde o huomo che
nello fpiritual matrimonio fono due
modi &C generationi dipartorire cioè o
quàdo lanima cotemplàdo genera fàc
te meditationi o quando pdicando ge
nera figluoli fpirituali couertédo gli/
huomini adiotma in qfto parto della
contemplatione lanima efce dife me/
defimarficB mortificati lifentimcti fe
fteffa no fente quàdo louerbo fente SC
gufta- Et fe midomadi che fente lani/
ina i quefto flato tdico che fipuo fenti
re meglio che dire pero chelbene inef
fabile ne dire ne moftrare fipuo- Laqr
ta cofa che Grichiede acontemplare fi
e effere tribulato ÒC afflitto nelmóndo
pero che come dice fan Bernardo dili
cata cofa e ladiuina cófolatione ftCnon
fida achi cerca 8C ha quella del modo-
Et pero diceua ilpfalmifta- Renuit co
folari anima mea-cioe del mondo- me
mor fui deiòCdelettatus fum-cioe Idio
fiche gcerto e uero che imponibile e/
che lhuomo habbia ifiememente con
folatioue carnale 5C fpirituale: terrena
6C celefte tcome e imponibile c J> lhuo
mo auno fguardo guati Icielo 5C inter /
ra ÒC col pugno pieno afferri altra cofa
Guai adunque come diffe xpo a ricchi
goditori del mondo :liquali in quefto
mondo hàno leloro cofolarioni fiC bea
ti litribulati peroche fono SC fieno da/
dio confolati- Quefto fimoftra maxi
maméte ì Giouanni euàgelifta loqua/
le effondo fcacciato ÒCfbandito SCafflic
to infu lifola dipalthmos fu rapito a/
uedere 5C fentire lecofe di uita eterna-
Et cofi Iacob temédo Efau 6C fuggédo
hebbe quella uifione per laqle difle ui
di lofignore a faccia afaccia &C falua e/
fatta lanima mia- Sopra laqual paro/
la dice fan GregorioJmprima e bifo/
gno chel fuoco della triftitia fi purghi
&C netti lacaligine della mete fiche pof
fa eflerc capace dello fplcdore ÒCdel iu
dicio diuino nel qle da fe aliéata tutta
tutta e abforta g diuina dolceza«Lac[n v"
ta cofa che firichiede fie filétio perocB ^frU
auita contemplatiua faparuene dudir
iluerbo interno loquale no può udire
chi troppo fifparge difuori. Et quefto
moftra ilpfalmifta dicédo- Audia$ gd
loqaatur ime dominus deus quoniaj
loquetur pacem implebem fuam:6Cfu
per fanttos fuos ìeos qui conuertiitur
ad cor- Et Iob quando dice- Ad me die
tu eft uerbiì abfconditù SC qfi furtiue
fufeepit auris mea uenas fufurii eius 1
ore uifionis notturne quàdo folet fo/
por occupare heres 5C dormiùt in lec/
tuliS'Per lequali tutte parole no fiuuo
le conchiudere altro fe no che glihuo
mini che firicogliono alcuore 6C mor/
tificanfi difuori poffono udire SC fenti
re idio- Onde maria laquale fignifica
lauita contemplatiua taceua fedédo a
piedixpoòCnorifpofe ne alpharifeo
che lacalumpniaua ne a Marta ne adi/
fcepoli che ne mormorauano- Et pero
anche fidice ìtrenis dcllhuomo córem
Ni
Ni I
•latiuo federa folitariò SC tacerà pche
leuera fe fopra fe- Et anche quiui (idis
ce buona cofa e/expedtare co Ùlentio
v :/ laconfolatione didio- Lafexta cofa fie
letitia fpirituale dilodare SC ringratiar
idio delle quali pienamente difopra e
defto SC moftraro come fono cagione
SC fegno SC afto diuita contemplatiua
Laltre fei cofe fitoccano nel Genefi in
quella parola SC hyftoria p laquale fi/
dice che idio apparue ad Abraà in con
ualle mambre : che fedeua infu lufeio
deltabernacolo inful meriggio :SC allo
ra Abraà leuo gliocchi SC uide tre huo
mini uenire uerfo fe SC pregogli che fi
ripofafTino quiui con lui« Abraam lo/
quale era pellegrino SC era alcomanda
mento didio ufeito della terra SC della
congregatione fua : fignifica lhuomo
contemplatilo loquale p potere 1 dia
SC didio dilettarli lafcia ogni bene del
mondo SC ìftacci come pellegrino fem
pre fofpiràdo alla patria celefte<Et ciò
che dice qui lafcriptura che idio gli ap
parue nella ualle finrende chegliappar
ue p lomento della humilita • Onde a
gli humili da idio lagratia eoe dice feo
Iacopo SCcome difTe Chrifto chi fihu
milia fia exaitato » Et perho ache difTe
io diodo padre celefte cf> tu hai nafeo
fti ituoi fecreti a faui SC riuelati a par/
uoli cioè alli humili come expone fan
£to Bernardo*Et perho anche dice fan
éto Bernardo allochio fupbo idio no
fimoftra ma fi alfincero SC humile- Et
cofi fancto Auguftino parlando delté
po delfuo errore dice«Lotumore SC lai
fiatione della mia mente fuperba non
h in
milafeiaua uedere lauerita perchel tu*
more della menre e/oftaculo diuerita-
Exemplo dicio habbiamo nella uergi
ne Maria : laquale come dice feo Ber/
nardo exponendo quella fua parola re
fpexit humilitatem anelile fue più fu
degna diriceuere iluerbo diuino nella
mente SC neluétre p lomento della hu
milita che per lapurita-Onde dice può
piacere a dio lhumilita etiidio perdu/
ta lauerginita di Maria a Dio piaciuta
non farebbe • Onde pero della uergini
ta no faccendo mentione pur della hu
milita figlorio dicendo-Refpexit hu/
militate anelile fue-Et pero anche dice
gràde SC exceliente molto exfrati miei
lauirtu della humilita laquale merita
difentire quello che con occhio non fi
può uedere degna dicontemplare quel
lo che da huomo no fipuo contempla
re imparare degna deluerbo guftare ql
lo che co parole no può narrare • Que
fto moftra anche ilpfalmifta quando
dice-Docebit mites uùs fuas-Quefto
e/anche figurato in Maria Acio che fe
dendo a piedi di Chrifto per humilita
udiua SC merito dintendere lefue paro
le<Lafecoda cofa che pone che firichie
de acotemplare fie quiete-Et quefto ci
fimoftra incio che Abraas fedeua qua
do ilfignore gliaparue-Et pero Ùdice i
trenis delcontemplatiuo- Sedebit foli
tarius SC tacebit-Onde per lofedere fin
tende laquiete della mente chome per
lo difeorrere Gntendc lainquietudine*
Et cofi come già e/deéto 1 più luoghi
dello euangeho e/defto:8Cfilegge che
Maria magdalena fedeua udédoxpo-
h
Early European Books, Copyright © 20 1 l ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Ec quefta quiete non fipuo fntedere ri
pofo SC otio corporale :peroche difpia
ce no piace a dio:ma ripofo SC pace di
mente loquale preuiene dalla mortifi
catione dede&deri mondani SC carnali
iiquali Tempre tengono lamcnte i tem
peftade come moftra Ifaia quando di
ce:locuoredeUimpioe/Come mare té
peftofo:loquale mai non può pofare-
Onde quella quiete per latcnptura e/
dcda fono : come moftra ilpfalmifta
dicendo-In pace in ìpfum dormià SCre
quiefcà-Et pho fando Auguftino par
landò diquella hyftoria laquale fidice
nel Genefi che lacob dormendo in ca
mino tilde i uifione una fcala che per
ungeua infino alcielo 6C gliàgeli didio
faliuano SC difcendeuano per eflfa dice
cofi:p lauia dormire e/nelcorfo 6C ca/
mino diquefta uita uacare SC nporfar
fi da etomulti ÒC defideri modani SC al
lhora lania cofi adormentata e/degna
diriceuere lediuine reuelationi-Dique
fto tale fomno fìloda lafpofa nella cà
ticha quando dice - Ego dormio 6C cor
meù uigilat anzi che più e/quefti cofi
alienati dalmondo fan Paolo chiama
morti quando dice-Mortui enim eftis
SC uita ueftra abfcódita eft cum Chri
fto i deoEt cofi expone fan Gregorio
molte parole delpfalmifta chome e/q
fta- Abfcondeseos in abfcondito faci
ei tue a cuturbatione hominù- Et quel
lalcra deficit £ falutari tuo anima mea
Et quellaltra concupiuit SC deficit ani
ma mea in atria domini- Et quella cor
meum SC caro mea exultauerùt in deù
uiuum-Per lequali tutte &C altre fimi/
le parole no uuole cóchiudere altro fe
non che gfthuomini perfetti fono fi a
lienati dal modo che ogni loro defidc
rio SC dilecto e/pure I cielo SC lauita lo
ro e/piu 1 Chnfto che in fe fteili fi la
more gliunifce allui come era fan Pao
lodoquale diceua uiuo io già non io:
ma uiue in me Chrifto«Hor diquefto
affai fipotrebbe dire amoftrare che li
fan&i SC perfedi amici didio:pche ha
no locuore in alto SC fopra SC tuori do
gni defiderio terreno fempre fono ì fa
nita pace SC quiete:peroche come dice
fco Gregorio chi non ama non ha che
perdere Ciche no teme SC nó duole per
nullo accidente che auenga: SC dique/
fto affai e/decto difopra cómendàdo
lachanta laquale fola da dio domada
re dobbiamo-Ma pur quefto i fomma
quàto aquefta parte cóchiudo che dio
alli fuoi eledi da ì quefta uita caparra
diquiete SC dipace fecondo che dice il
pfalmifta dicendo- Dominus benedir
cet populo fuo in pace- Et pero contra
rio a reprobi da inquietudine SC mole
ftia per lamala confcientia-Onde in fi
gura dicio dice fandto Gregorio cB al
popolo fuo decte dio aguardare SC afa
re fefta ilfabbato che uiene adire rege
SC per corrano aquegli degypto cioè a
peccatori tenebrofi dede SC da piagha
dimofche cioè dinquietudine diméte:
poche lamofcae/uolatile uileSClmo
do SC inquiete molto- Per lequali tutte
cofe ficóchiude che li fandi in qfta ui
ta hàno pace SC quiete:8C gho polfono
uacare a cotemplare idio SC gli reprobi
P li loro mali defideri fempre fono in
rimorfo dimala cófciétia SCin briga co
dio SC con feco SC con legenti > Laterza
1 '^3lO<M
1
cofa che firichiede acotemplatione fie
defiderio dimorir pero che come dice
fando Auguftino carità e uirtu g laq
le idio uedere SC diluì godere delidena
eoo fiche qfti corali hàno latrina ipatié
tia SClamore 1 defiderio-Et qfto finto/
ftra nella pdeda iftoria di Abraam in
ciò che dice ifu lufeio del tabernaculo
Laql parola expone fan GregorioSCdi
ce che ìfu lufeio del tabernaculo cioè
delcorpo federe 6C femp afpedare du/
feire della prigione del corpo come de
fideraua fan Paulo dicédo-Infelixego
homo cjs me liber^bit de corpore mor
tis huius-Et ìlpfalmifta ìlquale pgaua
SCdiceua-Educ de carcere anima* meà
*{- . Et aqfto feguita laquarta cofa cioè lo/
^ eruore deldefiderio loqle fitocca Icio
. cB fugiugne nella deda hiftoria cl> A
braam fedeua iful feruore del di cioè 1
fulmeriggio g loquale fintéde loferuo
re della carità loquale come dice fido
Dionifio e uirtu unitiua cfc tràf forma
lamàte nello amato» 6C fcó Auguftino
dice-. Io fo anima mia che tu tràfformi
1 fimiglianzadiqllacofalaqletu ami
fiche fe terra ami terra fe:SCfe idio ami
idio fe- Quefti cotali co fan Paulo ha
no laloro couerfatione I cielo SC fono
peregrini almodo SCciptadini delcielo
Quefti fono qgli de quali dice ilpfal/
mifta-Qui facit angelos fuos fpiritus
SC miniftros fuos ignes urentem«Et de
quali fan Paulo dice fpiritu feruentcs
domino feruiétes:iquali femp fonoi
ado come ilfuoco SC col effiderio lafià
ma delloro amore fempre tède SC ime
* v 1 de ifu« Laquinta cofa che fipone nella
deda audorica che firichiecU a cotem
piare fie illeuameto dintetione alcielo
dicendo col pfalmifta- Leuaui oculos
meos 1 mótes- Ad te leuaui oculos me
os q habitas in celis-'Et qucfto fitocca
quando fugiugne nella deda audori
ta che Abraam leuo gliochi-Et quello
confifte in contemplare SC penfare la/
gloria del mare celeftiale :laquale in al
cuno modo xpo dimoftro tràffiguran
do infulmonte SC diquefto anche mi/
pare che debba baftar quello che difo
pra e dedo dhauere ildefiderio ifu-La
fexta cofa fie ladiuota oratióe«Et que/ 1>ckA vtxt&u
fio fimoftra icio che Abraam uedédo
ilfignore lopregoe humilemete SCdiiTc
priegoti fignore melTere no ripartir da
me leruo tuo SC e- Ma di qfta uirtu del
loratione afTai e dedo difopra cómen
dando loratione- Et pero fopracio più
no miftédo- Inforna adunqj repetedo
dicio che dodici fono lepredede cofe
lequali acontéplare cidifpógono-Le q
li rude polliamo dire ficontengonoSC
conducono nella uirtu della canta- La
quale come difopra dicemo cómidan
dola laméte purifica SC quieta SC accen
de SC inalza SC dalle ogni gfedione SC
beatitudle dima SCpoi lamena alla bea
titudine della eterna patria laqle cicó
ceda qui eft benedidus ifecula feculo
rum amen- Per unaltro modo SCrifpec
to truouo iuno tradato loquale fichia
ma fcala-loquale e intitolato infindo $
Bernardo che quattro fono igradi diq fuJx /evi* JC> (
fta fcala della contemplatione-Lalec/
tione propone lamateria come uno ci
bo dcllanima-Lameditatione lomafti
ca SC ruguma-Loratione fente ilfapore
Lacontemplatione fene nutrica SC pa/
hii
iti
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Matita
fce-Et propone uerbigratia quella pa/
rola- Beaci mundo corde rquoniam ipi
deum uidebut - Ecco dice lalettione ci
propone quefta parola quafi uno cibo
(odo- Viene poi lameditatione concer
ti denti dintelligentia rugumando che
gram bene e/quefto per loquale dio fi
uede:ÒC incendendo ÒC uedendo che fo
lo idio per gratia dare può quefto do/
no accede ildefiderio ÒC forma loracio
ne pregando idio cfi glielcoceda ÒC gri
da colpfalmifta ÒC dice- Cor mundum
crea in me deus- Et con Iob dice « Hor
chi può far mondo lhuomo concepto
difeme immondo fe non cu ilquale fo
10 fe modo* Et cofi dilatando ildefide
rio òC penfando fopra quefto bene dio
glielcocede ÒC fa fencire lafua dolceza
clfrutto fuo per dolce ÒC perfetta con
templacióe- Hor molte cofe fopra ciò
dire potremo de gradi ÒC del modo &
del frutto della cótemplacione dequa
11 gche parlo in uulgare a femplici no
mipare dipiu procedere-Ma bafti ho/
ra in fomma hauere detto che accio fi
richiede humilita profonda : purità g
fetta :oratione deuoca ÒC perfeuerance
H charita feruente co difpregio dogni
altro bene temporale: peroche no e de
gno diguftar quel mele chi no rifiuta
loloto òC ilfiele dogni diletto ÒC amor
temporale òC carnale • Ec lepredette co
fe baftino hauer detto delfrutto della
lingua per rifpetto di dio -
(["Delfrutto delpredicatore come gli
e/nobile ÒC utile- Capicolo-xxv«
DEtto che habbiamo delfrutto del
la lingua per rifpetto di dio fegui
ta diuedere delfrutto loquale con lin/
gua fare polliamo ÒC dobbiamo uerfo
ilproximo- Come predicare :riprehen
dere:con figliare òC per alcre diuerfe pa
role per lequali incendiamo diriuoca/
re glierranci ÒC ipeccacori alla uia della
uerita - Et imprima incominciamo del
latto ÒC delfrutto del predicare laparo
la di dio-Hor dico adùque che quefto
atto ÒC quefto frutto c/nobilifQmo ÒC
utilifTimoEt dico nobiliiTimo intanto
chclfigluolo di dio g quefto frutto fa
re incarno ÒC uenne iti terra come egli
fpefTo moftro per loeuangelio exponé
dodiflè quella parola di Ifaia prophe
ta perloquale dice- Spiri tus domini fu
per me eocp mific me euàgelizare pau
penbus mific me òC c-Ec cofi più uolte
ÒC in più luoghi dice nellieuàgeli che
egli a predicare era dalpadre mandato
ÒC pero circuiua leuille SClecaftella pre
dicando ÒC euangelizando i ogni lato
ÒC chiamando ipeccatori a penitentia •
Et in qfto fu fi follecito & humile che
in pochi anni che predico circuì ÒC cer
co la Giudea ÒC Samaria ÒC la Galilea
ÒC leciptadi elcontado ÒC leuille difeor
rendo in fame ÒC fete ÒC con molte fati
che predicando g lefynagoghe ÒC g al
tri luoghi òCdouunque era inuitatoa
mangiare - Et cofi pognamo chegli an
dafTe uolentieri alle fefte per predicare
a più gente : òC per parlare contro a gli
uitii loro nientedimeno non fifdegna
ua chome fanno hoggi molti predica
tori fuperbi dhauere piaceuole ÒC uile
popolo : anzictiamdio chome detto
e/a uillani ÒC femplici perfone ÒC a pec
chaton publichani fiC mericrici predi/
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
caua uoletieri.come fimoftra maxima
mere nel euàgelio della fammaritana-
Per ioquale fi moftra chegli aquella ti
naSCfola SCpouera peccatrice fidegnoe
ciiprcdicare SC p conuertilla lefece due
più begli fermoni che mai facefle. Per
leqli tutte parole ficochiude che trop
po fono fughi molti fuoi ferui SC trop
po agiati liquali pare che fi ifdegnino
difare cofi nobile ufficio SC fe pur pdi
cano no uogliono pdichare fenó a grà
popolo SC anobile pfoneSC litterateg
moftrare lafapiétia loro più che p ile
gnare lauia di Dio- Quefti come dice
fan Paulo fono adulteri Sila parola di
dio icio die come dice fa Gregorio-Io
feme del uerbo di dio non fpargono j>
generare figluoli fpirituali a dio ma p
hauere gloria o guadagno p fe réporal
méte f rche come nel matrimóio carna
le e qfi fpe tie dadulterio quàdo lhuo/
mo in qllatto no itende afrutto dige/
nerauóe o arédere debito o daltro buo
no rifpetto ma pure auile diletto reo/
fi uuole dire fan Paulo che qfti fono a
dulteri del uerbo didio gche no ne ccr
cào ilfrutto dellanime o honore didio
ma ppria uanagloria SC mercede-On/
de delcotrario filoda egli quàdo dice-
No fumus ficut quidà adultcràtes uer
bus dei fed ex finceritate taquà ex deo
coram dco 1 xpo loquimur. Onde pe/
ro anche aqgli dicorintho dice-Nó cer
co leuoftre cofe ma cerco uoi-Non cer
co iuoftri doni ma cerco iluoftro fruc
to-Et cofi anche dice ad romanos- Ho
defiderio diuéire auoi p fare i uoi fruc
to come nellaltre géti- Affai molte al/
tre cofe dire fipotrebbono amoftrar la
degnita SC excellentia diqucfto officio
cioè come e officio àgelico pero come
dice fantto Dionifio- V fficio deglian
geli e illuminare SC purgare lanime SC
fare diuentare perfette Gche per confc
quéte ficochiude che ogni predicatore
debba effere angelo SC meffo di dio-Ec
che quefto ufficio fia £pno degliagio
li moftrafi per gli euàgeli icio che lari
langelo gabriello annùrio alla uergme ^^~~^|
maria laicarnatione di chrifto SC accio
cofentirc laiduffe SCccforto imolti mo
di SC nato chrifto anniitioe SC predico
lafua natiuitade apafton SCcofi poi co
medifopraedetto quando trattamo
che dobbiamo idio lodare ncgliangeli
itutti glifatti della humanita di chri/
fio & della noftra redemptione gliàge
li furono ànùtiatori SC cóforcatori SC p
dicatori come fimoftra maximaméte
alla pafTione SCalla refurrexione SCalla
fcenfione«Grande adunque e ladegni/
ta de predicatori incio che hanno an/
nunriare SC predicare Chrifto SC la iu/
fìicia del regno fuo SC effere come dice
fan Paulo choaiutatori didio impro/
curare lafalute humana-Onde pero di
ce fantto Ambruogio che grande de/
gnitae/chelhuomo fia organo della
uoce diuina SC con labbra corporali ex
prima SC pronumptii glioracholi SCfac
ti celefti-Che fe ueggiamo mondana/
mente che acontenere SC portare balfi
mo o altre cofe pretiofe SCmolto più a
contenere gliecclefiafticijfacramenti fi
eleggiamo uafegli netti SCnobili mol
to più fono SC debbono effere nobiliSC
fantti quegli che hanno a predichare
lonome di Chrifto dinanzi alle genti'
hi
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
Et go difan Paulo di/Te xpo S era ua
feUo eletìo aportare ilnome fuodinà
zi aiRe SC alle giti ÓCafigluoli difdrael
Ladegnita èCexcellétia anche de pdica
tori fimoftra per qlla parola che difle
xpo agliapoftoli cioè chi ode uoi ode
me chi difpgia uoi difpregia me. Ben
moftra adùque xpo che habbia cari li
fuoi predicatori poi che afe atnbuifce
lhonoreSCildifonorechefa&o cloro
Et go loro glidebbono rédere qfto cà/
bio cioè che no curàdofi dife guardino
pure nelloro pdicarc allhonore di dio
àC falute de pximi -Anche fimoftra la
loro dignità :incio che màdogli apredi
care cóferma hloro fermoni co fegni5C
molti miracoli come fcriue feo marco
Et g leprededle tutte cofe ficonchiude
quello che proponemo nella feconda
parte cioè che qfto ufficio &C qfto fruc
to e molto utile 6C digràde merito tato
maggior che glialtn bèi SCexercitii cor
porah qnto maggior e laia chelcorpo*
Che fel fruclo del matrimonio g lo q
le g corruptione figenera figluoli car/
nali e decto gride bene :uie maggiore
c agenerare figluoli fpirituali della pa
rola (lidio- Et cofi come dice fan Gre/
gorio<No e gra fa&o pafeer dipane li/
uétri corruptibili SC mortalirma gràde
&C forno merito e pafeere del uerbo di
dio lanime che deono uiuere ineterno
fiche come difTe xpo» No in folo pane
uiuit homo:fed 1 omni uerbo quod p
cedit de ore dei- Et go ache dice fa Gre
gorio che cibo dalla méte e il fermone
didio-Ilquale ipredicatori come difpé
fatori di Dio diftribuifcono a poueri
fpirituali. Onde deldifefto diquefta li
mofina fidice itrenis«Lfparuoli demi
dono delpane cioè della dodlrinaiCno
era chi ne rompefic loro cioè chi expo
neffe lafcriptura laquale e pane diuita
ÒC ditellefto-Onde molto fono oggi o
bligati ipopuh arigratiare idio ÒC rico
nofeere qfto benificio icio chefli abo
dàteméte idio hoggi cócede òefa difpé
fare qfto pane g hfuoi pdicatori-Et pc
ro fono obligati qgli che nceuono q/
fta limofina fpirituale anutricare qfti
loro pdicatori ÒC dodlori 6C fouenirgli
nelle loro nccelTitadi go che come dif
fe xpo- Degno e logario dellamercedc
fuaòCcome difTe fan Paulo- Chnfto or
dino che qgh che predicano leuàgelio w
del euangelio uiuano- Quefto debito
moftra anche fan Paulo quàdo dice a
qgh dicorintho-Se noi uhabbiamo fc
minato lecofe fpirituali no e gra fado
che ricogliamo da uoi delle carnali- Ec
go anche dice luna altrapiftola-Quel
lo loqualeeamaeftratodelucrbodi/
uino faccia commune ogni fua cofa a
colui che lamaeftra ÒC che glinfegna-
Hor cofi g quefte Scaltre molte fimili
parole fimoftra che molto c gràde 6Cu
tile limofina apafeere lemente del uer
bo didiO'Et go quefti cotali fon degni
defTerc pafeiuti dicibi corporah-Per al
tre molte affai cofiderationi Gpuo mo
ftrare lutilita ÒC ilfrudo diqfto ufficio
cioè che g lopredicare iluerbo didio li
morti fecodo laia refufcitào-gli cicchi
fallumiano- lifermi fifananorilebrofi
fimodao-Loprio fimoftra g qlla paro ;
la laqle difTe xpo che lefue parole era
no fpo6Cuita:cioecagioe diuitafpu
ale SC g qlla che gli dille fan Piero ucir
^7)
ba uice creme habes- Il fecodo moftra
ilpfalmifta quàdo dice-Lucernapedi/
bus meis uerbum tuum : 6C lume femi
tis meis» Et lecdefiaftico dice chel co/
màdaméto didio e lucerna ÒClafua leg
ge e luce-Onde laparola didio e affimi
gliara alcollirio ilquale purifica due/
derc-Et go fidice ncllapocalipfi alpec
cator cieco-collirio iunge oculos tuos
SC uideas-Loterzo cioè che fana glìfer
mi-moftra ilpfalmifta quàdo dice» Mi
fit ucrbum fuum òC fanauit eos- Loqr
to effetto moftra xpo quàdadice-Iam
uos mudi eftis £pter fermone} quem
ego locutus fum uobis-Per lequali co
fe 5C altre moire leqli mi paltò uoglio
cóchiudcre che qfto frutto ÒC qfto be
ne e più utile 6C più efficace che lopere
della mifericordia corporale - Et go di
ce fantto Iacopo che chi couerre i]pcc
catore dallo errore della fua uita falua
lanimafuadamorreòCcuopre ÒCfpe/
gne moltitudini dipeccati cice in fe ÒC
redi uditori- Acuefto frutto fare elef
le òC màdo xpo gliapcftoli cerne mo/
ftaa g quella parola glaquale difle Io/
ro^Pofui uos ut eatis ÒC fruttum affé/
ratis ÒC fruttus uefter maneat-^Et ancB
difTc- In hoc clanficatus cft pater me/
us ut fruttum plurimù afferatis«Et go
anche diffe loro-Euntes i mundù uni/
uerfum pdicatc euàgehum omni crea
ture ÒC e- Nelle quali parole anche mo
ftra lordine elmodo del predicare- Et 1
ciò c(5 diccEuntes i mundù uniuerfu
uuol moftrare che ipredicatori debbo
no difeorrcre g diuerfe cotrade ÒC non
caregiarfi ÒC expettare pure che legéti
uégano alloro o elegger pur luoghi fo
lempniOnde egli come già e detto di
ciò cidiede exéplo il quale difeorreua
predicàdo g Jeuille ÒC per lecaftclla-Et
ie era uoluto tenere i alcuno luogo fer
mo rifpódcua che no uolcua :go chea
daltri luoghi glicóueniua àdaf a predi
care gchc dadio padre ha dicofi douer
fare era màdatoJn ciò che dice predi/
cate euàgehum- Moftra che pur lecofe
della fede fiCnon philofophic dobbia/
mo prcdicare-ln ciò che dice omni ere
amie- Vuol moftrare che no debbono
excludere dalla nofìra dottrina ne po
ueri ne peccatori ma a tutti feruétemé
te òC humilméte annuntiare ilregno di
dio come elfo chrifto medefimo ditut
te lepdette cofe cidiede excmplo • Co
fi anche trouiamo che fece fan Paulo
loquale comegli dice daHierufalem a
illirico ÒCquafi g grà parte del modo p
dico o fcripfe ladoflnna del fatto cua
gelio-Etgo anche G uanto ÒC diffe lo/
fcrmone mio ÒClapredicatice mia non
e ftato imparole gfuafibili da igànare
ne inargeméti philofophici ma ì mo/
ftrare lagratia dello fpirito fanttoòCla
uia della ucrita-Et po anche dice inai/
tra epiftola-Non moftrai difapere al/
tro ifra uoi fe non xpo Icfu crucifixo*
Quafi dica io no uiparlai daltro cf5 di
chrifto fiche no pareua chio fapeiTi al
tro che dirmi*Cofi chegli non pure a/
groiTi ÒC alitterari tma atutti predicare
uolfe moftrare quàdo dice a Remani
A faui ÒC agli fìolti fono debitore: fi/
che uolétieri a tutti fono apparechiato
apredicar- Et che qfto molto adio piac
eia moftrafi g lafìoria di fantto Beda
nella <£le fidice che effedo egli arecato
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
per gran ueccfcieza mente dimeno an*
daua pur predicàdo per leuille SCper le
caftella-Onde una uolta pacando per
una ualle pecrofa ilfanciullo efi logui
daua glidirte per follazo che quiui era
grà populo che afpeftaua lafua predi/
canone» Alqle egli credendo Icomlcio
apredicare- Et dicédo una cerca fentéti
ofa parola SC affermando che per cerco
ella era uera :lepiecr rifpofono co aper
ta uoce-Cofi e uenerabile padre-Er po
qfto miracolo lachiefa fi glifa qfto ho
nore che lochiama uenerabile prece- Ec
cofi crouiano che feciono glialcri apo
ftoli SC ueri pdicatori come fu fan Ber
nardo SC fan Doméico SC fan Fràcefco
SC altri loro feguaci fiche g uerica mol
to fono dilugi dallaperfedlione dixpo
iCdegli apoftoli qgli pdicatori che ero
po fi caregiono SCno Ù uogliono afFa/
ticare difeorrédo ne predicare fe no in
luoghi folempni o che lafciàdo iluàge
lio {Sdicano lefapiétie mondane p effe
re téuti gradi litterati-Cotro aqfto fta
molto qllo che leggiamo difeo Hiero
nimo cioè che ftudiàdo egli più uolé/
rieri nellafua giouétu elibri diCiceroe
philofapho che glippheti SCglialtri di
uori libri fu rapito I uifione dinanzi a
un giudice SC domàdato diche conditi
one SCfeéta era» Et rifpodendo egli che
era chriftiào ilgiudice gli di(Te- Tu ne
menci anzi fe ciceroniano gche in lui
poni più loftudio tuo- Et dopo quefto
lofece crudelméte flagellare- fiche tor/
nàdo in fe tufto ficrouo piagato: ma 1
nàzi che l fe ritornale fu bifogno che
|>metteiTedimai più no leggere ne ife
gnare fciétic SC libri fecolari- Hor cofi
nencoglieffe oggi amolti fquali lafcii
do loftudio SC ladoétria della uera the
ologia ftudiano SC pdicano laucra più
lofophia»
(["Come fono reprehenfibili quegli
chepolTonoSCnon uogliono predica
re- Capitulo xxvi-
PEr lequali tu&c parole uoglio co
chiudere che qgli che fono fuccef
fori di Chrifto SC degli apoftoli come
fono piati SC religioii SCfacerdotifono
tenuti apredicare leuàgelio 8C chiamar
legenti apenitétia fiche no pofTono ta
cere fanza grà coIpa-Et quefto moftra
fan Paulo quando dice- Guai ame fio
non predico leuangeho poche p necef
Gita tenuto ne fono-Et Ilaia dice-Guai
ame pche tacetti • Etpo a Ezecchiel co
mando idio SC dice-unda no celiare SC
exalta lauoce tua come tromba SC ànii
ria alpopolo mio ipcccati loro SC loge
fcelerate-Et cofi anche dice allui-Se tu
non annutii alhmpio lafua impicca g
che lalafci lofangue fuo cioè ìlpcccaco
cioè richiederò cflletue mài-Ma fetu là
nutii SC egli non ficonuerre egli morra
nella fua iniquità SC tu hai liberata la/
uima tua- Hor cofi alfaia SC a Ieremia
SC altri ppheti trouiamo cF> idio coma
do che andaiTino apredicare SC molto
moftraua che Cfturbalfe quàdo no uo
lelfino predicare come fi moftra maxi
maméte g lahiftoria di Iona quàdo g
che no uoleua andare a predicare in ni
niuecomeglilomàdauaSCfuggiua in
tarfo fe uenire latempcfta gràde- Et ef
fendo comprefo p forte che g fuo pec
caco era quella tempefta limarinai lo/
m
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
gfttarono 1 mare SC labalcna lo ìghiot
ti:SCdoppoilterzo dilouomiro uiuo
nelle piagge di Niniuerfiche pure fue
bifogno che predicale: SC predicando
conuerci quella géte- Diquefti che pre
dicare no uogliono filamenta anche g
Ieremia ppheta SCdice-Cani muti che
no poiTono latrare-Onde ghpredicato
ri fono dedi cani g lafcripcura che ha
no aguardare lagregge di dio SC abaiar
contro agli lupi cioè contro gli tyram
ni SC heretici che non guaftino lepeco
relle didio SC quefti tali fono delnume
ro de mali pallori dequali di/Te Giri/
fto che ueggono uenire ìllupo SC fug/
gono:5Cillupo rapifee SC difperge lepe
corelle- Onde inuerita chi ben nfguar
da non fipuo trouare che quefti tali li
quali hanno officio SC ftato dipdicare
SCno uogliono ne poffono hauere nul
la buona excufatione-Che fegli lafcia
no perche laconfcientia gliriprehende
della mala uita fiche no fono arditi a
predicare quello che far non uogliono
quefto no excufa ma accufa : peroche
come difotto diremo ìlpredicatore cf5
debba effere huomo dibuona uita SC g
fedarcome era fan Paolo loquale di/
ceua che non era ardito dipredicare :fe
non quello che Chrifto g lui operaua
Se lafciano gche no fanno no fono pe
ro excufati altutto : poche ciafeuno fi
debba ftudiare dimparere SC difornire
degnamete loftato fuo:maximamen/
te iprelati liquali come dice fan Piero
debbono elTere apparecchiati fempre
arendere ragione della fede SC della re
ligione chnftiana dipafeere lagregge
didio delcibo fpirituale.Onde fe que/
fti tah* per loro neghgentia non fanno
quello che fapere debbono :perche uo
gliono pure godere SC pappare 6C non
ìftudiarc no fono excufati ma doppia
mente accufati-Et pero diquefti tali di
ce fan Paolo- Chi non fa non fia fapu
ro cioè da dio eleéìo 6C conofeiuto • Et
diquefti fintéde quel defto di feo Am
brofio che dice- Uoppiameute pecchi
fe no fai cioè fe lafci difapere aftudio
quel che fe tenuto difaper ÒC dinfegna
re- Onde diqfto tale fidice nel pfalmo
Noluit intelligere ut bene ageret- Et g
Ieremia filamenta idio diquefti tali SC
dice- Aftudio SC ainduftria non miuo
gliono conofcere-Et Iob dice-Quafi i
pi percuote dio quefti tali liquali aftu
dio fipartono dallui SC lefue uie inten
dere no uogliono : ma quàdo laingno
rantia e/femplicemente perdifeélo na
turale e ìlreligiofo excufato delno pre
dicare pur che fiporti humilmente nel
laltre cofe : fi inaccompagnare lipredi
catorirfi in procurare loro lecofe daui
uere SCg ognaltro modo g loquale me
glio può aiutargli apoter fornire lode
<fto officio - Se lafciano dipredicare g
che non uorrebono hauere pari : fiche
non uogliono che altri impari :SC pero
non uogliono configliare negli loro li
bri preftare quefta e/peffima fuperbia
SC inuidia SC auaritia • Ei pero delcotra
rio filoda ìlgiufto nelhbro della fapié
tia dicendo che lafapientia didio rice/
uuta fanza inuidia chomunicaua SC la
fua bontà non nafcondeua-Grande in
uerita e/quefta peruerfita uolere che
idio fia largo SC doni loro lafua fapié/
eia SC eglino no lauogliono comunica
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
re aproximi- Quefta certo e/iria peg*
giove auaritia che quella della pecunia
Come adunque chi ha della riccheza
di quefto mondo ÒC non lacomunica
col pximo come bifogno non ha cari
ta come dice fanndo Giouàni euange
Iifta«Cofi quelli che hàno dellume il
la fcicria didio 6C fonne auari fono al/
nido cotrari alla carità SC nimici della
uerita* poche come dice fan Paulo eia
feuno debba manifeftare SC comunica
re lagratia riceuuta aproximi eoe buo
no difpenfatore della molti forme gra
tia didio«Et cofi dice adeprinchios che
ghpredicatori fono difpenfatori demi
m'iteri didio« Se adunque chi nafeode
ilfrumento altempo dicareftia fia ma
ladedo ne popoli come fidice ne prò/
uerbi : molto più giuft amente e mala/
dedo chi nafeonde iltalento 6C il cibo
del uerbo didio ilquale debba g carità
afuoi pximi difpenfare«Et g quefto ri
fpedo dice fcó Auguftino-Maladec/
to fia ildifpéfatore auaro ilcui fignore
e largo^Et anche dice lafcientia diftri/
buita crefceSCifdegnafi dllo auaro pof
felTore fe no fipublica fi fiperderfiche
per giufta fentétia perde lafcientia chi
non lauuole comunicare- Alcuni altri
fono che lafciano dipredicare per aua
ritia cioè che intéri ÒCfolIccici aguada/
gni mondani no uogliono ftudiare ne
predicare g non impedire iguadagni:
ma fe gliauiene che delpdicare guada
gnafTino bene fono folleciti-fiche non
uogliono molti predicare fe no e iluo
go doue credano guadagnarc-fiche co
me dille Chrifto degli ipocriti- Que/
fti i qfta uita riceuano lamercede loro
Quefti fanno contro a quel dedo di/
chri fto cioè efi nullo ponga la lucerna
fodolmodio-Perho che come dice un
fando Jllume della faccia fodopon/
gono amifura diguadagno temporale
Cotali furono ipharifei iqli come dif
fe chrifto erano auari SCdiuorauano le
cofe delle uedoue fodo £tedo dorati
one SC dipredicatione &C diceuano che
ra lecito alfigluolo dabàdonare ìlpadr
&C lamadre pure che alloro fofenfTe o/
gni chofa-Diquefti corali parla anche
fan Paulo riprendendo quegli dicori
tho che fofteneuano co patientia certi
falfi ÒC auari predicacori chcgligraua/
uano ditroppe fpefe-Onde dice fubftì
netis enim fiquis deuorat:fiquis acci/
pit SC oEt pero del cotrario fiuàta egli
dicendo 1 più epiftole chegli predica/
ua fanza nuéderie Kg no grauare ipo
puh lauoraua SC del fuo lauorio nutrì
caua fe ecompagni quàtunque come e
dedo glifuffe lecito diprédere lefpefe
g lufficio del predicare. Alali altri fo/
no che lafciano lufficio delpredicare g
paura cioè didifpiacere atiràni K mó/
dani huomini 6C altri peccatori iquali
non uogliono udire lauerita ma ciTere
lufinga ti- Queftidouerrebbono confi
derare lexcmplo di chrifto ÒC dibapti/
fta 5C di Paulo 5C de ppheti antichi ÌC
degh apoftoli & fandi-Liquali g pre/
dicare SC difendere lauerita furono la/
pidati o feghati o crucifixi 5C per altre
crudcliiTime morti martirizAtjJa mol
ti modi tribulati &C pero difle Chrifto
agliapoftoli* Beati uoi fe auicne che li
huomini uhabbino I odio cioè g dire
lauerita-g me goderete SC rallegrarci
peroche lauoftra mercede e/grande in
cielo :SC pero anche difle loro • Non re
mete coloro che uccidono ileorpo : SC
poi no poflbno più farerma temere co
lui loquale può lanima SC ileorpo ma
dare allonferno- Singularmente adun
que alpredicharore fa bifogno forteza
SCpatiétia:fiche per nulla pena lafci la
uentade- Onde pero diceua fan Paolo
Exibeamus nos metipfos ficut dei mi
niftros in multa patienria SC non uitu
peretur miniftenù noftrum SC c- Anzi
debbono iueri predicatori ghodere di
mal patire per dire iluero per Chrifto
come godeuano fan Piero SC fan Gio/
uanni quàdo furono cacciati gche pre
dichauano Chrifto-Onde dice fantto
Luca* Ibàt gaudentes a confpettu con
olii quonià digni habiti funt p nomi
ne Iefu cotumehà pati- Et go ìlpfalmi
fìa dice de predicatori- Bene patientes
erant ut annuntiét « Hor ueggo che fo
pra ciò quafi tutta lafcriptura potrei
mo allegare amoftrare che g predicar
lauerita no fidebba temere ne pena ne
morte feguitando gliexempli di Chri
fto SC penfando labeata remunerano/
ne della eterna uita: laquale fene meri
ta- Ma gche qfta materia farebbe mol
to lilga SC e/fi chiara che ogni chriftia
no laintende no miextendo diquefto
prouare g altre fcripture fe non che co
chiudo che quefto timore e/molto ri
prehenfibile 6C dànofo*Onde fopra ql
la parola del pfalmifta g laquale dice-
Illic trepidauerut timore ubi non erat
timor* Dice fanfto Gregorio* Chi te/
me huomo in terra cotro alla uerita ri
ceuera lira dalcielo da dio : lo^le ama
6C comanda uerita- Et po dice fan Gio
uanni boccadoro che niunohuomoe
in quefta uita che debbi cofi hauere la
uita per nulla SC eiTere difpofto a ogni
pericolo SC morte come coloro che pi
gliano ufficio dipredicare- Et laragioe
fiepche certo debba efTere chelaueri/
ta genera odio come auéne a Chrifto
loquale difle a pharifei chelcercauano
duccidere perche diceua loro lauerita-
ma egli uolfc inanzi morire che lafcia
re didire lauerita - Onde conftituto di
nanzi a Pilato SC domàdato che hauef
fe fa&oronde eludei laccufauano ri/
fpofe-Io nacqui SC uenni nelmondo g
rendere teftimonanza della uerita SC o
gni huomo che e amico della uerita fi
ode uolentieri lauoce mia-Quafi dica
Io difpiaccio a quelli miei accufatori
perche predico lauerita contro alloro:
SC peramuoio no g colpa che io hab/
bia comefTa-Et pero contro allhuomo
timido dice feo Auguftino Chrifto g
tuo amore no temette igiudei armati:
ne ìchioui nellafmifurata derifione ne
pena ne morte SC tu temi lombra-Chi
hauerte adunq5 perfetta charita come
hebbe Chrifto SC fan Paolo SCghaltri
non farebbe cofi timido: goche come
dice iluàgelifta la perfetta charita cac
eia quefto timore • Et come dice nella
cantica tlamore gfetto e /più forte che
lamorte SC che lonferno SC lemolte ac
que SC glifiumi cioè legràdi tribolano
ni SC perfecutioni no pofTono ifpegne
re lacharita fe le/bene accefa come fi/
moftra in fan Paolo loquale fiùataua
SC diceua che certo era che ne penarne
morte;ne pericolo lopotrebbe parare
dalla charita di Chrifto :anzi figloria
ua delle cribulauoni ÒC perfecutioni g
Chrifto fappiendo 6C dicendo che chi
non e/compagno co Chrifto nelle tri
bulationi no fia fuo copagno nelle co
folationi-Ma oime che quefta e/hog/
gì fpenta fiche no fitruoua chi uoglia
udire ne dire lauerita: fiche come dice
ilpfalmifta diminute fono leueritadi
da ìfigluoli de glihuomini:ÒC come di
ce unaltro propheta lauerita e/concul
cata ÒC auilita fiche mipare che fia ue/
nuto quello maladedo tempo delqua
le propheto fan Paolo dicédo a Timo
theo< Predica uerbum infta oportune
ftC in pontine argue obfecra increpa in
omni patientia ÒC dottrina :quafi dica
Riprehendi ÒC di lauerita ualentemen
reòC acconciati apatientia £e adiuiene
che male tene colga-Et go fugiungne-
Erit eni tempus cum fanam docftrinas
no fuftinebùt fed ad fua defideria eoa
ceruabiit fibi magiftros plurientes au
ribus: ÒC a ueritate quide$ auditù auer
tét ad fabulas aùc couertent - Hor que
fto oggidì" ueggiamo cioè che chi pre/
dica lauerita e/odiato: ÒC quelli che di
cono lefauole ÒC lefilofophie ÒC lcfotti
litadi fono uditi uolentieri - Diquefto
affai dire fipotrebberma gche macca/
de attoccare ne fequenti capitoli :mon
ftrando come ÒC che fidebbe predicare
non churo diqui più dirne- Altri fono
molti eh quado fono abafTo fono mol
ti arditi apdicare lauerita cotro aogni
perfona 5C biafimare ityramni 6C lipre
lati-M^ fe auiene che idio permetta ÒC
ildiauolo ordini che eglino promofTi
aftato didignitaSCchelmodoghhono
ri no nedicono più male 5C no fono ar
diti dipiu predicare contro almondo:
anzi per lui fanno 5C tègono guerra co %l
dio ÒC co li humili ferui fuoi ÒC più ho
norano glirichi ÒC potenri quàtunque
rei:che gligiufti fàdi pouen ; perchel
modo eldiauolo ha turata loro laboc/
ca ÒC legata lalingua con lamaza ÒC co
lafune deloro peccati: fiche come dice
lafcriptura g loboccone delpane:cioe
perlobene temporale laiTano molti an
zi impugnano lauerita- Meglio era cer
to geoftoro diftare abaiTo che difalire
in alto poi che fiuidono pegiorati-On
de diquefti dice ilpfalmifta- Deieciftì
eos dum alleuarétur:cioeuuoldire:tu
idio inalzandogli adignita glihai rigic
tati ÒC priuati dello ftato della humili
ta-Hor diquefto affai fipotrebbe dire:
ma panni meglio diratenerne ÒC dipia
gnerne: pche lopere diquefti tali trop
po gridano anzi troppo putono-Graa
de 1 uerita quefta uillania ÒC feonofeé
za cioè che quanto lhuomo da dio più
e exaitato òCpiu tiene delfuo meno fer
uire gliuoglia anzi gliricalcitri bi ribel
li per feruire ìlmondo contro alquale
doueua combattere predicàdo g ogni
altro modo- Alcuni altri dicono che la
feiano dipredicare g humilita: lhumi
lira dequali come dice fàfto Gregorio
allhora e/uera quàdo no repugna alla
ubidientia-Onde bene e/uero cB lhuo
mo non debba prefuntuofamete ufur
pare qfto officio medefimo ma fc idio
lha fornito didoni ÒC grane fufficienti
ÒC fagli comàdare O/eleggere a quefto
ftato non e/buona humilita ne chari/
ta uolere pure uacare ÒC uiuer afuo fen
I
i
I
no SC non intendere alla falute depro/
ximi- Quefti douerrcbbono confide/
rare che chome dice fando Hierony /
mo- Lafanda rufticita e/utile pur a fe
SC quanto edifica per merito diuita ta/
to nuoce fe non refifte agli errori 5C al
li heretici che guadano ^impugnano
lauerita- Et perho fando Gregorio an
che dice che fe Chnfto uenne delfeno
delpadre alnoftro publicho : cioè pu/
blicamenre uenne per predicare- Gran
de iftoltitia anzi iniquitade e/ amare
tanto lhuomo lofuo fecreto ripofo cB
jf^tv. non fmoglia affatichare òi exercitare a
predichare &C uenirc apublicho per fai
uarfc iproximi • Et perho parlando del
pallore alquale propriamente ficouie
ne dipredichare dice che non debba ef
fere fi contemplatiuo che lafci perho
lacura delpredichare&daiutare ipro
ximi:ne fi adiuo che altutto lafci la/
cotempla rione di dio- Anzi diffinifce
altutto che quello che può aiutare la/
rime uencndo alpublicho non uuole
amando più lafua quiete ditante ani/
me c/xco quante aiutare 5C conuertire
poteua fe ufeito fufle a predichare - Et
chofi fi intende quella parola di fan/
do Paulo j> laquale diccCharitas no
querit que fua funt- cioè uuol dire che
non riguarda ne penfa pure alfuo pia
cere 6C alfuo uàtaggio : ma aquello de
proximi : chome raceua elfo apoftolo
fando Paulo dicedo • Non cerco quel
lo cf> fia utile a metma a molti per far
gli falui- Alchuni altri lafciano dipre/
dichare perunafuperbaimparientia:
cioè perche non fiueggono molto pia
cere ÒC eifere gratiofi :o uero perche no
par loro che gliudirori ne megliorino
chome ficonuiene - Quefta chome de
do e/fuperba impatientian perho che
ilfando predichatore non fidebba cu
rare della grana delle genti :ma diquel
la di dio anzi chome e/dedo debba di
re lauerita quàtunque ne difpiaccia fe
guitando fando Paulo loquale dice/
ua-Si hominibus piacere feruus Chri
fti non ciTem-Et anche diceua- Per in/
famiam ÒC bonam famam 5C ce- Chofi
anche elfo Chnfto uolfe hauere lofla
gello 5C lapruoua delle lingue fiche co
me leggiamo chi lobiafimaua SCchi lo
laudaua ÒC egli pocho ditutti ficuraua
Onde per quefto excmplo ciconforta
fando Bernardo ÒC dice-Detradon bC
lodatori 6C lufinghieri douete hauere
chome hebbe Chnfto lilodatori fug/
gite SC quello bene che amano in uoi i
loro amate :6C ide tradori diftmulate:
& idio per loro preghate- Quefto an/
che a quello che e/dedo che molti fi*
turbano perche degli uditori pochi ne
megliorono • Dobbiamo penfarc che
Chnfto diquefta materia parlando fa
fomiglia a uno feminatore : che letre
parti del feme fiperdette SC laquarta fe
ce frudo diparienria-Se adunque ilpo
polo per lamaggiore parte non fa fru/
do:non e/colpa del predichatore :ma
della loro malaria- Et perho quefto fo
lamente dobbiamo cómettcre a dio lo
quale folo può fare cf5 lhuomo faccia
buono SC optimo frudo del buono fc
il
H§t
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
me che riceue- Ma o faccia ne ludi core
buono frufto/o non faccia lopredica/
torepurenha frudtoK merito fidella
faticha SC della patiencia delle derifio/
ni SC delle detrattici fatte diluì dal po
polo ftolco SC pero pure e dapredicare
Et quanta diflferétia habbia da Templi
ci huomini adotti SC predicatori mon
ftra Daniel ppheta quando dice- Qui
dotti fuerint fulgebunt ficut fplendor
firmamenti SCqui adiuftitiam erudiùt
plurimos quafi ftelle I perpetuas eter
nitates- Quefta adunque differenza e
dalla chiarita delfermamento a quella
delle ftelle tanta e/piu da faui o/fem/
plici folitari o/fantti dottori SC predi
catori-Et perho Chrifto SC fe ÒCgliapo
ftoli per qfto officio chiamo luce del
mondo dicendo • Ego fum lux mundi
SC uos eftis lux mundi SC ce» Per lequa
li tutte cofe ficóchiude che quelli che
fono chiamati a flato dipredicatione
non pofTono tacere fanza peccato « Et
quefto ciuolfe idio moftrarc in figura
nello exodordoue dice che ilfacerdote
che doueua entrare nel tabernacolo :fi
uentraffe con certe campanelle fiche fi
izdifTe ilfuono accioche non moriiTe-
Laqualcofa fignificha dice fantto gre
gorio che degno e/dimorte ilfacerdo/
te fe diluì no fode fuono di fantta pre
dicatione nella chiefarauenga che ge/
neralmente poiTiamo dire che non fo
lamenre iprelati SC religiofi fono tenu
ti apredicare :ma eriàdio ciafeuna pri/
uata perfona e/tenuto per charita qua
to puote riuocare a dio glierranti SC in
ducergli a dio percioche dice lafcrptu
ra che aciafeuno ha idio comàdato da
iutare ilproximo fuo« Figura dicio ha
biamo nellexodo incio che idio comi
do a Moyfe che facefle una méfa SC po
neflèla nel tabernacolo SC poneiTeui fu
fiale SC bicchieri SC altri uafi didiuerfe
mifure-Per laqual cofa fintende come
dice fantto Gregorio :che agh inebria
menti defedeli debba nella menfa del
la chiefa ciafeuno fecondo lafua capa
cita mefeere SC miniftrare a gli popoli
rozi SC poueri difeiétia lacqua della do
ttrina SC della gratia • Diquefta mate/
ria anche tratta fantto Gregorio nella K$tn
omeha che fa fopra iluàgelio degli an
geli doue dicendo che tati huomini fi
debbono faluare quàti angeh beati fo
no in cielo- Conchiude che aquefta Ce
guita che ddobbiamo ftudiare delTere
come angeli ficome gliangeli tutti fo/
no noftri miniftri SC maeuri-Cofi noi
luno allaltro dia lume SCfcientia 6C fac
eia confeicntia quato egli puote- Et pe
ro fugiungne che quelli che pocho co
nofeono di dio SC nientedimeno quel
pocho humilméte annuntiano alli lo
ro proximi fono come angeh • Q uelli
che più alte chofe intendono fono co
me archangeli- Et cofi digrado in gra/
do uiene adattando liftati SC gradi del
li miniftri ecclefiaftichi agliordini de
gliangeh- Siche come già e/detto pur
uuole cochiudere che ciafeuno nelfuo
grado SC ftato e/tenuto damaeftrare il
proximo fuo della uia di dio-Et dique
fto expone laparola dello apochahpfi
per laquale fidicc- Qui audit dicat ue
ni - Cioè uiene adire quello : che ode
Ha dio alcuna buona clo&rina chiami
ìlproximo fuo SC dica» Vieni ru audire
SC infegnali uolétieri quello che dadio
ode SC inrende feguicando indo lo exè
pio SC lacharica di Chnfto tlaquale co
me narra fanéto Giouanni difìe a glia
poftoli- Omnia quecuque audiui a pa
tre meo nora feci uobis . Et anche ih
cut docuit me pater hoc loquor in miì
do-Et anche diffe a dio parlando degli
apoftoli- Verba que dedifti mihi dedi
eis:SCipfiacceperiìtSCcognouerut ue
re quia tu me mififti- Hor quefte po/
che delle molte cofe badi hauer dedlo
amoftrare che molto fono reprehenfi
bili quelli che predicare no uogliono
potendo SC douendo ciò fare SC per fin
gulare uocatione chome fono iprelati
SC gli religiofi/o per debito dicharita :
alquale e/obligato ciafeuno come de/
do. e/ fecondo fuo potere SC fapere«
([ Come lappetito del magifterio SC
predicare e/reprehéfibile per molte ca
gioni:8C imprima per lamala uita SC g
la ignorantia- Capitolo «xxyii-
GT perche molto habbiamo defto
che lo officio delmagifterio SC del
predicare e/cofi utile SC commendabi
le : SC che molto fono da riprehendere
quelli che fare noi uogliono fe poflb/
no- Seguita diuederc necefTariamcnte
che lappetito del magifterio SC del pre
dicare c/molto reprehenfibile in huo
mini indegni SC infufficienri- Onde di
co che a degnamente potere predicare
quattro cofe firichieggono neceffaria/
mente-Sanétita diuita-Sufficicte feien
tia-Diritta intenzione SC grande difere
tione-Siche per contrario ficonchiude
che lamala uita SC la ignorantia della
fcriptura SC lauana et lamala incrade
SC la indiferetione dino fapere parlare
cóeSC quando SC a cui ficouiene rende
reprehenfibile quefto appetito SC que
fto officio- Dico che imprima predica
re degnamente firichiede buona SC in
reprehenfibile uitarperoche conciofia
cofa che eoe dice fanflo Gregorio più
muouono gliexempli che leparole:po
co gioua ilpredicare parole quando la
uita contradice a quello bene che edù
ce • Et perho dice fanfto Paulo chelue
feouo alquale proprio fappartiene di
predicare debba eflere inreprehenfibì
le/fiche nongli fipofTa dire quella pa
rola di fanéto Paulo-Qui prcdicas no
furandum furaris:qui abominaris ido
la facrilegium facis - Et perho dice fan
dio Hieronymo a uno fuo amico che
richo* Non cofondino lopere tue ilfcr
mone tuo : fiche predichando SC nella
chiefa non fia chi tacitamele fommor
mori SC dicathor perche di bene SC noi
lo fai-Dilichato maeftro e /chi col uéV
tre pieno predicha SC comanda ildigiu
nO'Etiamdio illadrone può biafimare
lauaritia • Et perho lamano locuore SC
lalingua del doétore SC predicatore di
Chnfto Sconcordino infieme - Onde
di quefto tale che ha buone parole SC
mala uita fipuo intendere quello prò/
uerbio che exfcripto nellibro del Gen
efi di Iacob SC Efau cioè- Vox quidem
Iacob è: manus aùt manus funt Efau*
i ii
& 6
h'crx
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
fiche perche lacob fue buono: ÒC Efaii
rioe/ded:o quefto prouerbio conerò
i lpredicarore dimala uita- Et come Ùc
no feiaguraci ÒC miferi quefti cali mo
ftra (anfto Auguftino ÒCdice:che egli
fono Cimili afabri ÒC maeftri dellarcha
di Noe : incio che come quelli fabrica
rono larcha nellaquale Noe con lafua
famiglia campo: ma eglino pur perirò
no neldiluuio:cofi quefti infegnano a
alrrui come faluaf fipoiTano ÒC eglino
pur perifeono- Et cofi anche gliafomi
glia acerte pietre che fono g fegno nel
le ftrade ÒC moftrano lauia diritta :ma
elle pur ftàno ferme ÒC no uanno-Hor
cofi uuole dire che quefti tali infegna
no lauia dandare a dio: ÒC eglino pure
rimangono :come trouiamo che fedo
no glifcribi 6C gli facerdoti gliquali in
fegnorono a magi doue poteiTono tro
uare Chnfto nato ÒC eglino pur rima/
fono ÒC nolcercarono - Et intanto e/co
fa contraria hauereinfieme buona lin
gua ÒC mala uita che efTo Chrifto fene
marauigliaua ÒC turbofli contro a pha
rifei ÒC difTe loro-O gente peruerfa co/
me potete dire bene ÒCfiate rei- Che co
ciofiacofa che come egh anche difle j>
labondanria delcuore parli lalingua el
buono huomo del buono theforo che
ha nelcuore profferi buone cofe- Gran
de peruerfira gliparue cF> dicelTono be
ne effendo rei - Onde go anche fan ber
nardo fcriuédo a Papa Eugenio ÒC uo
lédolo inducere aefTere perfètto fanza
difetto come ficonucniua alfuoftato
dice cofi-Monftruofa cofa certo e/gra
do fommo 5C animo infimo fedia pri
ma ÒC uita ima lingua magniloqua ÒC
mano otiofa:fermone molto òcfrudo
nullo-grande autorità ÒC nulla fciétia
Et pero fanéto Paulo quefto confide/
ràdo diceua che caftigaua ileorpo fuo
cioè mortificaua auitii ÒC almondotac
cioche predicando aglialtri non diuen
taffe reprobo adaltrui ÒC uiuere male
no cj fanza peccato«Et perho anche di
ce fandto Profpero che ben dire ÒC ui/
uere male non e/ altro fe non femede/
fimo con lefua uoce damnare « Come
adunque dice lapoftolo non e ilregno
didio in fermone ma 1 uirtu-Cio uuol
dire che no figuadagna ilregno di dio
per dire ÒC per udire parole quantunqj
buone :ma per fare- Et perho dice fan/
<fto Iacopo-Eftote faétores uerbi ÒC no
audirores tantum ÒC c • Et quefte tutte
cofe moftra Chrifto quando dice nel
locuangelio- Qui foluerit unii de ma
datis iftis minimis ÒC docuerit fic ho/
mines minimus uocabitur in regno ce
lorum-Cio uuoldire dice Cafliano cf>
chi fa contro a qllo che infegna fia mi
nimo : cioè da nulla nella chiefa: anzi
grande nelregno dello inferno-Et pero
poi fugiungne Chrifto- Qui autem fe
cerit ÒC docuerit hicmagnus uocabi/
tur in regno celorum- Ogni adunque
predicharore chome uero apoftolo ÒC
difcepolo di Chrifto fi lodebba fegui
re in fandita diuita fiche pofla co buo
na confeientia ÒC con grande autorità
predicare contro alh* uitii ÒC laudare le
uirtu come fece egli ; :ÒC perho gli fu de
ciò che era maeftro uerace ÒC che infe
gnaua lauia di Dio in uerita ÒC non
fi curaua di patrona cice di difpiacere
o dipiaccre agli hucmini . Et pero ar./
chechluifidiceneleuangelio che par
laua con mirabile podefta SC audacia*
Et cofi nel uàgelio del pellegrino fi di
ce che fu huomo ppheta potete in ope
ra SC i fermone dinanzi adio SC in ogni
popolo-Et feo Luca dice che inccmin
ciò lefu afare SC adire cice imprima fa
re SCpoi dire-fiche g lepredefte tucte a
ucìoritadi ficonchiude che lainocétia
SC lafandtita della uita glidaua baldan
za dipredicar-Et go dice fan Gregorio
Con imperio finlcgna qllo che lhuo/
mo fa inanzi che loinfegni :SC cofi fi g
delafidanzadelbendire quàdo lama
la confciétia impedifee lalingua-Et go
quello che amacftra altrui fcbliga co
me dice fan Gregorio auiuere come in
fegna-Onde fopra qlla parola de £>uer
bi che dice-Circuda ìlkm cice lauirtu
gutturi tuo- Dice una chiofa perche la
noce fifoima nclgozo SCpoi pcede fuo
ra uuole dire qfta fcriptura che lauoce
della predicatile fi de formare dalcuo
re dctro-Et fan Gregorio dice-Chi par
la parole didio imprima fiftudi SCgua
ti come uiua SC poi g lopera fua coglia
che SCcome licóuiene pdicare-Et fopra
qlla parola dello ccclefiaftico- Confir
ma ucrbum SCfideliter age cu ilio- dice
iia chiofa- Bona operano ucrbi eft co
firmano SC fedelméte fa coluerfo quel
lo che uiuédo moftra che creda quello
chegli dice- Onde g uerita no pare che
molti credano qllo che glipredicano-i
ciò che biafimono laluxuria SC lauari/
ria SC glialtri uitii SC dicono che mena
no alllferno SCeglino pur qlla uia tégo
no- Come adunrj chi Aiccffe che uno
certo beueraggioSCcibo fulTe uelenofo
SC egli pur nepredefle SC chi dicefle che
una uia e piena diladroni SC dipericoli
SC egli pure per quella andaiTe non gli
farebbe creduto :cofi hoggi non fiere/
de quello che fi predica per lacótraria
uita di molti predicatori- Che glipecca
tori SC amatori delmondo fino tale ar
gumento SCdiccno-Se quefte cofe SCq
fte richeze fono rie SC pericolofe gche
dunque leprédere per uoi-Ma a quefti
rifponde xpo dicendo-Sopra lacaflie*
dra di Moife feghono glifcribi SC pha
nfei che dicono SC non fanno- Ma uoi
uditori non dimeno cbferuate SC fate
cioche eglino uidicono ma loper loro
non feguitate- Come adùque nno me
dico infermo SCche male figuarda può
dare aglialtri infermi buono configlio
diguarire SC e fenno afeguitare quel co
figlio cofi indicatore dimala uita può
ben confighare SC predicare elfuo duo
no configlio e/da ter ere SC feguitare*
Altre molte cofe dire fi potrebbono a
biafimare laprefumptione di quefìo a
petiro- Ma uogliendo ciò ricogliere in
femma ripetendo parte di quello che
declo-Dico che hauer mala uitaScbuo
na dottrina e/ chofa diuergogna SC di
più graue colpa aldctf ore SC e/cofa di
grande dampno SC fcandolo a tufta la
chiefa SC e/chofa digrande ingiuria SC
difpecìo ad Dio • Imprima dicho che
chofa e/di grande colpa SCdiuergogr a
aldo&oreperoche ben dicendo SCnv
fegnando rquafi porta una lucerna in/
nanzi per laquale monftra ad glialtri
lafua inmundiua incio che monftra
i ili
ÉtìÈSS.
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
lauilta delpeccato 5C egli pur qlla eleg
ge 6C feguita fiche pare che chome fcr
uo deldiauolo fia diluì coftretto afare
contro aquello che dice òC che corna a
uergogna afare. Per unaltro rifpedo a
che glie uergogna indo che comeca/
ualiere di Chnfto anzi capitano SC go
phaloniere in quefta guerra contro al
mondo douendo confortare glialtri al
la battaglia egli come codardo fugge -
Incio anche glie uergogna SC più gra/
ue colpa perche pecca con più fcientia
fiC più contra confcientia fiche dicedo
bene Kuiuendo male porta fempre co
feco lelettere della fua dànatione-On/
de aquefto tale dice lapoftolo ad Ro/
manos Jn quello cf> tu giudichi altrui
condàna te • Anche aquefto tale tocca
quel dedlo diChnftoJpocrita trai im
prima latraue dellocchio tuo SC allho
ra potrai meglio uedere lume g trarre
lafeftuca dellocchio altrui- Grande in
uerita e/quefta prefuntione biafimare
imali altrui 5C non correggere fe 5C co
fortare altrui diben uiuere 6C egh' tene
re mala uita-Onde a qfto tale dice dio
Quar tu enarras iuftitias meas 6C aiTu
mis teftamentu meù g os tuù : tu uero
odifti disciplina proiecifti fermonem
meu retrorfum . Si uidebas furem cur
rebas cum eo 8C cu adulteris portioné
tua ponebas-Os tuiì habundauit mali
tia SC lingua tua conclnabat dolos- Se
dens aduerfus fratré tuii loquebaris SC
aduerfum filium matris tue ponebas
fcandalù. Per lequali parole no uuole
dire altro fe no che quello che e/rio £C
non difpofto aferuire a dio:no de bbe
prefumere dipredicare lafanfta SC cele
{le dottrina SC leggeiperoche in ueritì
non ficonuiene che cofi nobile dodfri
na fiporti SC tega in uafello imondo« a
zi ficóuiene che aportar ilnome dixpo
SC predicarlo alle genti fia uafello elee
to ÒC gratiofo come fu fan Paulo del q
le difle xpo ad A nania-Vas ele&ionis
eft mihi ifte ut portet nomen meuj co
ram gétibus SC regibus SC filiis ifdrael
Et go egli co buona confcientia fiuàta
ua ÒC dice che no era ardito dipredicar
adaltri qllo che idio g-lui no opera(fe
Nella parte feconda dico che ben pdi>
care SCmalfare e cofa che nuoce molto
allachiefa didio fiche gche aquefti co
tali lauerita non e creduta come già e/
decto<SC fi g lofcandolo che dano del/
la loro mala uita SC fi gel? idio fotìrae
loro illume della uerita o almeno non
hàno baldanza dipdicare arditamente
ne diriprédere- fiche g giufto giudicio
no polTono fare frutto nel popolo» go
che come dice ìlpuerbio chi non arde
non Icende-SC come dice fan Gregorio
Infiamare non può leparole lequali fi
£>ferifcono con cuore freddo- Et go ari
che dice che più uale apredicare lacon
fcientia del fanfto amore che lafciétia
dello exercitato SC fodhle fermone- Ec
cofi dice che non gioua ladolceza del/
la lingua fe non ficódifce co fapore di
uita-Et go foli quegli didio fanno par
laredolccméte iquali lamano con tue/
tol cuore SC co tutta lamente-Et anche
dice qgli lacui uita e difpregiata lafua
predicanone non e accepta-Hor fopra
ciò affai dire fipotrebbe ma parmi che
debba badare quello che difopra affai
diffufamence nedetto;maximamente
jxhe quefto tutto di ueggisiro £ con
rinua fperiétia cice che lamala uita di
quegli che fono pofti g ccnfigliare SC
giudicare altrui molto guafta laehiefa
didio come fimoftra g lepredette 5Cal
tre molte cofiderationi delle quali glo
meglio più non pcedo:fe non che co/
chiudo che come dice fantto Hieroni
mo-Di due cofe imgfetìe molto e me
glio hauere fantta ruttici ta cf) eloqué
tia peccatrice poche come anche dice
feo crregoriO'Lipegiori huomi delmó
do fono qgli che peccào co più feienx
tia- Et aqfto feguita neceflanaméte la
terza cofa che ^pponemo cioè che ìdio
lha molto per male- Et certo aitai gran
ragione ha idio dhaucre per nimici q/
fìi falfi predicatori rperoche connetta
cofa elicgli per faluare lanime uenilTe
amorre SC accio come fuoi coaiuta tori
Scompagni habia eletti ipredicatori
non fo che maggiore dàno SCdifonore
glipofla eflere fatto che lanime redem
pte del fangue fuo quefta che ledeeno
aiutare diferuinoSCmcniro g mala uia
per loexemplo della lor uita peruerfa
alla quale come già e /detto più figua
ta che alle parole-Scgno diqfìo odio e
maximaméte lagrande guerra che egli
hebbe femp co phanfei SC molti guai
che impctraua SCmàdaua SCpregaua lo
ro perche no haueano fe non paiole SC
non fa£h' come difopra e detto- Onde
infigura dicio anche leggiamo nel euà
geho chegli maladiffe unaibore fico g
che no uerono fe non foglie SC no fruc
to-onde incotanente fi fecco- Et pero à
che difle che ogni arbor che no fa fruc
to buono fu tagliato 6C mejtfò alfueco
cioè quello che ha parole SC uifte 6Cno
fatti dibuce opere fia precifo dal col/
legio de fantti del giardino del paradi
fo SC meffo alfuocco codàpnati Ma co
me dicono fantto Giouàni boccadoro
SC fantto Auguftino troppo firiputào
edànati amaggiore pena SC dàno cfTeie
priuati della uifione diuina SC della co
pagnia de fantti che defleie mcffi alfo
co- Jngànati adunqj fon quegli iquali
non hauendo fufficiete anzi contraria
uita fi credono adio piacer per loro pa
rolcSCprcdicationi-fiche qui fi uirifica
qllo £ueibio che dice che acui no pia
ce logiullaie no piace lccanzone-fiche
ficócliinde che lapredicatione adio no
piace dicolui lacui uita gli difpiace-Et
po xpo fingularmente amuni gliapo/
itoli iquali douea mandare aprcdicarc
che fiftudiaffonodidare buono exem
pio di fe allegenti dicendo-Luceat lux
ueftra coram hominibus-ut uideant o
pera ueftra bona SC glonficent patrem
ueftrumSCcetera • Lopere dille non
parole non glipanni SC lcuifìc difuoii
anzi qfti cotali ehiamee lupi rapaci SC
amoni che cene guardaffino dicendo-
Attendine a falfis prophetis qui ucni/
unt ad uos in ueftimétis ouium intrin
fecus autem funt lupi rapaces- Et pero
poi fugiugre- A fruttibus eoriì cogno
feetis eos< Da frutti dille cioè dalloge
fantte non da fiori SCdalle frondi del/
le parole SC delle uifte- Et cofi coment
dado diffe che lopere chegli faceua nel
nome del padre fuo rédeuono teftimo
nanza diluì- Et pero fe non doueuano
credere alle parole almeno credeflìno
allopcre- Come adunq; egli àchc diflc
poco gioua«fe lhuo guadagnale rucco
ilmondo predichando fe fidampnafle
mal uiuédo-Altre molte affai cofe dir
(ipotrebbono amoftrare che dineceiTi
ta alpredicare {inchiede buona uita fi
che non guafti colmale exemplo quel
bene che feminato co labuona lingua-
Ma bafti qfto poco haucre dedto mge
nerale di qfta maceria ma parmi che 1
pardculare portiamo dire che a predi/
cacori del euàgelio di xpo fi richieggo
no fingularméte pouertade Schumi!/
rade peroche cocio fia cofa che glihab
bino apdicare generalmente 5C pnnci/
palméte cótro allamore delle richezzc
daglihuomini come fece xpo conuien
fi che nedieno exemplo come fece egli
ti come ìfegno dicedo- Beati pauperes
fpiritu 5C oEt anche Difcite a me quia
mitis fum ÒC humilis corde SC c-Et an/
che no e ilferuo maggiore chelfignore
fuo:ne ilmelfo maggiore chel fignore
fuo ÒC anche pero diife-Qui mihi mi/
niftrat me fequatur ÒCoEt anche quan
do hebbe loro lauato ipiedi dilTe-Exe/
plum enim dedi uobis ut quéamodu}
ego feci ita ÒC uos faciatis-Maximamé
te lapouerta firichiede accio :goche co
ciofiacofa che come difle xpo lefpine
delle riccheze affbgono ilfeme dellepa
role didio ÒC diftruggono laméce ÒCpu
gono co lefollecitudinc ÒCdelitie che a
cioconfeguitano-non potfono ipredi
catori occupati in riccheze ne g fe in/
tedere ne adaltrui feminare il uerbo di
dio-Et pero xpo pricipale ÒC fommo p
dicatore:ele(Tc pouertade ÒCcomendol
la: SClamore delle riccheze biafimo-Et
cofi poi fan Piero g fe ÒC per glialtri a
poftoli fi uanro òC diffe-Eece nos relin
quimus omniaòcfecuti fumus te-Et co
fi poi glialtri fandti iloro ordini fódo
noimpouertapfeda-Horcome hogi
quefta pouerta fia ifbandita 6C odiata
troppo haremo adire ÒCpiu apiàgereòC
pero plomeglio ne tacioEt chofi dico
che lhumilca e necertaria alpredicator
ÒC quanto allontelledo ÒC quàto allef/
fe&o-Quanto allontellefto che firico
nofea feruo in utile pero che idio fan/
za predicatori può conuertire ogni ge
te fiche come e dedto luano fifatica la
lingua del predicatore fe idio no lauo
ra nel cuore-Et quanto alleffedo ÒC gli
adi cioè che ilpredicatore fugga Iclo/
de ÒC glihonori iquali neglialtri bufi/
mare gliconuiene ÒC dia in ogni fuo ac
to ÒC tegno exemplo dhumilta òC dipa
tientia ÒC difofferenza difatiche ÒC del
le lingue de detraftoriòCde lodatori co
me difopra e deftorcome feciono xpo
ÒCgliapoftoliòC glialtri pfedh fandi*
Maximaméte firichiede humilitade i
cioche nullo pfummaklufare quedo u
fido fe idio o altri per idio no nel con
ftrigne ÒC non loelegge: perciò che q/
fto e proprio ufficio di dio come difo/
praedefto chegh folo può dare fapié
tia-Et pero egli diffe agliapoftoli uno
e/ilmaeftro uoftro ilquale e/ in cielo-
Onde trouiamo che Chrifto eleiTe gli
apofioli aquefto ufficio ÒC cofi riprefe
glipharifei iquali uoleuano eflere chia
mati maeftri-Et fe lhuomo e/da dio o
da huomo accio eletto non debba pre
fummere diricenerlo fe no fifente pur
gato dogni uitio-come leggiamo che I
£aia ilquald Gproferfe apdicare iprima
Vate
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
fifcntf purgate le labbra eia langelo co
cerco fuoco-Hor ueggio che fopraccio
troppo direi fio miltéderti acómédare
lapouerca SC humilita di xpo ÒCabiafi/
mare lapópa òC lauaritia di moiri fuoi
ferui SC falli predicatori • Et go lafcian
dogli algiudicio di dio torniamo apar
lare come proponemo adaltre cofe cf>
firichieggono apotere predicare- Et di
co che adegnamente predicare firichie
de ÒC e/ neceflano nella feconda parte
y^tk foffificiéte fciétia fiche pogniamo che
^K'uvik cerne dice fcó Auguftmo molti fatti
fìeflìno 6C fuflìno perfetti nel diferto
quantunque idioti :pur nientedimeno
a predicatori ÒC ainfegnare adaltrui fa
bilogno che lhuomo -fia di fufficienre
fcientiaòcfappia ripiehendeie ÒCcon
uincere gherrori- Et perho xpo riprefe
ipharifci ÒC difle- Voi errate perche no
fapete le fcripture ÒC icomandaméti di
dio- Et pero fin Paulo amonifce timo
theo aftudiare ÒC dice che ftudiaflc nel
le diuine Jedlioni ÒC cofi faceua egli co
me fimcftra perlefue epiftole-Iior co
fi ifàftì dottori accio ci inducono cioè
diftudiare ÒC dileggere ÒC dimparare le
fcripture : fiche fia lhucmo difcepolo
inanzi che maeftro«Imgho che chi no
uuolc imprima effere difcepolo della
uerita e. bifogno che diuenti maeftro
derrore Onde molto offendono indo
molti prefuntuofi fraticelli ÒC feminel
le che fo no rozi ÒC idioti prefùmono
diparlare ÒC predicare delle fcripture
fantte non irendono come dice fan/
Pagolo quellochc diconcòCaffermano
ÒCpero pergiuro giudicio didio molti
necadono i grandi errori nictedimeno
come difopra e detto xpo e loprincipa
le maeftro :fi che fanza grande fciétia
può illuminare ipredicatori ÒCgliudi/
tori ÒC fare gran frutto nel popolo per
huominirozi-Onde pero ilpfalmifta
dice*Dcminus dabit uerbum euàgeli/
zantibus uirtute multa«Siche come di
ce fantto Agoftino xpo e ilprincipale
feminatore Ónde dice poi c!> xpo di/
ce che e egli lofeminatore hor che cifo
no io -Sono certo cofano diquefto fe/
minatore a me egli fidegna diporre ql
lo che io a uoi predicando fpargo-No
attendete adùque alla uilta del cofano
ma alla degnita del feme ÒC alla beni/
gnita del feminatore» Cofi anche fan/
Paulo dice che folo idio può fare fru/
ttificare lofeme del uerbo fuo-Et pero
dice»Ego plantaui apollo rigauit deus
auteincrementu dedit • Et go conchiu
de:ne chi piata ne chi inacqua fa ilfru
tto ma folo idio co lafua uirtu- Et que
fio e^uero,6C<orporalméte òC fpiritual
m^nte-Comc anche lochio ÒC lacofa o
bietta non bafta aformare lauirtu uifi
ua fanza laluce delfole mediate òC ope
rante/cofi niuno intelletto quàtunqg
forale bafta apotcre cóprehendere la/
uerita diurna fanza laluce della grati*
cooperante ÒC difponéte-Et quefto mo
ftra ilpfalmifta quando dice ■ In lumi
ne tuo uidebimus lume* Per lequali tu
tte cofe ficóchiude che pognamoche
lhuomo fidebbaftudiare dimpararle
fantte fcripture non debba pero crede
re che fanza diuina ÒC fingulare gratia
poiTa i fe ne 1 altrui fare frutto ne dare
nericeuerelume diucrafeientia Ciche
folo Chnfto può aprire lotelletto am
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
tender lefcripturetcome fece agliapo
ftoli- Et di quefto affai anche e^dedo
difopra nelcapitolo quando comend^
mo loratione moftrando che oràdo fi
impara più che leggendo :òC nelcapiro
10 dotte moftramo che dobbiamo lau
dare idio nefandi perche cegli dette j>
maeftri ò( dodori- Et perho uoglio co
chiudere che come dice fando Augu
ftino- llpredicatore impria debba effe
re oratore che dicitore- Et pone exem/
pio della Regina Hefter che douédo
pregare ilRe per falute temporale del
tuo popolo prego idio che ledefle fer/
mone gratiofo: molto più adunque di
ce che quefto debba fare chi uuole par
lare per precurare lauera falute dellani
me-Et cofi faceua Chnfto ÒC cofi fan/
do Paulo come fi moftra in molte fue
epiftole nelle quali amaeftràdo altrui
della patiencia/O daltra uirtufempre
inanzi poneua o:fugiugneua laragio/
ne pregando idio che quella tale uirtu
concedelfe- Onde eoe difopra ditti par
landò della oratione (èmpre pregaua
idio che defle ÒC mandaiTe pace : luce :
carità : forteza ÒC altre gratie delle qua
11 egli predicando confortaua legenti .
Et che idio folo dia ÒC poiTa dare lume
ÒC gra fptìale:ÒC fàza lui ogni dodrina
cifia inutile ÒC obfcura moftraci i figu
ra nellexodo doue fidice che douendo
idio dare laleggie difeefe infulmote in
fumo ÒC fuoco • Laqual chofa dice fan
do gregorio cifigura ÒC moftra che du
na medefima leggie predichatione ÒC
fcriptura luno nacciecha ÒC riceue fu/
mo cioè errore ÒC tenebre :ÒC laltro neri
ceuelume ÒC fuoco difpirito fando:£i
che qui fiuxrifica quello che dice lapo
ftolo cioè che lalettera uccide ÒC lofpi
rito da uita* Lalettera che cimoftra cB
non de peccare fe non fintede con gra
ria difpirito efi da uita fiuccide cioè la
nimarperho che da aconofeere ilpecca
to:ma non da gratia diguardarfene:ÒC
perho lafa crefeere non minuire: pero
che chi pecca più faputamente fempre
pecca più graueméte come moftra fan
do Gregorio exponedo quella parola
delpfalmo cioè in cathedra peftilentie
non fedit-Onde dice che chathedra e/
luogho dimacftro * Et come alle turbe
affittenti fono prelati quelli che fiedo
no in chathedra- Cofi ipeccati loro tra
fcédono ipeccati de popoli rozi che Ce
gono più dabafTo-Hor diqfto affai fi/
potrebbe direrma bafti qfto poco che
dedo ne-Che pcerto dobbiamo tene/
re che gli pegiori huomini del mondo
fono ligrandi litterati fanza confeien/
tia- Et perho filamenta fando Bernar
do òC dice«Oime oime che molti cerca
no feientia ÒC pochi cófcientiatòC mol
ti fanno molte cofe ÒC pochi fanno òC
conofeono loro medefimi-Per lequali
tutte cofe uoglio conchiudere che po^
gnamo che apredicare firichiega forti
ciente feientia tnientedimeno più e^ne
ceffaria lafanda ÒC deuota confcienua
ÒC che più lume fida ÒC riceue orando
che predicàdo come difopra e/moftra
to comodando loratione per gli exem
pli di fando Antonio 6^ daltri molti
femplici liquali più gente conuernro/
no p lafandita della uita che per fotti
glieza difeietia- Onde pho fando Au
guftino nel principio della fua conuer
(ione udendo legrande uirtu di fantto
Antonio loqualc aquelli di era paffa /
to diquefta uita 5C faceua molti mira/
coli incomincio apiàgnere SCdifTe-Sur
Vj ^ gùt indotti fiC celum rapiut K nos cu$
dottrinis noftris in infernum demer/
gimur- Aquefto fa anche molto leexé
pio che pone fantto Gregorio nel dia
lago che quello fantto Equitio di uale
ria ilquale eflèndo femphee diferiptu
re nientedimeno andaua predicando :
8C molto frutto faceua-Et efledo dicio
riprefocome quefto officio prefumef
fe difare rconciofufTecofa che dal papa
no glifuflfe cómeflò • Rifpofe che una
notte in uifione gliaparue un bel gio/
uane 6C toccogli lelabra con uno ferro
medicinale fiC difTcgli i Efci fuori &C ua
predicando 5C poi djfparue-Et da quel
la hora inanzi fifenti fi pieno diferuo
re che g nullo modo didio fipoteua ta
cere-Et faccendolo ilpapa citare afuge
fìione dicerti cherici inuidiofi p ripre
henderlo diquefto ardire fu dadio gra
uemente riprefo in uifione : 6C coman
dogli eh no fene impacciale 8C lafciol
lo pdicare in pace-Hor cofì daltri mol
ti fitruoua 5C narra in uita patrum che
quantunque femplici idio glifece fuffi
ciéti apredicare- Ma perche come dice
fcó Hieronymo ipriuilegi dipochi no
fanno leggie comune pur dico che ade
gnamente predicare firichiede fufficié
te fciétia àcfingulare auttoritade fiC uo
catione di dio/O/difuo uicario-
f[ Come adegnamente predicare firi
chiede diritta ìntenrionc- Cap-xxym.
T r Aterca cofaefc firichiede adegna
AJ mente predicare fie diritta intetio
nercice che femplicemente j> dio 6C j>
procurare lafalute de proximi {> chari
ta lhuomo predichi non per uanaglo
ria o/per auaritia O/per altre non buo
ne ragioni come fanno molti dequali
difopra e/detto che fono adulteri del
uerbo didio cioè che nullo fpargano g
guadagnare bi generare figluoli fpiri/
tuali a dio: ma per guadagnare danari
o/per uanagloria & per altre cagioni.
Onde perho come fantto Paulo dice
quelli tali contendono infieme dipre
dicare 6C fanone molte brighc-Laquar
ta cofa che firichiede apredicare fie g
fetta diferetione cioè chel predicatore
fecretamente penfi quello che ha adir
fiC acuì K come acquando ti ogni altra
circunftàtia perlaquale meglio poffa
fare quel frutto che intende nelli udì
tori- Debba dico prima penfare quel/
lo che debba dire:cioe che debba pro>
poncr lecofe utile 6C neceflfarie alle fot
tili 6C curiofe feguitando ql detto che
dice idio per Ifaia cioc-Ego deus tuus
docens te utilia- Et cerne fece Salomo
ne dicédo: che penfo da ftenerfi da ui
no per ìftudiare fiC penfare quello che
fufle utile a figluoli deglihuomini - Et
diquefto ciamunifce fantto Augufti
no 6C dicc-Studi ilpredicatore adire co
fe buone JC giufte K. fantte che fia udi
to fiC intefo uolentierirma quefto ere/
da poter fare più tofto per diuote ora/
tioni che per fottilita difcrmoni- 6C pc
ro anche dice che debba guatare più a
dire buone fen t cric che acóporrc curio
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
Ci fermoni: ghoche certo fcgno dibuo
ni SC fan&i ingegni fie nelle fcripcure
guatare più aliontelleclo SCallafcncé
ria che alla compoficione delle parole
Mirabile cerco e quefta pazia dimoici
dicicori che fiperdono leparole SC lice
po ftudiando didire pure cofe curiofe
SC non utili » Ec qfto e/ fegno cheglino
incedono più deffere reputaci faui che
difare utili tade agliuditori-Conciofia
cofa adunque chelpredicacore debbe 1
tendere adaprire SCpurgare ilcuore del
peccatore qlle parole debba ufareche
accio più uagliono- Onde perho ancf>
dice fan&o Auguftino- Che migioua
lachiaue delloro fia comefTa no pofTo
aprire: &C che nuoce quella dellegno fe
quello che io uoglio pofTo co ella apri
re*Hor cofi uoglio dire che per qualu
que parole io poffo entrare alcuor del
peccatore quello debbo ufare SC no le
fottili SC uane-Et in quefto ficóchiude
quello che nelfecondo luogo anche e/
propofto difopra : cioè efi debba guar
dare ilpredicatore laqualita degli udi/
tori SC cofi fidebba formare ìlfcrmone
de predicatori - Onde come dice falò/
mone- Con perfona religiofa fidebbe
trattare difanclitaSC con huomini ro
zi SC agricole lechofe più grofle-exern
pio dicio cidice xpo loquale alleturbe
parlami parabole SC per fimiglianza
ÒC adifcepoli infecreto dicofe più fotti
liSCcelefte-Cofi anche gli peccatori/
confortaua a penitentia SC parlaua del
la mifericordia p confortargli ■ Iphari
fei perche erano obftinati SC fuperbi/
riprehédeua SCmandaua lor guai» Cofi
Cui Paulo dice aqugli di corintho che
come aparuoli daua loro laéte cice Ieg
gieri dodlria SCnó cibo faldo cioè altra
dottrina perche no erano capaci • Ma
la fapiécia cioè lecofe alce parlaua fra/
perfetti SC più intendati . Hor fopra /
ciofeo Gregorio molto difFufamcnce
parlaua nel paftorale dicédo che gran
dedifcretioneficouùne che habbiail
predicatore peroche altrimenti ficon/
uiene che parli auechi altrimenti :agio
uani altrimenti : afemine altrimenti :
amafehi altrimenti : anobili 5C nehi SC
potéri altrimcti auili SC deiedle pfone •
Et cofi pone 6C annumera molte dirle/
rentie gradi SC fiati SC conditioni dipcr
fone lequali ilpredicatore debba gua/
tare quando uuole parlare • Ma inciO'
dice che maggior difTiculta quàdogli
conuiene parlare incomune amolca gè*
te fra laquale fono huomini di diuerfe
conditioni SC ftati • Si che in uno me/
defimo fermone comuneméte atutti
piacere no può • Come etiàdio leggia
mo di xpo che alcuni diceuano buono
SC alcuni diceuano anzi e/rio SC feduv
ttore ■ Ec cofi adiuene a fau Paulo SC
ad altri iloro compagni SC feguaci co/
me già e/detto - Et pero dico che elp/
dica tore guardando adio SC no curan/
dofi fe piace o difpiace dipredicare la
uerita SC imprima riprendere SC extir/
pare euitii SC poi cómendare leuirtu-
Et quefta forma SC regola moftro idio
che uoglia fitenga quando difTe a Tcre
mia fuo propheta SC predicatore- Ecce
confh tui te fup gentes SCregna ut euel
lasSCdeftruasSCdifperdas ÒC difTipcs
SC edifices SC pràtes-Cio uuol dire dice
Caf&ano ifuegliSCdiftrugiSCdifpcrdiSC
I
a
a
/
e
i
il
✓
àilTipi euitii imprima 5C poi edifichi SC
pianti cioè Ieuircu lodàdo-Et indo che
dice ìfuegli SCdiftruggi moftra che ilp
dicacore cfc debbe meder ilcolrello 6C
lafcura del uerbo didio ifino alle radi
ci de cuori de peccaci àCextirpagli altu/
fto moftrido laloro uiltade SCilloro g
icolo 5Cnó plafeiare per compiacere co
me feciono anticaméte molti falfi prò
pheti ÒCapoftoli come fitruoua pia feri
ptura Jlpdicatore adùq5 debbe eaglia/
re 5C intendere ipeccati 6C no palpare 6C
lafciareEtpoe(To leremia diceua poi
Pofuit os meù dns quafi gladnì acuti!
4C c« Et cofi di Helya ppheta pelle efu
gràde nphenditore fidice:furrexit He
ìias qfi ignis SCc-Hor cofi fectono xpo
& giouàni baptifta 6C glialtri fri come
difopra e de<flo«Per qfto nfpecfìo àche
dirte idio a leremia-Si feparauens. pie
tiofù a uili qfi os meu eris cioè uuole
dire dice uno feo- Se tu pdicando mo/
Uri ladifferéria della cofa uile cioè del
peccato ÒCdel bene uano del modo alla
pretiofa cioè albene della gratia ÒCdel/
la gloria tu farai bocca mia cioè tu ta/
fomigli ame laqual cofa fo SCcofi dico
Horìòpra ciò troppo farebbe prolixa
materia a determinare p fingulo ledi/
uerfe qlita delle gfone lequali ilpdica
tore debbe cofiderare &po inforna co
chiudendo dico che ilpdicatore debbe
guardare lutilita SClanicifta del uditof
& fe egli e trifto cofortarlo 8( fegli e pi
grò follicitarlo fegli e troppo baldazo
fo Jpaurirlo Kcoh comporti alle ma/
li qlitaSCdifpofitioni degli auditori co
Ù p unaltro rifpefto dico che come di
ce feo Girolamo fecondo lematerie fi/
debbe formare ilfermone uerbigfafe
occorre cafo dipdicare amorti maxia/
mete ìcafiSCmodi dolorofi debbafiprc
dicare cótro alpiàto fupfluo 6C coforta
re gliauditori apatiétia che ciconuiene
hauere ne flagelli &C ne giudicii didio:
cofi fe fipredica della palTióe di xpo fi
debba predicare co dolore :fe della afee
fione debbefi pdicare-có allegrezafiCge
neralméte aogni materia ilpredicatore
debbe cófermare ilcuor fuo&laliguaSC
ilmodo delpferire eoe cida exéplo xpo
ilqle alcuna uolta gridaua alcuna uolta
moftraua ira 5C turba tione ÒCancora dol
ceza SCletiti a fecódo diuerfe materie 4C
cagioni fecódo cfc uoleua o cófortare o
fpauécar gliauditori ma qualunqj mo
doSCiqualunq? uoce fipdichi pure allu
tile degli auditori fidebba guardare co
me decto e/« Et pero fidabba parlare fi
chiaro 6C aperto che fintendapero che
come dice feo Ambrofio meglio e che
cintendino efempliei che no e cB cico
mendino gligramatici- Et Senecha go
anche dice che lapredicatione che inte
de amoftrare lauerita debbe eflfcre Ico
pofta&féplice no che dilefti ma cft gio
ui fi come allìfermo lhuomo fouiene
no afuo piacer ma afua utilità cofi al/
peccatore fideono dire parole purgati
uc&Cutili no curiofe&Ciutili 6Cp qfto nf
pedo no fidebbe ucrgognar ilpredica /
tor diripeter fpeftb una medeòma féte
tia qndo uede cf> e molto utile óCnecef
faria X dicio cidàno exéplo xpo 5C feo
paulo iqh più uolte ila medefia fététia
ripeteuào SCfpefTb predica uano eoe tro
uiano che difTe crifto:ricordateui del/
fermoe chio già diflì cioè cB ilferuo no
Ki
Kos*
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
debba effere maggiore che ilfuo Cfgno/
re ròCcofi biafimàdo lericheze apharifei
più uolce ripete una medefima (enten
ria ÒC i altri cafi affai- Et cofi fcó Paulo
moftra nella piftola ad philippenfes:
doue parlàdo di molti falfi apoftoli fi
gliamonifce ÒC dice - Multi ambulant:
quos fepe dicebà uobis nunc autem ÒC
flens dico inimicos crucis xpi ÒC c « Ec
cofi fece i molte altre epiftole afTai « Et
cofi trouiamo cB feo AuguftinoòC feo
GregorioòC altri dottori duna medefi/
ma materia più uolteòC 1 più libri ÒC in
più luoghi pdicorono ÒCfcripfono co/
me fimoftra maximamente nel dialo/
gho di fcó Gregorio nel qle molte co/
le ÒC exépli pone liquali haueua impri
ma ÒC dedi ÒC fcripti inaltri luoghiòC li
bri- Ma contro aquefto fanno moiri fu
perbi ÒC uani predicatori iquali g mo/
ftrarCi molto fottìi i ÒC gradi faui fiuer
gognerebbono diripctere una loro pre
dica quàtunqj utili ÒC go fiftudiano di
dire cofe nuoueòC fingulari quàtunque
nó fieno utiliòC maximaméte fifdegna
no dipdicare exépliòC miracoli de (adi
dicendo che fono cofe dafaciulliòCdafe
mine no penfando che amutare ecuori
de peccatori qfte cofe fono più utili an
• zi etiàdio molti g moftrare che pur da
loro habbinoòC truouino lafciétia ÒC le
fottiglieze no uogliono allegare inomi
de fei lecui fententie predicano ÒCetià/
dio molti fifdegnerebbono dire ql che
hauertino udito dire aunaltro o pdica
re-Eti quefto peccono non folamente
idicitori ma etiàdio gliauditori IciocS
come già difopra e de&o uogliono udì
re cofe nuoue 4C dile&euole più c5 uti
If -Ec go come dice yfaia diciano apre/
dicatori loquimini nobis placéria cioè
parlateci anoftro piacere- Cótro a qfti
tali dice fcó Auguftinoremiferi huo/
miniiqìihàno auile lecofeurilileqlc
giudicano ÒCgodono dudire nouitade:
parmi che fieno fimili aqlli che pur uo
leflino màgiareòCmai no fatiarfi -Cioè
uuol dire che come fine del magiare ÒC
fatiffare allapetitoòC cacciare latame ÒC
pndere cibo più allui utileòC necefTario
cofi gche lado&rina e cibo dellaia del
huomoqlla che glie più utile acrefeee
igratia cerchareòC ftudiare dudire - Co
me adunq$ peccato ÒCgra pazia alafciar
ecibi utili ÒCfani ÒCpndere ecótrarii per
che più dilettano cofi ÒC molto più e/
uolere pure dire ÒC udire dottrine curi
ofe lafdando lutili quantunque amare
ÒC afpere cipaino perche cidàno ÒC me/
dono paura- Hora affai potremo dire
per moftrare lediuerfe itentione ÒCftol
titie de dottori : g abreuiarle conchiit
dendo quefto capitolo dico cB fantto
Bernardo le diferiue in quattro ÒC dice
cofi • Sono alcuni che ftudiano per fa
pere ÒC aquefto ftudio e/curiofita • Al
cuni per effere faputi cioè nominati ÒC
laudati ÒC a quefto none/altro fenon
uanita • Alcuni per guadagnare ÒC que
fto non e^ altro fe nó cupidità- Alcuni
g ogare ÒC g fare ogare ÒC qfto e canta-
Aqfto aduq$ come dice fcó Auguftino
debba itéder loftudio ÒCladottrina ciò
e edificare carità didio ÒC del pximo fi
che chi nó guata aqfto fine ne bene Ite
de ne bene ifegnarepuo lafcà fcriptura
ÒC qfto trae delle parole di fan Paulo il
qle dice ogni dottrina da dio e fpirata
cidebba eiTere utile cofégnareSC riphen
j. k der ÒCordinare lamica delhuomo« Ét go
anche diceua«unicuiq$ dar manifefta/
rio fpirtus ad militate SC e Et go ancf>
•jwW* diccua che più tofto uoleua dire cique
fci e parole co intendimento che dieci mila
,c «'« 3*J£* che no fintendeifrno- Sopra laquale pa
^uìàuÀ rola dice un feo che inforna SC pricipal
méte cinqjparole cioè dque cofeSC ma
rene debba direSC toccare ìlpredicatore
cioè qllo che e dacredere come fono gli
articoli della fede SC qlche e/da obfer/
uare come fono icomadamenti equali
cilodono leuirtu ScbiafimanoSCuitano
iuitii-Queiio che e dafperare come fo
Aitila n0 2 P mi1 degiuftirqllo che e datemere
JjUtc. / come fono ecorméci depeccatoriSCqllo
V ^ che e dafeguitare come e loexemplo di
xpo SC de fci-Et fuor diquefte cinq$ co
1 / , fe cioè che ilpdicatore dice: dice male
jf^.^iC efee fuori dello ftato fuo - Senecha
L etiàdio SC feo Gregorio aiti migliano il
pdicatore almedico poche come lime/
dico debbe Itendere principalméte afa
nare lainfermira delcorpo g qualiique
miglior modoSC rimedio che può o co
unguca o co ferro SC icio debbe obfer/
uare certo tépo SC modo«Cofi ilpdica/
tore g qualùque parole meglio può o
afpre o dolci debba attendere dicurare
leìfirmita dcllanimo SCacoferuare lafa
nita dellanime fpuale- Aitai altre mol
te cofe dire Gpotrebbono fopra quefta
materia maximamére come ilpredica/
tore debbe predicare breue SC chiaro SC
utile ma g no elTere troppo prolixo ba
Ìli g hora qllo che e decito ne pcedenti
capitoli nequali mipare che 1 foma fia
moftratochealpdicatorc {inchiede fi
«fh'tadiuica maximamfee humilitaSC
pouerta SC fufTiciente feienria SC fince/
ra SC grande diferetione inpéfare SC di
feernere tempo luogho SC modo SC pa
role perle quali meglio polTa fare fui/
do negli auditoriSCche debbe predica
re con femore SC adi SC modi conueni
enti alla materia della quale lui parla:
SC alli auditori agliquah parla come di
tu<£te quefte cofe cidettono exemplo
chrifto SC ìlbaptifta SC fando Paulo SC
glialtri apoftoli SCpropheti SC fàéri do
dori SC predicatori :liquali per direlax
uentanonficurorono dimorte ne di/
tormenti •
Del frutto di correggere SC riprehc
dere epeccati SC imprima come e/com
mendabile ÒC de fuoi impediméu: Ca
pitolo • xxix«
HOra feguita diuederc del fru>
Ho che fipuo fare con lingua
in reprehendere SC correggere 1 peccato
ri . Che pogniamo che difopra fia da
do che elprcdicatore debba riprehen/
dere iuitii SC euitiofi : nientedimeno io
uoglio qui parlare più Gngularmentc
della fraterna correptione allaquale tu
d:i tenuti fono maximamente eprelar
ti SC padri carnali SC fpirituali-Hor di
co aduque che a quefta opera iu prima
riduce lafca fcriptura laquale ipiu luo
ghi qfto cicoGgha comàda ÒC richiede
ma delle molte cofeSCfcripcure diciano
diqfte poche SClapna e qlla parola già
qle difle xpo a fan Piero eoe fcriue feo
matheo cioè fc pecca Ite cioè te fapédo
ilfratel tuo ua SC corregil date SC lui ife
cieco CQÙ fa paulo ci amoifce fcriuédo
Ku
Eh J^CtlMMi*
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
Or
aquelli digalaria 5C dice- Se trouare al/
cuno poccupaco in alcuno dit etto uoi
che iiace Ipirituali corregetelo-Et aqlli
di Telalonica dice:correggece glinqui
eri:£Cloecclefiaitico dice-òehai figluo
li cioè carnali o fpirituali amaci ti agli
ÒC riphédigli méere elle fono fanciulli
SC corregi ìifigluolo piccholo fi cB poi
crelcédo no induri òC non cicreda lidie
tu non lia cagione della lua mala uica«
Ec aqili de Glielo dice fcó Paulo- lSu/
tricate ìuoltri figluoli in Ica diiciplina
ÒC correpcione aidjo-Lafecóda cola cB
accio ridice fono hexépli. Et ìlprir.ci/
pale c/qllo di xpon^uaie per zelo del
lo honore didio cruccio atlcempio gli
auari uendicoriòC cóperatoriÓC guco
acerra lemenle ÒC ìbanchi della loro pe
cunia dicédo:ieuare cogliete ogni cola
c.uinciòC non face lacala del padre mio
cala dimercacàcia Et unalcra uolca laca
fa mia e cioè elit re dt bbe cala dorano
ne ÒC uoi ihauece fatta lpiloncha di la
droni-Ec cofi quali g cutti ìuàgeli leg/
giamo che egli afpniGmaméce riphen
deua ÒC minacciaua f pelle uolce iphari
fei 5C eciàdio gliapoltoii de lor diletti-
Cofi leggiamo nel Exodo che Moyfe
duramete riprefe Aron ÒCgliaitri iudei
della ydolatria icioche haueano fatto
un uicello doro ÒC adoratolo g idio« Ec
no lolaméte gliripfe ma etiàdio co cer
ta gente più zelante del honore di dio
molti nuccife . Ec cofi potremo porre
exépli dalcn molti ìquali g ze.o didio
no folaméte ripfono ma eciàdio ucci/
fono certi tranfgrelTon del popolo di*
dio leftorie dequaii qui mitacio: gche
noie potrei dire breueméte-Laterza co
fa che accio cinduce eylutilica cB fegui
ta della fcà ÒC difereta correpcione . Ec
dice che lafatta correpcione la cornare
lhuomo al£enno«EcqÌio fimoftraper
qlla parola de puerbn cioè lauerga ÒC
lacorrepcione dona iapiencia-Ec go an
che dice melgio e lamaifefta concpcio
ne che lamore nafcolo«Ec àche dice mi
ghori fono lefèrice cioè leparole nphe
fiue dichi ama che fraudoléti baci cioè
elufinghi del nimicoEc anche dice chi
corregge lhuomo hara più cofto lafua
gracia le glie fauio cB qllo che longan
na g lufinghotòCleccleliaftico dice me
glio e ellef còrepto dal fauio che eiferc
igànato g lufinghi dagli liolti - Onde
aqlta opera uolédoci icicare fcó Augii
(lino dice cofi - Non ogni huomo che
gdona e amicome ogni huomo cB cor
regge e/ nimico • Onde meglio e ✓ mo
ftrado feuerica amàdo che inoltrare £e
uerica igànàdo-Come più ucilméce fo
trae lhuomo ilpane allaffamaco £eegli
geffer ficuro dhauef c5 màgiare lafua
laiufhcia cB no glileda fe go ne debbe
diuécare peggi ore- Ec cofi chi lega ìlfrc
nacicoòCchi fueglia loifermo che ha io
no di morce quàcunq$ glimoleftì: pur
moftracB ghami. h or cofi uuoldire
che pogniamo che riphédendo glinfèr
mi fpirituali:aql puntto difpiacciono
loro no dobbiamo go lafciare diriphé
dergliòCdipugergli pur che incèdiamo
dinducergli afanita fpiiale Ec go pone
exéplo delfignor òCcreacor ÒCdice-Hor
chi può più amar che colui che afe- Et
niécedimeno fpeiTo cicorregge ÒC nphe
deòCminaccia:onde go dice nelapocali
pù -Io colui che amo corrggoòCcaftigo
Ner-
eo
■m
tifi**
fa
Laquarra cofa cf> cidebba Tritate aeor/
reggere SCriprchendere ilproximo fie/
ìlgram male che efee 6C procede g non
correggere come cifimoftra per moki
decli & exempli della fcriptura fancla
& anche per lacontinua experientia-
Onde filege nelprimo libi o de Re che
idio difle che giudicherebbe dursmen
te Hely facerdote 5C cofi fece perche fa
peua che efua figluoli che erano facer
doti fiportauano male iniquamente SC
non giicorrerte afpramence ceire doue
ua • Onde poi egli ÒC efigliuoli perg tu
(lo giudicio di Dio morirono di mala
morte- Narrafi anche nelterzo libio de
Re che Adonia figliuolo di Dauid fi
leuo per fuperbia contro alpadre 5C co
tre arrateili SCuclcua ufui pare lafigno
ria 5C Dauid loriprtfe • Onde idio nel
giudicio che non gli uenne fafto dire/
gnarc- Ma regno poi Salamene òefece
lo uccidere poi per laprcdeAa chagio/
re - Siche fe ìlpadre lhaueffi imprima
corre pto òC riprefo 6C impedito diquel
la pielLmptione non farebbe ftato uc
cifo ■ Hor cefi narra fando Gregorio
dun fanciullo dicinque ar ni che prefe
in ufo di befìemmiare idio g ogni pie
cola cagione. Et perche ilpadre non lo
ripreferperche troppo teneramente lo
amaua • Hauendolo egli un giorno in
collo perche era languido uedendo uc
nireidemoni per fe fififtrinfe alcollo
del padre SC diffe aiutami padre aiuta/
mi che efaracini neri miuoglicno pi/
gliare- Et in quefto beftemmio idio 6C
adiroffi 6C ledemonia neportorono la
nima allo inferno • Hor per cfìo uuol
dire fcó Gregorio che g lacolpa de pa
dri J( de rectori che no correggono ilo
ro figluoli 2C fubditi & cómefli: molti
ne gdono lanima&Cilcorpo-Et aquefto
itcndiméto dice lo ecclcliaftico del pa
dre impio filamentoso ìfigliuoli pero
che g lui fono i tormento- Et a qlto fa
molto uno exemplo che fi leggie cioè
duno giouanc che per che ìlpadre non
lo riprefe quàdo era fanciullo auezotfi
afurare òc malfareronde poi comprefo
in furto fu giudicato alle forche-Et me
nandolo lafamiglia alla giufìina qllo
domando che uoleua uedere ìlpadre :
& ucnédo ìlpadre pregollo che gli def
fi lafua benedizione 5C chel baciaffe ì
bocca SC gdonatfegli*Ec acofìandofi il
padre per cofi fare quello gli afferro lo
rechio codenti fiC no lolafcio l fino che
ghelhebbe ftrappato ■ Et domandato
poi gche hauefle cofi fatto : rifpofe g
che per lui fo quefta morte che fe egli
mhaue(Ti corepto quàdo ero fanciullo
no farei hora ipiccato- Hor cofi pctre
mo dire molti altri exempli - Ma qfto
fiuede tanto tucìo di g experiétia che
aitai e/chiaro fiche g certo lanegligcn
tia del correggere: molti nefa perire fi
cl:e g certo e uero qllo che e/ decìo ne
^uerbii che dice- Chi no corregge odi
a ilfigluolo fuo ma quello che lama fi
lamaeftra 6C riprehende-Et anche dice
ilfadullo ilquale e lafciato fecondo la
fua uolonta confonde ftC uitupeta la/
fua madre 6C lofuo padre- Etpcedeque
fta negligétia diriphédere ftC dicorregc
re gdiuerfecagioni.che alcuna uolta p
cede g una idifcreta SC ftolta humilita
laquale come dice feo Auguflino no
ficonuiene a prelato ne are&ore-Et pe
Km
A fun^t^
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
ro dice nella regola parlando aprelarf.
Quàdo lanecelTica della difciplina no
richiede :6C cóftrignc didire parole du
re 5C afpre eciamdio fe uipare dhauere
palTato ìlmodo non ficonuiene perho
che nedomandiace perdono a fubditi:
fiche perla troppa humilica non fiper
da laudonta dello officio- Ec pero fan
dìo Paulo amonifce Timocheo òcdice
parla riprehendi co ogni imperio cioè
arditamente St athimoteo dice- Argue
obfecra increpa ÒC ce«Lafeconda cola/
che impcdifce lariprehenùone fie pau
ra difcandalizare altrui» Ma qfta pau/
ra e/ftolta SC ingiufta perho che come
dicono gli fandi-Lauerita della dodri
na ÒCdella ìuftina non fidebbe lafciare
per nullo fcandolo: fiche come dice fa
do Auguftino meglio e/che fifcanda
lezi 6C turbi chi uuoie che lauenta fila
fa- Di quefto cida exemplo Chrifto/
ilquale udendo dire agliapoftoli che i
pharifei fifcandalezauano dicerte fue
parole no iene curo : ma difle lafciate
gli fcandalezare eglifono ciechi 6C gui
da de ciechi • Ogni pianta laqualenon
pianta ìlpadre mio ria heradicata-On/
de cócioiia cofa che quafi neiTuno uo
glia ertere riprefo anzi fenefcandalezi
chi per qfto tacerti SC no riprehendeffe
no farebbe feno concedere ÒC pmetter
cmali< Siche etiàdio quegli che ftudia
no deffere buoni diuenterebbono rei :
uedendoche del male neffuno furte ri
prefo ne punito«Et perho per rifpedo
del ben comune non dobbiamo cura/
re dello fcandolo particulare delloftol
to che no uuole eiTer correpto - Auen/
glia che etiàdio perlo peccatore mede/
fimo fa deffere riprefo 5C punito fi che
almeno g paura figuardi SC no difeor/
ra amali SC caggia poi alla fentenria dì
dio- Onde perho dice Salamone che a
lhuomo che co dura ceruice difpregia \ ó ta-
cili lo correggie:foprauerra morte re/
pentina 5C farà mala fine- Et altre mol
te parole fitruouano SC pongano perla
fanda fcriptura per lequali crudelilfi^
me fententie minaccia idio dimàdare:
0 truouaG che mando a quegli liquali
hanno in odio lecorreptioni 6C icorre/
ptori-Et pero come dice fando Grego
rio efaui SC egiufti huomini riputano
agràde gratia deflfer correpti ÒC riprefi i
quella uita deloro difetti ficfi idio poi
non gli habbia acorregiere nellaltra ui
ta«Et perho diceua- Io per me folo co/
lui uoglio SC reputo per amico ilquale
inanzi algiudicio imiei difedi megli/
ha purgati SC correpti- Bene e/uero cB
1 quefto cafo cioè dello fcadolo debbe
lhuomo edere molto cauto SC difereto
cioè che quando ìldifedo e/piccolo SC
quel chel comifTe e^altudo mal difpo
fto fiche e/peggio ilgrandc fcandolo/
che feguita delcorreggiere eh no e ilbe
ne delriprehendere e/meglio che alte/
po lhuomo tacia - Onde folo iddio in
quefto fado può efler buono maeftro
tante fono lecircunftantie che fono da
penfare nella correptione fiche I fom/
ma come dice feo Auguftino o tacédo
o riprehendendo lhuomo debba iten/
dere alla correptione del peccatore no
alla cófuGoneo /almeno guatare albe
comune de glialtri come dedo e-Sicf>
quello comàdaméto di xpo p loquale
dice che lhuomo debba correggere il/
3,
T '
fa*
m
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
nt
proxtmo in fecreto innanzi che lacufi
fidebbe inrendere molto difcretaméte
pero che non apartiene a ogni huomo
rjprehendtre ogni altrui difetto ÒC an/
che e meglio alcunauolta accufarlo cF>
amunirlo aparte cioè quàdo ficrede cB
quello che ha fallico non per uerita fi/
rimanerti del male: pogniamo che ciò
promefteffi per paura deiTere accufato
Onde come detto e folo idio può infe
gmare acorreggere difcretaméte òcfcm
pre alla chanca comune fidebba guar/
dare» Ma di quelle chofe che abene cor
reggere firichiegono diréne alcune nel
fcquétecapiculo- Laterza cofa che im/
pedifce la correptione fie timore mon
ciano ÒC humano/Cice diperdere ebeni
& gh honori delmondo O/lauita- Ccn
troalqualeaiTai e/detto difopramon
fìrando che ìlpredicatore no debba te
r ere eciamdio lamorte per dire laueri
ta:come monftramo che fece xpo 5C il
batifta ÒC Helya del quale fidice nello
ccclefiaftico elle mai no temette prin/
cipe ne tyranno-Onde diluì leggiamo
nel quarto libro de Re che arditamen
te nprefe Achab Re pcftimo di Ifrael
loquale glidiceua che egli conturbaua
ilpopolo ÒC ditfegli. Non fono io quel
lo che conturbo ripopolo :anzi loccn/
turbi tu òC ilpadre tuo . Hor cofi potre
mo porre exemplo di molti altri prò/
pheti òC fantti equali per riprehendere
etyràni ÒC prelati rei: furono crudelmé
te uccifi p diuerfe mortiXaquarta co/
**tetu fa che ipedifce la correptione :fie una
létezza ÒC tepidita di mente» Come ad
uenne a Hely facerdote del quale difo
pra dicemo che idio loriprouoper che
\ evi
non corrette afpramente ifigluoli ini/
qui «Hor cofi aduiene oggi amolti pa/
dn ÒC rettori carnali òcfpirituali.Onde
idio gligiudicha fpeiTe nolte in quefta
uita òC nellaltra « Ma quefta lenteza ÒC
tepidica comunemente uiene daldifor *
dinato amore che quefti tali pongono
ne figliuoli ÒC in quegli che hàno acor
reggiere< Et perho gli fanno diuentare
triftì fecondo quello prouerbio che di
ce che lamadre piatola fa elfigluolo ri
gnofO'Laquinta ÒC lafefta cofa che im
pedifconolacorreptionetfifonotrop : M/cuKr^- : \
pa crudeltà òCtroppa indifcretione ma
di quefta diremo nel fequente capito/
lo- Lafeptima e /ira ÒCodio perche que < t C t &
fti tali nprehendono afurore ÒC co im
properii : fiche guaftono non raconcia
no • Onde perho dice ne prouerbi » In
bocca dello ftolto e/uerga di fuperbia
Et anche lofpirito che leggiermente fi
cruccia chi può foftenerc- Diquefta ta
le correptione maliuola dice lecclefia/
ftico e/una correptione médace i boc
ca delcontumeliofo-Onde perho e/de
dio mendace :perche fotto protefto di
correggere figuafta òC uitupera altrui
Et generalmente iltroppo amore di fe
proprio maximamente dinon perdere
lefignorie ÒC gliufficii impedifce mol/
ti che non fardifeono diriprehendere
quegli equali glipofono nellufficio ÒC
che togliere glie! poiTono-
([ Del modo ÒC delordine che firichic
de aben fare lacorreptione ÒC in prima
della charita ÒC della compaflìone che
f ir k hiede- Capitolo-xxx»
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
a;
HOra feguica diuedere delmodo ct>
dobbiamo cenere in correggerei
diqlle cofe che accio {inchieggono -Et
dico che imprima alcorreggere debba
^cedere da a more fandìo ÒC fpintuale
iiche quelli liquali più teneramente a
mano più debbono correggere fegui/
tando xpo ilquale dice nel apocalypfi
Io quegli che amo correggo ÒC galtigo
Per laqual parola anche ficonchiude :
che e mal fegno che lhuomo in quella
uita no fia da dio correpcone flagella/
to: peroche come dice lcó Augultino
nulla cofa e/piu felice che lafehcita de
peccatori g laquale crefce lacolpa 5C ri
ierbafi amaggior pena- Et pero aqfto 1
rendimento cófortando fan Paulo cer
ti tribolati dice-Se fiate fuori della di/
fciplina defiagellididio fegno ecf) elli
no ua gfua legiptimi figluoli òcheredi
Et pero come dice fcó Auguftino non
dobbiamo temere defler flagellati :ma
delTer defiderati pero che cine excepto
delnumero deflagelli e/excepto delnu
mero defigliuoli • Hora fopracio affai
potremo dire a monftrare che idio per
charita lifuoi eletti corregie &C gaftiga
ogni figliuolo loquale riceue. Ma non
apartienc ppriaméte aqfta noftra ma/
rena fenó in quefto putto che dico cB
noi percarita nó g odio dobbiamo ino
ftri proximi correggere riprehédere SC
aculaie fecódo che alla loicfalute fpi
rituale fa bifogno o almeno g rifpetto
delben comune«Q uefto cimoftra idio
per yfaia quàdo dice:Egredietur uirga
de radice yelTe-Onde yelTe e iterptrato
incendio. Vuole adùque dire che da ra
dice damore acefo difuoco dicaritadc
ba ^cedere Iauerga della correptione:
Et quefto e contro amolti liquali con/
icendio dodio&CdiraSC no damore cor
reggono: fiche non riphendono fenon
qgli liquali hàno in odio-Onde feguiV
ta che quelli cofi correpti&Cripfi nó ne
megliorono àzi nepegiorono Scftudia
no difar uédetta nó dimigliorar uitar
Diqfto amunifce anche fan paulo que
gli diteiTolinicaSC dice per un peccator
che haueuono acorreggere. Nó fiate 6C
nó uimoftrate amari cótrallui ma cor
regetelo eòe fratello • Et generalmente
quello che ha acorregere glialtrui difè
tti debba elTer fcó SC gfetto come dice
fcó Paulo del uefeouo acuì fapartiene
dicorreggere che finchiede che fia in/
rephenfibile- Onde 6C go dice fcó Gre
gorio « Mondo 1 fe dauitii elTer debba
qllo ilquale uuol correggere glialtrui:
PerocE) lochio lordo laltrui machia he
non uederòC lamano lorda laltrui mac j\< H
chia ben nó netta- Hor diquefto aflai
dir fipotrebbe ma badi quello che ne
detto difopra moftrando cheilpredi/
catore ilquale debba riprendere linai
debba e (Ter difàtta uita-Hcrcofi dico
che molto più qfto ficouicne a chi ha
ariphédereSCapunire fecondo ql detto
della fcriptura:Diligite iuftitiam qui
ludica tis terra- C he guerita grande tn#
conueniétia e/che qgli chelono rei 8C
pef&mi pfumono dipunircàC diriphen
dere ipeccati altrui-Onde pero leggiào
che uedédo unphilofopho menare ain
pichare un ladro dacerti peflimi uficia Cr< fi *
li fofpiro &C difle- Oime cf> emaggiori
ladri menon ilminorealpichare- Aque
fto fa anche molto loexcmplo ilquale
m
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
; ;
pone feo Auguftino nellibro' della ci/
pea didio SCdice che alexàdro iperado
re fe pigliare un ladrone dimare cB ha
ueua nome dionide- Alquale elfédogli
menato inanzi icomincio adire moka
uillania SC dilTegl i- Hor gche peilimo
ladrone citempefti limare- Allhora co
lui arditaméte rifpofe allui SC diffe per
quello che tu tempefti tudlo ilmondo
cioè per più hauere- Ma perche tu fai
quefto co gran namlioSCexercito fe de
do imperadorerma io perche rubo SC
furo co un piccholo legno fono dedo
ladro-Siche fe tu fufTì prefo folo con/
uno farefli giudicato ladro :SC fe io fuf
fi ubidito digràde exercito come tu fa
reideéto iperadore- Siche fe io fono la
dro tu fe uie maggiore SCpeggiore:per
che rubi SC imboli più ingroilo che no
fo ioSC leleggi lequali io fuggo tu per/
fegui ti- Dallaltro lato me excufa Jafor
tuna che io ho incontro SC te accufa la
fortuna che tiride che tu fe riccho&Cpo
téce SC io pouero SC mendico-Siche me
iduce afurare latroppa pouerra SC te la
fuperbia SC laifatiaoile auaritia che fe
lafortuna miGriuoltaffi SC non mifuffi
cofi crudele :io mitéperrei difurar- Ma
tu quàto lafortuna tifa meglio pcggior
diuéti-Lecui parele elgrande ardire co
fiderando Alexandro SC fétendofi per
uerira riprehendere SC con uincere che
egli era maggiore ladrone diluì : tem/
perofTi SC recollì leparole infollazo SC
diflegli-Inuerita che io prouerro fe la/
miglior fortuna rifa diuentare miglior
fiche hoggimai non fipolla imputare
afortuna fe fallaffi ma fi alla ppria ma
li ria Et allhora lofece fcriuerc aif uo fol
do SC fecelo difua famigli a -Sic he qllo
hauendo lefpefe larghe non andò più
furando-Hor qui aliai potremo paria/
re contro alli fuperbi SCcrudeli piati SC
redori iquali diquel bene che coman/
dano nulla nefanno SC elmale che me/
tano cómeftono hberamente- Siche fi
uerifica quel defto di Natino philofo
pho elquale diffe che leleggie detyrà/
ni fono fimili alla tela deiragnatclocB
fe uichade una mofcha rimane prefa:
ma uno uccello groffo lafiaccha tufta
SC non e/prefo-Hor cofi uuol dire che
epiccholi peccatori fono puniti dogni
tranfgreffione:ma egrofli rompono SC
guaftono tufta laleggJcSCnó e chi glie
ne riphenda anzi che peggio e fono lo
dati del male fecondo quel dedro del/
pfalmifta- Laudatur peccator i defidc
rii* anime fue SC iniquus benedici tur:
Ma come dice fan Paulo no fugiràno
qucfti corali dalgiufto giudico didio
loquale come dice laicriptura de prela
ti farà duriamo iudicio-Etpero anche
dice rlipotéti riccueràno più potéri tor
menti-Et pero quefti cocali iniqui giù
dici SCpunitori lafciando algiufto giù/
dicio didio SC tornado a parlare diquel
lo che incominciamo conchiudo che
la correptionc fidebbe fare cocarita cB
chi e pofto iniftato dicorreggere SC da
nphendere debba elTer tale che no glifi
polla rimproucrare chegli faccia pegio
Come trouiamo che dille xpo a phari
fei liquali riphédeuano gliapoftoli cf>
non filauauano lemani fpello fecódo
lordinationi SC lufanze loro-Onde dif/
fe loro : Hor uoi perche trapaliate eco
mandameti didio perle uoftre traditio
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
ni cioè uuol dire « Se pure fufli dife&o
di no lauarfi iemani come ttoi due pur
molto peggio e^ trapalare icomàdamé
ti didio - Q^uafi dica no apartiene adu
che a uoi che fiate maggiori peccatori
nprehendere iminori- Anche lacorre/
pcionc fidebbe fare con cópalTione go
che come dice fcó Gregono:laucra m
ftitu e/con cópallioncSC lafalfa có in*
degnacione SC anche dice-Non può ri/
leture chi giace piìrato feegli no fipie
glia ÒC ichina g cópa. iioncbt fcó Au/
gufano dice dua nomi fono huomoSC
peccatore corregiioSC nprehédiEt cofi
amunifce fcó Paulo qllidi Galatia 5C
dice- Se trouate alcuno preoccupato in
alcuno deliclo uoi che fiate fpiriruali
corretetelo có dolceza:òC cófideri eia/
lchuno lemedetimo che può elTere té/
ptaco Et anche dice- Chi ita guardi che
nó caggi-Exéplo diqfta pietà pone fcó
ber nardo diì icó padre ìlqle udendo di
re che uno romito era tornato alfecolo
Lominao apii ò ere ÒC difie-Egli hoggi
SC io domani : quali dica fe 1010 nó mi
tiene cofi cadrei io come e caduto egli-
Lt godue ìlplalmifta : Corripiet me
iuftus i mifencordia SC krepabit me:
oleum aiìt peccatoris nó inpiguet ca/
pud meù-Cioe uuol dire che egli ama
ua chi loriprehédelTi có dolceza SCnon
uoleua eflere lufingaco ne uinto dallo
adulatore- Et go anche dice- Suguenit
nunfuetudoxcornpiemur - Et quefto
e peroche come dice Seneca g natura e
cótumace lanimo dellhuomo SC difpo
(io alcontrario diqllo che glie coman/
dato dche più tofto fipiegha g amore
die per forza .Et go leggiamo che (an
Piero SC fati Paulo neloro amonimén
SC riprehcdiméti ufauano qfto uocabo
lorobfecro SC nó precipio cioè có dola
lufinghi non con minacci Iduceuono
efubditi a bene- Siche p rudle qftepa/
roleuoglio dire che dobbiamo epecca
tori correggiere có dolceza SC non con
pacione fappiendo che come dice fan
Gregorio nó fu mai buono chi non fa
comportare lino :SC che come dice fan
Piero ìdio fa ÒC uuole glihuomini pia
tofi liberare da ogni téptatione SC cofi / f
g cótrario glihuomini crudeliSC fpiata
ti idio lafcia cadere laidaméte fi che fi
rieonofehino. Hor di quefta materia:
cioè come icrudeli idio giudicluSClafci
aitai exépli potremo qui porre ma de/
molti batti dicótarne qui brieueméte.
Vno ilqle pone Cafliano negli iflituti
de fei padri -Hora dice che un giouanc ^
laidamente réptato andò auno molto
anticho romito gclie ilcófolalfi SC con
figliaiTe- Ma quello come inexperto SC
ftolto fi lofgomcto SC fiaceho dk< ndo
che nó era degno di quello habito poi
cf> fi laide tépeanoni filafciaua uenne
Onde quello come dlfgato g le fue pa
role fimoffe SC tornaua alfecolo g pec/
care SC fornire cócupifcentia-Ma come
piacque adio andàdo lui uerfo lacipta
SC fuggendo dei diferto fcontrofli con
labate Apollo ìlquale era molto difere
tiilimo-llquale uedédolocome ifmar/
rito fugire figli fiparo kótro come ma
dre piatofa SC lueifrgandodallui laca/
gione dello fuopartimcto : cófortollo
molto SC preghollo die g fuo amore ri
maneilì alquanti di nel diferto *Et con
fcntédogli ql giouanc ; iabate Apollo
Hot*
andò I Geme con lui uerfo lacella di ql
folitario ìlquale lhaucua fgométato ÒC
ftando difuori pregho idio molro fer/
uenteméte che coglierti iatentatione a
quel giouane ÒC deiTila aql uechio- La/
cui preghiera idio piatofo exaudendo
per mille che ildiauolo téptatfì quel ro
mito uechio ÒC infegnoòC g certeza del
la téptatione uidde labace Apollo uno
faracino nerirtìmo cioè ìldemonio i ql
la fpetie i fui redo della cella ÒCpareua
gli che gircarti dentro certi lanciotti ìfo
cati-Ec intendendo g quefto fegno che
qllo romito era temptato ftaua ÒC afpe
ftaua ìlfine-Et ecco fubitaméce che ài
romito no potendo foftenere latépta/
tione ufci della cella ÒC tornaua altcco/
lo g peccare- Alquale paràdofi icontro
labate Apollo lomotteggio ÒCditfe- Do
Ueuai uechio doueuai uechio allhora
quello uedédofi cóprefo ÒCcófTelTando
lafua mala intécione Libate Apollo lo
prouerbio cortefe méte ÒCditfegli-Hor
ua ritorna alla tua cella ÒCio pregherro
idio che ticogha qfta téptatione- Ma fa
pi che ilgiufto idio telapermeffa gche
fgomentaftì ÒCfpauétaftì quefto gioua
ne che uéne a te g configlio:ondericO'
gnofci latua fragilità ÒC fappia hauere
cópartione agiouani téptati-Et cofi pre
ghando g ciafchuno gliaiuto ÒC fece g
feuarargii neldiferto-Hora per quefto
fiC altri che fitruouono uoglio conchi u
dere che egiuftì ÒC gfe&i huomini deb
bono con dolceza foportare edifeéh ÒC
letéptatione de proximi ÒC non exafpe
rargli ÒCdifperargli come cicófiglia lco
Paulo dicendo ad Corinthios dobbia
mo noi più fermi ÒCperfe&i foportare
lainfirmita degli I fermi fpirituali ÒCno
piacere a noi come cinfcgna xpo clqua
le no folamcnte foporto g cópailione
ma porto per paffione ipeccati noftri i
fulla croce- Voglio adunche dire che il
zelo della iuftitia fidebbe tépcrare con
mifericordia come cimoftra xpo incio
che poi che hebbe detto- Beati qui efu
nunt ÒCfmunt ìuftitiam cioè g fcó ze*
lo fugiugne beati mifericordes ÒC c-So
pra laqual parola dice una chiofa « Lu
me delia ìuititia e mifericordia ÒC zelo
di ìuftitia fanza mifericordia e/furorc
ftolto òC come ciecho faettatoce ìlqua/
le credédo ferire ÒC uccidere una beftia
uccide lhuomo • Hor coft molti uolen
do o credendo ferire ÒC correggere ìlui
tio dellhuomotuccidono lamma del/-
peccatore con la faetta della lingua np
henfiua ÒCmordente- Anche che lacor
reptione fidebba fire con compadrone
moftra idio quando dice g yfaia uolé/
do percuotere ìlpopolo degiudei g cer
ti peccati- Hcu contolabor de hoftibus
meis ÒCmdicabor ÒC c- Ecco che có afte
éto dipiatofo padre ÒCpiange ÒCgcuote
ÒC coli leggiamo che xpo piante fopra
lacipta di yerufalé laquale doueua giù
dicare già tua fcognofcéza fiche g que
fto uuole cóchiudere che laiuftitia no
fidebba lafciare ma dcbbefi fare con co
pa (Tione ÒCpietade-Et go dice fco Gre/
gono che xpo lafcio cofi laidaméte ca
dere ilprincipe degli apoftoli Piero g
che egli fapeffi hauere mifencordia de
peccatori fopra equali lofece principe
ÒC rettore- Et go anche dice cf> ladeftna
ftione del fcó zelo debbe ardere nello
oleo della mifericordia • Et per certo
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
diterminano efci che chi no fa riceue/
re lacorrepcione no lafcia fare • Ec pofi
conuerrebbe amolci prelati del tépo di
hoggi che fulTmo deporti ÒC humiliati
come filegge dicerti monachi che ha/
uendo uno prelaro idifcreco ÒC crudele
lodifpofono ÒC fecionlo pcerto tempo
ftarecome fubdito ÒCtrattorólo molto
afpramente ÒC poi redimitogli lufficio
glidilTonO'Hor ecco fe ftato un pocho
alla fcuola della difciplina penfa ÒC co
fiderà come debbi trattare glifubditi
dolcemente fe non anche prouerrai lo
ftato de fubdiri fiche p quello uoglio
dire che eprelati no deobono efiere cru
deli:ma manfueti ÒC humih ÒCtrattare
cfubdi ti come uorrebbono efferetra/
ttati eglino fe fuflfino fotto fignore fe
códo quel detto della fcriptura che di
ceutellige que funt proximi ex te ipfo
& qllo altro di Iob:uifitis fpecié tuam
no peccabis pie quali parole no uuole
dire altro fe nó che penfando lhuomo
fe e inalcrui tratti ghaltri come uorreb
be efTere trattato egli- Di qfta materia
parlando Senecha dice euitiiòCedifetti
della anima fono datrattare come lein
firmica del corpo cioè con più leggieri
medicaméto ÒC rimedio che fare fipuo-
Et feo Ambrofio dice più gioua lami/
te 6C dolce correptione che laturbuléta
accufatione pero che qlla induce auen
gognia ÒCconpunttioneòCquella inde/
gnatione ÒC difperatione-Et po dice cB
lacorreptionefidebbe fare co traquilli
tade non con ira po che come dice ilfa
uio lira ipedifce lanimo che no può ue
dere lauerita-Et po anchedice fcó laco
poche lira del Imomo no adopa iufti
tia Idio cioè che pògniamo che giudi/
chi giufto pur no giudica giuftaméce :
poche gi udica p animo ÒC per uédetta
ma idio come dice lafcriptura giudica
co tranquilhta«Et po chi ha acorregere
ÒC riprehédere debba efTere mafucto ÒC
ifegno dicio gligiudici quando debbo
no dare alcuna fentétia fiuuole laragio
ne che ladieno afedere-Onde leggiano
di Diogene philofopho cheeiTcdo offe
fo dal feruo fuo figlidiiTe-Se non fufle
che fono turbato io farei dite uédetta
fiche come diiTe Valerio : manzi uolfe
lafciare lauédetta quàtunq$ giufta che
farla co ira temédo dino excedere ilmo
Hor cofi dico ficouiene fare cioè tace
re ÒC nó riprehédere ne correggere qua
do lhuomo fifente turbato o quàdo fé
te turbato quello che ha offefo po che
allhora no riceuerebbebene lacorrepri
onerexemplo dicio habbiano 1 quella
Abigayl della quale fidice 1 primo re/
gum che uolendo riprehendere Nabal
fuo marito pche haucua turbatoòCpro
uocato dauid:uedédolo furiofoòCcbro
findugio ifino alla mattina che hauef
fi ifmaltito iluino-Et allhota loriprefè
òC fecelo cognofeéte ÒC poi anche colla
fua humile ÒC difereta locutione ricoci
lio Dauid turbato- Hor qui farebbe af
fai copiofa materia aparlarc del picolo
del ira ÒC del bene della manfuetudine
ma perche neparlai più picnamere nel
libro che io feci della patiétia baftì qui
quel poco che detto ne in brieue p mo
ftrare quello che lacorreptione fideb/
be fare con dolceza òC fanza idegnatio
ne-
([" Anchora come a ben correggere &
°
o
o
e
c
a
e
e
5
c
l
e
c
:i
a
/
i
■
3
richiede grade diferetione SC modeftia
SC zelo ordinato -Capi «xxxi-
HTT in fóma polliamo dire che agiti
^1 ftaméte correggere {inchiede fom
ma diferetione cioè che debba penfare
chi uuolqcorreggere SCriphédere altrui
Iodato SClacoditione fua SCanche di co
lui ilqìe e dariprehédere SCcofi penfare
icio tempo SCluogo SCmodo SCcagione
SCpenfare laquàtitaàCqlita delle parole
che dire glicouiene: fiche uolendo cor
reggere ÒCraccociare no guadi- Et pero
come dedro e folo idio può qfto uficio
bene ìfegniare- Siche ciafcugpche ha a
reggere SC correggere altrui debbecon
Salamone domàdare da dio fapientia
colla qle po(Ta degnamete ÒC giuftamé
te giudicare - Maximaméte e/bifogno
gràde diferetione Iciochealcua uolta fi
còuiene che lacorreptrone fifaccia ì pu
blico SCalcuna ì fecreto fecondo laqìi/
la.delle colpe» Onde qlla parola che dif
le xpo cioè- Si pecca uerit l te frater tu/
uà argue cu inter te SCipfum folii : finte
de delle colpe occulte ma delle publice
ftdebbe fare publica correptione come
dice feo Paulo a Timotheo cioè pecca
ti corà omnibus argue ut cetcri timore
habeant tfiche g ilbene comune non fi
debbe curare ilpaflore della uergogna
duno che per fanare come uegiamo tu
&o elcorpo fafligge & punge alcuno
mébro particulare- Et go dice feo Yfi
dero emanifeft i peccati no fono da pur
g w co occulta correptione anzi fideb
he fare i publico : fiche lacorreptione
delluno fia eméda SC fatiffatione degli
altri-Debbefi ancora confiderare lolla
to della perfona che debbe elTere corre
pta cioè che fe egli e/anticho SC ì flato
di degnita cóuienfegli parlare più dol
cernete fecondo che cicófiglia fcó Pau
lo dicendo a Timotheo- Seniore ne in
crepaueris fed obfecra ut patré-Bene e
uero che fe lacolpa furti molto inorma
puolTegli SCdebbafegli parlare con più
ìfdegno come fece Daniello a quello
rio facerdote SC giudice elqualeuoleua
ingiù ftamen te giudicare Sufanna*On
deghdiiTe Inueteratedierù maloruSCc-
Et cofi xpo ephanfei SC facerdoti gche
erono obftinati ne mali SC erano igàna
tori delle genti fempre riphendeua co
molta aufterira minacciandogli SC ma
ladiccdogli SC iprecando loro più guai
fiche in certi cali ficcnuicne moftrarc
gràde modeftia come cifegna feo Pau
lo dicédo- Seruii dei oportet eiTe patic
rem cu modeftia SC correptione SC c -SC
alcuna uolta ficouicne dimoftrare gra
de zelo SC accenderfi contro cpeccatori
come fece xpo qndo caccio emercatan
ti del tépio che gitto arerrajeméfe SCco
gràde femore caccio cmercatàti fuori •
Onde allora edifcepoli itefono elTef g
lui fcripta qlla paroladel pfalmo:zclua
domus tue comedit me SCacofi acceder
fi contro a fimoniaci SCcacciarli con fu
ror- Induce fcó bernardo papa eugenio
SC dice . Accédafi ilzelo tuo cotro qfta
peftilétia attéde lituo maeftro xpo che
no aparechfa lorechie audir leloro feu
fe ma ilflagello daferire ma lacagione
no tace dicédo che della cafa del padre
fuo haueuano faéla fpilóca di ladroni
Temino SC uergognifi qfti malade&i
del uolto tuo turbato uededofi più dif
poftoarifiutarcSCgittarelapecunia cfS
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
ariauerla SCgeneralmere come richiede
laqualita de delinquati fidebbe fare la
reprehéfione poche ueggiamo cB fono
alcuni difi nobile cuore che meglio SC
più tofto ficorreggono co lieui parole
che co afpcre SC g cótrario fono alcuni
quafi obftinati fiche e bifogno che qfi
tìiuomo gligcuota con pungete parole
come deéto e che fece xpo a pharifei SC
come fcó Scephano dicendo a giudei
Dura ceruice SC in circucifis cordibus
Vos femg fpiritui fcó refiftitis SC c-Et
go dice fcó Auguftino che come emi
gliori fono qgli che correggono g dol
ceza cofi fono molto più ì numero que
gli che fimuouono ÒC mutófi pure con
paura- Et go dice fcó Yfiderotchi con
dolce parole non fi può correggere più
afpramente e/ danphenderlo come fe
códo lacura di medicina ueggiamo cf>
có dolore e bifogno che fi taglino lemé
bra che g altro leggier modo curare no
fipoffono SC cofi come nó fana elcieco
có qllo rimedio che fana elcalcagno 5C
una certa cofa a una ifirmita gioua SC a
una altra nuoce SCcome uno leggieri fi
biliare ecauagli mitiga ÒC dileda SC eca
ni prouoca: cofi una medefima corre/
ptione ha diuerfi effecli fecondo laqli
ta di qgli che gliriceuono - Et go come
dedo e i qfto ado fingularee/daricor
rere a dio gche lui folo può infegnare «
Et quanto e ilzelo g ilquale lhuomo fi
debbe muouere acorregger moftra fcó
Bernardo SC dice: iltuo zelo e/che ifor
mi lauerita SC ifiàmi lacarita fermi cer
ta fcientia re&^a lacófcientia fia feruèV
te SC circulpedo gfeuerante SC inuinci
bile«Ec qfto dille uedédo come dice lo
ajtoflolo » Molti hano zelo di dio ma
nó fecondo fciétia cioè idifcreto-Que
fti fono qgli che uolgarmcte fichiama
no huomini beftiah SCfanza capo cioè
có rabbia di fiera uolendo diuorare no
correggere epeccatori fiche uitugando
gli SC nó amonendogli fimoftrono ni
mici SC quanto e 1 loro euacuàno ilgiu
dicio di dio goche uolendo ogni dife*
do qui punire nulla uogliono riferua
re al futuro giudicio nó confi derando
che come xpo diffe ilpadre ha cómefTo
ogni giudicio a xpo-Nó dico pero che
quegli che fono in fuo luogo nó debbi
no giudicare punire SC correggere dif/
cretamente ma nó finalmente fi come >; ^
fcripto c/ quegli debbono dare luogo ^ h
al timore dello altixTimo fignore-Que
fti pare che habbino luficio del diauo
lo cioè che pureditormétare SCdaflig
gere SC di loro bocca non efee altra co*
fa fe non quella crudele parola de giù
dei cioè : crucifigge crucifiggeSC fimi
le altre parole fiche laloro peiTima lui
gua e/ come coltello in mano duno fu
riofo • Onde etiamdio ephilofophi co
nobbono che lacorreptione fidebbe fa
re con dolceza : onde etiamdio Tullio Pf^x
dice • Dognintorno fono dapuntellare
SC foftenere quegli che fono difpofti a
cadere SC cofi fono danzare fe fono ca
duti SCdafafciare SC medicare fono que
gli che fono feriti SC percoffi SC non da
cófondere SC fare disperare per nuouc
ferite di correptione crudele . Et come
dice beato Dyonifio : eciechi dellani/
ma come quegli del corpo fono dagiu
dicare SC non dafFarne altro fenó kap
pare SC cader* Queftx che hanno cofi
furi ofo 5C acccfo zelo fono ùmili aque
A gii che uogliono rachonciare lepadelle
ueclue accioche j> racchonciare uno j>
tugio pcuotono col martello&Crópono
ludo itorno cofi qftì p corregger uno
piccholo difedo cégono Ù crudele mo
do che fàno cadere i maggiori - Come
adunqs leuafclla materiali no fidebbo
no raccenciare co magli :cofi lamine
che fono uafella fpuali no fidebbono
rachonciare pure co gcolTedi battiture
-gCdi iprogii-Q uefti correptori fono fi
mi li a uno ftolto del qle fidicfc-amodo
di fauola efi uolédo uccidere lamofcha
laqleuedeua in capo duno fuo amico
uolendola gcuotere col coltello uccife
lamico- Hor cofi molti fotto pteft o di
correggere uno piccholo difetto dàno
tali colpi di ligua taglière cS uccidono
lanima di chi comifle ìldifedo- Que^
fti anche fotto protetto di dare medici
na dàno ueleno 5C come gigari paflado
j> laturba molti necoculchano ÒC fàno
tìifertare lanime grauide de fri pponi
meri p lapflfura delle graui reprehéfiO
tìi ^are che I Belzebù pricipe de demo
nii caccino edemonii cioè per cacciare
uno piccholo difedo fanno cadere nel
maggiore accioche exafpando troppo
qgli che hàno fallato glifàno cadere in
odio SCi altri mali afTai fiche peggio e^
lerrore di poi che qllo di prima- Molto
certo debbono attendere emedici fpua
li lexemplo de medici corporali indo
che molto temono efi laloro medicina
g laqle itendono dare fanita no uccida
molto anche e dafare della crudele giù
ftiria di molti che p non allentare uno
|)Ocho iluigore della giuftiria fono dif
podi fare perire tudo-Ma quefìo zelo
fpelTe uolte uiene da uana SC fuperbaSC
paza gloria &C accioche per fariirepu/
taregiufti percuotono igiuftamcnteòC
etiamdioepropinqui fi gliuoli per pie
choli difedi - Come leggiamo di mol
ti antichi romani^C tyramni che p mo
ftrarfi molto terribili SC crudeli uccifo
noetiadio efigliuoli 5C epropinqui pa
renti perpiccholi difedi -Hora aliai
dire fipotrebbe amoftrareche efapien
ti huomini equali riprehendono a mo
do di dodi medici lìpurghono emali
homori equali guaftono ebuoni SC ax
modo de faui 5C buoni ortolani ìfuel^
ghono ellolglio ÒClamala herba che
non guadino labuona fementa-Et per
certo dobbiamo tenere 5C credere che
chi non fa perdonare ÒC diffimulare fe
cretamence non fa ne può punire giù/
ftamente- Ma come dedo e/ folo idio
può qfto bene infegniare ipero che du
ra 5C difficile cofa e tenere elmezzo fri
elzelo accefo ÒClacompafTione fiche co
me lacolpa e/ilzelo indifereto cofi no
minore e laremifffone 6C lanegligentia
onde pero dice fcó Bernardo- ISó cruc
ciarfi di quello che ficonuiene cruccia
re SC non riprehendere t/ colpa 5C cofi
turbarfi più che non ficonuiene e< pec
caro ma pure comuneméte più foffen>
de per remiflìone 6C negligentia che g
zelo • Anzi del zelo di dio non cirefta
quafi méte fiche male cambio gliren/
diamo icioche egli reputa fado a fe \t
igiurie cB riceuiamo noi come moftra
qndodifTea SaulorSaulo Saulopche
mipfeguiti efTendo tu gfiofo i cielo 5C
noi lelue igiurie no curiamo: ondego
lù
Si
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
3ice fco Hieronymo - Hor ceco che ca
bio rendeuano al nro fignore yBu che
muédo alle fua fpefe no deliriamo del
le fue Igiurie: conciofiacofa che cudo
di ueggiamo che uatfalli ÒC fubditi de
tyràni del mondo fimeftono in gdere
lanima ÒC elcorpo g uendicare lemgiu
rie di qfti loro fignori - Etfcó Ambro
fio dice:lenationi degli aduecfarii no/
ftrigfeguitiamocóodio iplacabileòC
a inimici di dio porgiano lamano beni
gna cioè facciano loro honore- Chi e/
adunche uero feruo di dio ÒC figliuolo
ha g nimicho enimici di dio ÒC g ami
cho gliamici come moftra chehaueua
Dauid dicédo • Non ne qui oderunt ce
dne odio oderà ÒCfug inimicos tuos ta
befcebà òCanche iniquos odio habui ÒC
c -Hor g qfto uoglio dire cB qfta negh*
gétia ÒCtepidita e fegno di nulla o poca
carità di dio- Cofi anche polliamo dir
cB e molto dano de fubditi gche no fo
no correpti i qfto giudicio humano fie
no poi più grauemece giudicati nel giù
diciodiuinoondego fco Auguftmo
nella regola piando della correptione
fraterna ÒC come etiàdio li riligiofi deb
bonoaccufarelunolaltrocon a&o di
charitadice-Non uigiudicate maliuoli
ma manifeftate locculta colpa del fra/
te accioche no crcfcha ÒC corropa glial
tri anzi alloro fiate maliuoli ÒC rei fe il
fratello uoftro ilqle accufando potete
corregger tacédo lafciate gire- Et pone
tale firnigliàza cioè che fe ilpximo ha
uelTi una occulta ferita SC piagha la qle
£ uergognia no uolefli moftrare al me
dico ÒC lafciaififi manzi morire: gride
mifericordia farebbe chi glielefacelfe
moftrare g forza ficS fuffe curato ÒC ci
parte:6C crudele cofa farebbe atacere ÒC
no farne motto peroche i quefto cafo
e/lhuomo reo della morte del £XÌmo
fecondo qlla fencentia che dice che chi
può foccorrere a chi e A gicoio di mor
te ÒC ndghfoccorre fipuo due che lhab
bia uccifo • Hor per qfto exéplo uuole
argométare ÒC conchiudere che molto
più e peccato no manifèftare ÒC curare
accufando o riphendendo epeccaci de
pximi equali ÒC fe ÒC altri iduchono *
morte esterna- Et coli g molti altri nf*
pecti ÒC fimiglianze pofiiamo dire che
qfta negligerla dicorreggere e rea ÒC gi
colofa indo che ìlprelato rimefTo ÒC ne
gligece e/come nocchiero ÒC redlore di
naue dormigliofo al tempo di tempe*
ftade ÒC come fpeculatore ciecho ÒC ba
ditore muto - Et pero ìlprelato cofi ri*
meiToe/ ÒCdefcripro afumigliato&dz
pinétoì forma di uno figniore dormi
gliofo ilquale dormendo infilila cathe
dra agomitello filafeia cadere ilbafto*
ne della fua propria mano- Et cofi an*
chorae/ comparato ÒC aflìmigliato al
lo agricola contadino pigro locui pò*
dere ÒC campo rimane inculto 6C gene
ra pure ortiche ÒC fpine òCcofi come di
fopradicemo de predicatori fono que
fti prelati come cani muti che non pof
fono latrare ne abbaiare ÒC non ficura
no ne apprezono che elupi infernali ÒC
maladeéii diuorino legreggie alloro co
mefTe - Hora per quefto & altre fimi*
glianzeòC parole affai pone ÒCra conta
lafcriptura ilpeccato de padn ÒCprelati
ftolti ÒC negligati equali uedédo anega
r ifubditi nelle acque delle delicatéze o
Ufo*
cadere nel fuocho delle concupikemie
taciono òCno gridano ÒC no gli corrego
no non p tirargli per ecapegli cioè per
no riprendergli un pocho 8C p non co
triftargli-Ma in fóma qfto e/dapenfar
che chi ha affare qfto offitio no debbe
prefùmere difuo fenno o bontà poche
g uerita come detto e mutare 5C corre/
gerclhuomo e/ppriooffitio di dio fi
che come dice loecclefiaftico: nefTuno
può correggere cui egli difpregia perle
predelle cole anche fimoftra chi bene
guarda laftoltitia ÒC lapuerfita di qgli
eqli odiano chi gliriprehide poche co
me e detto mutano ìlgiudicio humào
nel diuino ÒC etterno 5C po dice lafcri/
ptura chi odia lenphéfioni morra cioè
di morte di colpa òCdi morte eccerna ÒC
po abene riccuere lacorrepcione di dio
«degli huornini molto ciammonifce
idio perla fcriptura onde dice ilpfalmi
fta • Aprché dice difciplinà neqndo ira
fcat dns ÒC o ÒC Salamone dice,- Difci
plina dni fili mi ne abiicias ÒC feo Pau
Io In difciplinà pfeuerate òcSalamone
anche- Chi ama ladifciplina e fauio ÒC
chi odia lacorreptione e/ftolto cioè g
che come e/detto Idura ne mah òC poi
ua alliferno ÒClecclefiaftico dice: lhuo
mo prudéte no mormora qndo e corre
pto òC ne puerbii fidice Riprehendi el
fauio SCamerattirma lhuomo peftiléce
lha p male ÒC loecclefiaftico dice ìlpec
catore fuggie lacorreptione ÒC afua uo
Iota cercha coperattione cioè uuole di
re che fe excufa dicédo che tale utile fa
qllo o peggio :ÒC cofi ne puerbii fidice
più gioua lamicha correpcione al pru/
dece che ceto piaghe allo ftolco poche
epuerfi difficilmente ficorreggono- Al
tre moire parole ÒCexempli pone lafcri
ptura per iiqli ficochiude lutili tadelU
correpcione òC da parte di chi lafa 6C di
chi lariceue ÒC cofi ilpeccato ÒC ìlperico
lo di chi no ficura dicorreggere le può
ÒC di qgli che della difciplinà ÒC della
correpcione fiturba òCpeggiora ÒClepre
dette tutte cofe bafti hauere detto del
frutto della lingua che fare fipuo uer/
foilpximo-
([ Del frutto della conffeffione de pec
cati òC Iprima di due fpetie di cóffeffio
ni rephéfibile cioè di qgli che Gfcufa/
no ÒC che fidifperono « Capi tu • xxxii
(^f Eguica hora diuedere del terzo fru
\7j tto della lingua cioè della conffef
fione del peccaco g laqle facciano fru/
tto p rifpettodi noi accioche cóffefian
do ìlpeccaco torniamo a pace ÒC a gri/
tia con dio come etto idio moftra per
yfaia quando dice- Creaui fruttum la
biorum pacem cioè uuole dire che per
lhumile conffelTione laquale facciamo
cólenoftre labbra feguita frutto dipa
ce cioè che ilpeccacore p quello modo
fa pace con dio lui laudando ÒC fc accu
fando « Onde po alla Magdalena gcfc
pubicamente piangendo nel conuiro
moftro che era peccatrice di (Te xpo ua
de in pace « Quefto anchora mof ira il
pfalmifta qndo dice :iufti tia òCpax ob
fculate fùt : dice et) poiché lhuomo fa
di fe giuftitia accufando fe merita ha/
uere pace con dio- Et cofi anche perho
dice « Vericas de terra orca ed ÒC iufh/
eia de celo profpexit - Qio uuole dire
che poi che lhuomo ìlqle e detto terra
contfeda lauerita corro a fe de fua mali
lui
m
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Lagiuftitia di dio logiuftificha goche
come dice fco Yfidero :incontanente
che lhuomo fitcomincia accufarerinco
mincia eflère giufto SC grande patte di
giufticia e/cognofcere SC conffeiTare la
fua igiuftitia ficB caco luhomo (la fug
gecco alla diuina uircu quanco pfe fiue
de infermo SCpeccatore.Quefto anche
cinfegna Yfaia quando dice- Narra cu
iniquitares cuas uc iuftificeris:g lequa
li parole chiaramente ficonchiude che
lhuomo accufando SCnarràdo lefua ini
quicade diuenca giuftificato- Ma qui e
daconfiderare propriamente parlando
che laconfeflione fidebbe fare g modo
daccufa cioè che lhuomo concependo
odio contro afe Iquanto peccatore fac
cuG dinàzi aluicano di dio come lhuo
ino che ha odio córro elproximo filac
cufa Sedicene male- Et fecondo quefto
rifpecto dice fco Auguftino contfertìo
ne e accufarionecon exacra&ione di fe
medefimo cioè che lhuomo fe biafimi
6C difpiaccia in quanto peccatore fiche
porta dir col pfalmifta:iniquitaté odio
habui SC abhominatus fum « Et perho
a quefto intendiméto dice fco Augu/
ftino che penitentia certa no fa fe non
odio del peccato con amore di dio :per
lequali rude parole uoglio conchiude
re che non ogni cóffeilione e a dio acce
pta SC utile alconfitéte- Alla quale cofa
meglio potrei moftrare : pongho SC fo
diftinchone di diuerfe fpetie di coffef
fione -Et dico che e alcuna conffelTione
reprehenfibile SC alcuna comendabile-
* 7 Lareprehcfibile 6C inutile ha fette fpe,
tiecioe conffefltoneco excufatione SC
confFertìone con dcfperatione SC conffe
iTionefalfafanzaintenrione di corre/
ptione SCconffelIione fforzata per eoa/
ftione SC conffelTione con fuperbiaSC
elacione SC conffeiTione co ypoenfia SC
derifioneSCcóffeiTionecon iffacciamé
co SC diflolucione-Ec dico alcuna coffef
fione rea con excufatione cioè di que
gli che no potendo negare ilpeccaco lo
minuifchono quanto pofTono SC excu
fano o per exemplo daltri peccatori c5
hàno fafto quello- SC peggio non pen/
fando che come dice fco Ambrofio la
moltitudine de peccati non excufa go
ilpeccatore o che peggio e retorquono
lacolpa in dio dicendo o che labelleza
o la infirmita o altre cagioni o oportu
nita che idio diede loro glifece peccare
fiche g quefto modo ognuno farebbe
excufato SC pure idio e accufato cócio
fia cofa che gli dia SC profperita SC ad/
uerfita SC per tu<flo itenda che nediué/-
riamo buoni SC no rei» Aquefto modo
fiexcuforono eprimi parenti ci Oe fono
Adam SC Eua : dicendo Adam adiola
femina che midefti g compagnia min
dufTc amangiare ìlpomo uietato : SC la
femina dicendo ilterpente minganno
quafi dicono a dio lacolpa e/ tua che a
quefto cimedlefti.Hor cofi noi nati di
loro quefto loro uitio feguitando ex/
cufiamo lenoftre colpe SCimponianlle
a dio dicendo che laifirmita o altra ad
uerfita o téptatione che lui cipermette
cifa peccare no penfando che lui come
dice lafcriptura cigmcdte forte tempra
cione SC bactaglie accioche in effe uin
ciamo K uincendo uita etrerna meritia
mo:go che come dice fco lacobo: bea
co e quello che bene porta latempcauo
Early European Books, Copyright© 20 1 l ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Central
ne pero che poi che fia prouato hara k
coroni della uira come porremo puar
per lafcriptura fcà che efan&i rudi per
uarie teptationi prouaci uititono ÒCme
riroronolecrerna corona-Come leggia
mo di xpo & di fco Paulo maximamé
te equali da mano mancha ÒC damano
ricca cioè per infamia ÒCbuona fama ÒC
per profperica ÒC g aduerfica feppono
paflare Inocentemcnte fiche per uenta
haucndo noi òC loexemplo ÒC lauica di
xpo nelle noflre cempca rioni nefTnuo
fipuo excufare dicadere in peccato po
che come dice fco Ieronymo debile e/
lancicho nimico elquale non può uin/
cere fe no chi uuole effere uinco che co
me dice fco Giouàni boccha doromul
lo può eflfcre oflfefo cice quanto allani
ma le non date medefimo - Ma come
dice fco Gregorio- Vficaco uicio delhu
manageneratione e/ Scadendo pecca
re 5C negando ilpeccato ÒC poi cioè pure
e conuindo excufando elmulnplicare
ÒC cofi contro aqueftì iquali ritorquo/
no lacolpa in dio dice fco Hieronymo
o prophana temeritade o fóma pazia
Iodio della feientia di doppia ignoran
tia condànate cioè che no fappia che fi
fare ne fappia che ficómendare cioè cB
habbia comandato cofa la quale obfer
uare non fipofTa fiche pquefto modo
iponete lainiquitade al giudo ÒC lacru
delta alpiatofo laqual cofa pur fofpica
ree/fomofacrilegiochi haueiTi fado
non per darci falute ma per darci pena
Moftrafi anche che quella excufatio,
ne cioè non pocerfi guardare dal pecca
to e falfo in ciò che quelli medefimi fa
ftengono da certi peccati per paura o g
uergogna humana-Onde molto più fi
douerrebbonoòCpotrebbono abftene
re per uergogna ÒC per reucrétia di dio
elquale uede tud:o ÒC per timore della
fua giufta fententia laquale dogni pec
cato uuole uendeda ÒC dalla quale nef
funo può appellare ronde pero egli giù
ftamente filamenta per Malachia prò
pheta ÒC dice-Se io fono padre doue e
lhonore mio ÒC fe io fono fignor doue
el timore mio: quafi dica io no truouo
chi mhabbia riuerentia ne chi mitema
ma pogniamo che alcuclo ÒC per cerco
fia uero che lhuomo non fipolTa abile
nere dal peccaco none/peroexcufaco
peroche poi che uoluncanamente file
gho inprima òC cadde ÒC per giuda feri
rentia di dio fafto feruo del peccato co
me diiTe xpo Ciche ildiauolo ìlmena co
me uuole di uitio in uicio-Et pero dice
fco Gregorio che quiui lhuomo g pf o
pria uolunta inpnma cadde poi edam
contro afua uolunta ricadde- Dicio an
che parlando fco Giouanni boccha do
ro pone exemplo de fubdiciequali be/
ne tipoifono fare ÒC porre alcuno re ÒC
fignore fopra capo ma non lopo(Tono
poi diporre afua polla- Hor cofi uuole
dire eh lhuomo fipuo ben Cottomele
re aldiauolo peccando ma non fi può li
berare afua pofta- Et perche idio uolé
rieri libera ÒC aiuta chi grida allui non
e excufato ilpeccatore iperoche no gri
da adio che lotragha di tanto pericolo
come grida chiedédo aiuto ne pericoli
corporali fiche altucto ÒC per ogni mo
do ilpeccatore non ha nulla buona ex
cufatione- Et pero uoglio conchiudere
che laconffeflione che fi fa con excufa
Veti!
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Central
'tione idio reproba 8C non accepta • Per
contrario adunque chi fiuuole degna
mente coffeffare Gdebbe accufare qua
to può H imputare lacolpa non a idio
ne alproximo ne asfptatore ma pure al
la iraòCnegligétia fua ficfr femp dica pu
re lacolpa fua ÒC non dalcrui 1 qnto fa
re fipofTa fiche mai non dica tale perfo
na mirurbo o inuito lamore o p altro
modo mifece peccare: ma fempre dica
io come ipatiente ÒC fragile ho male fa
puro portare letentatione ÒC fono cadu
to per mia colpa - Onde fcó Anfelmo
dice che lacóffeflìone fidebbe fare con
exaggerationeciocragrauare elpecca/
to ÒC biaGmarlo quanto fipuo co ogni
circùftantia di tempo òC di modo ÒC di
luogho ÒC di fcandolo che ufcito nefia
ÒC per ogni altra uia quanto più fipuo
dicendoli ÒC conffeflandofi peccatore
degno dogni male • Et che cofi fare fi/
debba afimoffcra per quella parola cf>
fu detfta a Iob cioè che chi fuffe bene
pentuto direbbe:peccaui:ÒC ueramen/
te peccaui ÒC non ho tanto male quan/
to io fono degno ■ Sopra laquale paro
la dice fcó Gregorio che chi firiputa ÒC
lamenta deffere flagellato ÒC tribolato
più che non ha meritato non intende
bene che cofa e/peccato • Et pero Da/
uid conofeendo ÒC raggrauando ilfuo
peccato diceua « Ecce in flagella para/
tus fum ÒC dolor meus i cófpe&u meo
femper - Anche come conofceffc ÒC ra/
grauafTì ìlfuo peccato moftro quando
fece quel pfalmo - Miferere mei deus
ÒC c-Doue più ÒC più uolte ripete lafua
colpa dicendo - Secundum multimeli
nem miferationum tuarù dele iniqui/
tacerti meam SC poi- Amplius laua me
ab iniquitate mea ÒCa peccato meomu
da me 6C poi foggiugne ÒC diccTibi fo
li peccaui òC malum coram te feci ÒC c «
Cofi fece qùello figliolo prodigho di
cendo al padre pater peccaui in echini
ÒC coram te ÒC iam non fum dignus uo
cari filius tuus ÒC e- Cofi anche faceua
fco Paulo ìlquale ilfuo peccato quan^
tunche per ignorantia fad:o molto ra*
graua dicendo - Io fu blaffémo ÒC con
tumeliofo ÒC pfeguitatore della chiefa
di dio onde non fono degno die(fere
chiamato apoftolo ■ Et po anche dice
xpo you uennein quefto mondo afal
uare epeccatori elprimo de quali cioc
maggiore io fono • Et certo quefto no
era ìluero che lui fuflì elmaggiore pec
catore peroche come deétoe/peccho
g ignorantia ÒC non p malitia-Ma nien
te dimeno p profonda humilita odio
del peccato reputaua ilfuo peccato ma
giorc che non era liche come ci uperbi
Griputano migliori che non fono - Et
pero come dice fco Gregorio abuona
mente fapartiene di conofeere lacolpa
etiamdio quiui doue non e/- Et cofi g
contrario portiamo dire che amala me
te fapartiene non conofcerla graue co
me e/o negarla o minuirla àzi etiàdio
quegli cfc tono pétuti uorrtbbono qua
do fanza fcàdolo far fipotelTi efr ognu
no glieonofeerti qllo cS fono ÒC anche
P peggio come de&o habbiamo di fco
Paulo che cofi publicaua ÒC accufauafi
g peggiore che non era fiche come di
ce fcó Gregorio quello che uuole mal
fare ÒC non uuole effere riprefo ÒC non
uuole che fifappia: moftxache egli
amapiufechelaueritalaqleno uuole
che fidica ne conofea contro afe - Et g
contrario dice feo Bernardo che chi j>
uerita e/ humile uuole effere reputato
uile 5C no humile • Et percome dedo
e faccufacon odio di fe come lhuomo
co odio raconta leingiurie riceuute da
altrui g fare conofcereòC reputare per
rio quello che ha offefo • Onde contro
aquello che difende ìlpeccato 6C excu/
fa dice feo Auguftino efi idio dice- Tu
fefadodefenforedeltuo peccato co/
me uuoi che idio tenehberi - Onde ac
ciò che egli reneliberi 5C fia perdonato
re tu £ia accufatore - Et non folamente
quefto excufare o/ nafeondere ìlpecca
to e/grande iniquità ma pofliano dire
che e grande ftoltitia peroche cocio fia
cofa che idio ueghatudo come fóma
fapientia SC uoglia perdonare tudo co
mefomamifcricordia grande paziae
celare lacolpa o in tudo o in parte poi
che excufandola tacédo cicrefeie ÒC ac/
cufàdolafiamoabfoluticome pognia
mo exéplo fe uno hauefTì adare auno
altro mille fiorini ÒC uoleiTigliele gdo
nare pur che egli glieleconffefTafli grà^
de pazia farebbe non uolergli coflefTar
per eftere libero di quel debito 6C uole
re più torto tacédo rimanere debitore .
Onde fopra quella parola del pfalmo
Iniuftitiam meà non abfcondi 5C ancf>
Dixi confitebor aduerfume liuftitià
mei dno SC tu remififti iniquitaté pec
cati meùdice feo Auguftino felhuo/
mo faccufa idio lofeufa : fiC fe lacolpa
conofee idio laifeonofee cioè perdona
fiCquefto anche moftra Salamone qua
do dice • Qui abfcondit federa fua no
dirigetur : quiautConffeflus fuerit SC
derelmquentea mifericordiam confe
quetur- Onde pen£ando quefto Iob di
ceua -Non parca ori meo dimidam ad
uerfum me eloqum meu loquar i ama
ritudine anime mee SC c » Sopra lequa
li parole dice fcó Auguftino che idio
dice perdoniamo al peccatore poi che
non fiperdona egli ÒCexcufiamolo poi
che lui faccufa-Et fopra quella altra pa
rola del pfalmifta per laquale priegha
fiC dice : Auerte faciem tua a peccans
meis-Dice una chiofa che idio dice:le
uuoi o/ huomo che io tiuolti lafaccia
mia da tua peccati : hora laguarda tu
con uergognia&C dolore 5C non uolcar
mai tu lafaccia tua- Quefti tah equali
nafeondono ilpeccato atfomiglia feo
Gregorio al riccio 6C alla teftugine in
che come quegli comprefi medono el
capo dentro cofi quefti quan tunche co
prefi nel peccato pure louoghonoceU
re SC giuftificarCì - Ma non e/quefta la
uia : anzi come fu dedo a Boetio chi
afpeda lacura del medico e/ bifogno
chefcuopralaferita-Onde per grande
gfedione gridaua Iob che no celaua el
tuo peccato qndo diceua> Si abfcondi
quafi homo peccatum meù ÒC celaui 1
Onu meo iniquitaté meà humerus me
us a iundura fua cadat ÒCc-Per lequaii
parole giura che non celaua lafua ì&i
quita ma conffeifaua 6C anchora cotró
aquello ilquale nafeonde ìlpccato dice
Hofea prophetatabfconditu eft pecca
tu eius dolori della parturiére glifopra
uerràno Hor uegho che troppo £areb/
be prolixa materia fenuere cloche dire
fipotrebbe abiafimare lexcuf adone de
peccati 8C acomendare laccufaeione SC
pero abreuiando uoglio dire che g nef
iiinomodo lacolpa fidebbe excufare
ne diminuire ma raggrauare 6C accufa
re fe uogliamo confeguieare mifericor
dia • Ec queffco pocho bafti hauere de/
éto qurconcro laexcufacione del pecca
to maximamenre perche nel preceden
te libro cioè da peccaci della lingua fe
ci capiculo proprio SC fingulare della
defenfione ÒC excufacione del peccaco
SC anche difocco nel fequence capiculo
direno più pienaméce della uircu òCdel
la necertlea della conffertione reprehen
fibile SC co defperacione come Fu quel
la di Oy n SCquella di Giuda che dille
peccaui cradens fanguinem iuftum SC
poi Gdifpero ÒC impichofli per lagola
laqle cofa come dice fcó Hieronymo
più difpiaqs a dio che ìlcradimenco 6£
lauendica che fece di xpo « Per conrra
rio adunche lauera.conflfeffìone debba
effere facfla con fede 6C fperanza dhaue
mifericordia. Ec pero dice fcó Ambro
fio che mai non fece degna penicencia
chi non fpero riceuere indulgencia • Ec
fcó Hieronymo dice poi che lafcripcu
ra dice che lecce uolce cade elgiufto in
uno giorno ÒCanche firilieua 5Ccóchiu
deG che non perde SCnon lafcia detfere
giufto chi per penicencia fempre corna
Hor qui farebbe copiofa maceria par/
lare conerò ladifperacione 6C moftrare
come idio perdona uolencieri ÒC tudto
a cudti 6C fempre • Ec pero indugia apu
nirci per darci fpacio di penicécia « Ma
perche farebbe quefta croppo prolixa
maceria ÒC io in parce difopra nho de/
fto parlando della oracione cioè come
dobbiamo orare con fidanza iperoche
idio e più acconcio adare che noi ance
uere 5C ha maggiore uoglia difarci mi
fericordia che noi diriceuerla * Nó mi
ftendo qui dirne più fe no che in fom
ma dobbiamo cenere SCcredere cf> idio
come fómaméce buono fommamence
ha in odio ogni male - Ec pero e uolun
tario corglierlo 5C perdonarlo pure che
lhuomo loriconofca ÒC accuGfi-Ecque
fto fimoftra ÒCpruoua pergli dedi de
propheci ÒCper ededri SC exempli dello
euangelio per equali di(Te SCmoftro cf>
egli era uenuco achiamare non egi ufti
ma epeccacori a penicencia SC che uole
ua mifecicordia più che alerò facnficio
SC uenne come paftore acercharelape/
cora ifmarrica SCariceuere co mifericor
dia Macheo SC Zacheo SC Ladulcera SC
Lapeccacrice SC Lodifcepolo che Ione
gho SC Loladrone della Croce SC in fó
ma dille che era uenuco aporre lauica
per redempcione del peccaco • Onde g
quella fua morce maximamence cofor
ta ogni difperaco comare apenicenciar
SC pero dice fcó Bernardo • Quale pec
caco e fi a morce che nó ficogha per la
morce di xpo • Gridono echioui:grida
no leferice SC per laferica del fiancho fi
moftra lamorcedel cuore • Onde pen
fando cale rimedio SC rale medicina g
neifuna malignica SCgraueza di pecca
to mipofTo difperare SC pero anche di/
ce • Ecco pogniamo che io habbia có/
meiTo grande peccaco : turberaiTene la
confeiencia cioè p contricione : ma no
^perturberà cioè p djfgarione ipoclie
miricordero delle ferice del fignòr mio
elquale come die* fcó Giouanni ciha
tanto amato che cilia lauato clal pecca
to noftro nel fangue fuo- Hor cofi fco
Auguftino parlando a idio padre dice
Ragioneuolmente o Signore mio e^
tuéta lafperanza mia nel tuo unigeni/
to g me crucifixo ilquale fiede alla tua
mano diritta SC priegoti g noi altrimé
ti midifpererei gche tanti SC figràdi fo
no emici langori ma molto e/maggio
re latua medicina xpo benedetto pio
cui làgore fiamo Canati SC già cui mor
te fiamo reconciliati - Hor cofi potrei
mo dire che laiuto della Regina della
mifericordi i SC degli altri fancli ange
li tucìi eqli come difopra e/defto idio
ciha dati per aduocati SCfaiTi pregare g
noi cidebbe confortare a penitentia òC
toglie ogni triftfttà SC difperatione ma
d/cjfte cofe porre excmplo per fingu/
lononinidiftendofeno che conchm
do che fomaméte ha idio per male da
chi bene in lui no ìfpera come moftra
quando dice nello Apocahpfi alli ri>
midi 5C crudeli :fia parte ftagno di fuo
co « Et molto ha per bene da chi in lui
fpera come moftra quàdo dice per eh
pfalmifta.Quonià in me fperauit libe
rabo eu : SCeripiaeu SC glonficabo eù
K c « Et qfto poco da detto cótro alla
difperatione-
([ Di cinque altre fpetfe di conffefTio
ni reprehéfibih - Capitulo • xxx Hi ■
•TT rAterzaconffertionereprehenfibi/
JU Ice fitta SC falfa fanza pentimen/
to SC fanza Itentione di correptione-Ec
tale fu laconffelTione di Pharaone Re
di cgypto elquale fentedo lepiaghe da
dio come finarra nel Exodo perche te
neuailfuo popolo contro lafua uolun
ta mandaua Moyfe che nera capitano
SC pretendeua edere pentuto SCdiceua:
peccaui priega idio che cefi! lapiagha
SC io tilafeiero menare ilfuo popolo co
me uuoi ma poi eh alpriego di Moyfe
lapiaga cetfaua SC lui tornaua in quel/
la prima dureza SC non uoleua lafciare
ilpopolo di dio SC cofi fece più uolre i
diuerfe piaghe « Onde pero allultimo
idio Idegnato della fua falfita SC fittio
ne logiudico SC induro SC cbftinato SC
anego nel mare rofTocon molta gente*
Hor cofi hogi aduienc amolti kioche
effendo infermi SC tribolati pare che di
uentino humili SC pentuti :ma fe lapia
glia SC laifermita celTa diuentono pegx
giori che prima fiche poi g giudo giti
dicio di dio penfeono come Pharaone
fubi tamente muoiono come difle xpo
a giudei ne peccati loro- Onde di quex
dotale fitto dice loecclefiaftico « Eft
qui nequit fe humiliat SCinterioraeius
piena funt dolo • Ciò uuole dire chi fi
humilia aingàno SC co falfa intentione
Di quefli tali affai exempli porre fipo
trebbono di molti che fono periti per
quefto ìgàno* Ma tanto quello fiuede
g continua experiétia che no ciuoglio
più perdere parole. Per contrario adii/
che lauera conffeiTione debba eiTerc co
contritione SC intentione di correprio
ne percioche come dice fco Yfidcro.
Ilnfore SC non penitente e/ quello che
pure uuole quello di che dice che fipé
te SC ficonffeifa SC come dice fco Piero
Quefto e come cane che ri torna aluo
mito SC come troia che poi che e laua/
ta : Onuolca nel loto SC nella puza di
CI
{'tot/ut**-
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
prima ■ Hor qui farebbe molta" copio
fa materia aparlare conrro aquefta fai
fita « Ma perche lamarena e/ dolorofa
SCciafcunolapuouederetud-odi dna
ramence o in fe o in altrui « Siche qua
G nefTuno ficonffefTa ccn itentione ài/
più non peccare tfimcncpafTo qui brie
uemente lafciando qfti falfi 5C fieli co
fitenti al giudicio di xpo ilquale a tu/
&i epeccacori che egli abfolueua non
daua altra penirentia fe no che 'diceua
Va SC non uolere peccare più - Et pero
dice feo Hieronymo cB no penfa idio
quello che lhuomo fuma quello che
eflere uuole «Ma pure quefto tanto mi
pare neceffario di dire di quefto ricade
re ftudiofamete I peccato cheKjuefti ta
li fono tenuti quando ficonffeflbno di
dire apertaméte che loro fono ricaduti
SC quante uolte SC fe aftudio o g fragi/
lita fiche elconffeifore polTa conofeere
laquanrita SCqualita della loro malitia
SC iporre có degna penitétia come ueg
giamo fecondo elcorpo che altra cura
fa bifogno a chi ricade I infermità che
a chi iprima cadde» Et come fecondo il
giudicio SC laleggie fecolar^piu graue
pena SC condànagionc merira chi ha ri
ceuuta SC pmeffi pace doppo laprima
ofFefa anche offende chi gligdono che
non merita per laprima offefa • Et cofi
ueggiamo per continua experiétia che
cale huomo c/acconcio SC difpofto ag
donare una giuria che lafeconda SC ter
O m ~m"
za uolta non può ne o uuole perdonar
maximaméte quando e offefo da colui
alquale iprima perdono • Grande adu
chee/lapotentiadidio elquale fpefTo
perdona : SC grande iuerita e/ lanofoa
feonofecntia cofi ffacciatamente offen
dcre elnoftropiatofo padre idio- On
de di quefti tali parlando feo Paulo di
ce che da capo crudfiggono xpo cioè
perche ricadendo ne peccati perequali
xpo uolfe elTere crucififfo SC perche xu
pucano polluto cioè lordo SC uile ilfan
gue di xpo nello quale fono fanéhfìca
ti SC lauati poi che fi ìfpeffo ffilordono
Lamifericordia adunche di dio come
dice feo Paulo per elquale ciafpeóta SC
uolentieri ciperdona cidebbe effere ca
gione SC argumento di uero pentime»
to SC non di ricadimentO' Et pero dice
feo Profpero lapatientia di dio uera g
laquale dispregiato SC negato pure per
dona cidebba inducere acompuntione
SC pentimento no con ricadiméto- Ori
de 1 uerita giufta cofa e/che quelli che
male ufano quefta mifericordia facciV
no mala finercome g molti exempli fi
truoua dimolti:SC per continua experi
entia fpelTo ueggiamo SC prouiamo«Ec
qfto tanto bafti hauere dedo della ter
ria fpecie della reprehenfibile cofeiTio
nercioe diquelli che ficonfefTono ama
litia fanza pentimento SC proponimi
ro dipiu non peccare - Laquarta fpecie
diconfeflìone riprehenfibile fie g for#
za SC coazione rcome tutto di ueggia/
mo nelgiudicio fecolare che molti ma
landrini SC infami porti allacorda SC al
tormento fono conftre<£h diconfeflare
lacolpa quàtunq* occulta :aquefto ma
do leggiamo in yofue che ancor copre
fo g tòrte dhauer rubate certe cofe del
la preda della cipta di Gericho quàdo
ilpopolo di dio laprefe: laquale cofa a
tutu era uietata per comandamento di
Iofue diconfeflare clfurto-Ondc poi fu
lapidato • Hor cofi hogi moiri nelgiu/
diciodelfecolo 5C delle religioni fono
conftrettidiconfefTare lacolpa occulta
Et pero che non fanno con carità ÒC con
tritione non ne meritano abfolutione:
ma dannatione- Alle predefte cofè dua
fpetie diconfeffione fipuo conueneuol
mente adadare laconfeflione dicerti in
fermi equali quafi conftredi per paura
dimorte o/indodh per paura diuergo/
gnia 5C delmale parere delle genti per
non parere paterini o/comefono mol
ti SC molte nelle religione che hanno g
comandamento diconfeflarfi acerti té/
pi pur ficonfeflanotma non dicuore af
fai fono dolenti deflère dicio cóftreéli.
Onde quanto apreflo didio non fono
abfoluti pero che non fono contriti ne
pentuni onde dalcuno filegge & truoua
che nelpunto della morte lìconfeflb ÒC
pianfe ÒC parue pentuto :ÒC poi dopo la
morte apparue ÒC difle che era dannato
pero cheelfuo pianto fu più pertenere/
za diuederfi morire ÒC dilafciVire ebeni
equali lui amaua che peraltra buona in
tentione-Etpero fcó Auguftino mol/
to biafima ÒC pone in dubbio laconfef
fione che fifa alpunto della morte pero
dice che allhora lhuomo no lafcia ipec
catirma ipeccati lafciono lui cioè gche
non gli può fare-Et pero allega lafcrip
tura che dice uiuo ÒC fano ticonfelTa-
Onde diquefto chi findugia alla|mor/
te dice . Chi findugia a confeffarfi nel/
lo articulo della morte fegli neui ficu/
ro io none fono bé ficuro tpenitétia da
re glipoflbrma non ficurta • Quefti an
che comunemente parlando Cogliono
fare laconfefTione diminuta cicé non
direiltudo confiderando che comedi
ce fan&o Auguftino grande infelicità
e/dicolui che tudlo buono uolere pace
amezo che chi uno peccano tace dmiu/
noe/abfoluto-Hor queftotucto diue
giamo inmolti ufurai ÒC altri auan che
alpunto della morte promettono diren
dere ÒC poi fe campono non ne uoglio/
no far nulla:Etcofi molti che hanno
guerra aquel punto dicono che perdo/
nano:ma poi fe fcampano uogliono fa
re uendeéìa< Per contrario adumque la
confezione del xpiano debba eflere fa/
fta fpontaneamente intera per rendere
honore adio elquale come dice fanfto
Auguftino intanto lhonoriamo inqua
to ciacufiamo biafi mando lanoft ra ini
quita ÒC laudando lafua bontà che eia
foftenuti . Come adumque difopra e/
decto debbafi lhuomo confefTare con
odio dife òCcon amore di dio - Et tale fu
lapenitentia della magdalena alla qua/
le difle xpo-Remittutur ci peccata mul
ta quoniam dilexit multum- Sopra la/
quale parola dice fàdo Gregorio- Che
diremo noi che fia ìlpeccato fe non ru/
gine:ÒC che lamore fe non faoco-Tan/
toadùquepiuficonfuma larugine del
peccato quanto ilcuore delpecatore ar
de dimaggiore amore- Lacjnta fpetie di
confeflione reprehenfibile fie con fug/,
bia ÒC elatione-Et tale fu quella di Saul
Re difrael elquale hauendo difubidi
to a famuel potefice elqle glihaueua co
màdato che uccidefle certi paganiòtillo
ro beftiame ÒC egli gauaritia haueua ri/
ferbato il re uiuo p farlo ricoperare- ue
dédo cfì goSamuel idegnato lopriuaua
mi
della degni ca reale dalla parte didioòC
riprehendeualo ÒC minacciaualo mol
to-Et egli poi che febbe affai excufaco
uedendo che niuna excufacione gliua/
leua fi fi humilio fictmamenteòC difTe-
Ben peccai: ma tudìauia tipriego che
tu non mi uicupentma honori dinanzi
alpopolo- Ecco adunque che bencofef
fo ilpecca torma non uoleuo foftenere
ne difonore ne pena-hor cofi hogi mol
ti ficonfeiTano:ma no neuogliono fare
ne riceuere alcuna perutéda fiche fe ad
uiene che dopo laconfefTione fieno pe/
intendati o tributati dadio o da prelati
filamentano fortemente ÒCreputanfi in
gànatiòCgrauati daprelati equali gliduf
fono acóteffare-Per contrario adunque
come già e/deélo lacófefTione uera deb
ba eiTere contanta contntione ÒC difpia
cere delmale Cornelio che lhuomo non
firipud mai tato punitoòCmbulato qua
to egli e degno - Et tale fu laconfeilione
di Dauid ilquale eiledo nprefo da Na
thàpropheta daparte didio dello adul
terio 5C dello micidio cogràde cótrido
ne diffe peccaui-òC Tempre come glidif
fe nelpfalmo fu aparecchiato aogni fla
gello didio-Onde poi peldecto peccato
eiTédo come idio gmilfe dalproprio fi/
gliuolo cacciato delreame ÒC g altri mo
di affai tribulato mai none mormoro:
ma femp fahumilio dicédo che anche
era degniodipeggio-Et pero dicefalo
Gregorio che lapena propriaméte da a
cognofeere fe g uerita riconofeiamo la
colpa fiche uuol dire che chi non mor
mora della pena ficTra moftra che xico/
nofea lacolpa comeffa -ÒC cofi potremo
porre exempli daltri molti equali hora
mipafTognonefTere troppo prolixo»
Et inuenta molto fono ingannati que/
fti tali che confeffano lacolpa ÒC no ne
uogliono fentire lapena peroche cocio
fiacofa che come dice fcó Gregorio do
polonipotenteòCgiuftoidio niuna co
fa fanza pena pattare poffa fiche e biV
fognio che o lhuomo fipunifea facceli
do degnia penitentia o idio loflagelli 1
quefta uita o nellaltra mal cambio fan
no difuggire lapena prefente laquale e
brieue ÒC lieue ÒC utile a andare aquella
dellaltra laquale e edlerna ÒCgrauiilima
òCiutile:fiche feldànato piagnelTe ràdo
che facefle li mare di lachryme no può
pero ufeire dello inferno- Et cótro aque
gli che l'ingannano dicendo che uoglio
no innanzi fare lapenitentia in pur/
ghatoriO'dice feo Auguftino che quel
la pena excetto che non e /edlerna exce
de mirabilmente ogni pena i quefta ui
ta daqualunque martire o altro tnbula
to-Et queftoe/giufta cofa pero che di
qua lapena adopera peruirtu della cari
taòC della padentia co laquale fipadfee
ma impurgatorio lhuomo ue per forza
ÒC per neceffita- Auegnia che quefti tali
eqli ficredono hauere purgatorio fpefy
fe uolce ne uàno pure allo inferno pero
che fuggendo lapenitentia ÒC ìdugiado
alla fine muoiono p giudo giudici© di
dio neloro peccati fanza degnia contri
rione come per molti exempli fitruo/
ua dimolti equali lafcio per non dire
troppo - Ma perle predette rude cofe
uoglio conchiudere che eluero pentu/
to no fuggerma ama lapena- Et quefto
fi moftra fando giouanni bocca doro
quàdo dice laperfe&a penitentia cóftri
gne ilpcccacore diuolentieri foflenere
ogni pena onde fe inguriato SC grauaco
anche ingiugne fe e/exafperato nfpon
dedolcefee/puocato tace nelfuo cuo
re e/contririone nella bocca cofeitone
iC nella opera e/perfetta humilita SC fa
diffattione-Et pero anche dice ^che dif
ferencia e daluero alfalfo •penitente fie
che quello peruerita fipenteo compre
fo o non co prefo nelfallo piagne loffie
fa didio SC egli contento dogni fua pe/
N òi * na SC uergogna- Ma quello che e/fitto
penitente piagnie più lafua pena SC uer
gognia quando e/confeffo che laingiu
ria didio SC lofcandolo delproximo fi
che p uerita aquefto modo pochi fono
eben pentuti - Onde pero fihméta idio
£ Ieremia propheta SC dice» Non e/chi
faccia penitentia delpeccato fuo 5C dica
o che ho io fatto- Cioè uuol dire non e
chil biafimi 6C pianga quanto debba •
Et g qfto rifpetto dice feo Auguftino
piutofto truouo chi fcriue innocentia
che chi faccia debita SC códegna penité
tia-Pcrleqli tutte parole uoglio cóchiu
dere che a degna penitentia ficonuiene
& richiede che ilpeccatore più fidolga
della igiuria didio cB dipena o diuergo
gnia che egli habbia o afpetti delfuo
peccato fiche pogniamo che ìlfuro o il
micidiale fia menato a morte per lafua
colpa debba nientedimeno più piagne
re pche ha offefo idio pche egli ne con
dodo amorte SC dogni pena debba effe
re contento fi pamore della diuina giù
ftitiaSCG fperando che v quefta prefen
te elTere liberato della futura ti dirittu
ra ladiuina mifericordia come habbia
moexéplodelbuono ladrone ilqleper
che ficonfelTo SC riconobbefi peccatore
SC dirte che giuftamete patiua qlla ero/
ce t fu dalpiatofo xpo giuftificato SC fai
uato- Nella fexta parte dico chee/con
feilione con ypocrefia SC denfione cioè
dimolti equali non riputandofi pecca/
tori nientedimeno fappiendoche fcrip
to e/chelgiufto nelpnncipio e/accufa/
tore dife medefimo fi facufano SCcófcf
fano fpefTo p efTere riputati fatti SC giù
fti o dal confefTore o da altra gente che
louede confe(Tare« Quefti altutto fono
cótrarii alla uera cofelfione pero che co
me difopra e detto lhuomo fidebba co
feiTare con odio dife intendendoSC uo/
lendo dispiacere SC no piacere SC no ef /
fere lodati : ma biafimati delfallo loro
SC quefti fanno tutto ìlcótrario cioè cf>
fibiafimano p efTere reputati SC lodati.
Quefti come dice fcó Gregorio fico/
nofchono indo che fe altri gliriprehen
de SC dice che fono peccatori fifene tur
bano SC;fcufàfi SC rimbrottono qlli che
gli riprehendono fiche come dice feo
Bernardo quello cf> da fe fpptaneamé
tecófefTonononuogliono nepoifono
patientemente udire daglialtrnper con
trario adunque iluero penitente fideb/
ba confelTare co humilta fi pfetta SC co
tato amore diuerita cl5 uogha che ogni
huomo locognofea p quello che eglie
fiche in patiétia porta fegli ode daltrui
quello che egli ha confettato jjfua fpo
tanea uolunta« Tale fu lacofeiìione del
publicano ilquale ftàdo dalunga SC no
efTendo ardito dileuare gliochi acielo
oroe SC diiTe • Propitius efto domine
mihi peccatori: SC egli non nfpofe ne/
contradiiTe alfarifeo elquale nediceua
m 11
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
Firenze.
Pai. E.6.2.7
)
male ringratiando idio che no era pec
cacore come egli» Ma come di(Te xpoq
fto publicào fu giuftificaco SC fllfarifeo
reprobato « Xpo adunque ilquale e/ue
rica SC ha inodio ogni ypocrefia SC fidi
one come leggiamo che egli dolce mé/
te riceueua epublicani epeccatori SC ma
giaua SC conuerfaua con loro SC Tempre
nprehendeua efanfei SC mandaua loro
guai perche erano falG SC fidi SC fuper
bi SC mai non uolfe con loro ne criegua
ne pace- Et pero dice feo Auguftino cB
più piace adio lhumilta nelle male ope
re che lafuperbia nelle buone opere» Et
qfto affai chiaraméte moftra xpo qua/
do diffe che fpublicài SC lemeretrice ci/
oe i quanto humilita precederanno ifi
gliuoli cioè quegli che debbono elTcre
figluoli come erano efarifei nel regno
delcielo pero che in cielo no può entra
re niuno fuperbotSC come dice Iob nel
confpefto didio no può uenire ne copa
rire niuno ypocrito - Grande inuerita e
qftaderifione SCfchernoche queftifà
no didio SC deconfeffori kio che elTi co
fèifano peccatori geffere reputati SC re/
putandofi giudi « Ma quella derifione
torna inloro dannaticne poi che della
confezione laquale e/rimedio SC medi
cina contro apeccati diuentono peggio
ri faccendofi beffe di qfto fandhitìmo
facramento - Et pero dice Iob che fimu
latori SC callidi puocano lira didio - So
pra laqual parola dice fcó Gregorio cf>
auengha che ogni peccatore meriti lira
didio pur quefti tali più loprouocào fi
che uuoldire che idio quafi non fipuo
cotenere che nongli pericoli SC percuo/
taafi grande difpe&o Grecha lalorofi
dhoneSCypoerefia-Hcrcofi porremo
qui anche dire che per altre diuerfe ma
le intcntione fimacula SC uicupera que
fto facramento della confezione SC in
gannafi idio SC dannafi lhuomo come
fanno maximamente molte maladedte
femmine lequali focto protefto dicon
feflarfi richiedono fpeffo certi preti SC
confeffori equali male amano intende
do più tofto dilordare fe SC loro dima/
le amore che dilauarfi cófeifandofi co
dolore- Ma perche quefta materia e lor
daSClaida lafciando quefte tale algiudi
ciò didio più dicio dire nómi curo-hor
cofi molti altri fecohn SC religiofi igà
nano idio SC prelati cófeffandofi alloro
fpeffo per giuftificarfi più che per pccu
farfi SC g hauere labro gratia onde fic /
no promifTì acerti uffici SC honoriequa
li epfi defiderano * Nelia fettima par
te dico che una confezione coniffaccia
méto SC diffolud:ione cioè dcquegli eq
li eloro mali publicaméce uanno dieen
do SC plubicando come difperati uantà
dofi demali elle hàno facti laqualcofa
e/congràde difonore didio peroche pa
re che rimpruouerino légune che fadte
glihanno SC no fene potuto utndicare.
Onde contro aqfto tale dice leclefiafti
corno dire peccai che male nho-Efappì
chelaltiffìmo e/patiente retnbuitore.
Cioè uuol dire nontiuantare SC nonti
credere rimanere impunito peroche ci
giufto idio quanro più indugia più da
graue fen tenda: fiche impollibile cofa
e/che ìquefta uita o nellaltra no fia pu
nito-Et pero dice fanfto Auguftino le
taméte pcede ladiuina feueritarmapoi
ricópefalodugiogdare magiore botto
I
Simile fententia dice fco Gregorio ex
ponendo qlpfalmo deus iudex iuftus
forcis ÒC paciens nunquid irafeieur per
fingulos dies 5C c-Et cofi fcó Bernardo
fiC altri molci idedti dequali qui no feri
uo per fuggire prolixita ÒC perche qfto
chi ben mira ueggiamo cudro di per ex
perientia che quelli co£i fcialacquati ÒC
ìffacciati peccatori ìdio gligudica dima
la morte: fiche come dice lafcnptura-
Illufores ipfe deluder • Cioè uuol dire
che idio fifara beffe diquegli che fi fan
no beffe diluì fra quali molto principa
li fono quelli fuergognati che, fi cófef
fono àzi fiuantano delmale che hanno
faélo quafi fchernédo ÒC dendédo idio
che no fe potuto diloro uendicare . On
de pero molto dilor filamcta g Yfaia
propheta dicendo peccatum fuum qua
fi fogdoma predicauerunt ne abfcóde
runt-Et inuerita quella cofefhone anzi
denfione e/molto uituperola icio chel
mifero peccatore Quanta di quello che
fidouerrebbe uergognare ficB come di
ce nellibro demaccabei lagloria delpec
catoree/ ftercoòC uerminicioe dicofe
puzolenti òC brutte- Onde aquofte tale
dice idio per Ieremia £pheta tu hai fa
&o frote dimeretrice ÒC no tife uoluto
uergognare. Cofi anche portiamo dire
che queflogloriarfi depeccati ÒC uàtar
fi e/con grande fcadolo deproximi pe
ro che come dice fcó Grgeorio glhuo/
mini più fimuouono ÒC aibene òC alma
le pergli exépli che perle parole . Onde
quegli che fi lodano depeccati fono ca
gione che altri uicaggia fono tenuti co
me principali ditudh que peccati equa
li per loro cxemploòC detto commeiCi
fono Jtercontrario adunque Iachiefa or
dino chella confeflione fifaccia i fegre
to per non dare fcandolo aproximi • Ec
pero ìlfacerdote loquale ode laconfeffi
one e/tenuto ditenere fegreto qllochc
ode Ital modo; che per niuno fegno ne
afto riueh lopeccato udito ÒC chi córro
ario fa e/ reputato dalla chiefa peggio
che paterino- Et quello poco baili dha
uere de&o delle diuerfe fpetie t della co
feifione buone 6C rie j. Perlequali tutte
predette colè Ci con chiude che lauera
confeltione debbe effere (incera ÒC aper
ta conacufarione 6C : fanza excufatione:
ÒC debbe efTere fedele ÒC cóifperanza di
iemiflione fanza difperatione ÒC debbe
eflére con intentione di perfetta emen
da ÒC correzione ÒC debba efTere uolun
tana fàza idugio ÒC coattatione ÒC deb'
beeflèrefàtiffatoriaòC humiLe fàza eia
none ÒC debba ertere pura fanza corrop
ta intentione ÒC debba elfere fecreta la
za ìaclantia òC publicatione »
Comefingularmente abenconfefy
f arfi fiirichiede grande uergogna ÒC con
tritione- Cap • xxxv •
perche fingularmente lauergo/ Vtlf i
gniaòClacontritione lafaualereòC
faza effa laconfef&one e quafi una fauo
la òC una corteccia fanza midolla-Di q/
fta fantta uergogna ÒC contritione ho*
ra alfine in quello capitolo-, alcune au*
tori ta di fatti fugiungo Onde della uer ) { <st+
gogna fantta parlàdo Origene dice co
li-prima opera difalute Gè guardarfi di
fare cofa degna di confeltione :ma fare
pure tali opere che idio leuoglia uede
re : ma pure per che chome huomini
miti
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
alcuna uolea pecchiamo-Lafecoda ope
ra e/ cofa che ci e/nece(Taria Gè uergo/
gniarci SC calare gliochi - Ec fco Ierony
mo dice che fperanza difalute fie quan
do dopo clpeccato feghuica uergognia
Et fcó Gregorio parlando della uergo/
gnia 2tlla madalena dice cofi- Maria ma
dalena per che Guergogniaua delle ma
chic della fua lordura corfe allauarG al
la foncana della mifericordia oche mol
to fi uergogniaua diucderfì lorda den/
tro non ficuro della uergognia difuori
fiche non lafcio per uergognia diuemV
re apiangere nelconuito infra cancan ca
gence- Perlaqual cofa fimoftra che co/
me dice fco Auguftino lauergogna no
debba fignorcggiare Ù che faccia cacere
ina defcriuere ÓC feguire laconfeflìone-
Eccome dice'fcó Bernardo gran pazia
c/di non uergegniarfi dicadere SC dilor
darfi peccàdo 5C uergogniarfi dirileuar
fi confettando- £c cócro aquefto fanno
moki &C molce che fuggono deffere co/
nofciuci ÒC uanno aconfelTarG dilungi
SC confeiTanfi fi uelace&coperce che no
ficonofcono oche peggio&Cdicono ipec
caci ingenerale fàza (coprire lecircuftà
rie uergogno£c fi che fe uengono acon
feiTarfi con dieci peccaci neuanno coun
dia peroche e/ peccaco morcale ano co
fertarfi inceramence 5C dimezare 6C ero/
ore lacófefTione come dice fco Bernar
do:Ma diquefta incegrica della confef
fione direno difocco più pienamence •
Conerò aquefti corali parla fco Augu
ftino nelhbro che fece della penicencia
JiCdice^Voicheperuoinon uifforzace
peccare per uoi «elfi 5C in uoi uiuergo/
gniace peroche lauergognia e/gran par
teSCcagione della remi(fione«Onde per
che lauergognia e/gràde pena cenami
te dobbiamo cenere che chi fiuergogna
per xpo e/degno della mifcricordia di
xpo-Onde non ordino xpo ilfagramen
ro della confezione peche egli non fap
pia ipeccaci noftri fanza noftra confef
fioe: ma ordinollo perche noi ciuergo
gniaifimo ÒCper lauergognia mifericor
dia mcricaflìmo: Siche per quefto fi co
chiude che quegli che fuggono deiTerc
conofeiuci non fono ben pentuci 5C ab
foluci- Aquefti coeali farebbe dapredx
care SCmoftrare che fegli cernono lauer
gogmapreféce bene douerrebbono più
temere lafurura pero che in quello giù
dicio ogni cofa òC colpa fia nuda SC ap/
ta atu&i come moftra iddio quàdodi
ce alpeccacore per Naun propheca io ri
uelero lecua uergognie nella faccia tua
SCmoftcrro allegenri lanudica cua-Ec le
remia propheca conerò aquefti cali di/
ce efieno confufi uehemencemence pe
ro che no péfano dello obbrobrio fem
picerno che mai non uerra meno- Qua
to e deldolore dobbiamo fapere che co
ciofia cofa come dice fco Gregorio lo/
dolore procede dallo amore: u che ran
to duole lhuomo della cofa pduca qua
to lamaua poffeduca-Conchiudefi che
concio fia cofa che fecodo ordine dica
rica più dobbiamo amare iddio c5 noi
ftefli o qualunque alerà creacura SC do/
po iddio più laima che elcorpo o alerà
qualunque cofa più dobbiamo piange
re 5C dolere dhauere perduco idio 5C la/
nima noftra peccàdo che dinullo alerò
danno Onde pero fcó Auguftino biafi
mando 5C deridendo lodolore elpianto
che fifa 4C moftra per lamore corpora/
le degli amici SC deparéti dice cofi- Ho
ra hai tu pietà o nulla o fede o/xpiano
eh piangi elcorpo ode fe partita laia &C
no piangi lanima onde e/parti to idio •
Et poi fubgiugne- Veramente e/quella
che non fi teme cioè partimcnto didio
dellanima «Et gche molti fifeufano cf>
hàno elcapo duro ÒC non poiTono pian
gere fuggiugne 5C dice • Sappia che col
pabil mente e/duro&Cduramente colpa
bile colui eh piagne òcUchryma lamor
te del parente fuo K non piagne lamor
te dellanima fua- Perle qli parole uuole
cóchiudere che ìldolore della cótritióe
debbe excedere ogni altro dolore tem/
porale fiC corporale-Onde p uerita qfto
dolore non tipuo porre fimiglieza per
fe&arma tu&auia fene pongono alai/
ne fimihtudine:come e/del dolore del
la morte dello unigenito & come e/del
dolore delparco- Quanto alprimo dice
leremia alpeccatore luéiù unigeniti fac
nbi amarum plantum- Quanto alfeco
do dice ilpfalmifta ibi cioè nelcuore co
trito dolores ut parturientis-Sopra al/
laquale parola dice feo Gregorio cB co
uenientemente lodolore delparto in pe
ro che come nelparto fimette fuori co/
dolore quello che Ci concepette co amo
re«Cofi ilpeccatore contrito getta fuo/
ri perla confefTione quello che male co
cepette condileéìo 6C conamore- Et fo/
pra aqlla parola delpfalmifta p laqua/
le dice cibabis nos pane lachrymarum
Kpotum dabis nobis i lachrymis 1 me
fura-dice che ciò uuol dire che fecondo
lamifura della colpa bL deldanno deb/
baelTerelamifuraòClaquahca deidolo
re 6C delpiato:bene e/ uero che qfta pa
rola polfiamo intendere SC confiderare
che quefto pianto ÒC dolore non confu
ma :ma nutrica lanima 5C diletta come
ileorpo fi nutrica delmangiare &C delbe
re:che fe quefto no fulTe ogniuno mor
rebbe 6C fi confumerebbe inquefto pia
to<Ma come dec&o e/lomifericordio/
fo idio mefcola tata dolceza difperàza
dhauere mifericordia 6C della pace che
lanima fene fente fare ÒCriceuere co dio
che più fidilefta piangendo per contri
tione che non fa mangiando o beendo
corporalmente - Onde pero dice fàfto
Gregorio che poi che per lunga amari
radine didolore larugginedelpeccato e
purgata nafee 5C uiene nellanima una
fidàza dhauere pace 5C mifericordia la
quale mirabilmente laconforta & dile
d:a- Et quefto affai chiaramente lopfal
mifta uuole moftrare quàdo dice - Se/
cundum multitudinem dolorum meo
rum in corde meo confolationes tue le
tificaucrunt animarn meà-Et coli Ezec
chia Re come narra Ifaia poi che heb/
be pianto ilfuo peccato fentendofi da/
dio exaudito diffe :Ecce in pace amari/
tudo mea amanffima 6C c-Hor di qua
fta materia affai altre autorità potre/
mo porre 5Cexporre:ma chi ilfente per
experientia fanza altra fcriptura ne cer
to 6C chi non lofence no melo credereb
be leggiermente p lefcripture:peroche
duracofa pare adire che pianto fia dile
éto« Et pero accio prouare altre fcriptu
re non mipare dallegare : ma parmi da
pregare che idio lofaccia prouare òefen
tire a chi no lha prouato SC no locrcde-
Et in quefto dolore principalmente co
Gfte lauirtu ÒC Iefficacia della penitétia
difuora fubitamence furono giuftifica
ti -Ecpcrqueftadicefcó IeronymocB
apodio non caco uale mifura diccmpo
cioè dilungo répo fare penicécia quàco
mifura didolore ne abftinencia caco di
cibi quanco mortificacione deuiti ÒC de
defiderii equali fimomficào colcoltel/
10 deldolore • Di quefta maceria moki
exépli fipongono 6C cruouano in uica
pacrum ÒC inaltre leggende di Taifi me
recrice ÒC di fcà pelagia defta marghari
ca ÒC di maria degipto ÒC delle alcre me
rccnceòC dimoici micidi/liòC ladroni iq
11 òC lequali fubicamence per dolorofo
pianco della fan<5ta concncione furono
lauati ÒC modi ÒC giuftificaci come mo
fìra Dauid quando dice- Afperges me
domine yfopo cioè damaritudine mun
dabor lauabis me cioè dilachryme òcfu
per niuemdealbabor«Ee pero anche di
ce- Cor contricum 6C humiliacum deus
non defpicies ÒC c- Ma diqfta uircu del
la contnrione òC della penicencia dire/
mo difofto più pienamence- Ec quefto
dolore debba effere uniuerfale cioè do
gnipeccacomorrale come ilpfalmifta
molerà quando dice- lauabo perfingu/
las no&es cioè perfinguli peccaci leftu
meum lachrymis meis ftracum meura
rigabo-Ec anche quàdo dice exicus aq/
rum deduxerunc oculi mei quia no cu
ftodierunc legem tua- Ec Icremia quan
do dice diuifiones aquari! deduxerunc
oculi mei-Perlequali cufte parole no fi
uuoie cóchiudere altro fe no che lhuo/
mo abbondantemente ÒC fingularmen
te debba piagnere ognipeccaco graue
fiC ciafcuno fecondo ilfuo grado come
ueggiamo fecondo ilmondo che lhuo
mo ogni fua morte ÒC altro male fecon
do la fua graueza ÒC danno che glipare
riceuere-Ec quefto e/ conerò amolti ÒC
molte che alcuni peccaci uergognofi òC
che tornino loro adifonore piangono:
ma dicerti alcri che fono maggiori non
folaméce no Gdolgono come e/ dhaue
re hauuci cerei hononóCcerci uffici dha
uere fadle cerse uendede oricoperce cer
te loro uergognie o delTere campaci di
cerei danni quancunque grandi ÒC gra/
ui ÒCfpergiuri omicidi o malefici ÒC per
alcri qualunque modi ÒC quàcunque da
ni o fcandoli altrui commetti fieno- Ec
pero e molco neceilario aciafeuno dipe
fare ÒC dipefare ÒC aogni predicacore di
fegnare ÒC dimoftrare lagraueza ÒC la
differaia depeccaci fiche ciafeunofipia
ga fecocta ilgrado ÒC ilpefo fuo- Che g
cerco dobbiamo tenere cf5 comuneme
te parlando ipeccaci fpiricuali come fu
perbia ÒC inuidiaòC alcri fimili fono ma
gibri che ecorporali- Et quefto chiara /•
méte uuole moftrare feo Gregorio qua
do parla delpeccatoòC delcadimento di
Dauid dice che g cerco molco maggior
peccato e/eciamdio laocculca fuperbia
elicila manifefta luxuria-Ec pero uuole
ccnchiudere che idio lolafcio cadere!
luxuria gcurarlo della fuperbia ÒC que/
fto uuole dire efr curo ilmaggiore uicio
colminore-Eccofifco Auguftinodicc
che afuperbie/utile accadere in alai/
nopubhco peccacoòC laido peccaco g
loquale Gdifpiaccono 1 quali prima pia
cendofi più adio difpiaccono • Ec pone
dicio exemplo di feo Piero ÒC dice che
f co Piero meglio 0 difpiacque quando
9
1
e
C
cadde che non piacque jquando prefun
Te cioè che finputo • Et pero uuol dire
cB xpo lolafcarte cadere nelpeccato del
la negatione perche firicognofcerte ÒC
agliaìcri peccatori piecade fapere hauef
fe-Hor quefto fia detto diribalzorma
non fanza grande cagione pero che uo
glio cóchiudere che pochi tono quegli
che fidolgono ÒC piangono dogni pec/
caco fecondo lagraueza ÒC ilgrado dica
feuno- Debba anche lodolore della co/
tneione excedere lodolore dedàni mon
dani inquantita peroche dedanni 6Cma
li fecondo ilmondo non fipuo ne deb/
be fempre dolere perche confumereb/
be ìlcorpoòClanimaòC molti nefono già
morti - Ma quefto dolore quanto lhuo
mo più crefee incognofcimentoòC amo
re più crefee fecondo quel detto di Sa
lomone elquale diceche accui crefcie
fcientia crefee dolore :come ueggiamo
pur fecondo ilmondo che ilfanciulloK
loftolto che non cognofeeifono no pia
gono:ma ridédo demali- Et qfto uuole
moftrare xpo quando piangédo fopra
ierufalem dilTe-Se tu cognofcertutupià
gerefticomefoio-Perlequali tutte co
le uoglio conchiudere che chi bene co
nofcelTe ÒC penfafle che cofa e/ dàno ÒC
hauere offefo ÒC pduto idio fempre ne
plagerebbe ÒC harebbe dolore come ha
ueua ìlpfalmifta ilquale diceua • Ecce 1
flagella paratus fum ÒC dolor meus in
confpettu meo femper-Et quefto dolo
re Gipuo continuare perche come detto
ecidio uimefcola tanta dolceza che no
confuma:ma conforta ilcorpoòC lani/
ma- Non dice pero che lhuomo debba
ne porta fempre dolere:madicochefé
pre quanto piuprefee ìamore didio più
ghdebba lafua inguria difpiacere fiche
percerto dobbiamo tenere che quante
uolce lhuomo firecha amemona ìlfuo
peccato con piacere ÒC diletto fempre
nuouamence pecca mortalmente • Et j>
quefto nfpetto come già dirti dice feo
Auguftino che penitentia certa non fa
fe non odio delpeccato cóamoie didio
Cioè uuol dire che lhuomo { perlogran
de amore didio uieneòCcirefce iodio del
peccato-Et pergh predetti rifpetti que
Ito dolore fichiama cotritione peroche
pare che fia quafi un magio che ropa
ÒC minuzi ìlcuore òC un coltello che ta/
glia minuto come moftra Joel prophe
ta quado dice feindite corda ueltra ÒC c
Cioè (tracciate ecuori ÒC nó eueftimeii
ti Et po fcó Auguftino uolcndo expor
re quefto uocabolo penitentia dice che
penitétia e/odio delpeccato ÒC e una ué
detta dellhuomo cótro a fe ftciTo che
punifee 5C piagne limale cómeiTo-On/
de penitente fidice che uiene .adire pc/
na tenere fiche jquello peruerita rfipuo
dire che fa penitenza loqualc fempre fi
duolejdhaucre contro adio fatto offefa
della uirtu dellaquale penitentia parla
do feo Iohàni bocca doro idice che nul
la cofa cofi conuince ÒC reconciha lani
ma adio come le lachryme lequali prò
cedono daldolore delpeccato ÒC dello
amore della uirtu- Et fcó Y fiderò dice
che contritione e/undolore affunto uo
luutariamente pergli peccati cópropo
nimento dipiu non peccare ilquale do
lore dice che purga lanima come lame
dicina amara ìlcorpo ÒC allumina ÒC di
fchiarailcuorecome locollirio glioo
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
chi infermi ÒC pacifica ÒCfana lanimaòC
toglie ogni difeso» Ec perquefto rifpe
Ao di/Te un fco padre che più glipiace
ua lhuomodopo ilpeccato ben penice/
te che huomo che ne peccato ne penice
tia non cognofcefle-auenga che quefto
detto fia cracco diquella parola dixpo
perlaquale di(Te che gaudio e/agli àge
li dicielo duno peccacore che faccia pe
nicencia più che dinouàncanoue giuiti
che non hanno bifognio dipenitentia«
Perlaqle parola uuol dire xpo che più
glipiace uno peccatore ben penitéce cB
uno tiepido ÒC negligente giufto-Eo aq
fto modo finccnde quel prouerbio di
Salomone gloquale dice che e/meglio
lainiquita diluirò che labota della mu
liere-Intendendo per quefto uocabolo
uir lhuomo loquale ualentemence do/
po ilpeccato relurge ÒC lamuliere laper
Iona molle ÒCtiepida nella fua giuftitia
Diquefto dolore parlando fcó Bernar
do dice che debba efTere acerbo penfan
do cB habbiào offefo ilpiiftimo redép
core elquale delfuo preciofo fanguc ci
lauo ÒC ricompero ÒC noi àche tutto di
locrucifigiamo dacapo cioè ricadendo
nepeccati perliquali lui leuare fu cruc
fixo^Perlequali tutte cofe uoglio con/
chiudere che come dice fco Gregorio
lauoce della conditone e bifognio che
ildolore apra ÒC inuoui- Et quefto e/co
tto alquanti equali epeccati loro narra
no ridédo ÒC fanza dolore come fe nar/
radino altre nouelle-Et pero come dice
fcó Auguftino c/bifognio cB lhuomo
moftri contro a fe in quefto atto della
confefl&one molti grandi crudelita ficS
giudicato dafe no £ia poi giudicato da
dio-Er pero cofiglia ÒC dice cofi-Saglia
lhuomo cotro ale ifullo tribunale cioè
infulla cathedra della mente fua ÒC co/
ftituifca fe dinanzi afe come dinàzi au
naltro giudice- Et cofi conftituito ÒC or
dinato ìlgiudicio facciafi inanzi lacogi
catione ÒC accufi lacofcientia renda late
ftimonanza lotimore leghi ÒC ildolore
quafi come carnefice ÒC giufticiere ÒC g
cuota ÒC tagli fiche delcuore ferito ÒCco
trito efce quafi junfangue delpenitente
cioè dolorofe lachryme delpeccatore
confitente- Et allultimo fidia fencentia
che fia priuato atempo della participi
rione delcorpo ÒCdel fangue di xpo:fi/
che poi recociliato j degnamente lopof
fa prehendere:pero che comunicare in
peccato mortale come già difopra dice
mo e^demaggiori peccati delmodo-Ec
dijCheòCdiquàte cofe lhuomo debba do
lere cinfegnaòCmoftra fco Auguftino
ÒC dice COU- Confideri lhuomo laquali
ta delfuo peccato inluogo ÒC tempo ÒC
nella perfeueràtiaòC nelle multiplice ex
cufatioe deluitio òC dogliafi ilpeccato/
renonfolamente che pecco maetiam
dio che diuirtu fipriuoe » Et cofi fidol
ga dello fcadolo cB ha dato alproximo
perlo fuo exemplo ÒC nella; tnftitia che
die abuoniòCG dello exéplo che die arei
perloqualegliconfermoenel maleoue
glicondulTe-Et fco Yfidero dice lamari
tudine della penitentia fa Mima lifuoi
fatti ÒC mali fottilmente penfare ÒC àcB
lofa recogitare ebenifici didio equali di
fpregioe ÒC inducelo apianto<Ondo per
certo mal fegno e/cognofcere lacolpaòC
non dolerfene peroche come dice fatto
Bernardo ilmembro che non fentedo
lorc c fegno che e Cecco òclonfcrmo che
non ficonofce e^ipeiTimoòC pericololo
ftato-Infóma adunque uoglio dire che
| ^ t\ ìlpeccaro debba hauere doppio piato
cioè delmale che comifTe co lofcadolo
che nefeie ÒC delbenc ìlquale lafcioe cB
era tenuto difare: fiche folo quello fa
degnia penitécia ìlquale fi piagne lima
le commeiTo che altutto dicermina di
mai più non cómettere- Diquefta córri
none ÒC computionc molto propriamé
te parla fcó Gregorio exponendo quel
la parola di Job per laquale dice confa
bulabor cum amaritudine anime mee-
Sopra laquale parola dice che lamari/
tudinc della contrmone alla mente uer
gognofa dcllhuomo importunamente
limpruoucra hor cbenifici riceuuti hor
emali comcffi cioè che ìdio ggraria le^
creoeòCdotoe diragioneòC chiamollo
difingulare uocatione ÒC egli uolcdo ui
uere come beftia perdette-laimmagire
fua ÒC no uolfe feguitare lafua uoce ne
correggerà per fua flageli-Et poi dopo
molte cofe cóchiude che lamaritudwe
della anima ha incuore contrito una li
gua laquale loriprehende & taglia per
mirabile modo-lnfomma adunque uo
glio dire che come dice feo Iohàni boc
ca doro niuno rimedio fi truoua tale af
fanarelanima inferma come continua
centrinone depeccati: ne niuno cor
fi grande incitamento auirtu come la*
recordatione depreteriti peccati - Et go
fubgiugne 6C dice • Ricordati adunque
o huomo delpeccato tuo ÒC uergognati
nelcofpetto dello idio tuo-òcHorigene
dice che quanto più Gamo contriti tan
to più fifpengono ÒC relaxano ipeccati
noflri-Et cofi feo Ambruogio parlàdo
dello efetto della computione dice che
lhuomo cotnto ciò che ode o uede giù
dica che fia detto ÒC fatto contro ale g
lifuoi peccatiòC pargli che ogniuno lo/
debba gurdare ÒC notare come pelTimo
peccatore^Et pero conchiude che que/
gli che no fentono quefto dolore lono
quafi difperati ÒC coli quiui e/fenamé
to didolore òefegnio diuita- Altri diuer
fi detti difantti potremo qui porre aco
mendare ìlpianto della conrntione le*
quali lafcio per non elTere troppo prò*
hxo fiche per quegli che fono detti òC
per quegli che io lafcio uoglio conchm
dere che lacontritione fola abfolue pur
ga ÒC illumina ÒC pacifica lanima ÒC Lin
za eiTa ogni cófeffcone e/uana ÒC ùàtw
tile-
d Ditre altre buone coditioni che deb
bd hauere laconfeffione cioè che debbe
effere frequente ÒC accelerata ÒC intera*
Capitulo- xxxv-
¥^ Ora refla diuedere ditre altre buò
f -ne conditioni che debba hauere la
confezione lacontritione cioè che deb
ba elTere fatta frequenteméte cioè fj.ef " . Jtnw Ih &s*fi>
fo debbafi fare tofto ÒC fanza indugio:
ÒC debba elTere intera ÒC fanza diminuì
rione fiche non folamente tutti epecca
ti :ma etiamdio tutte lecircuftanrie gra»
ui fidicono apertamente - Dico prima
clie debba efTere frequéte cioè che ihuo
mo fpeflfo ficófeifi-che cócioÙacofa cB
pochi fieno quegli che ben ficonfelTa/
no fecondo elmedo difopra detto cice
coquello dolore ÒC cóquella uergogna
che ficonuiene ÒC fecondo lecircufìan/
tic che difetto direno :moko e utile co
. 0
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
fetfarfi apiu 4C più uolce acioche alme/
no infra lemoltc uolrc alcuna nefia ben
fa&a 6C anche gche come dice fcó Au/
guftino quanto più SC apiu lhuomo g
luo difedtoòC per farli uergognia fi con
feiTa più ficonfeguita 5C menta ladiui/
na mifericordia < bene e/uero che ique
fto cafo firichiede grà difcrecione cioè
che lhuomo no troppo firiuolti pelcuo
re 6C per labocca epeccati difoneftì fi g
guardia dife che non uifi diledh &C fi g
lo confefTore che non ne cagia imperi/
colo -Et pero per quefto rifpedo &Cper
altri molti che come dice lco Augufti
no delpeccatore elquale cerca miferi/
cordia elegere facerdote àCconfefTore di
fanfta ulta elquale fappia legare 6C fcio
re SC habia fufficiéte audtorita fiche po
gnamo che fecódo un dedlo JC una ufà
za comune lhuomo fidebba confeffare
alproprio facerdote pur niente dimeno
quando uede che elfuo facerdote no ha
uita ne fàctìta fufficiéte debba dallui o
dalmagiore proccurare licétia diconfef
farfi da altri confeitori fufficienti - Et g
chediqueftaauftorita lhuomo alcuna
uolta puoSC fuole dubitare buonoòCuti
le che dichiari 6C alcuna uolta almeno
i cafo dinecefTira dimorte SC dipericolo
fi confefli generalmente daperfona che
per certo lopoffa abfoluere laquale ait
ftorita perlaignorantia defacerdoti par
rochiali lachiefe ha conceduto acerti re
ligiofi'Chefenoiuegiamo che lhuo/
mo perle infermità delcorpo cerca mi/
gliori medici che può molto più debba
fare quefto perla infermità dellanima
ancB perche fpefTo lhuomo cade tofto
Cìdebba confortare fiche ilpeccaco non
gli ìuechi adofTaEt pero feguita come
difopra proponemo laconfeflìone deb
ba effere fa èia tofto fanza iudugio • Ec
quefto polliamo dire che c/per quatro
ragioni- Laprima fie pero che felpecca/
to muechia SC tofto non fichaccia inco
tanente come dice feo Gregorio tira 6C
induce allaltro fiche multiplicati epec/
cati lacouerfione e/piu dificile«Che co
ciò fia cofa che peccare fia dadio allun
garfi ÓCfia lordarfiòC dimal pefo caricar
li conchiudefi che quanto lhuomo più
nelpeccato perfeuera &C dimora tato e/
più graue 5C dificile ilritornare &C dipo
lare ilpefo 5C lauare lacofciétia delle fo
zure inuechiate-Et pero dice idio per le
remia acerti peccatori - Come non può
loeriopio nero mutare lapelle fua ÒC lo
leopardo lauarieta della pelle fua*Cofi
uoi no potrete imprehendere affare be/
ne hauendo imprefo lufo delmale . Ec
qfto itendimento dice un philofopho
che dificilmente firicidono cuitii equa
li crefeono con noi- Anzi come dice Sa
lomonelimpio poichee/uenutofiCca
duto Iprofódo demali fidifpregia idio
8C fe ftetfo ÒC faccialo òcfaccia fiche que
fti tali uiuono :ÒC muoiono difperati •
Lafeconda ragione perche lhuomo fi/
debba tofto confeflare fi e/perche ftan
do in peccato fi fiperde ogni bene *che
fa&C fare potrebbe pero che niuno bene
gliuale a merito diuita edema laquale
cofa no e/piccol danno pero che come
dice feo Auguftino non fi uiue unirne
te ìquefto tempo fe non per guadagna
re merito per loquale fiuiua inedlerno
fanza tépo pogniamo adùque che lhuo
mo altre uolte non facefle peccato pur
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
ne
:b
Et H
t*
:o
SC
o
in
ir
il
?/
o
b
k
o
o
fi
!C
a
* i? ■ \
per no far bene e degnio della dannano
ne go che come diiTe xpo ogni albero
che non fa frutto buono fia tagliato &C
meffo alfuoco- Laterza cofa che debba
iducereaconfeffarfifie maximamente
hkertitudine dellhora della merce che
cocio fia cofa ct5 come diffe xpo noi no
Capiamo ildi nellhora dobbiamo come
egli cicofjglia ftare femp apparecchiaci
fiche lamorce no cicoglia in male ftato
& meni aliamone feconda-Er pero dice
feo Auguftinoche ftoltacofaeuiuere
iqllo ftaco nelquale Ihuomo no uolffe
morire-Er pero àche dice no debba cura
re Ihuomo ìlqle per neceffica dtbbe pur
morire come ÒC quàdo muoia :ma mo/
redo doue neuada iicf5 uuol dire efi de b
ba fi ben uiuerc che lamorte locolga in
buono ftaco pero che come dille Icó p
fpero no e darepucare mala morte qua
do buona uica pcede- Hor diquefta ma
teria affai audroricadi 5C exempli pocre
mo porre amoftrare laftolcitia di qgli
che u promettono lunga uica SCaqucfta
fpcràza ftàno nelpeccato SCpoi lamorte
glicoglie iprouiG fiche come diffe Ezes
chia Re quàdo Yfaia glidiffe da parte
di dio che doueua morire -Latela della
ulta tua fpeffe uolte e fuccifa g morte I
fullordine cioè métre Ihuomo ipone 6C
crefeie corporalmente :ma pche qfto tu
&o di fiuede g experiétia no mi excédo
altre cofe fenuere p qfto puare-Laquar
ta cofa che debba inducere atofto cófef
farli fieapéfarecB lagratia comunemé
te uié meno alla morte a qgli equali la/
difpregiào métre che uiuono«Onde po
diffe feo Gregorio che qfta fentétia ma
da idio alpeccacore cice che nó firicor/
da dife fteffo morédo poi che di dio no
fi uolfe ricordare ne colui accordare ui
uédo-Mirabil ftoltitia iuerira e qfta fez
minare opere degne diraòC credere ricor
re gratia ÒCandare arieto òefugire da dio
&Ciun pùco credere fi effer giutoòCtorna
to- Bifognio e adùq che come dice feo
Paulo Ihuomo ricolga diqllo che femi
na 5C chi fifa beffe di dio cioè che nollo
uuole udire idionó ode lui quàdo egli
morédo grida allui-Et qfto moftra egli
chiaraméte quàdo dice ne puerbi :Io ui
chimaiSCuoi mirifiutafti&io ftefi lcma
niSCuoi no miguardaftirdifpgafti ogni
mio cófiglio SC ogni mio ripi t hédimé/
to:6C pero io mifaro beffe di uoi quàdo
uoi gnderrete a me nelpùto della mor/
re ÒC della repentina calamita- Diquefta
materia affai exempli potremo porre a Z/tMI*
moftrare come idio giudica quelli tali-
Ma demolti alcuni molto a breuiato ne
pogo-Come e qllo che narra fcó Grego
rio di Grifario padre dù fuo monacho
che haueua nome Maximo-quefto dice
pche nó ficófcffo altépo difanita infer/
màdo poi fubitaméte ragrauo 5C fétédo
fi quafi obduratogndaua adedto Maxi
mo fuo figluolo che uera uenuto g con
fortarlo SC diceua Maximo corri Maxi
mo riceuimi nella fede tua-Et in quefto
uedendo edemoni che egli uoleuano ra
pire lanima in comincio a impaurire
ÒC uoltarfi hora almuro hora fotto el/
copertoio hor dallun lato hor dallo al/
rro-Et uedendo che idemoni pur louo/
leuanoprehendere incomincio agrida
re JC dire-O in dugio infino adomene
O indugio infino adomane « Et coli
gridando egli rendette lanima agli de/
ni
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
moni fiche come dice qui feo Gregorio
perche egli non exaudi ne udì idio che
lhaueua molto cépo chiamato idio no
uolfe udire lui nedargli idugio che egli
adomandaua«Cofi narra fcó Beda dun
caualiere delre danglia-Ilquale effondo
infermo ilrelomfito ÒC conforto a con
fertarfi-Etrifpondendo quello che non
fifentiua graue ÒC che ben credeua ci/
pare fiche non fiuoleua cofefTare allho
ra fubitamente ragrauo ÒC fentiflì obfti
nato-Et ciò uedendoil re anche louifito
ÒC confortollo che pur ficonfeflafe. Al/
quale egli nfpofe che era troppo tardi
SC che egli non fipoceua pcntere ÒC difle
gli come moltitudine didcmoni gliero
no dintorno ÒC fegauollo cominciando
dalcapo-Infegno della qual cofa che la
furte uera ftando un poco grido ÒC dille
horfonoalcuore:ÒC cofi dicendo nàdo
con quelli demoni a chi feruiro haueua
Legefi anche dun grande auochato che
infermando SC non curando dicófeffar/
fi tofto fubitamente ragrauo ÒC entro i
fantafia cioè mfarnetico ÒC faccendo ifi
gluoli uenire ilprete che loconfefTaffeòC
comunicale ilprete parcdogli come era
fuori difenno non gli uoleua dare ìlcor
po di xpo- Allhora efigliuoli uolédo fa
re tornare infe fi lochiamauono ÒC dice
uano che adorafleSC riceuelTe ilfignore
Aquali egli rifpefe cofi alieno- Veggia
£i per ragione fe io lodebbo preludere*
Et reputandoti efighuoli uituperatife
egli cofi monde fanza penitentia pure
lomoleftauano ÒC fcrollauano dicendo
che pure er* ragionouole che egli lopre
hédefTe* Della moleftia dequali quegli
attediato gridò òC dirtelo appello dai
queftamanifeftagrauezache mifateòC
cofi appellàdo mori ÒC ilprete torno col
corpo dixpo adrieto-Siche qfto mifero
ilqle haueua forfè allecorti fpeflò apel/
lato in dàno altrui apello allhora i fuo
danno* Altri molti cxépli diquefta ma
teria fitruouano iquali lafcio per no ef
fere troppo prolixo ÒC perche quefto tu
dio di fiuede per expenétia cioè che chi
mal uiue mal muore SC che chi fifabef
fe di dio mentre che uiue idio fifa beffe
dilui mentre che muore:cioe che no gli
da gratia diben penterfi ÒC dipoterfi co
feflare-Comeaduénede Sau delquale
dice fcó Paulo che non trouo luogo di
penitentia pogniamo che co lachryme
ladomandalTe-Perlcquali tu#e cofe ci^
conforta fcó Paulo ariceuereòCadoman
dare lagratia didio mctre che tépo qua
do dice horramur uos ne iuacuum gra
tiam dei recipiatis ÒC-c-Et pero fubgiu/
gnc-Ecce nunc tempus acceptabile ecce
nunc dies falucis ÒC-oEt pero anche di/
ce dum tempus habemus operemur bo
num.Fa anche gran pazia chi findugia
aconfelTare pero che perde ilmerito del
la uergognia ÒC della confef&one laqua
le non e piccola ÒC ilcófiglio ÒC ilfru&o
della oratione delconfeiToro che debba
pregare per lui ÒC almeno come difopra
e/declo no potédo fare lapenitétia code
gnia l qfta uita ne ua afarla nellaltra la
qle ifmifurataméte e più graue àcf5 che
allamorte lhuoo no fipofla bé cofeiTare
moftra feo Ieronymo ÒC dice-qn lhuo/
mo e grauato didolori difermita non
può qti daltro pefare peroche quiui ua
laitctione doue e ildolore ÒC come dice
feo Auguftino iqlpùto ildolore aflige
c
1
>
>
il
f
1
i
f
e
i
S
e
i
z
/
1
i
e
/
a
1
a
a
a
e
a
e
e
ti
a
e
e
ilcimore della morte fpauenta lamore
della moglie SC defigluoli follecita tC
fpcifeuoltecótendono della roba achi
debbe rimanere- Edemoni loconbatto/
no SC inducono a difperatione k fiche di
fiale cofa e che lhuomo peccatore in ql
punto ÒCI quel cafobcfipolTa ricorreg
gere pétere ÒCcofeiTare: fiche trillo achi
aquel punto {indugia- Et pogniamo cr>
dakhuni fi truoui cfì idio die loro buo
na fOBi come fu alladrone della croce
altri fnóki non e/pero quello darrcca /
reinexéplo comune :pero che come di
ce fco Ieronymo ipreuilegi depochi no
fànó legge comune - Molte altre cole di
re fipotiebbono amoftrare ilgicolo di'
quello indugio còme maximamence e
ilpericolo deldimécicare epeccati equa ✓
li tù<fli chiaramente fiamo tenutidico
feffare SCildiauolo fépre aql puro rrtaxi
maméte ciproccura di torre (Illa mrtno
ria ÒC dura cofa e l qllo bneue & amaro
pùto ricordarfi diru&i emali antichi 5C
potergli ben confettare- Ma auenga che
tufti eprede<fri pericoli non fuffono pu
re fconucneuole cofa SC iniqua e/no ì ìf
pondcre SCnó tornare albenignio figno
re noftro elquale cofi follecitamente ci
chiama SCbenigniarnente afpe&a-lacui
benignità come dicfc fanfto Paulo più
cidebba inducerc a penitentia che niu/
na altra paura O/fperanzà- Et pero dice
£c5 Gregorio doueremo almeno uergo
gniarci della benignità delfignore che
ci chiama pogniamo che lagiuftitia te/
mere non uolef&mo laquale cotàto ma
giore improbità fidifpregia quàtoegli
nedendofi pur dispregiare anche pur ci
chiama-Ec quello poco badi haucre de
do a moftrate che laconfélTione fideb/
ba fare felinamente: &C fanza indugio-
Onde pogniamo che lachiefa ordini pc
negligenti che almeno una uolca lanno
lhuomo ficófelli 6C comunichi no fi ex
elude go che chi nha bifògrrio più fpef
fo non fi debba confeffare più fpeflb fi
che uoglio dire che alp^ricólo 5C alla in
fermita delpeccato e a iouenire più to/
fio che apencolo difuoco o daqualùqj
infermità- Per lequali parole fi conchiu
de che molto fanno amie quegli che no
folamente ecorpi lora:ma etiadio lebe
die proccurano ditello far curare gche
non pegiorinoòCdiracconciare leuaia K
lemaifen tie perche troppo non figuafti
no5Cdifouenire allanirna in ferma no fi
curano anzi indugiono tato che poi co
me dedo e/ ben fouenire no lopoflono
fi che perecrto e uero qllo che dice Se/
neca cioè che niuna cofa é/.alhuomo
pm mie che fe medefimo-Et quello m*
defimo uuole moftrare fan&o Augu/
(lino quàdo ri preludendo ^peccatore
che non fi uuole lauare ÒCmondare con
feffàdo dice cofi*Qual cofa e o huomò
che tu non uoglia hauerfc buona tnulla
certo cioè che uuoi hauere buone calze
buone fcarpétte buon pane buon uinq»
Ma folo lauka uuoi hauere ria -Et pero
fubgiugne priegoti inanzi ponilauita
tua alla calza tua-onde pero fubgiiigné
grà carità e quella che uuG4(haittete bup
ne cofeòCtu uuoi elTere ù rio «SicB uuoi
dire che offrii altra cofa aCmafleritia dir
dia lhuomo di tollo lauare iCraccóciarc
faluo che lanimaòCp qftorifpeftoàche»
riprefe folo ipJiarifei eqh loriprehéde^
uào che haueua curato, ùa ifermailfabx
n u
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Central
toSC diffe loro quale e/diuoi non caua I
continente ilbue SC Ialino feglie caduco
nella folla eldi delfabaco SCpero cochiu
de che molto più egli doueua curare ql
la inuafata SCnon indugiare quantunqj
fufTefabato-Perlequali tufte cofeuo*
gliocochiudereche lhuomo e/tenuto
igrauc peccato più tofto che può fe for
fe già non indugiale g hauerepiuido
neo confertbrc in cafo che allhora haue
re no lo poteili eflendo allhora niente/
dimeno pertu&o difpofto a confettar
fi più tolto che cóuenientemente fi po
teife- Allultimo diquefto capitulo dico
che laconfeltione debba etfere intera fi
che amalitia no fidiuida a diuerfi facer
doti:maaunofolofidicono tudi epec
cati in quàto fare SC ricordare fipuo dal
peccatore -Et diqfto mipare che £ia de/
ito difopra moftrando che ilpeccatore
non fidebba excufare:ma accufare con
odio dife come filaméta lhuomo dichi
lha offefo ragrauàdo loffefa contuse le
, > orcunftantie che può -Et quanto e/del
le cireunftantie delpeccato fcó Toma/
fo dottore dice che fono odio cioè che
ilpeccatore debba dire chi egli e quanto
alfuo ftato che ha fadto SC lagraueza SC
fpetie delpeccato: in che luogo :8Cquale
aiuco:perche :quàte uolte:come:SCquà
do«Et diquefte fi pongono dua tali uer
fi- Quis quid ubi quibus auxiliis. Cur
quotiés quo modo quàdo-Quibus ob/
fernet anima medicamia dado ciò uuol
dire che ìlmedico della ànima cioè ìlfa
cerdotedebbaiueftigare ilpeccatore di
dirj? chi egli e/cioe quàto alfuo ftato fe
e/chenco o /laico SC in che grado diche
ricato 6Cduficio:peroche come dice feo
Gregorio ilgrado dello ftato ragraua il
peccato- Siche magior peccato e limale
in uno religiofo che in uno fecolare-Ec
coÙ nepeccati carnali pegio fa fe pecca
lauirgme o lamantata cB lalibera femi
na SC comune. Et cofi per ogni altro mo
do lhuomo debba ragrauare ìlfuo pec/
cato dichino elfuo ftato O/quanto allu
ficio o/quanto allordine o/quanto alia
feientia SC g ogni altro modo - Lafccon
da circunftantia fie che debba dire chia
ro SCaperto SCfpecificare ilpeccato I par
ticulare fiche non bafta dire io ho pec/
cato inluxuria o io ho daltrui o io ho g
coito ilproximo: ma couegli direilgra
do SC lafpetie delpeccato cioè quanto a
peccati carnali debba dire fe fe opera di
iogdomia SCcofi deghaltri-Et cofi fe of
fefe ilproximo debba diie 1 che cafo fu
loffefa fecondo laqualica dello offefoSC
laquatita SC laquali ta dclmale che ghfe
ce&C cofi fe ha dello altrui debba due fe
lha p giuoco o p furto o per rapina o g
efi modoSCcofi dogni altro peccato deb
ba dire chiaroSCapto limale có ogni ma
le fcàdolo che nula o ufeire ne potè SC
che egli ItefeSCdefidero cF> nufciileSC co
fi debba dire laqlita della pfona offefa
laqle offefe colaqle pecco ciò efe e piato
o cherico o paréte o 1 che grado eilato
SCcofi p ogni modo cf> può ragrauare il
peccatoSClafua colpa- Laterza circùftà/
tia e ubi cioè delluogo perocB ogni pec
cato e più graue fado ìpublicq di^ìnfe
creto pio fcàdolo c5 ne può ufeire o/fe
guireSCcofi e magior fadto iluogo ùcxo
che i luogo comue gefi e SCpare cpnicf
fo copiu baidàzaSCcópiu difpe&o didip
6C diqfto affai e detìo difopsa qn paria
Kob.
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
>
i
;
>
>
>
i
C
e
>
f
?
I
k
mo delluogo della oratione cioè come
fidebba hauere ireuerétia eltépio di dio
Et pero xpo molta indegniatione mo/
ftro contro aquegli che ucndcuano ÒC
comperauano neltempio dicendo- Do /
mus mea domus orationis uocabitur
uos antem feciftis illam fpeluncam la/
cronum òC-c «Siche percerto laluxuriaòC
rapinaòCogni altra uanitaòCcolpa e/piu
graue fe ficommedle I luogo diputato
alferuigio didio che in altro luogo- La /
quarta circuftàtia fie cioè che debba di
re ilpeccatore fe perfornire ilfuo peccai
to cercoe o hebbe aiuto daltruiòCdaquà
ti ÒC daquali come ueggiamo che gfare
una uédefta Ih uomo cerca molti cópa/
gni per aiutoSCcofi g fornire una luxu/
ria lhuomo nembaftia altre perfone di
mezo:ÒC cofi afare una pda ÒCaltri mali
lhuomo cerca ÒC proccura cópagniÒCe
cagione dimolti peccati altrui equali di
rimbalzo fono fuoi gche ne fu cagione
Et quefti fichiamono peccati alieni de/
quali Dauid domàda mifcricordia dice
do ab alienis parce feruo tuo - Et intéde
qui peccati alieni quegli che fono com
mefli g fuo maloexemplo O/perfuo in
duciméto fiche fono ÒCdiquegli che gli
comifTonoòC diquegli che furono cagio
ne che fi comettelTino-Laquinta circu/
ftatia e/ilgche òC quefta fingularmente
e/daconfiderare pero che altra colpa e/
peccare per paura o permalitiaòCaltra g
ignorantia ÒC fragilità come altro pecca
to e/furare g pouerta che g fola rabbia
dicupidita ÒC cofi magiore colpa e/per
cuotereòC ferire lhuomo dalqualenoe
oflfefo che no e ripercuotere quàdo e of
fefo-Ec cofi deglialtri peccati ÒC carna/
li ÒC fpirituali fingularmcte fidebba pe
fare lacagione iperoche tanto lacolpa e
magiore quàto lacagione fu minore-La
fexta circuftantia fie quotiens cioè qua
te uolte come uegiamo pur per noi che
più habbiamo g male delfere offefi più
uolte che una uolta fiche dico cB elpec
catore debba dire 5C recaffi amemona
quanto egli può quante uolte e/caduto
6C ricaduto ipeccato ÒC maximaméte fe
ha ro&a 6C fallita lapenitentia impofta
o fe e ricaduto in peccato mortale inàzi
che lapenitentia fia fornita peroche al/
lhora lafua pcnitcntia e/uana ÒC conuie
gli ridire epeccati dacapo • Et diquefto
guarda che difopra aliai e/decìo ÒC mo
ftrato che quefti che ricaggiono tu&o
di nepeccati crucifigono xpoòC fono co
me cani che ritornano aluomito-Et pe/
ro xpo apecca tori che egli abfolueua òC
non daua altra pcnitentia fe non che di
ceua ua ÒC no uolere peccare più- Lafep
tima circuftantia fie in che modo:cioe
che debba dire imodi depeccati carnali
quantunque laidi :ÒCcofi deglialtri inge
gni ÒC dellaltre malitie che ufo in mal
guadagnare o inoffendere altrui- Et fe g
colte elpximo debba dire ìlmodo cioè
fel percolTe piano O/forte O/conferro o
conlegnio òC fe neluifo O/diricto ÒC co/
fi deglialtri peccati-Lottaua circùftan/
tia fie delquando- Et quefta ha dua co/
fiderationi laprima fie che debba dire
fe pecco indi ÒC tempo feftiuo O/in té/
po ditempefta imperoche quefto e/fe/
gnio dipiu difperatione come dicemo
delluogo :laltra confideratione fie che
debba dire quàdo cioè fe ìlpeccato e ué
chio o nouello ÒC quàto tépo ueftato òC
niu
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
perfeuerato pero che quato più tempo
ue dimorato peggio e/maximamente
fe inquel mezzo e/ftato infermo o inai
ero pencolo peroche quefto e fegnio di
più difperato peccatore « Hor coli p tu
cte lepredette cofe ÒC altre circunftàtie
che lhuomo può delfuo peccato confef
fando mgrauare ÒC piagnereòCcódegnia
penitenua fodiffare-Et dicofi interamé
te ÒC apertamente confelTarfi ciamoni/
fee elpfalmifta quando dice - Effundite
coram ilio corda ueftra-Ooe uuol dire
fpargereÒC uerfare tutti epeccati delcuo
re dinàzi adio-òC notabilméte dice ecuo
ri adare aintendere che come dille xpo
dalcuore procedono tutti glialtri mali
inlingua òC inopera-Et pero chi fiuuole
ben confettare imprima debbe guarda
re ÒC cófeffare ipeccati ÒC defideri rei del
cuore òC poi quegli della lingua pcrocf>
come dille xpo per labódantia delcuo
re parla lalingua:poi debba confe£fare
lopere òCpoi ipeccati della ommiflìone
cioè debeni lafciati peroche come già e
detto pur perlo no benfare elhuomo de
gno della etterna dànatione-Diquefto
coli fpargere ÒC aprire ilcuore per cófef
Cione anche ciconfiglia Ieremia quan/
do dice intrenis allanima peccatrice-
funde ficut aquam cor tuum ierufalem
ut falua fias- Et notabilméte dice come
acqua peroche come uegiamo quando
lhuomo uerfa ìluafello.dellacqua no ui
rimane ne reliquia ne colore ne odore
ne fapore:onde uegiamo per contrario
che molti uerfano ilcuore come fiuerfa
iluafellodellolio- Cioè che ritengono
certe reliquieòC non dicono tutto come
uegiamo che ìluafcllo dello olio quan
tunque fiuerfi pure rimane unto con al
cune gocciole. Alcuni pare che uerGno
ilcuore come fiuerfa ìluafello dellatte
cioè che anche nceuono certe male mV
fte ÒC ufanze come uegiamo che nel ua
fello dellatte rimane alciio colore qua
do fiuerfa- Alcuni uerfono ilcuore co/
me fiuerfa xluafello deluino nelqle an/
che rimane lodore-Et cofi anche ìnmol
ti pare che rimanga nella memoria lo/
dorè depeccati equali douerrebbono
hauere in abominatione come haueua
ilpfalmifta dicendo iniquitatem odio
habuiòCabominatus lum- Alcuni louer
fano come fiuerfa elmele cioè che ancB
rimane neluafello alcuno dolzore -ÒCco
fi in molti altri e/dolce lamemoria de^
peccati laquale come detto e/douerreb
be effere amanilima-Et quefto baili ha
uere detto delle coditioni che Ù richie/
gono acioche lanoftra confeilione Già
accepta a dioòCa noi utile-
([ Della commédationcòC efficacia del
la confezione- Cap- xxxvi-
hOra feguita diuedere della cornine
datione della confezione quando
perlopredetto modo legittimamente e
fatta* Et dico che quatro fono quelle co
fe ÒC conGderationi che celemoftrano
commendabile - Et laprima fie lautori
ta ÒC labonta delfigluolo didio laquale
laiftitui òCordino-Onde auéga che idio
innsinzi elfuo aduenimento mearne cer
ti altri beni hauefle ordinati ÒC fatti or
dinare ÒC comandare perii fanttiòcferui
fuoi pur pare che in fegnio dipiu Gngii
lare bene riferuaiTe quefto a ordinare x
fino che egli imperfona ueniiTe a incar
nare«Onde peruenta quefto (acramen/
co e/una delle proprie grane ÒC excelen
ti che ciarecho elfigliuolo didio elqua
le uenne pieno digratia ÒC diuerita«Et q
fto fimoitra incioche nella uechia leg
ge no era abfoluto:ma giudicato cB chi
confelTaua ilpeccaco commefTo-Ma ho
ra fecondo elgiudicio della chiefa Ique
fto tempo delia plenitudine della gra/
tia ordinoe logratiofo figluolo di dio
che pienaméte fulle abfoluto chi elfuo
peccato fedelmente ÒC puramente con/
teffaife-Molto adunque e dhauere in re
uerentia quella gratia laquale ilgratio/
fo figluolo didio cireco ÒC ordinoe - Ec
pero grande iniquità e anfiutarla ÓC ma
le ufarla come fanno molti equali con
felTare non fiuogliono o/uero che abal
danza dipocerfi confefTare nepeccati g
feuerano o ricaggiano fpeffo òC ftudio/
famente fiche deirimedio ordinato aui
ta ÒClaiute incorrono in morte ÒC edxr/
na dànatione-Et che xpo ordinaife qfì o
farcaméco uuole prouare fcó Augufti
no perla audtorita che die xpo agbapo
ftoii quando apparendo loro dopo la/
rcfurredione forfioe loro ncluifo ÒC dif
fe riceuece lofpjrito fcó ÒC habbiate au/
fiorita diperdonare ÒC ritenere ipeccati
ÒCio infino ahora o abfoluto chi uoi ab
foluerete òC per leghato chi uoi leghere
te» Et per quefto rifpe&o anche promif
fe a fcó piero innanzi lapaitione laudo
rita dello abfoluere ÒC diiTegli- Tibi da
bo claues regni celorum ÒC quodeuque
ligaueris fuper terram erit ligatum ÒCin
celis òC quodeuque folueris fuper terrà
erit folutum ÒCin celis-Et fa fcó Augu/
ftinotaleargumentoòC diceche cócio
Gacofa che glapoftoli non poterono
uedere ne fapere ipeccati altrui maxi/
manière quegli delcuore fe dalloro ftef
fi per ucra confezione non gliudilTino-
Conchiudefi che xpo intefe che epec/
catori eloro peccati confclTairinoriiche
gliapoftoli òC poi glialtri loro fucccf/
fori abfoluere glipoirào-òCpero poi glia
portoli diqueftaconfefTione parlano òC
predicào onde dice fcó Ioàni nella fua
epiftola-Se noi cófefliamo ipeccati no
uri fedele ÒC giufto ecidio che cegli per
donera-Et fcó Iacopo dice-Conf itemi/
ni alterutrum peccata ueftra ÒC-c-Et fcó
Paulo dice- ore concilio fit adfalurem-
Ma pogniamo cB altra certa pruoua no
fenetroualTe nientedimeno poi chela
fàfta chiefa laquale firegge ÒC guida g/
lofpirito £andto quefto tiene ÒC quello
comàda dobbiamo ciò fedelmente ere/
dere ÒC humilmente ubidire ÒC non prc
fummere ÒC cercare altra pruoua - Et
to dice fcó Ambruogio non temere o/
huomo dicommettere lituo fenfo aque
gli fanclj aquali idio commifle ÒC con/
cedette elfuo féfo-Cio uuol dire che co
me dice fcó Piero ìfanéh huomini fon
datori della chiefa parlano ÒC ferirono
come furono dadio ìfpiran dobbiamo
loro credere quello che ridicono defa/
di defacramenti dixpo ■ Siche altufto
uoglio cóchiudere che quefto facramé
co della confeiTione e/cómendabile per
che fu daxpo imprima ordinato ÒC poi
dagliapoftoli più dichiarato ÒC coli da
fanfta chiefa ordinato comandato ÒCal
tenticato-Lafeconda cofa che cimoftra
commendabile quefta fanftacófeifio/
ne fie lagràde mifericordia che fifa nel
la fua cortC'iiche chi filete orauato dal
la giuftiria può apcllare a quefta corte
SC e bifognio che lagiuftitia taci&C lami
fericordia uinca perochc come dice fco
Iacopo lamifericordia foprafta algiu/
dicio- Siche come dice elpfalmifta -le/
mifericordie didio excedono cudle lo/
pere fua:Et incio maximamente e com
médabilepelmodo che fiprocede inef
fa cioè che in quefta corte licrede alreo
di fe medefimo ÒC e/ tenuto elgiudice
cioè ilfaccrdote dicredergli ÒCperfe ÒCcó
tro afe fanza altri teftimoni&fanza exa
minatione 5C fanza mettere elreo ator^
méti come fi fa elreo infra giudicii feco
do elmondo- Anche inquefto giudicio
e conftituito giudice no angelo ne fan/
&o :ma huomo terrenoSC compagnoSC
fratello delreo elquale faccufa fiche cp
fti confiderando lapropria fragilità 5C
quiui àche ha bifognio della mifericor
dia kuoglia £C ftudi difare alpeccatore
elquale legli confe(Ta 5C per quefto nf /
petto c(To xpo uerra a giudicare glihuo
mini informa dhuomo 6C cofegni della
padione laquale per noi riceue perdare
FidanzaSC certeza che egli come huomo
noftro fratello ÒC noftro redéptore non
fia crudeleÒC ingiufto:ma più tofto giù
fto giudice. Anche fimoftra lademétia
diquefto giudicio incio che non uifidà
no fc no fentétie dabfolutione pognia
mo che fiponga alcuna penitétia g mo
do dimedicinaòC per prouare fe elpecca
tore e/ben contrito 5Cpentuto»Onde pe
ro xpo elquale cognofceua ecuori non
daua apeccatori altra penitentia fe non
che diceua- Va ÒC no peccare piu-Ma di
quefto benificio della abfolutione non
miftendo a più parlare perche aquefto
Griferifce qllo che difopra e de&o qua
do pariamo delbenificio della conuer/
fione 5C giuftificatione doue e/moftra
ro che ìdio hbera lhuomo abfouédolo
ÒCconuertendolo dalpericolofo legame
ÒC dapericolofa infermità ÒCgrauedan
natione anzi non folamente libera: dai
lira fua:ma rédegli lagratia 5C fallo ido
neo apotere meritare uita edlerna fiche
pare che idio fahumili alpeccatore ÒC
habbia fi grà uoglia di fare pace co lui
che uolétieri ogni ingiuria gliperdona
perche cofi piccola parola come e adire
mia colpa metfere perdonami • Et pero
fopra qlla parola laquale difTe Dauid
aNatham propheta elquale loriprehé
deua deifalio cómefTo cioè cf> dille pcc
caui dice (co Auguftino-Obrieue uer/
bo peccaui 0/ tre fillabc che aprirono la
porta delparadifo • Et con gran reueren
ria dobbiamo qui penfare che non tan
co fahumilio Dauid a dio:ma idio ada
uid incio che uedédolo idio duro 6C no
tornare ÒC dire fua colpa glimàdo aNa
than propheta arichiedere pace ÒC raco
togli ebenifici fafti filamento delfallo
commeiTo ÒC promiflegli anche magio
ri benifici fe egli tornare òCpentere fiuo
le(Te« Per laquale cofi ifmifurata beni
gnita Dauid compunto con gran con/
tntione difTe lapredefta parola peccaui
Quefto tutto di uegiamo ì noi cioè cti
ftando noi duri ÒC non tornando apeni
tentia ilpiatofo idio pur cinui ta ÒCrichi
ede condiuerfe promefTe ÒC condiuerfi
benifici ÒC con minacele ÒC con punture
fiche inuerita gran uillania e/recufare
cofi nobile ÒCutile pace che eie proferta
per cofi legier cofa come dire peccaui-
h4b~\
Et qui fi forma Iaquarta cofa Stagione
che amoftracómendabilelafan&'aco
feflìonecioelalegerezadi quefto rime
medio perloquale cofi leggermente file
ua cofi gran pericolo SC male cioè ilpec
cato ilquale cxcede ognialtro male che
inuerita chi ben péfaffe ilpericolo SC dà
no che fa ilpeccato che toglie pace fani
ta SClibera ogni falute SC percórrano rie
ne iguerra in infermità SC feruitu SC poi
manda alla edema dannatone ogni pe
na SC morte téporale douerrebbe fofte/
nere per eflerc libero • Quanto adùque
magiormente fidebba clpeccatore hu/
miliare adire fua colpa òefare qualunqs
penitentia per edere libero datanta mi
leria<exemplo5cfigura dicio habbiamo
in quelle Naman lebrofo principe del
redifiria delquale Gnarra nelquartoli
brodeReche Elifeo propheta glidifle
che fe uoleua eifere mondato gh conue
niua lauarfi iepte uolte nelfmme gior/
dano-Et ifdegnandofi egli dicio dicédo
che lacque delle fua contrade erao mol
IO migliore figlidifTono eferui fuoi- Pa
dre fe grà cofa taueiTe dedo ilprophera
fi ladoueui fare per guariroQuàto adii
que magiormente debbi farequeftaco
fi legieri. Aquali quegli credendo andò
SClauofli SC fu mondataQuefta figura
exponendo un fanfto dice che per Na
mafilebrofo finroide ilpeccatore pero
che lalebra fpirituale e/molto peggio/
re che lacorporale&Cpiu abhomineuole
fiche diparte lhuomo dalla cpgregatio
ne defedeli SC più che non fa lalebra del
la conuerfione della gente dice poi che
giordano uiene adire fiume digiudicio
p digiudicante perloquale {intende lo*
giudicio della cofeffione nella quale al
lhora lhuomo filaua fepte uolte quan/
do confefla accufandofi difepte peccati
mortali- Siche uuole conchiudere che
molto più che Naman fono dariprehé
derc quegli equali per efTere mondi dal
lalebra della colpa non upgliono fottp
metterfi algiudicio et allauato della co
felTione-Laquarta cola che cimoftra co
mendabile laconfellione fie lafua gran
de efficacia SC uirtu indo che uiuificaSC
facrifica pacifica SCgiuftifica ilpeccato/
re SCfa molti altri beni come imparte di
fopraemoftrato-Maqui niétedimeno
alcune cofe brieue ne fogiugo-Dico pri
ma che perla confezione lhuomo mor
to ipeccato mortale toma aiuta digra/
ria-Et quefto fimoftra per quella paro/
la deprouerbi plaquale fidice- Venaui
te os iufti:os autem impiorù operit ini
quitatem-Per laquale parola chiarame
te fimoftra che chi apre labocca anno*
minare ìlueleno delpeccato e/inconti>
nente libero dalla morte SCtprna auita:
ma lhuomo impio coprendo SC feufen
do ilpeccato rimàe pur morto- Onde fo
pra aqlla parola delpfalmo non urgeac
fuper me puceus os fuum dice feo A*W
guftino • Se tu non uuoi che ilpozo del
labbitfo tranghiotta.SC chiuda labocca
che ufeire no ne porti hpr apri tu ligia
labocca per confcflTione-Et cofi expone
feo Gregorio quella parola di Ipb cioè
faluabit te de ore angufto IatiiTime.cio
uuol dire che aprehédo tu labocca aco
felTare idio ritira della bocca dello ifer
noSCdellupo fernale» Et cf> per lodiauo
fi impedisca laconfelTione moftraCf g
quella'parola deluangelo glaquale fidi
.Itti •
tot*
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Central
ce che ildemonio faceua muco uno nel
quale era- Onde poi fubgiugnc- Cu eie
cilfet demonium locucus eft mutus-So
pra laqual parola dice una chiofa che il
demonio lega lalingua che lhuomo no
fi confelfoMa quando idio per fua uùv
cu locaccia lhuomo può a pnre labocca
a cófeirarfi- Anche g lacófeltione lhuo
mofifcarichidimal pefo chiaramente
fimoftra per continua experientia l ciò
che quando lhuomo e/ben confetto tu
do gli pare effcreallegerito.Qnde a que
ito pelò deporre ci coforra feo Piero di
cendo deponences omne pondus ÒC cir
cùftans nos peccatum 5C«c- Et diqucfto
pelo filamenti elpfalmifta dicédo • Ini
quitates meè fug grelfe fune capur me
um ÒC licut onus graue grauate fune fu
per me«Grande adunque e quefta uirtu
laquale tifearica dilì mal uinculo fiche
liberiòCfpcdiri portiamo correre g lauia
didio-Nella terza parre dico che pacifi
ca lhuomo con dioòC cófeco medefimo
laqual pace dice Yfaia lipio hauere no
può- Et diquefto efedo aliai e/parlato
difopra nelprincipio diquefto tramato
della confélfione fopra a quella parola
laquale dice idio creaui frudiì labioru
pacem ÒC-c-Nella quarta parte dico che
purifica come fimoftra per quella paro
la che dice.Omnia inconfeftone lauan
tur.Et quello mdftraàche elpfalmifta
quando dice* ConfeiTio ÒC pulcritudo x
confpedu eius ÒGo Sopra laqual paro
la dice una chiòfa che tanto piace à dio
Ultimile confeffione che lampuca come
fhnocentia ÒC belleza fpiritualé-Et aque
fto intendimelo dice fcó Gregorio non
meno maraviglia e/lhumilta d^Ha con
fefTìone che igran fadi ÒC adi delle uir
tu-Ec quefto ficochiude-Laquinta cofa
che cela rende ÒC fa conmendabile cioè
che giuft jfica SC fa gratiofo come affai
difopra e dedo fiche difigluolo dira fa
figluold digratia òCdelnimico fa amico
cofi anche pofTiamadire che per ftacon
fef&one lhuomo rinuigorifee ÒC ilnimi
co indebolifce ÒC perde laforza ÒC lauda
eia deltentare-Et quefto moftra fcó le/
ronymo dicendo laporétiaÒClauirtu dei
nimico fiperde per ianoftra cofeflionc
come eltraditore perde labaldanza qua
do eltradiméto e (coperto lequali rude
cofe confidente no ci debbe parere gra
ue di confelfarci ÒC difare penitétia che
fe come dice feo AuguftinoòC noi loue
giamo per continua ÒCaperta experiétia
lhuomo per campare morte corporale
laquale allunino no può fugire filafcia
purgare incendere SC tagliare ÒCafligerc
m molti modi molto certo più tolto q
fto dobiamo fare per campare lamorte
edema ÒC hauerc iauita imortale 6C pa
ce con dio ÒC lacompagnia defandii
paradifo laconceda idio mifericordio/
fo qui uiuit ÒC regnat per infinita fecula
f ecu lor u m- A me n-
([ Dimolti exempli che ci W>ftrao la
uirtu ÒClefficacia della contritione ÒCdel
la confélfione. Cap- xxxvii-
Erta hora allutimo diquefto tra/
dato delfrudo delia confefl* ©ne
pórre ÒCfcriucre certi exempli per liqua
li fipruoui ÒC moftri laneceitta ÒC ihti/
tilita della contritione 6C della cònfef/
fione fiche quello che dedo difopra j>
autoritadi ficonfermi pergli exempli •
Et dimolti pogniamo gliTrafcripti moJ
to autentichi come de&i 5C fripti da au
tentichi religiofi SCfandh precedenti co
me fimoftra pelatolo diciafcuno-Nar/
ra feo Cefario che morendofi un gran/
de theologo che hebbe nome maeftro
Thomafo uide ildiauolp nelcanto del
la cameraTuaicotro alquale egli come
fcó huomo prehendendo baldàza fi lo
{congiuro -che glidicelfe qual cofa ÒC ac
to dexpiani ghera più contrario 6C più
glinoceua- Aiquale ildemonio per dna
na uirtu conftre&o rifpofe ÒCdilTemm
na cofa e che tato cinuoca 8C tolga ogni
noftra uirtu come lhumile confelfionc
che quando lhuomo e A peccato morra
- le tuéte lefua membra &C potentie fono
legare JC anoi feruire obligate :ma inco
tinente che ìlpcccatore ficonfeila e/ab/
foluto &C libero a poter fare ogni bene-
Dopo lequali parole ilprededo mae/
ftro Thomafo confidàdofi perche era
bene confelTato faccendofi beffe delni/
mico rende lanima impace alcreatore •
Narra àchc ilprededto Cefario che uno
notoòCifame fornicatore elTendo richic
fto auno fynodo 5C cóciho temédo egli
delfuo fallo elTere accufato ÒCuitupera
to confelTofi interamente alfuo facci do
te-Et parédo aquello facerdote che egli
fufle ben confelTato 4C pcntuto fi glidif
feche Scuramente potcua negare ìlde/
fto peccato SC prehendere ilferro caldo
come fufaua difare allhora quàdo lhuo
mo fiuoleua excufare fiCgiuftificare dal
cuno fallo:6C cofi quello fece iC negan/
do lacolpa neprefe ilferro caldo 6C niu/
no male nefenti fiche per allhora capo
delgiudicio&C deluituperio ilqualete/
meua éC riguardollo xdio K ricopcr/
fe per lauirru della confezione buona*
Ma poi ìlmifero ricadendo nella piede
èia colpa auenne che dopo alquàti gior
ni gliconuenne paltare una certa acqua
conalcri fuoi amici infu uno legniedto-
Et andando cofi per lacqua uno dique/
fti fuoi amici glidilTe-Molto mimaraui
glio che elTendo lituo peccato affai pu
blico tu lonegafTi&C ilferro caldo no tife
ce male. Allhora quello forridédo ttaù
fe lamào nella acquaie diffegli cofi<Ko
mi nuoce ilferro caldo fe no quàco que
fta acqua fredda -Et allhora incontinen
te lacqua a modo diferro caldo giincefc
fiC arfe lamano fiche tracndola della ac
qua tufta ardeua-g laqualcofa ìlgiufto
giudicio di dio uolfe» moflrare come
egli per mifericordia locampo c*ai ferro
caldo ardente elTendo egli cófcllo 6C pc
nitrente- Cofi poi perche n5_cogni c bbe
ilbéificio ricadde nella colpa giuftamé
te lofe ardere ncllacqua fredda: fiche la
feio lapelleòCilbuccio arfonellacqua fre
da per loquale exemplo affai chiarame
te fi dimoftra lauirtu della confelTione
ÒC ìlgicolo nelricadere nelpeccato • Nar
ra anchora andando certi peregrini 5C
palTando un certo braccio dimare fubi/
tamente fileuo fi gran tempefta che al/
tu<fto parue loro; didouere perire- allho
ra uno diloro molto compunto fiuolfe
SCdilTe- C^edo certamente che j> gli mia
peccati grandi 6C laidi fia leuata quefta
tempefta SC pero uipriego che uoi udia
te lamia confefTione fe idio forfè pque
fto cirendelTe bonaccia- Et dàdogli que
gli altri audientia comincio aconfèffar
fi 6C dilTe tali 6C tàcfh peccati che fu uno
horrcre audire-Et incontinente elbeni/
I gnio idio die loro bonaccia- Et peruené
do alporco idio traiTe Ci della lor memo
ria epeccaci dicolui che niuno mai più
fenericordone ebbonlo piuindifpe&o
Ecco adunqs che per lauirtu della cófef
fione certo latempeftaòC quello niente
t) f dimeno rimafe có buona fama-Narra à
che che ùo pouero cherico in qlla cipta
che fichiama atrebaeto in fràcia indulfe
uno orafo che andarte acafafuadicen/
do che uera uenuto un mercatàte cB uo
leua comperare diuerfe uafella doro ÒC
dariéto ÒC molte altre goie pretiofe • Al
quale quello credendo dicio guadagnia
re fi uandorma pur dirte iprima alla fa
miglia doue egli andaua ÒC porco feco
moke uafella ÒC goie pretiole - llquale
quello cherico malade&o uedendo io/
lo fi luccife infiemc cóuna lua fuora di
membro ÒC gitto neluiuaio òC tolfonfi
quelle uafella «Ec non cornando lorafo
quegli della famiglia andorono aca£a
del dedìo cherico per domandarloòCcer
cario- Ec negàdo ìkhenco cf> quello no
uera ftaco ìparenci dello orafo andora/
no per luficiale della corte ÒC menorolo
acafa delchenco-Et uenendo egli ÒC tro
uando fegni difangue ÒC leuafeila dello
rafo fi pfono ìlchericoÒC laforella ÒCgiu
dicorongli eHiere arfi- Allhora qlla gio/
uaneeffédocofi giudicata torno alcuo
re ÒC conforto ilfratello fuo ÒC diife-Ec/
co g te fo quefta morte hor tipriego cf>
ciconfertiano ÒC torniano apenitentia fi
che almeno campiano lamorte eélerna
poi che della temporale capare no pof/
liamo-lecui parole dispregiando ilche/
rico 6C rimanendo obftinato quella hu
railmente ÒC con degnia cotritionc Geo
fefTo-Eteflendo poi legati infiemeau/
no ftipice ÒC mefli alfuoco elmifero che
rico inconemente arfe:ma quella gioua
ne per uirtu della confezione da dio co
feruata no potè ardere auéga che ardefx
fe eukoli coquali era legata- llquale mi
racolo lagence uedendo tu repucaca ino
eente ÒC libera conofeendo ìlbenificio
diefli aferuire adio ÒC fini lauica mgran
fantìita-Ecco adunque che per ìhumile
confefEione quefta campo lamorce cem
porale ÒClefterna&ilmifero cherico che
lafpregio peri dimorce téporaleòCeder/
na-Narra anchora che in Barbantia era
uno indemoniato llquale rimprouera/
ua achiunche gliueniffe 5 nàzi ogni pec
caco non confetto llquale ungrande pec
cacore uolendo uedere ÒC cernendo che
egli non louituperafTe uolendoui pur à
dare fi ficonfeflo m prima ima pur non
lafcioben lauolonca delncadere in pec ^
caco- Ma incontinente che egli giùfe dì
nanzi laquello in uafaco ìldemonio lo/
moccegio ÒCdirte- Amico uieni qua mol
to fe bene ìfciauraco-Et incominciando
gli ariprouerare ogni fuo peccato fi lo/
confufe molto allhora que Ho partendo
fi triftoòCuergognofo ritorno alfacerdo
te ÒCdicendo quello che incontrato glie
ra fi ficonfeflò dacapo confermo propo
nimento di mai più non peccare-Et cor/
nando allo indemoniato alcuni che ue/
rano prefenti ÒC fapeuono quello che in
contrato era fidilTono allo inuafato-hcr
ecco lamico cuo-Ecrifpondendo quello
che niuno conofceua fi dirtono quefto
e quello elquale poco e/che rimprouera
fti candì peccaci- Ec ìldemonio nfpofe-
Io dicoftui non fo nuiuno male ÒC mai
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
f
e
i
5
i
>
1
e
1
e
i
/
c
c
i
1
I
/
1
/
e
3
niuno peccato glirimprouerai-onde ifti
mando che ildemonio imprima hauef/
fementitoòCcheallhora dicerte iluero
hebbono colui inreuerencia come buo/
no 4 ÒC fandto Ciche rimafe fanza infamia
Ecco adumqs come perquefto firnoftra
lauirtu della uera confeflìone elperico/
lo elmale della fi&ione ÒC falfa intentio
ne-Narra ancora che peccando un prete
colla donna| duno caualiere quello uené
ione in fofpe&o meno ilprete auno in
dcmoniaro ilquale riuelaua ipcccati di/
chi andaua allui - Ma temendo ilprete
dertere uituperato fubiramente mentre
che andaua entro inuna ftalla ÒC confef
fofTi dal fante delcaualicre non poten/
do ricorrere adaltro prete-Et non fapen
do ìlfante che penitentia dare gli douef
fi glidifle • Quella penitentia che uoi
imporrcfti aunaltro infimile cafo fate
per uoi ÒC andando poi elchaualiere al/
lo indemoniato domandollo ileaualie/
re fe fapeflfe nulla diquel prete rifpofeòC
dirte Jo non fo nulla diquefto fignore-
Et poi dirte inlingua tedefea laquale ih
caualiere non intendeua:ma ilprete nel
la ftalk figiuftifico uolfe dire perlaco
fettone che fece nella ftalla . Laqual pa
rola ilprete udendo ÒC penfando che il/
benignio ìdio hauea cofi ricoperta la/
fua uergognia conofeente di tanto be
nificiolafcioilmondoaltudo ÒC fecefi
monaco diceftella ÒC diuéto buouo huo
mo-Della uirtu anchora della confetfib
ne narra Iacopo da uetriaco uno tale ex
empio ÒC dice cofi- Vno peccatore cari/
co digraui peccati ÒC dimoiri fi infermo
amorce onde temendo ildemonio che
egli non fi confertalfe figli aparue infor
ma diprete 2C indurtelo che egli fi con/
fefTartealquale quello credendo confef
forti diligentemente congrande contri/
rione. Et fada laconfeifione fi glidiiTe
quel diauolo che glipareua prete quefti
tua peccati fono fi grauiòclaidi che ame
pare che mai più non gli debbi confef/
fare per non darne fcandolo achi gliu/
dirte fiche tibafti che io tafoluo- Et do/
po quefte parole morendofi quegli uen
nono perlamma fua dalun lato glxango * ^
li dallo altro lato idemoni ÒC dicédo gli
angoli che quella anima era loro percf>
era ben confertato ÒC idemoni contafta
uano dicendo che quella cofertione no
ualeua perche non era fadta alegiptimo
facerdote ima ildemonio in quella fpe/
rie- Aquali gliangoli nfpofono che pur
ualeua impero che egli ficredefte con/
fertarfi alfacerdote ÒC fu ben pentuto fi
che longanno delnimico non gli debba
nuocere poi che egli hebbe labuona fe/
de-Ma poi elfignore ditermino ÒC ditti/
ni quefta quiftione ÒC diffmi che quella
anima rornarte alcorpo ÒCconfeflafifi al
legittimo facerdote ÒC cofi fu- Che quel
lo rifuciro ÒC confertorti diligenremen/
te:ÒC poi fini impace. Ecco adumq3 che
per quefto firnoftra che fola laintentio
ne buona fa ualere laconfertione:fiche
lamalitia del captiuo facerdote non ci
nuoceEr per gli prede&i exempli chia /
ramente firnoftra che fola lacontritio/
ne ÒC lantentione del non ricadere fa ua
lere laconfeiTione - Et quefto firnoftra
anche per uno tale excmplo ilquale , »
narra ilpredefto Cefario ÒC dice cofi*
o i
Early European Books, Copyright© 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale
Che uno giouane canonico di Parigi
molto gran peccatore uenendo amorte
confeftoiTi molto diligente mente SCco
municofli SC moftroili alTai contrito •
Ma poi dopo lamorte apparue aun fuo
famiglio SCdifle che era dannato perche
quantunqj {ìconfe^aiTe SC hauefle prò/
meiTodipiu no ricadere nientedimeno
non haueua fermo proponimento fiche
ilcuore pur glidiceua diritornare apec/
cari fe egli campafle-Moftrafi ancora la
gran uirtu della confezione indo che il
diauolo molto fiftudia dimpedirla co/
me Gmoftra per mol ti exépli-iEt fragli
altri e^quefto che narra Cefario cioè efi
una ui ila dicolognia della magna una
concubina dun facerdote ilquale per in
ganno delnimico fera impacciato&Ccofi
morto £anza confeilìone fpauentata SC
compunta per quella coli horribil mor
te delprete entro affare penitétia in uno
certo monifteno laquale ìldemonio uo
lendo impedirepiu uolte lappariua ifor
ma dhuomo che ella amafle ÒCconfegni
SC parole damore lainuitaua SC foliecita
ua apeccare confecoSC chiamandola g
nome diceua* Bonaclide confentimi io
rifarò grande SC potente donna alquale
quella come ben pentuta non contente
do ne nfpondendo fifacea ilfegno della
croce SC afpergeuafi della acqua benede
da-Et allhora ildemonio un poco G cef
faua:ma incontinente ritornaua < Onde
e(Tendoconfigliatache quando euenif
fedicefTeauemaria'ÒC ritornando quel
lo SC della diceua aue maria SCallhora al
tudto fidileguaua come fc fufle percof/
fo dauna laetta:ma non labbàdono go
altu#o«Onde ella lamemàdofene acer/
te (anfte perfone fu cófigliata che fi co
fcitalfe anche bene alfuo remore SC pno
re generalmente pero che ildemonio di
ciò dolendofi figli apparue nella uia SC
domandolla doue andaua* Alquale ella
arditamente nfpofe uommi a cófeflare
per confondere ÒC uituperare me SC te-
Allhora quello lapregaua SCdiceua prie
goti non ui andare ritorna adritto-Ét el
la pure andàdo rifpofeSCdillc-Tu mhai
fpelTo fafto noia SC uergogna fiche io
pure andrò a confelfarmi per accufarti
SC uituperarti della noia che mi fai -Et
non potendola ildemonio ritrarre ne lu
fingare ne per minacele Ù gliàdaua drie
to uolandole fopra ileapo amodo duno
nibbioòCcofi andò in fino alluogo della
confezione- Ma incontinente che quel/
la aperfe labocca aconfeffarfi quello gri
dando SC uolando fiparti SCmai non tor
no a moleftarla-Moftra ancora laumu
SC lanecelTita della confelTione in ciò cB
trouiamo che efTendo molti morti fan/
za confezione fono ftati nfucitati da
certi fandi loro diuoti fiche fifieno po
turi confettare SC poi fono paifariimpa
ce: fiche per lacofeifione hàno campata
ladannatione- Ancora che per laconfèf/
fione lhuomo fia libero daldiauolom
quefta uita SC nellaltra moftrali per ra/
le exemplo* Narra anchora ilpredefto
Cefario che in una uilla dicolognia efy
fendo uno uillano in fermo amorte pa^
reuagli uedere fopra ileapo fuo un faifo
gràde pendente molto ardete ìlqualegli
gittauafigra fiamma che gridauahor
nbilmente per quel calore dicendo che
ql fallo lokideua-ode uenédo jlprere co
feflbili no ceffo go ql caldo allhora egli
dilTe ilprete hor pé£a fc tu mai togliefti
omuraftiniunapretra indanno altrui>
Allhora quello péfando firicordoòC dif
fe come per fare più largo iifuo campo
haueua tra£mutato untermine nelcam
po deluicino- Allhora dicédo ilprete cB
quella colpa patiua quella pena ÒC peg/
gio harebbe Te no facette racconciare il
termine come prima quello cópuntofì
confetto^ fodiffece ÒC cofi fu libero da
quefta orribile uiùone. Ecco adunq$ co
me làcxjrifedione accio che habbia^efec
to debba ettere intera ÒC fatiffa&oriag
fc&amente- Anche perche lacófettionc
quàtunqs tarda fefifa có córri tiorabuo
na moftrafi g tale exemplo- Narrati nel
le cronache depontefici che filueftro pa
pa fecondo in quello nome ìlquale im
prima fu monaco fece homagio: aldia*
uolo eflendo monaco 6C ìldiauolo glip
mitte dimolto exaltallo-Et cofi fece ÒC
diegli tanta feientia cB fu maeftro Dot
cone ImperadoreòCdiRuberco Re difrà
cia«Et poi anche tiro procuro che fu fa/
do arauefeouo diremi ÒC poi dirauéna
SC poi papa- Et dimàdado ìldiauolo qua
to tempo doueua uiueie in quel papato
rifpofe che no morebbe inùno che non
dicefle meda in Ierufalem dellaqual pa
tola fu molto lieto poche altutto hauea
propofto di no andare in Ierufalé- On/
de auenne poi che g laquarcGma fequé
te celebrare metta in una chiefa diro ma
laqual fichiamaua ierufalé:marglrnó
lofapeuaòC dicédo lametta fenria loftre
pito degli demoni ÒC cognobbe che era
ingànato che doueua quiui morire* On
de copunto tomo alcuore fuo ÒCuenne
intanta contritione che publicamete co
felTo ifu^gran peccati JC comando che
gli fufTmo taghate lemani ÒC epiedi Stia
hnguaòCtudte quelle membra colle qua
li haueua facìo lacnficio aldiauolo K
poi cofi croco fuife pofto in £u uno car/
ro ÒC ibuoi lorirattino doue uolettino òC
idiogmettette-Et come piacque almife
ricordiofo idio ìbuoi limarono alla chi
efa di feo Giouàni laterano- Et qui fufe
poltoòCinfegnoòC argomento che egli
hauette riceuuta mifencordia feguiton
ne quefto miracolo che quando elpapa
doueua morire lotta delfepulcro fa cea*
no tumulto ÒC ilfepulcro iudaua ÒC que-
fto duro gran tempo-Ecco adunqsche
per lagran contrinonertialette lacótettio
ne quantunqj tarda- Anchora amoftra/
re lauirtu della contritione narra Ccfa/-
rio un tale exemplo dice che predicane
do un facordote incerto luogo delle pe
ne dello inferno una femmache era già
ftata concubina dunprere :molto dicio
impaurita ÒC compunta pubhcaméte lo
dimando òC ditte mettere hor che fi farà
delle concubiue depreti-Et quello rifpo
fe allei uedendola lemplice:che debbo
no ettere arfe in inferno • Onde ella iteri
dendo inun forno ardenre:undi trouati
dofi fola uedendo un forno accefo frué
tro dentro ÒC incontinente fu arfa-Et in
continente per labocca delforno fu -ue/
dura ufeire damolti una colomba mol>
to bella ÒC biancha ÒC uolare acielo-Del
la qual uifione ftupefaétì» quegli che la
uidono corfono alforno-Et trouàdo co
(lei aria fi nela trattonoòCcome micidia
le dife ftetta laforterrorono inun luogo
uile fuori dffagraro« Ma idio, mife^cor
diofo uolendo lui a tuSti moftrare
où
che ella era faluaca ÒC che non come di/
fperaca:macomepencucaòC ben contri
ta ÒC credendo che quello facerdote che
predico lhauefle detto che poiché era
Itaca concubina diprece entraife nelfor/
no fe faluare fiuoletfe ÒC ueramence per
quefta obediencia era faluacarpiu notti
fe apparire fopra alla fua fepulcura gran
di luminaria fiche per quefto fegno ÒCg
quello altro che lanima fua fu ueduta
ufeire delforno in fpetie dicolomba :fu
rono ceni legenci che ella g lagran cócri
tione era faluata ÒC no dannata* Anzi tà
ta c/lauirtu della contritione che etiam
dio fanza confezione uale qjjado Jhuo
mo cófeifare no fi potefTc come fipruo/
ua g moki exépli.Et infraglialtri.e/quc
fto ìlquale narra Ccfario- Hor dice che
uno federato aparigi hauendo molti ÒC
laidi peccaci andò g confelTarfi alpriore
di fcó Vittore ÒC ponédofegli apiedi tà
ta contritionejglmenne che incomincia
do apiàgere fmgluotci òCfofpiroòCg niu
no modo glipoce dire alcuno peccato s
Onde tornando acafa per ifcriuere ipec/
cati come quel priore loconfigho ÒC poi
che glihebbe fcriptiòCritorno per dargli
fcripti alpriore poi che galero modo p
ferire no gli poteua:ÒC legendo ilpriore
quegli peccati fchpti paruongh fi gran
di ÒC fi laidi che dilicentia deldetto gio
uanenandopexhauerne configlìocol/
labbate fuo-Et cofi fece òC pòrco lacedo
la doue erano fcripti que peccati ÒC po/
kla in mano dello abbate che gli legciTe
ÒCaprédo labbate lacarta nulla uitrouo-
Onde dilTeaquel priore che uuotuche
io lega m quefta carta che no ce fcripto
nulla-Er guardando ilpriore la carta AC
uedendo che cofi era marauiglioffiòCdif
fefappiateme(Ter labbate percerto che
quello fcolare fcripfe difua mano ifuoi
peccati in quefta carta ÒC io glileffr- Ma
ueggo che per uirtu della fua gran con/
ràinoneilmifericordiofo idio ghha caf
fati ÒC perdonati SC cofi rendette lacarta
algiouane ÒCconfortollo molto delqual
benificio quello conofeente muto laui/
tafuainmegho^Similequafi exemplo
fitruoua nella leggenda di fcó Bafiho
doue fidice che hauédo una dona fcrip
ti efua peccati inuna carta per confelfar
gli a fcó Bafiho quella gliele difTeòCpre
gado per lei trouoglicaflati excettoun
molto grande ÒClaido<Et piàgendo quel
la òCdicendogh che cofi glipoteua impe
trare mifericordia diquello come degli
altri quello fifeufo dicendo che non era
ditanto merito ÒC confìgliolla che àdaf
feauno fcó romito ìlquale fichiamaua
Effrem alquale quella andò aldiferto ÒC
moftrogh lacarta ÒCdiffegli quello che
incontrato gliera v AUhora quello non
parendogli eitdrc.di tato merito che aiu
care lapote&fiJeidiflé ua ÒC ritorna pur
a fcó BaCilio ÒC ua infretta che egli e/in
cafo dimorte. Et tornando quella mol/
to dolorofafcontroflì col corpo di fcó
Bafilio che fiporraua alla fepultura* AI
lhora quella in comincio agridare ÒC di
re adalta uocealgiudicio didio ne rendo
rai ragione Bafiho che potendomiaiu*
tare mimandafti adaltrui»Et fubitamEn
te con .grande fede ÒC centrinone git/
to lacarta doue era fcripto ilpeccato in
fulcataletto doue era Bafiho morto il/
quale poi per uenendo icherici alluo/
go della fepoltura: ÒC prehendendo
ÒC apralo trouorono uota ÒC fanza fcrip
tura ÒC conobono che per lafandhca di/
baGlio ÒC per lacótririone di quella pec
catrice quel fuo peccato ghera perdona
to-Similequafiexemplo habiamoiui
ta patrum duna giouane peccatrice cioè
che udendo un £uo fratello carnale che
era romito nellermo lafua mala uita <
Venne g conuertillal aquel luogo doue
ella era- Alquale quella ufeendo dicafa
uennegli in contro cóftre&a g latenere
za camale«Et rifpodendo quella dellaui
ta che tencua feufotti quanto poteua di
cedo che morto ilpadre egli no ettendo
ui fu ìfuiaca-Et pero ìfegnio che ella uo
leua tenere altra uita òC far penitétia Sii
gli ditte- Ecco io tono aparecchiata a fa
re ciò che tu comandi pur che tu mene/
menicórcco-AHhora quello molto ral-
legrandoli Icdittc-Hor ua ÒC torna in ca
fa ÒC piglia letua cofe ÒC uienne-Et riuol
tàdofi quella g ritornare in cafa Cubica
mente gli eneuenne uno horroreòC uno
fchifo SC dille alfratello no mi patifce il
cuore dentrarui priegoti menemeni co^
fi ÒC rimanga ogni cofa che Ilio di mal
guadagno- Allhora quello contento la
meno cofi fcalza ÒC igonnellctta- Et poi
che furono inalquàtouedendo quegli
uenire p laiftrada certi romiti ÒC temen
do che non logiudicattino fe louedeffo
no coquella gouane no Capendo che fuf
fe fua firochia fi ledi (Te priegoti uieni
dineto ame tando dilunge che paia cJ>
tu no fia meco ÒC quella cofi fe-Ec uené
dogli drieto cornicio apenfare ÒCi dire i
fe medefima-Ecco che ìlmio fra tei car/
naie fiuergognia diuenir meco p che fo
no peccatrice. Hor che adunq$ debbi cu
dire idio che micreafti ÒC ricóperafti cf>
tho canco offe fo- Et penfando cefi ucne
le fi gran cótricione che ìlcuore leciepo
ÒC cadde morta-ÒC palTati che furono ip
detti romiti ÒC uedendo che quella noi
lo feguicatia in maginof& che fuffi ter/
nata adneto alprimo ftato:ma pur uo/
lcndone fapere lauerita torno adneto g
rirrouarla-òC andando cercando ÒC dima
dando uidela caduta morta in fra laftra
daòClafolTa«Et ìmaginandofi chefuile
dannata gche non era confettata co grà
fuo dolore lafciolla quiui ÒC fotterroiia
in quella fotta-Et tornando poi aldilciv
co cógran dolore ditte quefte cofe a que
fantti padri* Allhora que fatti padri lo
cófortorono che non fi difperatte della
falute fua poi che fimofle cóiui afar pe
nicentia pogniamo che no peruenitte ÒC
montteinfra uia-òCperuna copattione
pregorono òcfeciono pregare idio che ri
uelatte loro quello che fulTe della detta
anima-ÒC in cótmente fu nudato auno
diloro molto puro che per lauircu della
contritione grande per laquale lecrepo
ilcuore Subitamente nera ita impararti/
fo fanza alerà pena dipurga torio. Hor
cofi dico che g quefto fimoftra che fo/
la laconcntione bafta abfolute quando
alhuomoe/impedita òCnonha tempo
di confettarti. Narra àchora Cefano cB
una donna per forte tentatione delnimi
co cadde impeccato conuno fuo figlino
lo fiche più uolte concepette ÒC hebbe>
ne uno figluolo«Et uedendofi cofi cadu
ca ÒC confufa uenne in canea concrinone
che con quello figluolonato in collo
uenne publicaméte di nàzi alpapa inno
cenno ÒC agli cardinali con gran pianti
oui
JC finghiozi confcflo quefto fuo pecca/
tO'Laconnnone della quale udendo il
papaprouarefe fuffeuera filecomàdo
che illequente di glicompariffe i nanzi
in quello habito &C modo che ella anda
ua apeccare colfigluolo • Onde ella hu/
milmence ubidendogli comparigli elfe
quence di dinanzi incamicia come ella
Cifoleua leuare ÓC àdare alfigliuolo qua
do latétationc laumceua »Lacui cofi for
te centrinone péfando ilpapa fi labfol
ue pianamente ài diftele ìlpcccato tuo e
perdonato laqual parola udédo un car/
dinaie fi nemormoro no parendogli cft
ilpapa haueflè bc giudicato « Allhòra il
papa giidiffe fe io o mal giudicato ildia
uolo mentri adoffo 5Cfe ho ben giudica
co entri ate che ne mormori- Dopo iaql
parola incontinente ìldiauolo entro in
quello cardinale ÒCdinàzi alle genti cir
cunftàte lotormento crudelmente fiche
per quefto fegnio ìlmifericordiofo idio
moftro che g lagran cócricione dicolei
rilalTaua SC gdonaua ìlpeccato fuo-Nar
ra anchora che in Anglia un cherico ni
potedun uefeouo amando una figluo/
k dun giudeo tanto lafollecito che ella
gliconcede $C riceuello lanocte dopo il*
uenerdi feo & aduedédofi dicio ìlpadre
della giouane corfe alloro SC uedendo
coftuiòCcognofcendocheera ilnipote
deluefcouo rattenefi per paura :ma co
mincio agridareòC dire«Che fai mal xpi
ano che fai hor doue e/lafede tua«Se io
non temerti per paura ÒCreuerentia del/
uefeouo io tucciderei • Et dopo qfte pa
role locaccio uia uituperofaméte. Et do
uendo poi lamattina quefto cherico dir
lapiftolaallamefla laquale diccua ilue
feouo uergogniandofi di comedere ufi
ciò adaltrui pur £iparo:ma con gran ti/
more rimordendogli lacofcientia dico/
fi federato peccato ìlquale ancora cófef
fato non haueua ■ Et ftando cofi al/
lo altare coluefeouo ecco uenire ìlpadre
della giouane con molti altri giudei per
lamentarfi aluefcouodiquelto fatìo»
Della ql cofa ìlcherico auedendofi mol
to temendo deiTere uituperatocofnpa
lefe ritorno alcuore fuoòcbotofli adioSC
diiTe-Priegoti meiTere liberami in que/
fta hora 6C io tipromedo che di quefto
peccato faro degnia fadiffadione&mai
più no ti óffendero-Et dopo quefto ajpf
fimandofi igiudei per parlare aluefco/
uo iluefcouo fimarauiglio- della lor uc
nuta maximamente in od di ÒC penfaua
perchè parlare gliuoleflino« Et cornicia
do quegli a aprire labocca per parlare g
di uina uirtu diuentorono muti SC nulli
poteuano dire fiche uedendogh iluefco
uo tener labocca aperta &C nulla dire in
maginoiTi che e fuiTino uenuti per farfi
beffe degli eclefiaftici facramenti 6C go
ghfece cacciare uituperofamenre Jlqua
le miracolo & beneficio quel cherico ri
penfando &C uolendo e/Tere cognofeen/
te manifefto 6C cófeffo elfuo peccato al
uefeouo 5C poi rifiutando ìlmódo in tu
do entro nellordine diceftella & dmen
co fcó huomo«Et poi quella giouane q/
fte cofe udédo torno alla fede &C riceuec
te ìlbattefimoòCdiuento fàda religiofa*
Della uirtu anchora della contri rione .
Narra Iacopo da uitriaco un tale exem
pio ÒC dice che una giouane peccaua col
padre difoneftamente. Della qual cofa
auedendofi lamadre fi nela riprefe & af
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
flifife molto- Onde quella Idegniata lue
cife-Ecqueflo fappiendo allhora ìlpa/
dre piglio grande odio colei. Onde quel
la difponendo affogare ilpadre conuno
primaccio che glipofe i fulla bocca qua
do dormi ua ÒC fugiòCdiuéto publica me
retrice.Hora auennedopo molto tépo
che predicando un religiofo molto grà
cofe della mifericordia didio eflèndoui
ella prefente uenne in gran compuntio
ne ÒC andando allui ÒC cófefToifi ditudi
efuoi peccati ÒC diffe che poi che lamife
ricordici di dio era cofii grande nonfidif
perauarmaafpeélaua dipoterli faluare
ÒC pero loprego lemponeffe quella peni
tentia che gliparefle-Ma penfando quel
lo lagraueza de fua peccati ÒC non fap/
piendo che penitenza ledouefle dare co
• fi fubitamente ÒC uolédo fopra accio pé
fare li glidifle- Afpecta priegoti infmo
che io ho predicato dopo nona 6C allho
ra ridarò che penitentia debbi fare p ia
qual parola quella temédo glidifle-Oi/
me che io uego che uoi uidifperate del
la mia falute- Alla quale qllo benigna/
mente rifpofe & dille Jo nonmene dif/
pero:ma uoglio che ìnluogo dipemten
ria tuafpecli infmo che io haro predica
to dopo nona come thodedto. Et parte
doli quella cótan&a contritione che gli
uenne che diuidendofegli ìlcuore p grà
dolore cadde morta.òC effédo ciò annun
nato aldedo predicatore fu molto timi
do ÒC dolorofo ÒC fece fare molte orario
ne per lei. Et orado egli p lei uenne una
boce dacielo che diife-Non fa bifognio
che preghiate per lei imperoche ella e/i
cielo falua ÒC beara-ÒC per quefto fxi ere
duro ÒC conofeiuto che per lacótritione
fuflfe fubitaméte faluata < Della uirtu an
che della córritione narra ìldedo Cefa
rio un tale cxemplo ÒC dice che un mo/
co di quegli di (co Bernardo eiTédo già
prete lafcio labito ÒC lordine ÒC proccu/
ro ÒC fu faélo facerdote duna chiefa- Et
quiui duna concubina che prefe genero
ÒC hebbefigluoli ÒC figluolcòC dopo lun
go tépo andando fcó Bernardo aun cer
to luogo per quella cótrada fu cafo che
gliconuenne albergare incafa deldedo
prete òC fcó Bernardo incontinente ileo
noberma quello no conobbe lui. Et la/
madrina eflfendo già ito il prece alla chie
fa fcó Bernardo uolendofi partire ÒC no
louedendo chiama un fuo fanciullo el/
quale era mutole :ma egli nó lofapeua
ÒCdiegli certa ìbafeiata che andafle adi/
re alpadre-ÒC andàdo quel fanciullo che
era mutolo diffe alpadre con chiara òC
aperta lingua làbafeiata di fcó Bernaiv
do ÒC udéds ilpadre parlare cornicio ala
chrymarc per allegrcza ÒC felo più uolte
reperere lambafciata che egli glidiceua
per fapere percerro fe egli poteua parla
re òC domàdolo quello che kbbate glia
ueiTe fa&o onde egli cofi pai laua- fct ri
fpondédo ilfanciulo chenóglihaueua
fadto altro fe non che glihaucua deta ql
la imbafciata che egli portalTe «Ilpadre
cognofeendo rimiracelo fu molto com
punto ÒCuenne allo abbateòC con molte
lachryme figli gitto apiedi òCdomàdo
gli mifericordia ÒC grana dipoter toma
re allordine confeco- Et rifpódcndo feo
Bernardo che afpedafle infino che egli
tornaiTe quiui quando hauefle fado o
fornito elfuo camino allhora nelmeiv
rebbe feco quello rifpofe Meffere io te/
mo che io non muoia in quefto mezo-
Alquale fcó Bernardo rifpofe ÒC diffe-
Se in quefta uolonra ÒC cótritione muo
ri quanto a pretto adio farai monaco- ÒC
coli andando lo lafcio ÒC cornando che
era morto ÒC fepolto fece aprire ìlfepol/
ero ÒC ditte a quegli che fimarauigliauo
no dicio che uoleuauedere fe egli era o
pareua monaco o cherico«Ec dicédo icB
rici che lhaueuono fepulto chenco:poi
che laterra fu fcauata fu trouato in tàfu
ra ÒC ìnhabito amodo 1 dimonaco • Er g
quefto fegnio uolle idio moftrare che
labuona uolonca ÒC coltrinone idio re/
puca per facto&ella fola falua- Hora di
quefta materia attai exempli òC infiniti
potremo porre ÒC dire ÒCfcriuere cioè co
me idio per lafua larga mifericordia uo
lentieri perdona apeccatori quantunqs
rei fe pur alla fine fipcntono-Malafcian
done molti per no edere troppo proli/
xo pur quefto demolti notabili f ubgiù
go ìlqual « Narra ìlpredefto Cefario ÒC
dice- Che uno giouane nipote dun uef/
couo entro nellordine diceftella-Et qua
tunqs poi da quel uefeouo fuffe ido&o
aufeire dellordine perche troppo lama/
ua nò gli confenci :ma per feuero-Er do
po certo tépo fu facflo prete- Ma poi uin
to dalnimico apoftato ÒCdiuenne ladro
ne anzi capitano ÒC principe fra loro g
che era molto ualéte-Et dopo molti ma
li che fece auenne cf> auna battaglia cB
fidaua aun cartello fu percotto ÒC ferito
amorte- òC effendo pregato da fuoi ami/
ci che ficonfettatte rifpofe - Hor che mi
gouerebbe hconfettione dopo tantiòcfi
fa&i SC fceleraci mali- Et rifpondendo q
gli che magior era lamifericordia didio
che efua mali ÒCmalitiafua ÒCacófenti
di confeffarfi contanta contritione ÒCco
tanfto pianto ÒCfinghiozi che apena po
te finire laconfettione-Onde no poten/
do pe^ran finghiozi ben proferire ogni
cofa ditte conun grà feruore padre io ho
più peccati che non e/larenadelmare.
10 fono ftato ladrone micidiale di mol
ti huomini ÒC fi crudele che uolédo eco
pagni alcuna uolta gdonare- Io mai no
uolfi hauere mifericordia anzi lemogle
JC lefigluole altrui fforzai ÒC uituperai
ÒC altri infiniti mali ho commetti equa
11 tanti ÒC tali mali quel prete udédo co
me ftolto ÒC crudele gliditte- Tanta e/la
iniquità tua che non fe degnio dauere
mifericordia- Alquale egli da diocófor
tato ditte-Mettere io fono cherico ÒC fo
che'idio dice per Ezechiel propheta che
aqualunqs ora lhuomo torna allui non
fincordera più ditufte lefua prime ini/
quita-Et pero uipriego che mimpognia
te alcuna penitétia pero che io pur ìfpe
ro dhauere mifericordia- bC, rifponden/
do ilprete che egli loriputaua dannato
ÒC nonfapeua che penicentia glidouctte
dare ÒC quello ditte-Io mela eleggo cioè
che eleggo diftare dumila ani impurga
tono fiche io poi riceua mifericordia «
Ma pure ilprete non lo uolfe abfoluere
ne dargli ileorpo di xpo-Ma almeno al
priego delde&o infermo fcripfeinuna
cedola lauita fua rea ÒC portolla alprede
ftc uefeouo fuo par ere- Et dopo qùefte
cofe quello mori ÒC fu portato alpurga
torio- Et ilprete porro aluefcouo lacedò
la fcripta della uita dilui- Laquale iluef
couo legendo pianfe molto ÒCditte-Mai
non amai tanto huomo quanto coftui.
Ec pero come lamai uiuo cofi iluoglio
amare morto- Onde incontinente coma
do &C ordino che intudto quello anno fi
diceffino mefTeSC faceflino orationiSC
alrri beni per lanima fua percuòto ilfuó
uefcouado-Et finito lanno molto pahV
do 5C magro figli apparue 6C ringratia/
tolo molto dicendo che p le molte mef
fe 5C altri beni che glihaueua fadh ÒC fac
ti fare per lui idio fcemaua della (uà pe
nitentiadiftarein purgatorio annimil
le& diffe che fe cofi faceflì laltro anno
farebbe libero altuftoòC cofi difparue-
Alla quale uifione dando fede ìlucfco
no anche fece icfe fare ìlfecódo anno co
meilprimoorationi SCdire meifeplui
6C infine dello anno dicendo iluefcouo
lultima me(Ta p lanima fua fi gliappar
ue ueftito dibella cocholla & colla fac/
eia molto chiara ÒC diffcgli-Idio timeri
ti ibeni equali per me hai faéli SCdefti
che g latua follecitudine liberato mhai
in dua ani della pena che io doueuo fo/
ftenere in dua migliaia danni in purga/
torio-Et ecco che neuo in paradifo & co
fi difparue eluefeouo rimafe molto con
Colato ÒC lieto della fua falute-Hor cofi
narra duno altro monaco che ufciSCapo
ftato più uolte didiuerfi ordini bi torna
do alfecolo diuento fcelerati(Timo8Cpef
fimo iogni male-Ma poi dopo certo té/
poifpìrandoidio torno alcuore fuoK
riprefe lhabito diceftella delquale ordì/
ne lultima uolta era ufeito fiC uenne
in tanta contritione ÒCpianroche ogniu
no fene marauigliaua SCatufti daua exc
pio di perfe&iflìma penitentia •& dopo
certo tempo ifermàdo amorte fecechia
mare labbate 5C efrari ftediffe loro-Rcuc
rendi padri- Io peccatoreSC penitente ui
priego cf5 fiate mia teftimoni apprefoa
dio della mia lincerà confezione AC ue/
ra penitétia 6C io prome&o adio 5C auoi
che fe idio mi prolunga lauita niuna fa
ticha ne pena mi fia graue fi fono pen/
tutoSCconrnto Etdopo quefte parole
rendette lanima adio 6C furo ueduti gli
angeli portare incielo lanima fua - Hor
diquefta materia tutto ìliibro diuita pa
trum e, pieno cioè dimoiti che eran pef
fimi 5C diuentorono buoni per lafantta
contritione. Et pero baftino qui pochi
exépli che poftì habbiamo permoftra/
re lauirtu della perfetta contiitione-K I
quefto fia fatto 6C finito illibro 5C iltra
ttato delfrutto della ligua- Deo gratias
Amen-
([ Explicit liberSCtra&atus fruttuu bo
narum linguarum-Deo gratias* Amen.
([TmprelTo infircze appreso afantta
maria maggiore per Ser Lorenzo mor
gianiòC Giouani di Piero tedefeo dama
ganza- Adi quatro di feptembre*
MCCCCLXXXXIIL
f,q fil
tuli ì
■ÉMi
3fb
lOfriOAf»; ; ». i>.jlHfc5SBfn muri ODJooitbfcwi ni ouja arto 00:0 ad-oncn
13 Olii oTOiijìn onioi oibiobrir/riq'horr
moio afeuobb fiibfìrób oaickfli obiqh
ormi*; 35 oìijÌu m fittoti rriinlul sa
axi su r.S ifimsM fiUfciI^iufi'XBfn ori on
oqojj : i r/flfttttflsq Binil ìifìshsà ib olq
x/aboy;} onorriK dbkmoìioqra&òxtf)
amii-otol allibii i i > > V ! t.I -vi ? r: •
t
figura
prolago
mnomine
eua domandiamo
b
fermare
laprocedc
lanimico
c
demaggiori
ma perche
che rutto
d
pare che
teria amoftrarc
laexcellenria
e
pare che
hor qui
gliordini
come anche
f
Ihora della
fiCpero
pagare
s
piti
hor coli
purgato
FINIS*
h
placiuo
cofa che
caua uolétieri
i
no6C
dadio
G curaua
K
diflipi
cidebba
laquarta
1
richiede
furiofa
cadere
m
Iofue
gneilpcccaro
limile
n
per non
ilcimore
modelluogo
o
fiiuno
difTe
4C aprendo
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7
Early European Books, Copyright © 201 1 ProQuest LLC.
Images reproduced by courtesy of the Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze.
Pai. E.6.2.7